Su change.org ZAC di Palermo – Zisa Zona Arti Contemporanee dice no alla mostra di Hermann Nitsch. Per chi non lo sapesse: Nitsch è un artista austriaco considerato uno dei massimi esponenti dell’Azionismo viennese. La sua arte è caratterizzata dall’insinuarsi nel subconscio del singolo colpendolo con immagini di animali sanguinanti e sacrificati in croce, ebbrezza, nudità e sangue. Un’arte che spettacolarizza giochi rituali destinati a durare diversi giorni. Obiettivo: incitare gruppi di persone a squartare animali, a tirarne fuori le viscere e infine a calpestarle. Dopodiché di questo sangue delle persone crocifisse se ne omaggia un rito collettivo di frenesia il quale a sua volta si basa su riti liturgici e sacri.
Questa mostra, precedentemente destinata al Museo Jumex di Città del Messico, è stata cancellata.
Nitsch tuttavia si difende, dichirando che nelle sue performance questi impiega soltanto carcasse di animali già morti, macellati nella sua fattoria. L’artista, tra l’atro, concorde agli animalisti è contrario al processo di industrializzazione degli allevamenti.
L’associazione ZAC di Palermo impegnata fortemente a condannare l’ipotesi Hitsch in mostra nel capoluogo siciliano, principale firmataria della petizione su change.org richiama la “Dichiarazione universale dei diritti degli animali” dell’UNESCO del 1978. La quale dice:
Articolo 10
a) Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell’uomo.
b) Le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano degli animali sono incompatibili con la dignità dell’animale.
Articolo 11
Ogni atto che comporti l’uccisione di un animale senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita.
Articolo 13
a) L’animale morto deve essere trattato con rispetto.
b) Le scene di violenza di cui animali sono vittime devono essere proibite al cinema e alla televisione, a meno che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell’animale.
La mostra prevista per il 10 di Luglio 2015, giorno stesso in cui a Palermo iniziano le festività patronali di S.Rosalia trova la complicità dello stesso Comune di Palermo, promotore della mostra e le sponsorizzazioni di Elenka Spa. Che dire: sacro e profano nella più aberrante delle unioni.
Intanto su Change.org gli associati urlano:
NO all’esibizione della violenza in una città come Palermo.
NO agli “Artisti” creatori dello stesso male su cui vogliono fare riflettere
SI agli Artisti che documentano la realtà della violenza senza procurarne ulteriormente.
SI agli Artisti che creano bellezza perché il bene genera bene
Dalila Ferreri