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Passaggio di consegne al vertice del turismo Confesercenti: Vittorio
Messina assume la presidenza di Assoturismo, la verticale di categoria
che riunisce le imprese del settore iscritte alla confederazione.
Messina, imprenditore della ricettività, Presidente di Confesercenti
Sicilia e Vice Presidente nazionale della Confederazione, succede a
Claudio Albonetti, che continuerà il suo impegno come dirigente
dell’associazione.
“Dopo un lungo periodo di lavoro, molto appagante sotto tutti i punti
di vista, passo volentieri le consegne al nuovo Presidente responsabile”
spiega Albonetti. “Lo faccio con grande soddisfazione perché si tratta
di un collega imprenditore molto esperto del settore, che sicuramente
saprà dare un grande impulso all’associazione. Sapendo di poter contare
sul mio completo appoggio, in questa fase di transizione ma anche nel
futuro”.
“È con soddisfazione che ricevo questo incarico – dichiara il
neo-presidente di Assoturismo Vittorio Messina – consapevole della
centralità che il settore turistico riveste non solo per il sistema
delle PMI italiane, ma anche per la crescita del Paese. Soprattutto in
questa fase, in cui molti comparti tradizionali di attività non sono
ancora riusciti a superare pienamente la crisi. Il turismo italiano ha
grandi potenzialità, ed ha di fronte a sé buone opportunità ma anche
alcune importanti sfide da affrontare. Per questo, come Assoturismo, ci
impegneremo al massimo per far sì che la politica crei le condizioni
necessarie alle imprese per svilupparsi”.


a Procura di Catania ha fatto notificare un avviso di conclusione indagini per undici indagati, per falsità ideologica commessa da un privato in atto pubblico, nell’ambito dell’inchiesta sulla costituzione della nuova Camera di commercio della Sicilia Orientale.
E’ quanto emerge dalla richiesta di archiviazione presentata al Gip delle posizioni del commissario ad acta, Alfio Pagliaro, e di due suoi collaboratori dirigenti dell’Ente: Giovanni Brafa Musicoro e Stefano Alì. Al centro delle indagini, presunte false attestazioni – la Procura ne contesta 81 – di autocertificazioni prodotte da organizzazioni imprenditoriali per l’assegnazione dei seggi consiliari nell’organismo camerale.
La notizia è questa, battuta ieri dalle agenzie e pone fine ad un’intricatissima vicenda che ha arroventato la già arroventata estate 2016 quando a tenere banco nei pensieri della politica, dell’imprenditoria e del commercio non c’era solo la vicenda della Super-camera di commerciodella Sicilia orientale ma anche la nomina dell’amministratore delegato della Sac, società di gestione dell’aeroporto di Catania.
Nel contesto di queste vicende che hanno raggiunto toni elevatissimi, polemiche a iosa e denunce su denunce, la Procura della Repubblica di Catania, giustamente, ha messo sotto intercettazione i telefonini di tutti i protagonisti, diretti ed indiretti, i cui risultati, davvero sorprendenti, per toni e modi, sono stati condensati in un rapporto di 141 pagine della Squadra Mobile etnea firmato, oltre che dal capo, Antonio Salvago, da una vecchia conoscenza agrigentina, vale a dire il valente ex capo della Squadra mobile della città dei templi, Salvatore Montemagno.
E così si scopre che l’agrigentina Maria Grazia Brandara, commissario straordinario all’Irsap e destinataria di pesanti minacce recapitate sotto forma di plico postale contenente proiettili, è finita intercettata dal 5 agosto 2016 sino al successivo 19 settembre successivo. Monitorata passo passo restano tracce di iperattivismo e di incontri con i personaggi principali della vicenda in più luoghi dell’Isola. Inevitabilmente, insieme a Maria Grazia Brandara, direttamente intercettata, finiscono sotto controllo anche chi con lei conversava. E dentro il calderone delle registrazioni finiscono anche personaggi eccellenti come il vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello, il sindaco della città metropolitana di Catania, Enzo Bianco e molti altri.
Mariella Lo Bello e Maria Grazia BrandaraMariella Lo Bello e Maria Grazia Brandara
Le intercettazioni, impietose, disegnano scenari furibondi.
L’avvocato Antonio Fiumefreddo viene preso di mira ed indicato come il “cattivo consigliori” del presidente della Regione, Rosario Crocetta (cattivo perché non in sintonia con i desiderata degli altri contendenti). Gli interlocutori non si danno pace e si interrogano: “Perché Fiumefreddo esercita questo potere su Crocetta”?. La domanda, a parte qualche illazione pesante, resta senza risposta.
Per la cronaca va detto che la posizione di Brandara (ma anche di Bianco, Laneri e gli altri) per la Procura è da archiviare.
Anche l’agrigentino Alessio Lattuca, titolare di Confimpresa Euromed, finito al centro dell’inchiesta sulle liste gonfiate di enti associati e per il quale si profila già il processo per falso ideologico, viene intercettato a partire dal 7 maggio 2016 con procedura d’urgenza.
Ed anche in questo caso emerge dalle conversazioni uno spaccato inquietante per qualità di colloqui, toni e modi. Direttamente o indirettamente vengono ascoltate le conversazioni, tra le altre, anche di Piero Agen (destinato, secondo boatos alla guida della Super-camera di commercio della Sicilia orientale, ndr)che spara a zero su Crocetta e sull’avvocato Fiumefreddo ed entrambi prendono di mira anche Ivan Lo Bello: “Lattuca dice che anche se (Lo Bello) millanta amicizie molto importanti chiamando per nome le varie autorità nazionali ma oggi nessuno crede a questo, Agen conferma che al momento tutti si guardano bene da dargli troppa amicizia. Lattuca lamenta il fatto che Lo Bello ha fatto un danno gratuito allo stesso Lattuca, Agen dice che se questi deve passare con un caterpillar sopra la gente, per un suo interesse, lo fa senza rimorso alcuno”).
La cronaca odierna, per tornare all’attualità dei fatti, ci segnala che nella richiesta di archiviazione avanzata al Gip, firmata dal procuratore Carmelo Zuccaro e dai sostituti Andrea Ursino e Monia Di Marco, emerge anche che è stata disposta l’iscrizione di un fascicolo separato per approfondimenti su “talune irregolarità evidenziate dall’indagato Alfio Pagliaro” in una sua memoria difensiva. Sono state stralciate le posizioni di altri cinque indagati perchè “sono in corso accertamenti sulle modalità di deposito in via telematica dei bilanci delle imprese”.
Per questa parte dell’inchiesta la Procura di Catania ha già conferito un incarico di consulenza tecnica. Il fascicolo era stato aperto dopo denunce di diverse associazioni di categoria che si sono costituite come parte offese.
Sono rappresentate dagli avvocati Antonio Fiumefreddo, Attilio Floresta, Francesco Silluzzo e Ruggero Razza che hanno annunciato opposizione alla richiesta di archiviazione.
Nell’ambito dello stesso faldone principale, si evince dalla richiesta di archiviazione della Procura di Catania che il 27 giugno scorso sono state separate le posizioni di altri cinque indagati – Silvia Rifici, Fabio De Vivo, Marinella Grasso, Natascia Pesce e Anna Cherubino – perchè sono in corso indagini sul deposito telematico dei bilanci delle imprese.
Gli avvisi di conclusione indagine per falso ideologico sono stati emessi per l’agrigentino Alessio Lattuca, rappresentante dell’associazione ‘ConfimpresaEuromed‘ (contestati 29 presunti falsi); Gino Sciotto, della Federazione provinciale Fapi Catania (11); Davide Raccuglia, della Confederazione italiana degli esercenti e commercianti (Cidec) di Siracusa (7); Riccardo Galimberti, di Confcommercio-Imprese per l’Italia con sede a Catania (14); Filippo Guzzardi, di Confesercenti Catania (6); Giuseppe Giglio di Unsic Catania (2); Giovanni Selvaggi di Confagricoltura Catania (2); Riccardo Santamaria di Confesercenti Ragusa (2); Massimo Franco di Confagricoltura Siracusa (1); Giuseppe Bulla di Transfrigoruote Italia Assotir (6); e Giovanni Sebastiano Rinzivillo dell’associazione Fai Catania (1).
Nella richiesta di archiviazione la Procura di Catania richiama il provvedimento con il quale il Gip Marina Rizza, il 23 luglio del 2016, ha rigettato una richiesta dei Pm del sequestro preventivo di tutta la documentazione depositata all’assessorato regionale all‘Attività produttive relativa alla nuova Camera di commercio della Sicilia orientale.
“Fermo restando il rilievo penale delle false attestazioni nelle autocertificazioni prodotte dalle organizzazioni imprenditoriali ai fini dell’assegnazione dei seggi consiliari – ha scritto tra l’altro il Gip – non si comprende come e perchè il fatto così’ come descritto sarebbe imputabile al Pagliaro, non essendo stato offerto alcun elemento indiziario dal quale poter desumere che costui abbia concorso nella detta illecita condotta sub specie di contributo morale o materiale”.
Secondo il Gip, inoltre, sarebbe emerso che “le false attestazioni non abbiano in concreto influito sulla regolarità degli esiti della procedura di assegnazione dei seggi, per l’intervenuta rinunzia delle organizzazioni responsabili delle stesse e per l’intervenuta estensione dei controlli a campione”.
Inoltre, è stata chiesta l’archiviazione dell’inchiesta, per mancanza di titolo, sulla nomina di Ornella Laneri, che si è poi dimessa, dalla carica di amministratore delegato della Sac, la società di gestione dell’aeroporto di Catania.
L’istanza di archiviazione presentata dalla Procura riguarda i cinque indagati per abuso d’ufficio: l’ex Ad di Sac Ornella Laneri, l’attuale Ad Nico Torrisi, il sindaco di Catania Enzo Bianco, i commissari nominati dalla Regione siciliana Maria Grazia Brandara, Roberto Rizzo e Antonino Lutri, e il commissario della Camera di commercio di Siracusa Dario Tornabene.
La richiesta è stata presentata lo scorso 27 giugno, ma la notizia si è appresa nell’ambito dell’inchiesta per falso ideologico sulla Camera di commercio della Sicilia orientale sfociata nella notifica di undici avvisi di conclusione indagini e nella richiesta di tre archiviazioni.
fonte GRANDANGOLO

Uno spaccato dell’epoca in cui visse Pirandello e della sua famiglia sarà in mostra il prossimo 28 luglio presso il Museo Archeologico di Agrigento.
Una grande mostra per immagini (pubblicata in un volume edito dalla “Nave di Teseo”) raccolte da Sarah Muscarà ed Enzo Zappulla che si inserisce nelle celebrazioni per i 150 anni di Pirandello, tra biografia, produzioni letterarie e arti figurative.
L’evento è stato promosso dall’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano di Catania e si svolgerà nell’Auditorium Lizzi alle ore 19 con la presenza dell’assessore regionale per i Beni culturali Carlo Vermiglio, di Gaetano Pennino dirigente generale del Dipartimento Beni culturali e dell’Identità siciliana, di Gioconda La Magna direttore del Polo regionale per i siti culturali di Agrigento, di Gabriella Costantino soprintendente Beni culturali e ambientali di Agrigento.
A conclusione della manifestazione, alle ore 21, è prevista una performance della “Sagra del Signore della Nave” a cura dell’Associazione culturale “Così per passione”, nel giardino del Museo.


Sciacca (AG) – Domenica 30 Luglio 2017 dalle ore 21 si inaugura presso le Cantine De Gregorio la prima esposizione di una ‘rassegna di pittura e di scultura post-contemporanea’ dedicata a Laurent Danchin, dal suggestivo titolo di Spiriti in fermento.
Laurent Danchin, scomparso nel gennaio di quest’anno, è stato il critico che ha intuito già dalla metà degli anni ’90 la necessità di prospettare un’arte post-contemporanea, nell’evidenza di quanto sia parziale nel panorama della creatività artistica attuale ciò che da più di sessant’anni si intende ufficialmente e in senso esclusivo come ‘arte-contemporanea’.
Antonio Mercadante, curatore della rassegna, ha voluto dedicarla alla memoria di Danchin scegliendo di cercare Spiriti in fermento solo tra i pittori e gli scultori, artisti tendenzialmente esclusi dal ‘sistema arte-contemporanea’, e considerati retroguardia. Anche questa esclusione, invece, contribuisce al fermento vitale del loro lavoro, del quale le esposizioni che si seguiranno alle Cantine De Gregorio daranno conto.
Ad inaugurare la rassegna sarà dal 30 luglio la pittura di Salvo Catania Zingali, artista che vive a Comiso, e che esporrà fino al 10 settembre anche una serie di dipinti realizzati per l’occasione nelle campagne tra Sciacca e Menfi.
La rassegna è organizzata dall’Associazione Due, che vuole celebrare con questa iniziativa l’esordio in anteprima della sua attività sul territorio.
Là dove un tempo vi era una scuola di campagna, oggi Cantine De Gregorio, l’Associazione Due, intende creare un laboratorio multidisciplinare, la scuola dei piani verdi e blu, dove immaginare e progettare un futuro del territorio, credendo che solo una civiltà istruita sulla bellezza potrà avere percezione del paesaggio come valore, tutelarne l’esistenza, svilupparne le innumerevoli potenzialità produttive.
Tanti Spiriti in fermento dunque, che trovano ospitalità nei luoghi dove i mosti si fanno vino ribollendo nei loro gorgoglii, accolti con la passione esclusiva di chi sa coltivare, curare, attendere.


Un gruppo di cittadini di Licata hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento per denunciare “il continuo disturbo delle quiete pubblica a causa di rumori e schiamazzi, musica di ogni genere e tipo emessa ad altissimo volume da pub e bar”. Su tratta di residente di una zona del centro storico esasperai per quanto, a loro dire, accade soprattutto nelle ore notturne e nel fine settimana. “Gli orari nei quali i rumori vengono prodotti con insopportabile intensità sono dalle 23 circa alle 2 – 3 del mattino”.

Il giudice monocratico del Tribunale di Sciacca, Grazia Scaturro, ha disposto il non luogo a procederse nei confronti di Giuseppe Raso, 67 anni, accusato di aver forzato la porta di ingresso di una abitazione di una casa popolare nel gennaio del 2015. La decisione del giudice è arrivata perchè il reato è stato considerato estinto per l’esito positivo della messa in prova.

In concomitanza con l’uscita della relazione della Direzione investigativa antimafia – relativa al secondo semestre del 2016 – il capo della locale direzione, Roberto Cilona, ha analizzato l’andamento del fenomeno mafioso nell’agrigentino fornendo nuovi spunti riflessivi, su tutti la preoccupante “aggressione” dell’economia limpida da parte dell’organizzazione criminale che la rende una potenza economico-criminale manifestando – oltre una massiccia presenza sul territorio – anche una capacità di investimento in settori in cui la domanda non subisce particolari flessioni.
“Il territorio di Agrigento ha un tessuto economico – imprenditoriale in forte crisi e, proprio in queste maglie, si inseriscono le organizzazioni criminali (su tutte Cosa nostra ma non soltanto, vedi la Stidda) che hanno un valore aggiunto cioè la capacità organizzativa, ovvero una ben strutturazione che consente di essere “presenti sul campo” in maniera pericolosa. L’aspetto di natura economico e finanziario è sicuramente quello che al momento ci interessa particolarmente come peraltro si è visto nelle recenti operazioni di Polizia (Vultur, Opuntia e Icaro ): l’attività di analisi ha permesso di evidenziare – oltre il controllo del territorio – anche la forza economica in settori specifici. Forza economica che si vede negli investimenti in particolari campi: edilizia, agricoltura, imprenditoria di vario genere. Si tende a giungere ad una posizione verticistica, di monopolio, in settori in cui viene garantita – rispetto alle grandi operazioni – una maggiore costanza di introiti, con apparentemente meno rischi e che soprattutto permetta il controllo del territorio (estorsioni random, anche al piccolo commerciante o la messa a posto di un imprenditore). Chiaramente l’organizzazione criminale non disdegna delle più classiche forme di arricchimento che peraltro permettono una rapida monetizzazione e immediata liquidità: usura, droga e prostituzione.”
Spunti interessanti, quelli forniti da Cilona, che non possono non far riflettere su due aspetti: il primo che riguarda l’importanza dello studio dell’analisi mafioso (attività principale della Dia): capire le dinamiche, i vuoti di potere, le rapide ascese. Insomma studio puro di un fenomeno umano e, come tale, oggetto di previsioni; il secondo riguarda la concezione economica dell’organizzazione criminale che, inevitabilmente, cammina su binari paralleli alle condizioni deficitaria in provincia di Agrigento.
Non soltanto presenza militare, controllo del territorio ma anche controllo dell’economia, invasione di settori economici “limpidi” anche attraverso operazioni finanziarie discutibili come le fatturazioni anomale, truffe e quant’altro.

Alterazione dello stato civile di una neonata mediante falsa attestazione di paternità è il reato contestato, in concorso, a tre persone di Marsala (una giovane coppia senza figli e la madre della neonata) poste agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani in esecuzione di un ordine del gip del Tribunale di Trapani Caterina Brignone.
Secondo l’accusa, L.G., di 34 anni, avrebbe falsamente dichiarato all’ufficiale di stato civile del Comune di Erice (la bambina al centro del caso è nata lo scorso dicembre all’Ospedale Sant’Antonio di Trapani, che è nel comune di Erice) che la piccola data alla luce da A.M., di 38 anni, già madre di altri quattro bambini, era sua figlia e che sarebbe nata a seguito di una sua relazione extraconiugale. E per questo, dopo l’uscita dall’ospedale, complice anche la moglie (P. C., di 28 anni), la portò a casa. A far scattare l’indagine, adesso sfociata nei tre arresti, è stata la segnalazione dell’assistente sociale del Comune di Marsala con cui L. G. e P. C. avevano avviato le pratiche per l’adozione di un bambino. L’assistente sociale, infatti, nel corso di una visita nell’abitazione della coppia (che a causa di gravi patologie di entrambi i coniugi, non poteva avere figli), scoprì l’improvvisa comparsa della neonata. La Procura e i carabinieri di Trapani avviarono, quindi, indagini con intercettazioni telefoniche e ambientali, nonchè con accertamenti di natura biologica. I tre arrestati sono tutti incensurati. Un caso analogo si era registrato all’Ospedale “San Biagio” di Marsala nel 1996. In quel caso, protagonisti della vicenda furono una “ragazza madre” di 19 anni e una coppia italo-francese che dopo 22 anni di matrimonio non era ancora riuscita ad avere dei figli.

Il corpo senza vita di un uomo, di 47 anni, è stato ritrovato in un appartamento a Naro. A fare il macabro rinvenimento i vigili del fuoco che sono giunti nell’abitazione del 47enne dopo la segnalazione dei vicini che non avevano più notizie di quest’ultimo da giorni. Sul luogo del ritrovamento anche i carabinieri della locale Stazione. Dalle prime indiscrezioni pare che l’uomo soffrisse di problemi depressivi e che sarebbe deceduto da almeno 48 ore. I primi esami sono stati già eseguiti dal medico legale arrivato in via Diaz, il luogo dove è stato trovato il cadavere. Probabile che il narese sia morto per un problema cardiaco e comunque per cause naturali.