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“Quello di oggi è il primo segnale di un lavoro più ampio che intendiamo portare avanti a livello territoriale con i medici di base, gli specialisti e le associazioni di volontariato. Un’iniziativa importante in un territorio in cui sostanzialmente manca la medicina territoriale e di conseguenza è poi inevitabile che ci siano carichi di lavoro eccessivi per l’ospedale di Sciacca, punto di riferimento per la zona del Belìce, e altre situazioni di inefficienza che vanno subito affrontate, come chiedono giustamente a gran voce associazione e comitati”. Lo ha detto la presidente della commissione Sanità dell’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo, oggi a margine della sottoscrizione del protocollo d’intesa tra l’Asp di Agrigento, la Casa della Salute “Danilo Dolci” e i Comuni di Santa Margherita di Belìce, Montevago e Sambuca di Sicilia.

L’esperienza della Casa della Salute “Danilo Dolci” – è stato spiegato durato l’incontro di oggi a Santa Margherita Belice al quale ha partecipato anche il commissario dell’Asp di Agrigento Gervasio Venuti – nasce dal lavoro del comitato civico spontaneo nato dopo il declassamento della locale guardia medica, nel 2005, per riconcepire i servizi sanitari dal punto di vista dell’utenza e perseguire una concezione alta di salute, non semplice assenza di malattia, ma stato di completo benessere fisico, psichico e sociale. Il protocollo d’intesa riconosce e suggella il raccordo operativo tra Comuni, Asp di Agrigento, medici di famiglia e associazioni di volontariato per lo sviluppo della medicina del territorio, la promozione della cultura della prevenzione, l’innovazione del sistema sanitario, l’attenzione verso i determinanti sociali delle malattie.

“Non possiamo che compiacerci del protocollo sottoscritto oggi, un modello da esportare in altri comuni dell’Agrigentino e della Sicilia poiché esempio virtuoso di collaborazione tra le istituzioni e il mondo del volontariato al servizio del territorio. Il mio impegno, da presidente della sesta commissione dell’Assemblea regionale siciliana – ha detto Margherita La Rocca Ruvolo – è quello di potenziare sempre di più questo presidio sanitario che, grazie al prezioso contributo di medici volontari, svolge una funzione importante per i cittadini di questa zona del Belìce e di fare in modo che abbia a disposizione al più presto almeno un’ambulanza medicalizzata”.

Utilizzando le suggestioni di una metafora si potrebbe dire che “è finalmente giunto al termine il tempo in cui a Licata era proibito nascere”. Dal prossimo mese di marzo il nuovo Punto nascite del presidio ospedaliero ‘san Giacomo d’Altopasso’ sarà finalmente attivo al termine di un complesso intervento strutturale reso indispensabile dalla necessità di adeguare a norma e rifunzionalizzare gli ambienti. Si concluderanno dunque a breve gli spostamenti forzati verso i presìdi di Agrigento o Gela di diverse donne del comprensorio licatese in procinto di partorire. Il reparto, chiuso dal primo gennaio 2016, è stato oggetto di una globale ristrutturazione per un investimento di circa un milione di euro dopo che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, proprio l’ultimo giorno dell’anno 2015, aveva concesso in deroga l’apertura del punto nascite licatese ma a condizione che la stessa struttura fosse adeguata agli standard ministeriali. “Oggi – afferma il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Gervasio Venuti, – siamo finalmente nelle condizioni di poter riconsegnare alla comunità di Licata e a quella dell’hinterland un servizio di primaria importanza. Il risultato – continua Venuti – è stato raggiunto, non solo grazie all’esecuzione dei lavori strutturali, ma anche per effetto del potenziamento degli organici. L’Azienda, infatti, ha previsto l’immissione in servizio, entro il mese di febbraio, di altri cinque dirigenti medici di ostetricia e ginecologia e quattro pediatri-neonatologi (attingendo alle graduatorie a tempo determinato approvate di recente) oltre all’assegnazione alle unità operative di ostetricia e ginecologia, pediatria e neonatologia di ulteriori cinque infermieri professionali, un operatore socio sanitario e due ausiliari”

Il 14 gennaio 2015 la Cassazione ha confermato la sentenza emessa il 28 giugno 2013 dalla Corte d’Appello di Palermo che confermato a sua volta la sentenza del Tribunale di Agrigento che il 7 giugno 2012 ha condannato a 18 anni di carcere Salvatore Rotolo, 44 anni, di Agrigento, giudicato in abbreviato e imputato dell’ omicidio della compagna, Antonella Alfano, 34 anni, anche lei di Agrigento, scoperta morta carbonizzata all’interno della sua Fiat 600 la mattina del 5 febbraio del 2011. Rotolo, al culmine di una lite, ha ucciso la donna e poi ha simulato un incidente stradale lanciando giù da una scarpata l’ automobile di lei, e poi appiccando il fuoco alla stessa automobile.

E’ stata sottratta la potestà genitoriale a Salvatore Rotolo: quando è stato compiuto l’efferato delitto, Antonella Alfano è stata madre di una bambina di pochi mesi, poi affidata definitivamente alla famiglia di lei.

Rotolo adesso è stato denunciato per violazione degli obblighi di assistenza perché non avrebbe adempiuto all’obbligo di mantenimento della figlia.

Si sono riuniti, stamani 5 febbraio, i componenti dell’Osservatorio sulla Legalità e la Sicurezza, nell’ex complesso “La Badia”.

Erano presenti all’incontro, il Sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura; il Dirigente scolastico Concetta Di Falco Mustazzella, I.C. Rapisardi; l’Insegnante Rita Lalicata, delegata Dirigente I.C. Verga; l’Insegnate Valeria Cuschera, delegata Dirigente Circolo Don Bosco; il sig. Carmelo Carletto, RSPP, delegato Dirigente dell’II.SS. “G.Galilei”; l’Assistente sociale del Comune di Canicattì, Angela La Carrubba; il Direttore medico del SERT, dottor Vincenzo Alaimo; gli Assessori Katia Farrauto e Pietro Sabatino; il Segretario generale del Comune di Canicattì, Domenico Tuttolomondo, l’RSA CISL FP Paolo Curtopelle.

 

Dopo l’intervento del Sindaco, che ha aperto i lavori motivando l’assenza dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine per causa di forza maggiore, hanno preso parte al dibattito tutti i componenti presenti.

Concrete le proposte emerse da parte di tutti gli operatori, ciascuno mosso dall’esperienza maturata sul campo, che all’unisono hanno chiesto una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio, come strumento di deterrenza e per dare sicurezza alla popolazione. Gli stessi evidenziato quanto sia indispensabile e fondamentale aprire un dialogo con le famiglie.

Censire i luoghi di aggregazione presenti nei vari quartieri, sensibilizzare le famiglie, creare associazioni di quartiere, programmare iniziative finalizzate alla socializzazione e alla formazione dei giovani, questi alcuni dei punti fondamentali che l’Osservatorio progetta nel breve periodo.

Nel concludere la riunione, il Sindaco Di Ventura, ha sostenuto la necessità che l’operato dell’Osservatorio debba uscire all’esterno, dialogando con le famiglie e i rappresentanti della Chiesa e della società civile per concordare e calendarizzare le attività quartiere per quartiere.

 

Continuano a pervenire endorsement a sostegno della candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura 2020. Nelle ultime ore sono arrivate le note di sostegno di Michele Placido e dell’attrice Cristiana Capotondi. “Sostengo fermamente la candidatura di Agrigento a capitale della cultura 2020 – scrive Michele Placido – perché sento molto forte il legame intellettuale, culturale e artistico con questa città. Pirandello è stato spesso il mio faro e avere interpretato i suoi testi mi ha fatto amare ancora di più le radici ed origini di questa città”.
“Mi sento di sostenere la candidatura di Agrigento a capitale della cultura 2020 – fa eco l’attrice Cristiana Capotondi –  perché è terra di accoglienza, una perla incastonata nel mare nostrum. Agrigento rappresenta un simbolo della dolce filosofia mediterranea che, in questa era tecnologica, è sempre più importante valorizzare e difendere”.. 

Agrigento capitale italiana della cultura 2020, Bartolozzi (Forza Italia): “Possiamo farcela”
“Possiamo farcela, ci sono tutti i presupposti perché Agrigento possa essere capitale italiana della cultura 2020”. 
 
Lo afferma Giusi Bartolozzi, candidata capolista per la Camera dei deputati di Forza Italia nel Collegio Agrigento, Gela, Mazara del Vallo, a conclusione dell’incontro tenutosi oggi al Ministero dei beni culturali e del turismo tra la delegazione per la candidatura, guidata dal Sindaco Lillo Firetto e dal Cardinale Franco Montenegro, e la Commissione presieduta da Prof. Baia Curioni.“Agrigento – prosegue la capolista di Forza Italia  – costituisce la frontiera culturale d’Europa e la cultura è frontiera per la crescita economica e sociale del suo territorio. Tutte le forze politiche sostengano lo sforzo della Città per conseguire questo importante obiettivo”.

 

Lo scorso settembre sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza del Punto Nascite del nosocomio cittadino, reparto chiuso ormai dal primo gennaio del 2016.
Io e il mio gruppo ci battiamo da anni affinché il nosocomio resista ai tentativi di chiusura definitiva. Siamo arrivati al risultato finale: abbiamo cioè finalmente la certezza che i primi del mese di marzo se non addirittura il 1 dello stesso mese, per come assicuratoci dall’Ing. Venuti Commissario dell’Asp il reparto sarà attivo e le puerpere potranno partorire nuovamente a Licata. Non mi spiego dunque il motivo della manifestazione di domani se non quello strumentale di guadagnare il plauso dell’opinione pubblica per impegni mai profusi prima. Certo è che se l’apertura dovesse ulteriormente ritardare non esiterò io ad essere alla testa di una manifestazione chiedendo alla regione i provvedimenti consequenziali all’eventuale stato di inerzia. Ricordo ancora l’intensa attività svolta nel 2013, quando paventando la chiusura, organizzammo una manifestazione sentitissima che fece arrivare in ospedale la Commissione Sanità regionale e prorogò l’apertura. Ricordo l’attesa fino all’ultimo giorno dell’anno del 2015 (il 31 dicembre), quando tutto il mio gruppo ha gioito perché il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva concesso l’apertura in deroga del Punto Nascite di Licata a condizione che la struttura venisse messa in sicurezza. Da quel momento l’impegno affinché si iniziassero ed ultimassero al più presto i lavori è stato, da parte mia e del mio gruppo politico, totale. All’ospedale di Licata non nascono più bambini da troppo tempo, ma in questo anno abbiamo lavorato per tenere alta l’attenzione dei vertici ASP e della politica sulla carenza di personale e sulla necessaria accelerazione dei lavori di messa in sicurezza del reparto. E ci siamo riusciti. Ringrazio pertanto tutti coloro che effettivamente hanno contribuito a questo grande risultato, invitando ad evitare di mobilitare i cittadini per strumentalizzazioni non utili alla risoluzione dei problemi della nostra città. Ci si impegni invece fattivamente, tutti insieme, per gli innumerevoli bisogni della nostra comunità.

Primo giorno di lavoro del dott. Girolamo Alberto Di Pisa, il nuovo Commissario Straordinario nominato dalla Regione Siciliana per gestire il Libero Consorzio Comunale di Agrigento fino al 30 giugno 2018, nelle more dell’insediamento degli organi.
Il Commissario Di Pisa ha iniziato la sua giornata di lavoro incontrando il predecessore Dott. Giuseppe Marino e il Dott. Giuseppe Vella Segretario/Direttore Generale dell’Ente. Successivamente si è intrattenuto con i funzionari del Libero Consorzio per poi occuparsi della situazione amministrativa dell’Ente e definire i primi provvedimenti della sua gestione.
Il Dott. Di Pisa, magistrato di Cassazione in quiescenza, già Procuratore della Repubblica, è stato nominato lo scorso 30 Gennaio con il decreto n. 519 dall’Assessore Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica Bernadette Grasso e dal Presidente della Regione Nello Musumeci.
Con il suo insediamento il Commissario straordinario assume le funzioni degli organi di governo attualmente operanti: Presidente, Giunta e Consiglio.

 

 

Calogero Pisano,candidato nel collegio uninominale alla Camera di Agrigento per la coalizione di centrodestra,rilancia il tema lavoro e le proposte di governo in tema occupazionale e di opportunità per i giovani.

“Abbiamo assistito finora a delle politiche in tema di lavoro che non hanno premiato per l’aumento di occupazione stabile tra i giovani,si è seguita solo una logica di misure tampone come tirocini e apprendistato che poi,specie in Sicilia,non si sono trasformati in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

Adesso si deve investire e puntare su una politica dove lo Stato con i suoi uffici decentrati i centri per l’impiego e le agenzie per il lavoro,possano seguire realmente i giovani neet o i neo laureati o chi esce dal mercato del lavoro e ha difficoltà a rientrare.

Si deve mettere in circolo un piano Marshall delle politiche attive,investire con fondi per legare il mercato del lavoro alle esigenze di imprese e di giovani,da un lato favorendo le aziende e dall’altro investire su una formazione continua del soggetto svantaggiato.

Ecco perché per tamponare l’emigrazione e la mancanza di riferimenti per chi è in cerca o ha perso il lavoro si deve invertire la rotta.

E in questa campagna elettorale la domanda frequente che mi chiedono i cittadini è l’ opportunità di lavoro per restare in questa terra.

Sono certo che il centrodestra,attraverso politiche di defiscalizzazione e di aiuto all’impresa,farà ripartire un circuito virtuoso con politiche per il Sud di impatto e concrete per la crescita di posti di lavoro. “ 

Palermo e Roma si sarebbero accordati. Il governo Musumeci ha proposto e il governo Gentiloni si è riservato di valutare. Entro la settimana appena iniziata da Roma è atteso un sì. La Sicilia nel 2018 trasporterà 500mila tonnellate di rifiuti, secco e umido, all’estero. Il conto ammonta a circa 100 milioni di euro ma non lo pagherà nè la Regione Sicilia nè il governo nazionale. Lo pagheranno i Comuni, quindi i cittadini contribuenti, le cui bollette sui rifiuti lieviteranno come il panettone, altro che riduzione, differenziata e virtuosismi da premiare.

Sono sciocchezze? No, il governo Musumeci ha scritto nero su bianco il bando di gara per la spedizione dei rifiuti fuori regione. E la proposta d’appalto sarà pubblicata al più presto nell’albo dell’Unione Europea. A testimonianza di quanto sia grave l’emergenza, a causa soprattutto del non avere costruito i termovalorizzatori, è il confronto tra quanti rifiuti si esportano all’estero, tra l’Italia tutta intera tranne la Sicilia e la Sicilia. Infatti, nel bando di gara la Sicilia ambisce a trasportare 500mila tonnellate entro l’anno. E l’Italia intera esporta circa 450mila tonnellate all’anno. Come sarà aggiudicato l’appalto?

Gli uffici di Musumeci lanceranno una proposta, che tecnicamente è una “manifestazione di interesse europea” per l’invio fuori confine di rifiuti già trattati, secco e umido. Quanto costerà? Almeno 200 euro a tonnellata, che, moltiplicato per 500mila, sono 100 milioni di euro, che sono 30 milioni di euro in più rispetto a quanto oggi si spende per depositare i rifiuti nelle discariche, ormai al collasso. E come saranno pagati? Da Regione e governo nazionale nemmeno un euro: nell’avviso di gara è stato scritto in grassetto e sottolineato che le aziende private che aderiranno alla “manifestazione di interesse” contratteranno direttamente con i Comuni e le Srr, gli ex Ato. Tradotto: il costo sarà caricato nelle bollette spedite a casa dei siciliani, e non potrebbe essere diversamente. Nel frattempo, se i “i poteri speciali” invocati da Nello Musumeci saranno esauditi da Roma, si procederà all’ampliamento di alcune discariche essenziali, come Bellolampo nel Palermitano. Pertanto, i rifiuti all’estero nel 2018 sarebbe una misura tampone, a contenimento del collasso, in attesa che si rimedi a ciò a cui non si è rimediato nel corso degli ultimi 20 anni.

Gli ottimisti prevedono che non solo, a breve, i “poteri speciali” per i rifiuti saranno concessi, con l’ordinanza speciale di protezione civile sui rifiuti siciliani, ma sarà altrettanto dichiarato lo stato di calamità per l’emergenza idrica, tra invasi vuoti, penuria di risorse e razionamento dell’acqua, come appena confermato per Palermo.

A. R. (Teleacras)