
Il Sindacato Confael, afferma Manlio Cardella, contesta i tagli all’integrazione dell’orario di lavoro operati dallo IACP di Agrigento in danno del personale a tempo determinato di ruolo e fuori ruolo, a seguito della mancata approvazione del bilancio di previsione finanziario 2018\2020 ed in alternativa dell’approvazione della gestione provvisoria in dodicesimi
Condividendo le ragioni dei lavoratori nonché la proclamazione dello stato di agitazione indetto dall’Assemblea del personale e dalla RSU riunitisi il 9 gennaio 2018, la Confael ha avanzato al Commissario ad Acta dello IACP la richiesta d’incontro, informandone altresì la prefettura, per l’ avvio di un tavolo di confronto sul merito di atti che, oltre a penalizzare l’integrazione salariale, oramai da considerarsi parte essenziale dello stipendio attraverso il quale i lavoratori dipendenti gestiscono il proprio bilancio familiare, è causa di riflesso di pesanti ripercussioni alla produttività ed ai servizi d’Istituto, vista la debolezza sociale dell’utenza di che trattasi.
La Confael, continua Cardella, condivide l’orientamento assunto dal personale dipendente circa l’eventuale ricorso ad ulteriori forme di protesta nel caso di mancato riscontro al ripristino del monte , auspica l’immediato avvio di un confronto con il Commissario ad Acta sulle politiche contrattuali e del personale, in materia di efficientamento dei servizi gestionali, amministrativi, finanziari, di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio abitativo, di programmazione di nuovi interventi abitativi d’intesa con i comuni della provincia, assicurando la complessiva funzionalità della struttura operativa che interagisce con l’utenza, fatta soprattutto di cittadini per la maggior parte in condizioni di indigenza.
La Confael inoltre, stigmatizzando la mancata approvazione dei bilanci consuntivi dello IACP di Agrigento degli ultimi anni , si chiede come ciò non abbia destato sinora perplessità alcuna anche alla luce della recente indagine dell’Antimafia regionale avviata sugli istituti case popolari della Sicilia, in materia di fondi perduti e abusivismo, con danni erariali per centinaia di milioni di euro.
E’ un dovere del sindacato, conclude Cardella, controllare, sensibilizzare e, ove necessario, denunciare a tutti i livelli gravi inadempienze in materia di lavoro, lentezze gestionali, abusivismo e prevaricazioni del diritto alla casa.