La Democrazia Cristiana rientra nei Comuni in Sicilia, grazie a Totò Cuffaro. La sua è una rivincita contro chi, alla vigilia della competizione elettorale, lo ha snobbato, dall’alto verso il basso, per avere rilanciato la Democrazia Cristiana nell’agone politico.
Nei Comuni dove l’ex presidente della Regione ha piazzato le liste col simbolo, la Dc ha ottenuto risultati sorprendenti. A Favara è il secondo partito, con il 10,26%, superato d’un soffio solo dalla lista di “Diventerà Bellissima” (10,43%), il movimento del presidente della Regione, Nello Musumeci, intervenuto personalmente a Favara il giovedì prima del voto. La Democrazia Cristiana di Cuffaro elegge consiglieri anche a Giarre, in provincia di Catania, dove ottiene il 5,45%. Significativo è il risultato a Caltagirone, la città di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano: la lista Dc sfiora il 6%, ed entra dunque in Consiglio, superando di oltre un punto “Diventerà Bellissima”, sotto lo sbarramento, e ottenendo pressoché gli stessi voti delle liste di Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle. Nel Comune di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, invece, ha mancato l’obiettivo per una manciata di voti: la lista Dc ha raggiunto il 4,4%.
Dalle elezioni Amministrative appena concluse emerge un esito più che solido e non confutabile: tra un anno Cuffaro sarà un interlocutore a buon diritto, e imprescindibile, in occasione delle elezioni Regionali dell’autunno del 2022.
Il Tribunale di Sorveglianza di Palermo, accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Carmelina Cavaleri, ha concesso la riabilitazione a L C, sono le iniziali del nome, 67 anni, di Porto Empedocle, già condannato con sentenza definitiva nel 2006 per concorso esterno in associazione mafiosa. L’avvocato Cavaleri, nell’interesse dell’empedoclino, ha rappresentato al tribunale di sorveglianza la volontà del suo assistito di volersi riabilitare nei confronti della società ponendo in essere alcune condotte riparative nei limiti delle proprie possibilità economiche. Lo stesso ha infatti versato in favore del Comune di Porto Empedocle una somma che il Tribunale ha ritenuto valida ad esaurire gli obblighi civili della condanna riportata, stante anche l’assenza di ulteriori pendenze giudiziarie dell’empedoclino.
Una ragazza di 16 anni di Leonforte, studentessa dell’Istituto Federico II di Enna, è morta improvvisamente ieri mattina all’uscita di scuola. Una morte al momento inspiegabile mentre la giovane stava raggiungendo la fermata dei pullman al terminal di Viale Diaz, forse per una reazione allergica, anche se non si esclude che il decesso possa essere dovuto a un improvviso problema cardiaco.
Una disgrazia che ha colpito la famiglia e l’intera comunità di Leonforte, su cui tuttavia la magistratura requirente ennese, diretta dal procuratore Massimo Palmeri, ha deciso di vederci chiaro. Il magistrato di turno Stefania Leonte, avrebbe deciso di procedere con l’autopsia sul corpo della sedicenne.
L’episodio è avvenuto ieri, anche se la notizia è trapelata solo in queste ore. Sul posto, oltre agli operatori sanitari del 112, sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile di Enna e una volante della Polizia di Stato.
Su Facebook il Sindaco di Leonforte Carmelo Barbera commenta così:
“Sgomenti e increduli apprendiamo di una nostra giovanissima concittadina che troppo presto è stata strappata all’affetto della famiglia e degli amici.
Questa tragedia ha profondamente colpito la nostra comunità e ognuno di noi. Ci stringiamo al dolore dei familiari in questo momento tremendamente difficile.
Interpretando i sentimenti della comunità tutta, sarà proclamato il lutto cittadino”.
Un’intera giornata dedicata alle donne dai quarant’anni in su per offrire servizi gratuiti ed informazioni specifiche inerenti il tema della menopausa. E’ questo il focus d’azione messo in campo dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento per celebrare al meglio la giornata mondiale della menopausa prevista per lunedì prossimo, 18 ottobre. Dalle nove alle tredici verrà attivato in contemporanea, presso i consultori familiari pubblici e privati, uno speciale punto di ascolto ed accoglienza in grado di offrire consulenze sui controlli preventivi, gli stili idonei di vita, l’alimentazione corretta e la sessualità in menopausa. Le attività, di libero accesso e realizzate nel rispetto del contenimento della diffusione del covid-19, sono gestite dal Dipartimento Materno Infantile ASP, diretto da Salvatore Incandela, per il tramite dell’Unità Operativa Complessa Consultori Familiari coordinata da Domenico Costa.
Il giudice Stefano Zammuto ha emesso il verdetto: assoluzione perchè il fatto non sussiste.
Dunque, nessuna colpa per quattro ortopedici dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento originariamente accusati della morte di un paziente che era stato operato al femore, Michele Di Stefano, 69 anni empedoclino.
Si tratta di
Giovanna Callea, Santo Rapisarda, Giuseppe Tulumello e Salvatore Pinella, In quattro a vario titolo parteciparono ad un intervento al femore del Di Stefano, sofferente di obesità, diabete e patologie cardiache. Morì per un infarto intestinale.
Anche il pm Sara Varazi aveva chiesto per i 4 l’assoluzione.
È stata sospesa in via cautelativa la vicequestore Nunzia Alessandra Schilirò, la poliziotta che aveva parlato dal palco della manifestazione dei no Green Pass a San Giovanni a Roma. «Non ho paura, difendo la Costituzione sulla quale ho giurato. Il Green Pass è illegittimo» aveva dichiarato davanti alla folla in quell’occasione. Il provvedimento di sospensione le è stato notificato oggi e sarà in vigore da domani.
Schilirò era tornata al centro delle polemiche in seguito alla manifestazione di sabato, contrassegnata da scontri e dall’assalto di Forza Nuova alla sede della Cgil, nel centro di Roma. La vicequestore ha preso le distanze dalle violenze, comunicando di non essere stata presente alle proteste del 9 ottobre, perché a conoscenza della «probabile la presenza di gruppi, che nulla avevano a che vedere con lo spirito pacifico che animava la manifestazione», come ha scritto lei stessa in un post Facebook.
Sempre tramite il social network, Schilirò ha anche annunciato l’abbandono del sindacato delle forze di polizia, di cui era stata nominata dirigente solo pochi giorni fa: «Da oggi ho revocato la mia iscrizione al sindacato Cosap e, a giorni, conoscerete tutte le motivazioni…».
La “Balena bianca” fa ritorno nei Municipi in Sicilia. E lo fa grazie a Totò Cuffaro, che si prende la sua rivincita contro chi lo aveva snobbato, se non quasi deriso, alla vigilia di questa tornata di amministrative, per avere rilanciato la Democrazia cristiana. Nei comuni dove l’ex governatore ha piazzato le liste col simbolo, la Dc ottiene risultati lusinghieri. A Favara addirittura risulta il secondo partito, con il 10,26%, superato d’un soffio solo dalla lista di “DiventeràBellissima” (10,43%), il movimento del presidente della Regione Nello Musumeci. Cuffaro vince la “sfida” con l’alleato Forza Italia: la lista degli azzurri col nome di Berlusconi prende la metà dei voti, fermandosi poco sopra il 5%.
La Dc elegge consiglieri anche a Giarre, in provincia di Catania, dove ottiene il 5,45% e anche qui supera l’alleato Forza Italia che si ferma al 4,39%, sotto la soglia di sbarramento, rimanendo così fuori dal consiglio comunale. Simbolico il risultato a Caltagirone, la città di don Luigi Sturzo, fondatore del Ppi: la lista Dc sfiora il 6% (entra dunque in Consiglio), superando di oltre un punto “DiventeràBellissima” (fuori dal municipio) e ottenendo pressoché gli stessi voti delle liste di Fratelli d’Italia e M5s. Nel comune di San Cataldo, invece non ce l’ha fatta per una manciata di voti, con la lista Dc che si è fermata al 4,4%.
(ANSA)