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“Dopo la fine del progetto di Alternativa Popolare è nato un momento di confronto con i tanti amici e amministratori di ogni angolo della provincia che hanno sempre creduto in me e che mi hanno consentito ancora una volta di essere il più votato della lista alle ultime elezioni regionali con oltre 5.300 preferenze”. Lo dichiara l’ex deputato regionale Vincenzo Fontana.

Lo stesso Fontana ha annunciato il proprio sostegno per i candidati del Centrodestra

“Sono stati mesi intensi in cui ho voluto avviare un percorso di riflessione personale prima ancora che politica, visto lo scenario politico in continua evoluzione, per capire quale fosse lo schieramento sensibile ai temi sociali, etici e liberali e forte dei valori moderati che hanno contraddistinto il mio impegno e quello del mio elettorato in questi tanti anni di attività sul territorio. Per questi motivi oggi annuncio il mio impegno nell’area di centrodestra”.


“Una nuova bomba sociale è pronta ad esplodere nell’agrigentino. Altri 1.200 richiedenti asilo e finti profughi sono pronti ad arrivare nei comuni dell’hinterland. Stiamo parlando di un bando della Prefettura da 28 milioni di euro, in due anni, rivolto a operatori abilitati all’accoglienza dei migranti per la realizzazione di strutture nei comuni di Agrigento, Sciacca, Canicattì, Favara, Palma di Montechiaro, Ribera e Porto Empedocle. Ma siamo matti? Invece di chiudere questi centri, dove padroneggia l’illegalità, si continua sulla pelle degli agrigentini ad arricchire questo business sul quale non soltanto le coop ma, come emerso dalle ultime inchieste giudiziarie, anche la mafia ci ha messo le mani. Un territorio già martoriato dai continui ‘sbarchi fantasma’, dall’arrivo di clandestini di cui si perdono subito le tracce e che vanno ad alimentare delinquenza e tensioni sociali. Basta rileggersi le notizie di cronaca degli ultimi mesi, dalla stazione adibita ad orinatoio da parte di tunisini, alle aggressioni sui treni fino alle rivolte nel centro di Villa Sikania a Siculiana. E’ il momento di dire basta. Come ha ribadito ieri il nostro leader Matteo Salvini, in visita in Sicilia, con la Lega al governo tutti questi centri straordinari verranno chiusi. Stop all’invasione e stop al business e all’immigrazione incontrollata. Serve normalità. Prima gli italiani”.

Lo dichiarano il deputato Alessandro Pagano, capolista alla Camera per la Lega nel collegio plurinominale di Agrigento, Caltanissetta, Gela, Mazara; e Anna Sciangula, candidata al secondo posto nello stesso collegio.

 

Non si placano le polemiche dopo la rimozione del presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Lettera a Musumeci da 22 sindaci.

La revoca dell’incarico a Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, sei mesi prima della scadenza, e solo per obbedire a una postilla burocratica, non è facile da digerire, tanto che 22 sindaci hanno firmato una lettera indirizzata al presidente della Regione, Nello Musumeci, e, tra l’altro, hanno scritto: “La rimozione di Antoci desta seria preoccupazione per noi sindaci dei Comuni dei Nebrodi, che, dopo anni di commissariamenti, abbiamo finalmente visto ripartire l’ente che è diventato volano di sviluppo e attrattiva turistica. I risultati ottenuti in questi anni hanno consegnato alla comunità nazionale e internazionale un esempio concreto di come si possa fare buona amministrazione, e nel contempo rappresentare per cittadini e amministratori un punto di riferimento. Citare le battaglie sulla legalità che noi tutti, insieme al presidente Antoci, abbiamo portato avanti in questi anni sarebbe semplice, e tale azione sinergica tra gli Enti locali e il Parco dei Nebrodi costituisce un valore aggiunto e un modo di operare che non ha precedenti nella storia del Paese. L’intercettazione dei fondi europei volti a finanziare la malavita organizzata costituisce un’azione seria ed efficace che ha destabilizzato e sgominato la mafia. Speravamo che di tutto ciò Lei, Musumeci, ne tenesse conto. Qui la politica non c’entra. Qui da salvaguardare c’è la Sicilia” – concludono i sindaci.

E Nello Musumeci ribadisce: “Come per tutti coloro che sono impegnati nella lotta per la legalità, ho avuto grande rispetto anche per il dottor Antoci, al quale ho testimoniato solidarietà e vicinanza nel mio passato ruolo di presidente della Commissione regionale antimafia. Per questo il suo ‘protocollo’ sarà certamente applicato in molti altri enti, oltre che al Parco dei Nebrodi. Resto basito, quindi, per una polemica da campagna elettorale nei confronti di un governo che, nelle prime settimane dal suo insediamento, ha nominato alti ufficiali, magistrati e prefetti, con uno spirito di servizio alle istituzioni che non può essere scalfito da insinuazioni pericolose e diffamatorie, consapevoli come siamo che la lotta alle mafie si esercita, senza ostentazioni, con impegno e nel silenzio del dovere. Ancora più incomprensibile è l’ipocrisia del Partito democratico che, se avesse voluto, avrebbe potuto valorizzare un proprio dirigente regionale, come Antoci, impegnato in tutte le campagne elettorali recenti, proponendolo per il Parlamento. Ma il partito ha preferito lasciarlo fuori” – conclude Musumeci, e aggiungo io se mi si consente: “Certo che ha preferito lasciarlo fuori dal Parlamento, sarebbe stato molto più utile alla presidenza del Parco dei Nebrodi”.
E Giuseppe Antoci ribatte: “Liquidare il caso Antoci con la risposta ‘lo abbiamo fatto per tutti’, riferendosi alle sostituzioni dei vertici delle altre partecipate, rappresenta l’ennesima mancanza di rispetto per un uomo e una famiglia che di normalità non ha più nulla se non una casa presidiata dall’esercito e una vita ormai blindata e piena di preoccupazioni. La verità è che, mentre su Antoci si scarica l’odio delle famiglie mafiose siciliane e adesso, con l’applicazione del protocollo diventato legge, anche quelle delle altre regioni, in Sicilia il nuovo governo regionale ha pensato bene di lanciare un messaggio forte attraverso la sua rimozione. Presidente Musumeci: secondo lei chi di questo sarà felice? La storia come sempre farà il suo corso. La mia coscienza è a posto, ho fatto il mio dovere fino in fondo, e continuerò a farlo, nonostante il suo nobile gesto che ha voluto regalarmi come ‘buonuscita’ per questi anni di fedeltà alla Sicilia e al Paese”.

A.R. (teleacras)


Mettere le costruzioni al centro delle politiche per la crescita significa creare occupazione, recuperando i 600 mila posti di lavoro persi negli anni di crisi, e accelerare la ripresa economica. A chiederlo sono le sigle datoriali della filiera delle costruzioni insieme ai professionisti e alle società di ingegneria che hanno firmato il Manifesto per le elezioni politiche del 2018.
“Ance, Legacoop produzione e servizi, Anaepa Confartigianato edilizia, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Claai, Aniem, Confapi Aniem, Oice e al Consiglio nazionale degli ingegneri, hanno stilato un elenco di priorità e di interventi necessari per ridare slancio a un settore in grado di far crescere l’Italia di un mezzo punto percentuale in più all’anno.
Sono dieci i temi strategici che la politica deve affrontare per far ripartire il settore. Si parte dal rilancio delle infrastrutture e l’appello a rivedere il Codice degli appalti, che dopo quasi due anni dall’entrata in vigore non è riuscito a imprimere il tanto atteso cambio di passo e sembra anzi aver tradito lo spirito della legge delega frenando un settore che era già in grandi difficoltà a causa della crisi del mercato.
Temi cruciali quelli della sostenibilità, dell’economia circolare e della rigenerazione urbana, considerate le vere sfide per il futuro del Paese. Diversi sono, in particolare, gli interventi necessari per favorire il recupero delle aree degradate e incentivare la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano, ormai vecchio e insicuro. Obiettivo, quest’ultimo che può essere raggiunto solo attraverso un uso intelligente della leva fiscale.
Centrale anche la questione del lavoro, il cui costo per l’edilizia è più alto di tutti gli altri settori industriali a parità di prestazioni, e quello della sicurezza dei lavoratori nei cantieri.
Quello che chiediamo è una vera e propria politica industriale di settore con misure che favoriscano l’accesso al credito delle imprese di costruzione, qualifichino gli operatori e consentano al settore di innovarsi sfruttando al meglio i nuovi strumenti messi in campo. Non senza un richiamo al rispetto della legalità, che deve avvenire nei fatti e non solo sulla carta.”
Investendo sulle costruzioni si può raggiungere +0,5% di Pil all’anno e la ripresa dell’occupazione.

 

Da 2 mesi la Scala dei Turchi è off limits, per colpa di alcuni crolli dalla zona sommitale. Da quel giorno, se si esclude un sopralluogo effettuato lo scorso 5 gennaio, nulla è stato fatto per la sua riapertura ai visitatori.
Quello che è successo è un fenomeno assolutamente naturale causato dal ruscellamento dell’acqua piovana, che nel tentativo di farsi strada lungo la parete di marna, ha causato questo crollo. 
Per riaprire ai visitatori la Scala dei Turchi è necessiario metterla in sicurezza, e questo si poteva e si può fare immediatamente, basta utilizzare per poco tempo una squadra di rocciatori (come si fa abitualmente in montagna) per effettuare un disgaggio, al fine di favorire la caduta controllata dei massi in equilibrio instabile, mentre in un secondo tempo sarebbe opportuno definire un progetto di messa in sicurezza definitiva dopo studi appropriati e monitoraggi continui.
E invece, dopo 2 mesi di inutile attesa, oggi il sindaco di Realmonte propone per un monumento che sta per diventare patrimonio dell’umanità, la costruzione di una passerella in legno. Praticamente una follia!
Questa è una follia perché un bene paesaggistico come la Scala dei Turchi, che tutto il mondo ci invidia, verrebbe trattato come una trazzera di periferia, senza alcun rispetto e senza alcuna programmazione.
Mareamico fa un appello a tutti gli Enti che dovrebbero autorizzare tale progetto di non assecondare questa follia: la Capitaneria di porto, il Demanio marittimo, la Soprintendenza e la Regione Sicilia non si possono rendere complici di tale nefandezza!

Ecco il video: 

https://youtu.be/elm9S95nwIw

 

“Girgenti Acque S.p.A. non vende acqua ma offre un servizio di distribuzione: l’acqua è, e rimane, un bene pubblico.

La Società gestisce il servizio di distribuzione, cioè quel servizio che permette all’acqua di arrivare nelle case di tutti i cittadini.

L’installazione dei contatori idrometrici è un obbligo che la normativa nazionale impone da oltre un ventennio e che viene richiamato dagli atti e dalle disposizioni regolamentari dell’Ambito Territoriale Idrico della provincia di Agrigento:

–        art. 8.2.8 del D.P.C.M. del 04/03/1996;

–        art. 2.2.1 Allegato “A” al D.M. Lavori Pubblici 08/01/1997 n° 99;

–        art. 146 c. 1 lettera f) del D. Lgs. n. 152/2006;

–        Regolamento di Utenza dell’Ambito Idrico della Provincia di Agrigento, approvato con Deliberazione n° 4 del 30/11/2011 dell’Assemblea dei Rappresentati dell’ATO AG9 e ss.mm.ii..

Tutti i Gestori del Servizio Idrico, quindi anche Girgenti Acque, devono ottemperare a queste normative. Anche i gestori precedenti a Girgenti Acque avrebbero dovuto ottemperare alle normative di cui sopra.

Il Piano d’Ambito ed i successivi Piani degli Interventi stabiliti dall’Ente di Governo d’Ambito –  prima A.T.O. oggi A.T.I. – hanno previsto l’installazione dei contatori per tutto il parco utenze, da realizzare a cura e con fondi propri del Gestore.

Per quanto riguarda la correttezza del servizio di misura, e l’assenza quindi di fenomeni di alterazione della correttezza della misura, come ad esempio il passaggio d’aria, la Società, nel recente passato, ha eseguito alla presenza del personale tecnico comunale e dell’ATI, una approfondita serie di verifiche tecniche su delle utenze scelte a campione dall’Amministrazione Comunale di Raffadali, le quali si sono concluse con il seguente risultato: nel 100% dei casi è stata attestata la piena funzionalità del misuratore e l’assenza di fenomeni di passaggio d’aria.

Ferma restando la facoltà, per ciascun Utente (ai sensi e per gli effetti della Carta del Servizio Idrico Integrato e di tutta la normativa in tema di trasparenza del servizio di misura), di richiedere verifiche di funzionalità del misuratore, o passaggi d’aria che possano alterare le quantità misurate, è utile ricordare che Girgenti Acque S.p.A ha dato massimo impulso alla installazione di valvole di sfiato presso quei tratti “singolari” di rete idrica o quelle utenze che, effettivamente, si trovino in posizioni critiche (c.d. idraulicamente svantaggiate), tali da poter generare alterazioni della misura al contatore.

Girgenti Acque come modalità esecutiva garantisce il contraddittorio tra i propri operatori e gli utenti interessati, fornendo anche copia precompilata dei contratto di Somministrazione del Servizio Idrico Integrato, da sottoscrivere necessariamente da parte degli Utenti.

L’attività di  installazione dei contatori è un’attività che va posta in essere, in primo luogo,  per ridurre gli sprechi di acqua tipiche delle utenze a forfait, in secondo luogo è un obbligo sancito dalla legge, che ogni soggetto, pubblico o privato, è tenuto a rispettare”.

Il tutto attraverso un comunicato stampa diramato oggi.

 

L’Inps pagherà i sussidi ai lavoratori Asu ed ex Pip fino a quando la Regione Siciliana continuerà a rimettere la provvista. Intanto però funzionari regionali e dell’Istituto verificheranno la quantificazione dell’esatto ammontare del debito maturato e, se la Regione assumerà impegno formale a rientrare, anche con soluzioni rateali concordate, si potrà stipulare una nuova convenzione. A scongiurare in extremis lo stop ai versamenti dei quasi 9 mila precari siciliani sono stati, ieri sera, l’assessore regionale al Lavoro Mariella Ippolito ed il direttore generale dell’Inps Gabriella Di Michele, al termine di un incontro nella sede centrale dell’Istituto, che nella stessa serata ha autorizzato il pagamento della mensilità di gennaio. Gli esiti del confronto, al quale ha preso parte anche il direttore centrale dell’Inps per gli ammortizzatori sociali Maria Grazia Sampietro, sono stati illustrati questa mattina dall’assessore Ippolito a sindacati e lavoratori radunati davanti la sede dell’Assessorato Regionale delle Politiche Sociali. “In assenza di garanzie concrete per i lavoratori – ha spiegato Ippolito – ieri mattina, preoccupata per la loro delicata questione, ho deciso di recarmi immediatamente di persona all’Inps di Roma per accendere i riflettori sulla vicenda in maniera decisa, andandomi ad incatenare all’ingresso della sede di via Ciro Il Grande. Dopo alcune ore – ha continuato l’esponente del Governo Regionale – sono stata ricevuta dal direttore Di Michele, che ringrazio per la sensibilità mostrata. Ho constatato che un difetto di comunicazione tra Inps e Regione non si sarebbe risolto senza un incontro diretto che ho voluto tenere personalmente. Le critiche avvilenti di alcuni sindacalisti e di qualche minoranza politica non hanno indebolito il mio atto di difesa nei confronti di Asu ed ex Pip. Mi sento di dover ringraziare il presidente della Regione Nello Musumeci e la Prefettura di Palermo. L’Ufficio Territoriale del Governo ha avvertito la gravità dell’emergenza e ha informato anche la direzione generale dell’Inps ed il Ministero dell’Interno. Adesso, dopo troppi anni – ha concluso l’assessore Mariella Ippolito -, tutto l’universo dei precari è un problema da far rientrare con coraggio e coscienza, per ridare dignità a migliaia di padri e madri di famiglia”.  

L’ On. Carmelo Pullara con una delegazione di ex consiglieri comunali, operatori politici e semplici cittadini, (Antonio Vincenti, Violetta Callea, Antonietta Grillo, Laura Termini, Carmelinda Callea, Francesco Moscato, Pietro Munda, Giuseppe Russotto, Calogero Scrimali, Piera Di Franco, Angelo Iacona, Gaetano Callea, Franco Della Rosa, Giuseppe Galanti, Tiziana Alessi e Livio Incorvaia), ha incontrato, all’inizio di questa settimana, il commissario straordinario Maria Grazia Brandara in merito ai disagi patiti dai cittadini a causa della Municipia srl: è stato rilevato come l’emissione di migliaia di cartelle di cui molte errate , ripetute e inficiate da vizi di notifica ha determinato una situazione di grande confusione (con il rischio che la società di riscossione introiti aggio sul riscosso in parte non dovuto ), di disagi e panico nella popolazione, costretta a code interminabili ed estenuanti a causa di un servizio di Front-office del tutto inadeguato .Moltissimi cittadini non hanno potuto far valere le proprie ragioni al fine di ottenere, a causa di cartelle inesatte, errate, ripetute, con vizi di notifica, l’annullamento o la riderterminazione di quanto dovuto al Comune .
Dopo l’incontro è stato fornito al commissario straordinario un documento Si è chiesto al Commissario straordinario di
governare con maggiore attenzione questo passaggio di consegne, e chiedendo specificatamente ;
1)di sospendere il termine di sessanta giorni per le cartelle Tarsu/Tares/Tari riferite ad anni successivi al 2012 notificate da gennaio 2018 ad oggi;
2)di annullare – se non vi sono atti interruttivi della prescrizione- le cartelle Tarsu notificate da gennaio 2018 e riferite al 2012, in quanto già cadute in prescrizione, al fine di evitare inutili spese ai cittadini per la presentazione di ricorsi alla Commissione Tributaria;
3) di annullare in autotutela le cartelle inerenti Tarsu/TIA riferite a pertinenze di civili abitazioni sprovviste di contratti attivi per forniture di servizi pubblici (acqua/luce),come prevede sia il relativo regolamento comunale che l’art 62 D.lgs 507/1993; a tal fine si rileva che la Municipia Spa è tenuta ad accettare l’autocertificazione a mezzo dichiarazione di atto notorio da parte dei cittadini interessati e sarà poi compito del Comune accertare la veridicità delle dichiarazioni rese;
4) di concordare un termine adeguato per esaminare tutte le istanze presentate dai cittadini e dare adeguata risposta alle istanze inoltrate via PEC;
5)di ampliare il Front-office per i cittadini e di dedicare almeno due pomeriggi a settimana a professionisti e Caf;
6)di valutare metodi alternativi di ricevimento del pubblico al fine di evitare le tante ore di attesa e le estenuanti code anche notturne cui sono costretti i cittadini , magari attraverso un sistema di ricevimento per appuntamento tramite prenotazione via telefono/ sms/mail ;
7) di avanzare pretesa di spiegazioni alla Municipia Spa sulla mole spropositata di cartelle Tarsu riferite al 2012 notificate ai cittadini pochi giorni prima della fine del 2017, pur avendo avuto ben cinque anni per richiedere il versamento di tale tributo;
8) di richiedere alla Municipia Spa la relata di notifica di tutte le cartelle notificate ai cittadini da gennaio 2018 ,al fine di verificare se la società ha effettivamente cessato di operare dopo il 31.12.2017, ed in ogni caso intimare di interrompere ogni servizio affidato; diffidare, nel contempo, la Municipia spa , dal porre in essere ogni ulteriore attività di gestione e riscossione dei tributi e le entrate attinenti il Comune di Licata menzionate nel contratto ;
9)di intimare alla Municipia spa di versare immediatamente i tributi e le entrate riscosse per conto del Comune di Licata, nonché di consegnare/restituire al Comune di Licata l’anagrafica dei contribuenti del Comune di Licata e la BANCA DATI dei contribuenti suddivisa per ogni singolo tributo, il Database e quant’altro necessario a riassumere il servizio di riscossione tributi dopo la risoluzione del contratto.

L’Assessore Comunale all’Ambiente Nello Hamel ha convocato un incontro con le Organizzazioni Sindacali di Categoria e le imprese incaricate del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, nel corso dell’incontro saranno affrontate le problematiche i i temi relative al personale impiegato nella raccolta differenziata e si approfondiranno i temi riguardanti i turni di lavoro ed i carichi degli addetti alla raccolta, al trasporto e allo spazzamento . L’incontro, che si svolgerà nel palazzo municipale venerdì 23 febbraio per l’Assessore Hamel è da considerarsi come l’avvio di un canale di costante dialogo che permetterà di individuare le criticità e mettere in atto le soluzioni possibili per garantire i lavoratori i lavoratori e l’efficienza del servizio reso. 

Il Comune di Agrigento informa gli elettori che, in ottemperanza alla circolare

prefettizia n. 1858 del 22/01/2018,
per il rilascio delle tessere elettorali non
consegnate o dei duplicati, l’Ufficio elettorale comunale sarà aperto da venerdì 2
marzo a
sabato
3 marzo dalle ore 9,00 alle ore 18,00 e
domenica
4 marzo, giorno
della votazione,
per tutta la durata delle operazioni di voto, l’Ufficio elettorale sarà
aperto dalle ore 7,00 alle ore 23,00.