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Palma di Montechiaro, il camion di proprietà di un operaio di 45 anni, nativo del luogo, è stato semidistrutto da un incendio sulla cui natura stanno indagando i carabinieri della locale Stazione.

 

Il rogo si è verificato sabato scorso, intorno alle ore 22.00, e ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Licata. Nessuna pista è esclusa dagli investigatori circa le cause che hanno originato le fiamme.

A Racalmuto, un incendio ha distrutto un’automobile di proprietà di un marocchino di 38 anni, da tempo residente nel paesino agrigentino che lavora come ambulante. La vettura, una Ford Mondeo, era parcheggiata nei pressi di piazza Barona, ed è stata interessata dalle fiamme nella tarda serata di sabato scorso.

Un residente della zona ha notato il fumo originato dalle fiamme e ha chiamato i vigili del fuoco. Sul fatto indagano i carabinieri della locale stazione. La pista privilegiata è quella del dolo o dell’atto vandalico.

Due arresti per droga nell’agrigentino. A finire in manette due fratelli di Casteltermini  sorpresi dai Carabinieri della locale Stazione in possesso di due panetti di hashish del peso di circa 1 kg.

Uno dei due fratelli ha cercato di sfuggire ai militari, e di liberarsi dello stupefacente, e ne è nato un inseguimento tra le vie del paese agrigentino. Alla fine l’uomo è stato catturato.

 

Sequestrati anche un centinaio di euro. Il fatto è accaduto lo scorso sabato.


Mai così attualissima è oggi la lirica di Giacomo Leopardi “All’Italia” che nei primi versi recita:
“O patria mia, la gloria non vedo, Io chiedo al cielo e al mondo: dite dite: Chi la ridusse a tale stato? Piangi, che ben hai donde, Italia mia”
Oggi stiamo assistendo all’applicazione di una legge elettorale nata male cresciuta peggio e sicuramente incostituzionale e truffatrice del diritto di eleggere chi si vuole dei cittadini.
Non è accettabile che il popolo italiano debba subire di fatto l’annullamento del diritto, costituzionalmente sancito, a poter votare e scegliere il proprio rappresentante politico in Parlamento.
Stiamo assistendo in questi giorni all’assalto della diligenza da parte dei capibastone che rappresentano quei partiti nazionali che ormai sono solo contenitori utili a garantire il ritorno in Parlamento a quei personaggi che se dovessero chiedere anche un solo voto ai cittadini non otterrebbero niente.
Questi personaggi, pur di rientrare in Parlamento chiedono e pretendono candidature in zone d’Italia che probabilmente non hanno mai visitato e conosciuto ma ritenute elettoralmente “sicure”, ma tant’è non debbono più dare conto ai propri elettori ma solo al loro capobastone che gli garantisce la rielezione e al quale tributare obbedienza.
Per evitare ogni eventuale seppur minimo margine di libertà di scelta al popolo hanno pure vietato la scelta disgiunta tra un candidato dell’uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale. Se un cittadino vuole votare soltanto il candidato dell’uninominale il suo voto va assegnato anche alla lista collegata e viceversa.
Cittadini quindi “Cornuti e Mazziati”, nessuna possibilità di scelta, nessuna possibilità di votare liberamente chi è ritenuto più rappresentativo delle istanze del territorio e dei suoi abitanti.
Ormai è dal Governo Monti che in Italia il Popolo non può più scegliere il proprio rappresentante politico.
Per quanto ancora dobbiamo subire questa dittatura partitica?

E’ morto Rocco Saponetto il motociclista che, nella tarda mattinata di oggi, è stato coinvolto nell’incidente stradale che si è verificato sulla statale 115, all’altezza del rettilineo di contrada Caterlippe.

Il giovane, un trentacinquenne di Gela, ha perso una gamba dopo le prime cure ricevuto al pronto soccorso del San Giacomo d’Altopasso, è stato trasferito al Sant’Elia di Caltanissetta. I medici del presidio licatese si erano riservati la prognosi sulla vita.

L’elicottero del 118 è atterrato sulla pista di contrada Piano Cannelle e con il velivolo il giovane centauro era stato trasferito a Caltanissetta.

Per cause ancora in corso di accertamento si sono scontrate una Ford Fiesta (alla guida un pensionato di 73 anni di Alimena. L’uomo è stato trasportato in ospedale, ma le sue condizioni non sarebbero gravi) e la motocicletta condotta dal centauro gelese. E’ stato quest’ultimo a subire le conseguenze peggiori dello scontro. La moto, infatti, in seguito all’impatto è finita fuori strada e si è incendiata.

Sul posto hanno operato gli agenti della polizia stradale di Agrigento per i rilievi di rito, insieme alla polizia ed ai carabinieri di Licata, e ad i vigili urbani del comando cittadino. Sono state avviate le indagini per accertare la dinamica dell’incidente.

 

Il coordinamento giovanile di Forza Italia della provincia di Agrigento esprime ampio apprezzamento e condivide con entusiasmo la scelta del presidente Silvio Berlusconi e del coordinatore regionale Gianfranco Miccichè di candidare alle prossime elezioni Politiche, quale capolista nel plurinominale alla Camera, nel collegio di Agrigento, la dottoressa Giusi Bartolozzi, magistrato.

Giusi Bartolozzi, nata a Gela e cresciuta a Licata, ha lavorato come giudice tra Agrigento e Caltanissetta.

“Si tratta – sottolinea la coordinatrice provinciale dei Giovani di Forza Italia, Lilly Di Nolfo – di una personalità di rilievo sotto il profilo professionale, per le sue capacità di lavoro espresse nel territorio di appartenenza, che ben rispondono ai criteri di rappresentatività e di collegamento con il territorio rispetto ai quali la precedente candidatura indicata, seppur nel massimo rispetto per la validità della persona, non può garantire. Il collegio di Agrigento si riappropria pertanto della possibilità di scelta di una figura professionale e sociale di indubbio spessore, anello e collante di congiunzione con la base del partito e con le comunità agrigentine, rilanciando e consolidando l’impegno politico ed elettorale di tutte le forze politiche e risorse umane che animano Forza Italia agrigentina”. 

In Sicilia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, tra l’altro ha sottolineato che “la mafia è sempre viva e attiva, i boss sono in allarme per i continui arresti, e sono in crescita usura e furti, corruzione e concussione”. Il presidente Frasca ha aggiunto e ha spiegato: “La mafia punta soprattutto al turbamento della libera concorrenza, fino allo svolgimento, diretto e occulto, di attività economiche di per sé lecite, ma con la sempre più frequente creazione di vere e proprie ‘società occulte’ con imprenditori disponibili anche se formalmente estranei alla struttura dell’organizzazione criminale. L’attività giudiziaria costante sull’organizzazione mafiosa ha progressivamente provocato nel tempo alcune significative conseguenze: sono state numerose le intercettazioni di conversazioni che hanno consentito di verificare significativi sintomi di malcontento da parte di esponenti di rilievo del sodalizio mafioso, costretti a fronteggiare il problema, che sta divenendo strutturale, della carenza di ‘risorse umane’ nello svolgimento delle tradizionali attività criminali fondamentali per il controllo del territorio. Non bisogna abbassare la guardia, perché sarebbero sufficienti un paio di anni di ‘minore attenzione’ nei confronti del fenomeno da parte dello Stato per consentire all’associazione medesima di ripristinare l’inaudita forza criminale manifestata sino agli anni 90”.

I Carabinieri della Compagnia di Licata hanno arrestato Salvatore Urso, 76 anni, di Licata. Il pensionato, armato di pistola, avrebbe aggredito e minacciato un vicino terriero per contrasti sul regolamento dei confini agricoli, in contrada Calì. E’ stata la presunta vittima dell’aggressione, un uomo di 54 anni, a telefonare ai Carabinieri, che hanno rintracciato Urso e gli hanno sequestrato una pistola semiautomatica, calibro 22, di fabbricazione estera, risultata essere clandestina, inviata agli specialisti del Ris per riscontrare l’eventuale utilizzo delittuoso. Salvatore Urso è stato ristretto ai domiciliari.

Il Partito Democratico della provincia di Agrigento aveva rivendicato, con un documento sottoscritto dai segretari dei circoli e approvato dalla direzione provinciale, il coinvolgimento del territorio nella selezione dei candidati alle elezioni politiche del 4 marzo. Un appello caduto nel vuoto. Abbiamo appreso i nomi dei candidati tramite gli organi di stampa senza nessuna possibilità di confronto.

Una modalità che ha creato un malessere diffuso tra dirigenti e militanti, che rischia di tradursi in disimpegno in questa campagna elettorale, e che con molta probabilità, escluderà dal nuovo parlamento la rappresentanza parlamentare PD della provincia di Agrigento.

A creare ulteriore disagio nel partito, la candidatura al collegio uninominale della Camera di Agrigento di Giuseppe Sodano, figlio dell’ex Sindaco di Agrigento Lillo Sodano. Nulla da ridire sul piano personale, preoccupata, invece, essere venuti a conoscenza delle sue simpatie per la destra di Nello Musumeci e la sua militanza in Generazione Futuro di Gianfranco Fini.

Comprendiamo che in una coalizione gli alleati rivendichino spazio e che Agrigento sia stata “ceduta” in quota “Civica e Popolare” della Lorenzin, ma riteniamo che ciò non possa in nessun modo giustificare scelte che sono culturalmente distanti dai valori del centro sinistra e che stridono con la nostra storia.

Ho fatto presente tale situazione a Lorenzo Guerini chiedendogli di intervenire con urgenza per scongiurare che il malessere già diffuso comprometta ulteriormente la già difficile campagna elettorale del Partito Democratico.