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Il cosiddetto “contatore del silenzio”, sulla home page del sito dell’Arcidiocesi di Agrigento, segna 6 anni, 4 mesi e 21 giorni, dalla chiusura della Cattedrale di Agrigento al pubblico, dal 25 febbraio del 2011, quando s’accerto che la navata nord aveva troppe crepe ed era a rischio crollo. In tutti questi anni tante sono state le promesse, i tavoli tecnici e i ‘patti’ per salvare il colle e con esso la cattedrale, ma di fatti concreti se ne sono ben visti pochi.
Dopo varie sollecitazioni, prima al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, poi al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, arrivano buone notizie che lasciano sperare che qualcosa stia iniziando a muoversi. Infatti, il direttore dell’Ufficio per i beni culturali dell’arcidiocesi di Agrigento, Don Giuseppe Pontillo, ha reso noto che sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 14 luglio è stato pubblicato l’estratto dell’avviso pubblico di indizione gara con procedura ristretta relativo all’appalto dei lavori per le “Opere di manutenzione straordinaria della Cattedrale di Agrigento, consolidamento e miglioramento statico”.
Il progetto – tiene a precisare don Giuseppe Pontillo – è stato commissionato dall’Arcidiocesi di Agrigento ed finanziato al 50% dalla stessa e dai fondi dell’8 per mille. La restante percentuale è stata finanziata dalla partecipazione al Bando 793 del 2015 dell’Assessorato Regionale Infrastrutture. L’auspicio è che adesso – conclude don Pontillo – il Governo Regionale liberi le risorse necessarie che consentano alla Protezione la Regione di indire il concorso internazionale di idee per il necessario progetto di consolidamento del costone su cui è edificata la Cattedrale”.
E anche il Sindaco, Calogero Firetto, nell’ultimo incontro avvenuto in Prefettura, sollecita gli organi preposti ad accelerare la farraginosa procedura.
Fonte Teleacras. Guarda il VIDEO

Spinetti- Presidente Nazionale Guide Aigae: “Far nascere un Parco Nazionale alle porte di Roma. La Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia potrebbe essere Parco Nazionale con l’inglobamento di altri territori. Avremmo un polo turistico ed imprenditoriale d’eccellenza ad un’ora da Roma, in grado di agganciare il flusso turistico. Altrimenti vedo poche alternative allo spopolamento e al pendolarismo verso Roma. Il rischio è reale”.
Puntare al turismo di qualità con la creazione di un grande Parco Nazionale. Questa è l’unica prospettiva per il territorio dei Laghi del Turano e del Salto, insieme ai monti del Reatino e del Cicolano”. La proposta è stata lanciata oggi da Stefano Spinetti, Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche AIGAE, intervenuto alla giornata conclusiva della grande kermesse organizzata dalla Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia, in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio ed il patrocinio della CGIL Roma e Lazio e svoltasi con conferenze itineranti in vari borghi e luoghi quali Marcetelli, Rocca Sinibalda, Paganico Sabino e Collalto Sabino. Anche la zona di Marcetelli è stata interessata da un vasto incendio per il quale si è reso necessario l’intervento delle squadre antincendio della Riserva e dei Vigili del Fuoco. Sviluppo, paesaggi culturali e capitale umano sono stati i tre temi trattati nella tre giorni itinerante conclusasi oggi. Durante queste giornate tutti i cittadini hanno potuto partecipare a ben 5 conferenze ma anche alle visite a bellissimi borghi, castelli, musei, escursioni o addirittura ad attività sportive per tutte le età.
Un Parco Nazionale alle porte di Roma sarebbe di grande richiamo – ha proseguito Spinetti – un’area di grandi eccellenze ad un’ora dalla Capitale, che potrebbe facilmente intercettare e attirare i flussi turistici di Roma. In questi luoghi del Turano, del Salto, grazie all’esistenza della Riserva Naturale, già molto è stato fatto e molto ancora si sta facendo. Ora c’è bisogno di una “promozione” a Parco Nazionale, con il relativo inglobamento di altri territori  per poter ambire a diventare un polo turistico e imprenditoriale come il vicino Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise. Ma è anche necessario un cambio di mentalità, per capire che vivere in un’area protetta non è solo vincoli e divieti, ma anche grande opportunità di sviluppo. Altrimenti , vedo poche alternative allo spopolamento  e al pendolarismo verso Roma. L’obiettivo della tre giorni era quello di  valorizzare lo stretto rapporto esistente tra paesaggi, produzione tradizionale, identità culturale del territorio e del capitale umano. Solo attraverso una programmazione integrata e condivisa è possibile puntare alla sostenibilità della gestione del patrimonio culturale. Paesaggi culturali e capitale umano possono infatti costituire un volano per la crescita economica e sociale del territorio in un progetto che unisce innovazione e conservazione”.  

“Noi siamo con i sindaci messinesi che protestano contro l’incapacità e l’arroganza del governo di fronte all’invasione di clandestini. Tutta la Lega-Noi con Salvini, rappresentata da Angelo Attaguile che questa mattina ha portato personalmente il proprio sostegno ai primi cittadini del posto riuniti in assemblea. Vorremmo sapere, invece, da che parte stanno il presidente nazionale Anci Antonio Decaro e il responsabile regionale Leoluca Orlando. Complici anche loro di questa invasione, stanno prendendo in giro gli stessi sindaci che dovrebbero salvaguardare. Premesso che il piano accoglienza del governo andrebbe stracciato e tutti i sindaci dovrebbero rivoltarsi, è evidente che il tetto di 2,5 migranti per ogni mille abitanti non viene mai rispettato. Senza dimenticare l’umiliazione e i soprusi che i primi cittadini sono costretti a subire ormai quotidianamente. A Decaro e a Orlando non resterebbe dunque che rassegnare le dimissioni. Al sindaco di Castell’Umberto Vincenzo Lionetto il nostro sostegno e la nostra solidarietà”. Così il deputato Alessandro Pagano della Lega-Noi con Salvini.

Il Comitato Politico Regionale del Partito della Rifondazione Comunista, riunitosi a Enna il 16/7/2017, ha approvato un documento politico che rilanciando l’appello  per una lista unitaria alle elezioni regionali del 2017 segna il cammino  che il partito intende percorrere da qui a Novembre per ovviare alla mancanza di un’opposizione di sinistra nel parlamento siciliano.
Il cammino che si intende percorrere deve portare alla realizzazione di una lista di sinistra e civica, alternativa al Pd e al centrosinistra, di segno antiliberista, avendo l’obiettivo di mettere fine ai disastri provocati dalla mitizzazione del mercato e delle magnifiche virtù del privato; paradigma che ha permesso la depredazione dell’isola e l’impoverimento dei Siciliani.
Respingendo la proposta a proposta di una lista dei territori lanciata da Orlando che, peraltro collocandosi nello spazio del centrosinistra, non risponde alle caratteristiche programmatiche per costruire un’ alleanza; si guarda positivamente invece al documento approvato dall’assemblea di Sinistra Comune i cui contenuti politici vanno nella stessa direzione dell’appello sottoscritto dal partito.
Un ulteriore sforzo unitario di confronto sarà prodotto, soprattutto verso Sinistra italiana, in un percorso  che assuma, nei due parlamenti e nella sua costituzione, nell’opposizione al governo Gentiloni e al governo Crocetta e l’impegno formale di tale collocazione di campo anche per il dopo 5 Novembre.
Uno dei prossimi appuntamenti di questo cammino – utile anche a designare la candidatura a presidente della regione – sarà l’assemblea regionale del 29 Luglio a Palermo.
In calce il documento approvato:
Una lista alternativa e di sinistra per l’eguaglianza e la democrazia
Nella battaglia referendaria in difesa della Costituzione, prima e dopo il 4 dicembre 2016, nella vittoria di popolo contro le oligarchie e i potentati, si è materializzata una rete di relazioni e di percorsi politici e sociali in grado di bloccare l’offensiva autoritaria del governo Renzi. Sono venuti meno gli equilibri che si erano consolidati in una trama di potere complessa, forti del sostegno di Confindustria e del capitale finanziario: l’alleanza larga che va dal Pd  al centrosinistra,  dai centristi  al nuovo centrodestra di Alfano, è andata in crisi, anche se continua a produrre i suoi effetti nefasti.
In Sicilia si vanno consumando, nell’assenza di una opposizione vera  credibile ed efficace, gli ultimi mesi del governo della rivoluzione crocettiana, dopo quelli di Cuffaro e di Raffaele Lombardo, accomunati, mafiosi e antimafiosi, dal ruolo  devastante che vi hanno avuto i vertici di Sicindustria,  i loro affari e gli interessi della borghesia mafiosa, fino al commissariamento imposto dal Pd nazionale, e dalle forze del capitalismo tecnocratico, con la nomina di Baccei.
La mancanza di un’opposizione di sinistra nel parlamento siciliano, anche per colpa di una legge antidemocratica che con lo sbarramento del 5% non garantisce rappresentanza alle forze minori e ai soggetti sociali esclusi, ha portato al discredito delle nostre istituzioni, alla perdita dell’autonomia, alla drastica riduzione  dei trasferimenti statali, alla colpevole rinuncia alle entrate previste  dallo Statuto, alla marginalizzazione degli enti locali locali, con i comuni ridotti a strumenti di esazione delle tasse e a gestori delle misure di austerità. Il prezzo è stato fatto pagare ai poveri, alle classi lavoratrici, alle nuove generazioni, al mondo delle donne ricacciate tra le mura domestiche, ai disabili privati dei più elementari servizi di assistenza.
La Sicilia del ventunesimo secolo è impoverita, rapinata della sua natura e delle sue risorse, depredata anche delle sue intelligenze giovanili, costretta a subire dalle politiche liberiste processi  di deindustrializzazione e di ricostituzione di veri e propri latifondi che si espandono grazie al ritorno non adeguatamente contrastato del lavoro servile e schiavistico, che si accaparrano la totalità dei contributi economici, che delocalizzano grande parte della produzione agricola nei paesi dell’altra sponda del Mediterraneo, per poi trasformarla e commercializzarla in un processo speculativo che sta cancellando il mondo contadino.
Questa nostra Sicilia militarizzata, trivellata e cementificata, per rompere con il passato delle mafie e delle clientele, di un modello economico  diseguale, ha bisogno di una riconversione ecologica dell’economia: ciò significa l’assunzione di scelte nette a favore della pubblicizzazione dei beni comuni, dell’acqua come dei rifiuti, della sanità come dei beni culturali, della scuola come dei trasporti, di una formazione professionale qualificata, non assistita e sottratta ai meccanismi clientelari, della ricerca,  del riassetto idrogeologico del territorio, della difesa e valorizzazione del patrimonio edilizio  e di un intervento non risibile per affrontare la questione abitativa nelle realtà metropolitane, della forestazione, della sicurezza antisismica, della prevenzione contro siccità  e incendi. In poche parole di un intervento pubblico dello Stato e della Regione nell’economia. Così da mettere fine ai disastri provocati dalla mitizzazione del mercato e delle magnifiche virtù del privato.
La condizione di isolamento, marginalità e  abbandono, voluta dal mondo della mafia, della speculazione finanziaria e imposta dalle politiche di austerità della Unione europea, ha acuito la separatezza tra  società e istituzioni : l’astensionismo, e la propensione a seguire il richiamo  del populismo e del qualunquismo da parte dell’elettorato, chiedono alle sinistre sociali e politiche, all’area dell’associazionismo progressista risposte chiare e nette, comportamenti coerenti. La proposta di una lista dei territori lanciata da Orlando, peraltro collocata nello spazio del centrosinistra, non corrisponde affatto a queste caratteristiche. Il modello Palermo non è proponibile a livello regionale.
Nei mesi passati, dai comitati per la democrazia costituzionale alle mobilitazioni contro la militarizzazione dell’isola, dalle lotte dei territori contro trivellazioni e discariche, dal mondo dell’associazionismo e del pacifismo, come è dato vedere dai cortei contro il Muos e il G7 di Taormina, dallo sciopero sociale dell’8 Marzo, come dalle esperienze di antimafia sociale delle periferie urbane, dalle esperienza di accoglienza e solidarietà ai migranti,  dalle realtà della Rete delle Città in comune, fino al Brancaccio con l’appello lanciato da Montanari e Falcone, si è manifestata una volontà di resistenza e di rottura con il passato delle sconfitte e delle politiche liberiste, e per un presente del coraggio e della speranza per ricostruire la sinistra del lavoro, dell’uguaglianza e della democrazia.
Con l’appello di Enna, motivato da principi inclusivi, firmato da centinaia di attivisti sociali e di militanti politici, dell’intellettualità democratica, si è già coagulato un largo fronte di adesioni e disponibilità per una lista della sinistra antiliberista e di alternativa al Pd alle elezioni regionali siciliane del 5 Novembre 2017. Si sono costituiti comitati territoriali, si è affermato un processo partecipativo con gruppi di lavoro per la formazione del programma, si è affermata una pratica politica che, muovendo dal basso, prevede l’applicazione del principio democratico “una testa un voto”, la formazione delle liste con Assemblee provinciali, la scelta del candidato alla carica di Governatore in una Assemblea regionale degli aderenti al percorso, piuttosto che sulla base di patti e/o imposizioni calate dall’alto. Il Prc siciliano vi ha partecipato, dando un significativo contributo, peraltro da più parti riconosciuto. Vogliamo rilanciare i contenuti dell’appello per allargarli e precisarli, vogliamo che quel che è stato prodotto sia messo a disposizione del confronto unitario in uno spazio condiviso, con tutte le esperienze orientate nella stessa direzione, con tutte le realtà politiche e sociali che aspirano al riscatto delle classi lavoratrici e alla ricostruzione della sinistra in Italia.
In questo quadro riteniamo importante che i contenuti politici e programmatici dell’appello vadano nella stessa direzione di quelli presenti in una nota della Assemblea di Sinistra Comune di Palermo, che ha ottenuto un importante successo elettorale e messo in campo una significativa pratica partecipativa. Contenuti che sono stati sottoscritti da altre esperienze di sinistra e civiche di diverse parti dell’isola.  Accogliamo positivamente la disponibilità si sinistra in comune a partecipare al percorso di costruzione della lista unitaria di sinistra alternativa al Pd.Un ulteriore sforzo unitario di confronto sarà prodotto, soprattutto verso Sinistra italiana e MDP, in un percorso che deve portare alla realizzazione di una lista di sinistra e civica, alternativa al Pd e al centrosinistra, di segno antiliberista, e che assuma, nei due parlamenti e nella sua costituzione, nell’opposizione al governo Gentiloni e al governo Crocetta, l’impegno formale di tale collocazione di campo anche per il dopo 5 Novembre. A partire da questa precisa e inequivocabile collocazione di campo, non esiste margine alcuno di interlocuzione con l’iniziativa messa in campo da Leoluca Orlando.  La segreteria regionale si è battuta con convinzione da molti mesi per questo obiettivo, in piena convergenza con i deliberati congressuali, con lo spirito del Brancaccio e nella condivisione dei contenuti della relazione di Tomaso Montanari e della conclusione di Anna Falcone. Questo lavoro deve essere sostenuto e valorizzato da tutto il gruppo dirigente del Prc siciliano, per rafforzarlo. Questo lavoro, nell’impellenza degli obblighi anche e non solo temporali imposti dalla legge, avrà una prima verifica con l’appuntamento di fine mese con l’Assemblea promossa dai comitati che si sono costituiti in Sicilia, dopo l’adesione all’appello. Da tale confronto può essere valorizzato e rafforzato l’obiettivo per cui ci siamo battuti da mesi, e cioè la costruzione deal basso e partecipata della lista di sinistra e civica alternativa al Pd.
Vogliamo una sinistra che assieme a quelle della Francia, della Grecia, della Spagna, della Germania, nel conflitto sociale e nella battaglia istituzionale e costituzionale, concorra per liberarci dal cappio del monetarismo, della Europa della speculazione finanziaria, della guerra ai migranti, delle oligarchie.


Due medici in servizio all’ospedale di Messina sono stati condannati ad un anno di reclusione per  omicidio colposo.
Prosciolto invece,  per non aver commesso il fatto,  il cardiologo Domenico Cento per lo stesso reato.
I sanitari erano accusati della morte di Salvatore Corso Mazzù, 48 anni, di Milazzo operato il 9 giugno del 2011 di emorroidi.
L’uomo ricoverato alla clinica messinese Carmona, è stato stroncato da un infarto dopo l’intervento.
I giudici hanno scagionato il cardiologo, perchè era intervenuto quando non c’era più niente da fare e hanno stabilito che a causare la morte erano state le conseguenze dell’intervento chirurgico di emorroidi.

Girgenti Acque S.p.A., comunica che in questo momento la Provincia di Agrigento è interessata da rilevanti guasti agli acquedotti principali, che comportano una significativa riduzione della fornitura idrica ai serbatoi comunali.
La Società è impegnata costantemente per eliminare gli inconvenienti, riducendo al minimo i disagi agli utenti, che sono quindi invitati ad un uso parsimonioso della risorsa idrica.
Si comunicano qui di seguito i due casi che interessano alcuni Comuni serviti dalla Società:
Guasto alla Diga Castello
In seguito al guasto occorso in data 13.7.17 all’impianto di sollevamento della Diga Castello, ad oggi il prelevamento dalla diga è stato soltanto parzialmente ripristinato con una portata idrica al di sotto del 50% di quella ordinaria. Pertanto, i Comuni di San Biagio Platani, Santa Elisabetta, Raffadali, Giardina Gallotti e Montaperto (Fraz. di Agrigento), Aragona, Favara, Porto Empedocle, Comitini, Naro, Costrofilippo, Canicattì, Grotte, Racalmuto, Campobello di Licata e Ravanusa continuano ad essere interessati da limitazioni e slittamenti delle turnazioni idriche previste.
Fermo tecnico dell’Acquedotto ‘Fanaco’ (gestito da Siciliacque S.p.A.).
Siciliacque S.p.A. ha comunicato per Domani Martedì 18.7.17, e dopodomani Mercoledì 19.7.17 l’interruzione della fornitura idrica proveniente dall’Acquedotto Fanaco a causa di lavori di manutenzione improcrastinabili. L’interruzione del Fanaco comporterà la riduzione della gran parte dell’acqua fornita alla Girgenti Acque.  Per tali ragioni i Comuni di Agrigento, Cattolica Eraclea, Licata, Montallegro e Ribera, subiranno delle riduzioni delle portate idriche, con consequenziali limitazioni e slittamenti delle turnazioni idriche previste.
Girgenti Acque S.p.A. ha richiesto alla società di sovrambito Siciliacque l’erogazione della massima portata possibile.
Girgenti Acque, sfruttando il sistema di interconnessione degli acquedotti, farà in modo di garantire un’equa distribuzione idrica tra i Comuni interessati.
In considerazione della situazione di generale limitazione della risorsa idrica, che coinvolge quasi tutto il territorio della Provincia di Agrigento, Girgenti Acque fa appello al senso di responsabilità di tutti gli utenti chiedendo di ridurre i consumi e di evitare ogni inutile spreco della risorsa idrica.

la mendola-cimino-fiaccabrino


E’ stato presentato il 15 luglio 2017 il neo eletto Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, insediatosi nella seduta del 13 luglio. Durante l’incontro sono stati illustrati anche gli obiettivi fissati per il prossimo quadriennio che vedrà Alfonso Cimino alla guida dell’Ordine provinciale: tra questi figurano l’impegno a far “tornare” ad Agrigento la facoltà di Architettura e un fattivo contributo per imprimere un’accelerazione per la risoluzione della vicenda ormai annosa legata alla Cattedrale del capoluogo.
A seguito dell’esito delle consultazioni sono state individuate le seguenti cariche elettive: come anticipato, Alfonso Cimino è il nuovo presidente, vice presidente vicario e vicepresidente sono rispettivamente Giuseppe La Greca e Giuseppe Grimaldi, mentre a ricoprire le cariche di segretario e tesoriere sono Giuseppe La Licata e Salvatore Porretta.
Per il vicepresidente del Consiglio nazionale degli Architetti, Rino La Mendola: “Si insedia un Consiglio dalle alte potenzialità, con un presidente che farà bene perché può puntare non solo sull’entusiasmo dovuto alla giovane età ma soprattutto sull’ampia esperienza maturata sul campo in seno al sistema ordinistico. Il Consiglio neo eletto – ha detto ancora La Mendola – sebbene conti 8 nuovi membri su 15, nasce sotto il segno della continuità rispetto al percorso tracciato da tempo e che ha trasformato l’Ordine provinciale in un soggetto attivo nella società civile. Egregiamente ha operato l’uscente Pietro Fiaccabrino assieme al proprio Consiglio e adesso i miei auguri vanno ai neoeletti. Sottoscrivo il mio massimo impegno affinché l’attività dell’Ordine agrigentino sia sostenuta dal Consiglio nazionale degli architetti, che sta raggiungendo obiettivi importanti per la riapertura del mercato del lavoro che, negli ultimi tre lustri, ha subito un’allarmante contrazione”, ha concluso il vicepresidente nazionale.
Il neoeletto Cimino ha voluto ringraziare “i colleghi dell’Agrigentino che con la loro fiducia ci hanno onorati e ci hanno consentito di essere qui oggi. Ma un grazie sentito va anche a Rino La Mendola, che per tanti anni è stato presidente dell’Ordine portandolo a essere uno dei migliori in campo nazionale, secondo un percorso tracciato e ben seguito da Fiaccabrino, che ha raggiunto tanti obiettivi. E’ su questo percorso, che riteniamo giusto, vogliamo lavorare per valorizzare la figura dell’architetto che, grazie a una cultura tecnica, umanistica ed economica, è l’unica deputata a processi di rigenerazione urbana del nostro territorio e delle nostre città e a loro sviluppo sostenibile”.
Il presidente uscente, Fiaccabrino ha sottolineato come sia stato “un onore rappresentare questo Ordine. Abbiamo cercato negli anni di rispondere alle istanze dei colleghi della professione, che oggi attraversa periodo difficile, portando avanti iniziative legate alla formazione, alla presenza attiva sul territorio e fruendo del legame con il Consiglio nazionale”, ha detto ancora, rivolgendo poi un augurio “a questo Consiglio si compone di professionalità di grande livello e di grande esperienza in alcuni casi, e che sicuramente porterà avanti iniziative di grandissimo spessore. Auguri al nuovo presidente che con la propria esperienza farà di certo un lavoro davvero eccellente”, ha concluso Fiaccabrino.

Il resto del Consiglio neoeletto, che durerà in carica un quadriennio, quindi fino al 2021, è composto da: Roberto Campagna, Isabella Puzzangaro, Calogero Giglia, Giacomo Cascio, Angela Maria Giglia, Salvatore Porretta, Michele Ferrara, Francesco Romano, Francesco Tarlato Cipolla e Giovanni Raineri.

Un lungo parlare e sparlare sul fattore incendi in Sicilia. Un lungo tergiversare su posizione chiare, reali e mediatiche, che hanno portato alla constatazione dei fatti e a conclusioni reali, seppur la stagione calda non sia finita, si può preventivamente sintetizzare che tutto rimane e rimarrà come se nulla fosse accaduto, tranne l’impatto ambientale sul territorio non indifferente…. .Analizzando il tutto da un punto di vista di fatti si può tranquillamente affermare che:
– Dal lato regionale, pur non ammettendo le colpe di un sistema di prevenzione che ha fatto acqua da tutte le parti, i politici di comando hanno preso atto della situazione, e continuano il loro tour nei luoghi colpiti dagli eventi con pacche sulle spalle e promesse in vista delle prossime regionali , continuando ad affermare la loro estraneità a quanto accaduto, anzi mettendo in atto che gli operai forestali sono stati avviati in tempi utili e che i viali parafuoco sono, e sono stati completati in tempi utili ….. Mah !
– Si afferma da più lati che i fondi per completare le giornate lavorative dei forestali sono disponibili, ma in realtà ci sono limitazioni per pagare gli stipendi e per avviare i 78sti, nonostante rimangono zone in cui i viali parafuoco non sono nemmeno iniziati ….Mah !
– Non si parla più di quella riforma del comparto che era un cavallo di battaglia in tempi non sospetti e dove dovevano essere risolti tutti i problemi di numeri, forme e graduatorie. Mah !
Una calma piatta che ha fatto meditare tanta gente che ha fatto le sue considerazioni e che trarrà le conclusioni dovute se crede di continuare,cambiare,affiancare Tizio o Caio nella lotta, se lotta si può chiamare ! Tutti vogliamo ma nessuno fa, quel che di semplice attuazione possa essere. Accecati da una indifferenza totale,  ove il lamento ormai è una conseguenza di una mancata reazione e incapacità che ogni singolo addetto ha nei confronti di un sistema che conviene ad alcuni, alle spalle di tanti lavoratori che sono soltanto un numero su cui speculare e far vivere di elemosina, di false illusioni e promesse non mantenute. Visibile agli occhi di tutti, tramite i media di tutto ciò che vive dietro le quinte, con gestioni speculari su incendi in zone turistiche e boschi secolari che vivono di turismo e che sono vita per tutti. Favorire i mezzi aerei e discapito di tanta gente a terra che potrebbe preventivare il tutto, solo se si vorrebbe cambiare, ma la realtà purtroppo è tutt’altra !

A Sambuca di Sicilia il 28 novembre del 2016 si è svolta una cerimonia di commemorazione del Maresciallo del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza Domenico Anghelone, Medaglia d’Argento al Valor Militare, morto vittima di un conflitto a fuoco il 27 novembre del 1944 a Sambuca. Alla manifestazione ha partecipato anche il Vice Capo della Polizia, Antonino Cufalo. E l’evento si è concluso con la scopertura di una lapide apposta dal Comune di Sambuca di Sicilia, dall’Associazione nazionale Polizia di Stato e dalla Questura di Agrigento in via Amorelli, luogo teatro di quanto accaduto. Ebbene, il conflitto a fuoco provocò anche tre morti nella famiglia Bellia, e i familiari discendenti hanno sempre conservato il lutto in silenzio per 72 anni, fino alla scopertura della lapide a Sambuca. Sulla lapide non vi sono riferimenti agli altri morti, e si scrive solo del conflitto a fuoco. Nel dettaglio, sulla lapide è scritto: “In questo luogo il 27 novembre 1944 venne barbaramente ucciso il maresciallo Domenico Anghelone, nato a Bagaladi (Reggio Calabria) il 2 marzo del 1900, che, con indomito coraggio e sprezzo del pericolo, entrava in un’abitazione dove sapeva trovarsi tre banditi, affrontando il primo di essi armato di pistola che lo freddava. Nobile esempio di senso del dovere e di spirito di sacrificio. Si pone a perenne a memoria dell’eroico sacrificio nella lotta contro la criminalità”. Ebbene, un nipote dei “banditi”, Giuseppe Truncali, si è rivolto al sindaco di Sambuca di Sicilia, Leonardo Ciaccio, opponendo che i suoi familiari morti nella strage, due suoi zii e il nonno, non sono stati affatto dei banditi, dei criminali, ma incensurati. Chi scrive sottolinea, senza alcuna riserva, che non si intende, neppure sotto traccia, scalfire, neanche minimamente, la meritoria e valorosa memoria del maresciallo Anghelone, vittima dell’adempimento del dovere. E ciò è un caposaldo nella storia da tramandare ai posteri. A fronte di ciò, dall’altra parte, ossia la parte degli altri morti, non sarebbe giusto non ascoltare le ragioni dello stesso Giuseppe Truncali, il quale, tra l’altro, non si sofferma più di tanto nel merito della sparatoria ma solo sulla definizione di banditi…intervista Truncali in onda al Videogiornale di Teleacras… Fonte Teleacras

L’ Azione 3.5.1 sarà al centro del secondo degli incontri territoriali del PO Fesr 2014-2020. Si tratta di un’azione con la quale si intende favorire la nascita  di nuove imprese, prevalentemente nelle aree identificate dalla Strategia Regionale dell’innovazione per la specializzazione intelligente.
Al contempo, sarà sostenuto l’avvio di nuove attività nei settori manifatturieri e nei settori emergenti collegati alle sfide europee, quali quelli della creazione e della cultura, delle nuove forme di turismo, dei servizi innovativi che riflettono le nuove esigenze sociali o i prodotti e i servizi collegati all’invecchiamento della popolazione, alle cure sanitarie, all’eco-innovazione, all’economia a bassa intensità di carbonio , incluso il riciclaggio dei rifiuti.
Nel corso dei lavori saranno illustrate le opportunità offerte dagli avvisi, sia attraverso incentivi diretti, sia attraverso l’offerta di servizi, sia attraverso interventi di micro-finanza
L’appuntamento è per martedì 18 luglio alle 9.30 presso il Museo Archeologico “Pietro Griffo” di Agrigento.
Di seguito il programma della giornata:
SALUTI ISTITUZIONALI 9:30- 9:40  Sindaco di Agrigento Calogero Firetto
APERTURA LAVORI 9:40- 10:00 Introduzione a cura del moderatore Lillo Miceli
Interventi previsti:
Autorità di Coordinamento dell’Autorità di Gestione (AcAdG) FESR Sicilia 2014-2020 Dipartimento   Programmazione – Vincenzo Falgares
Dirigente generale Dipartimento Attività Produttive Alessandro Ferrara
PRESENTAZIONE BANDI AREA TEMATICA 10:15 -12:00

             I Responsabili degli Uffici Competenti per le Operazioni (UCO)
Elena Balsamo – Azione 3.5.1_01
Maria Brisciana – Azione 3.5.1_02
Tematiche trattate:
Descrizione mission singolo avviso/incentivazione
Illustrazione degli avvisi/incentivi oggetto dell’iniziativa e informazione su quelli in programmazione.
QUESTION TIME & DIBATTITO 12-00- 13.00
KEYNOTE SPEECH FINALE 13.00 -13.30
Assessore regionale alle Attività Produttive Maria Lo Bello
CONCLUSIONI
Presidente della Regione Rosario Crocetta
Gli incontri territoriali proseguiranno il 21 luglio a Siracusa (Imprese; Azione 3.1.1), il 24 a Messina (Ambiente, rischio idrogeologico; Ot5 e Ot6), il 26 a Palermo (Agenda digitale; Ot2), il 28 a Trapani (Ricerca e Innovazione; Azioni 1.2.1 e 1.2.3), il 31 a Palermo (Ambiente, rischio idrogeologico; Ot5 e Ot6).
Il 4 agosto è poi prevista a Caltanissetta un’iniziativa sull’internazionalizzazione delle imprese (Azioni 3.4.1 e 3.4.2), mentre a settembre gli incontri si terranno il 4 a Piazza Armerina (EN) dove saranno illustrati gli interventi relativi a turismo e cultura (Ot6) e si concluderanno a Catania il 7 settembre con la presentazione del Piano regionale dei trasporti e degli interventi su Trasporti e infrastrutture di Ot4 e Ot7.
Scheda evento:Scheda evento Agrigento 18_7_17 def