Come previsto dalle norme in vigore il Csm lo scorso mese di giugno ha pubblicato i posti scoperti, giudicanti e requirenti, da coprire attraverso domanda di trasferimento.
Il termine per la presentazione delle richieste da parte dei magistrati interessati è scaduto la scorsa settimana.
Ancora una volta nessuna sorpresa nel constatare una evidente drammatica realtà.
A fronte delle sbandierate, e assai presunte, virtù agrigentine, si deve semplicemente prendere atto della perifericità di Agrigento anche e soprattutto rispetto ad altre sedi siciliane.
Basti riassumere la situazione.
Posti di Tribunale ad Agrigento pubblicati, due.
Domande avanzate, nessuna.
Di contro, hanno fatto domanda di trasferimento ben sette giudici agrigentini (Caruso, Cultrera, Gallegra, Ferreri, Illuminati, Moretti e Tedde) tutti con la certezza di raggiungere le sedi richieste (Palermo, Trapani, Termini Imerese, Caltanissetta, Cagliari).
Il presidente Falcone, dunque, si troverà con un vuoto di organico pesante: 12 vacanze di magistrati sui 26 previsti (dopo la riduzione da 27 a 26 giudici determinata di recente dopo la revisione delle circoscrizioni giudiziarie varata dal ministro Orlando).
Ancor più drammatica la situazione della Procura della Repubblica.
L’organico, esclusi procuratore e procuratore aggiunto, è stato ridotto da 13 a 12 sostituti.
Attualmente sono presenti 7 sostituti, Faga, Maggioni, Vella, Baldi, Cinque, Russo e Pandolfi (in astensione per maternità).
Andranno via con lo stesso bando di trasferimento dei colleghi giudici i sostituti Baldi, Maggioni e Cinque.
Il dottor Vella sta per essere nominato aggiunto.
Il procuratore Patronaggio, dunque, si ritroverà con soli due magistrati effettivi, le dottoresse Faga e Russo, in attesa del rientro della dottoressa Pandolfi, e solo a novembre arriveranno i rinforzi, cioè i 5 sostituti di prima nomina che assumeranno le funzioni a conclusione del tirocinio.
Rimarranno in ogni caso 4 vacanze su un organico di 12 unità, cioè ben il 30%!
Questa situazione pone una serie di interrogativi e deve far riflettere.
Perché ad Agrigento arrivano quasi sempre solo magistrati di prima nomina?
Perché questi giovani magistrati, appena loro consentito, “scappano” da Agrigento per trasferirsi anche in sedi siciliane viciniori (per esempio Marsala, Trapani o Caltanissetta )?
Perché, tranne per posti direttivi e semi-direttivi (e non sempre peraltro …), nessun magistrato d‘esperienza, o che non sia di prima nomina, raramente chiede di trasferirsi ad Agrigento?
Qualcuno, in città e nel foro specialmente, si è mai posto il problema ed ha dato una risposta all’interrogativo?
Agrigento cosa ha in meno rispetto alle consorelle siciliane ?
Non è che, per esempio, certi comportamenti di avvocati a lungo andare stufano ed invogliano a lasciare la città?
Non è che ad Agrigento l’ambiente giudiziario è soffocato da una cappa oppressiva che induce chi lavora a cercare di allontanarsi verso non tanto sedi meno onerose quanto più tranquille e serene sul piano dei rapporti e delle esasperate conflittualità?
Sarebbe bene che, a parte i vertici del Palazzo di Giustizia i quali quotidianamente sottolineano le difficoltà in cui operano, gli altri esponenti della classe dirigente agrigentina, a cominciare dagli avvocati, smettano di fare chiacchiere (e di riempirsi di vuote parole sulla legalità, l’antimafia, il sacrificio di Rosario Livatino chiamato in causa a convenienza) e invece si adoperino per rendere la permanenza ad Agrigento dei giovani magistrati un obiettivo serio, garantendo loro serenità, equilibrio, stile nei rapporti personali, in una parola educazione.
Forse, se ciò accadesse, non assisteremmo a questo esodo continuo.
Fonte GRANDANGOLO