“Sento ancora parlare di Agrigento 2020,
di come “la maestosa Valle dei Templi” non abbia superato le altre città in gara. In merito a ció vorrei dire che essere Capitale della Cultura ,secondo me, non significa solo valorizzare i beni culturali e paesaggistici e migliorare i servizi rivolti ai turisti,come vuole la prassi, ma è molto, molto e ancora molto di più.
Agrigento è la Valle dei Templi e l’eccezionale scoperta del teatro ellenistico, ma è anche la chiusura delle facoltà di archeologia, architettura e giurisprudenza per le matricole del Polo Universitario.
Agrigento è il panorama che si può osservare dalla torre della Cattedrale, la quale è in rischio crollo e non salvarla sono ”scelte politiche”, dicono.
Agrigento è il largo Viale della Vittoria con i suoi alberi e con i suoi vasi, acquistati da privati e installati nel 2015, ormai vandalizzati.
Agrigento è “la casa del libro” alla Villa Bonfiglio, messa a disposizione dell’intera comunità per diffondere il piacere della lettura e il valore della CULTURA, anche quest’ultima nelle mani del vandalismo.
Agrigento è la raccolta differenziata avviata nel 2018.
Agrigento sono i negozi chiusi della Via Atenea.
Agrigento è la movida quasi morta.
Agrigento sono gli agrigentini che rendono difficile la vita di chi, con enormi sacrifici, forza, caparbietà, voglia di fare e intraprendenza, ha realizzato esercizi commerciali e con le proprie azioni tenta di far cessare le attività in pieno centro cittadino perché vorrebbe una città deserta e nel regresso, come se fosse una campagna: in assoluto silenzio. A me la cattiveria stupisce sempre, non saró mai abbastanza grande per comprenderla e mai piccola d’animo per praticarla.
Agrigento sono io, siamo noi giovani che, per poterci realizzare, siamo constretti a emigrare e a studiare al nord perché questa terra ci offre poco e niente.
Non mi sento, sinceramente, di fare il nome del poeta greco Pindaro, in quanto le poesie da lui prodotte erano su commissione(=veniva pagato), bensì il nome di Pirandello, infatti in questa città la cultura è solo una maschera indossata per fare un’ipocrita pubblicità ai nostri reperti, ma questa parola dovrebbe essere concepita in un modo del tutto diverso: la cultura comprende tutta l’economia dell’intera comunità e dello stile di vita. LA CULTURA SIAMO NOI E NOI DI CULTURA NON NE SAPPIAMO NIENTE.
#Agrigento4020
Con affetto, dispiacere , rammarico e delusione
Maria Grazia Sciortino.
