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Un incidente stradale lungo la statale 113, nei pressi di Cefalù, ha provocato la morte di un uomo di 70 anni, Salvatore Giambelluca, 70 anni, di Pollina. Il pensionato è stato alla guida di una Fiat Panda quando, nei pressi del Pollina Resort, per cause in corso di accertamento, si è scontrato frontalmente con una “Giulietta” con a bordo due turisti. E’ morto sul colpo. Inutili si sono rivelati i soccorsi del 118. Al Pollina Resort la vittima ha lavorato fino a pochi anni prima del pensionamento. E lui poco prima dell’incidente è stato al Resort per incontra il figlio che lavora attualmente nella struttura turistica.

Era il lontano 1944 quando gli americani dopo essere sbarcati a Licata iniziarono a cercare le posizioni strategiche. Le forze americane erano comandate dal Generale George Smith Patton il quale dopo un breve tratto di strada cercava un posto dove poter cenare.

Patton giunse fino al Villaggio Mosè, all’epoca caratterizzato soltanto da quattro case e qualche borgo, come quello dei Sorce che da generazioni sono in pianta stabile nei pressi del Villaggio; la zona è quella dei “chiusi”, oggi contrada Fegott Belvedere. Patton bussò e ricevette accoglienza. A cucinare era allora il nonno di Lino Sorce, componente della Sorce Family che oggi dirige brillantemente la pizzeria Sitari, fra le più quotate in Sicilia. Il generale rimase molto contento e il giorno dopo, molto soddisfatto, ringraziò i Sorce per l’accoglienza ricevuta.

Sabato sera un altro Generale è stato nel borgo “Com’era una vota”, realizzato dalla famiglia Sorce e che presto diventerà un punto di riferimento per molti giovani e non solo. Le idee ci sono e sono anche maestose.

Si tratta del Generela Luciano Garofano il quale subito dopo aver ricevuto il premio nazionale Sipario d’Oro è stato invitato dai Sorce a degustare alcune prelibatezze siciliane. E con un gruppo proveniente dal tempio di Giunone i commensali hanno potuto gustare la bontà e la genuinità dei prodotti messi in campo dai Sorce. Il Generale Garofano è rimasto stupefatto; arancine, caponata, fritture di broccoli, melenzane e frittate di patate. Pane con l’uovo, pizze, sfincioni rossi e bianchi. Insomma un vero e proprio paradiso culinario.

La ciliegina sulla torta l’ha messa il papà di Lino Sorce, Giorgio, figlio di quel personaggio che cucinò per il Generale Patton. All’una in punto ha acceso i fornelli per fare li ricotta. E il Generale Garofano ha visto le stelle…

Lino, forte di una generazione del settore, vuole aprire in questo borgo un posto di ritrovo dove chiunque potrà gustare prelibatezze locali e dal gusto all’antica.

Siamo certi che ci riuscirà.

L’Associazione Nazionale Antiracket e Antiusura “In Movimento per la Legalità” plaude alla decisione del sindaco di Nardodipace (VV) Antonio Demasi di annullare il concerto della cantante folk Teresa Merante. Quest’ultima è nota alle cronache per avere eseguito nel tempo dei brani inneggianti alla criminalità ed in particlare alla ‘ndrangheta. « La decisione del sindaco Demasi– sostengono congiuntamente in una nota il presidente dell’Associazione Nino Randisi e la vice presidente Maria De Fazio che è referente per la Calabria- deve costituire un esempio anche per gli altri amministratori che ospitano nei loro comuni esibizioni di questi neomelodici espressione della più bassa e bieca sottocultura mafiosa e criminale ». « L’Associazione, infine, ringrazia le forze dell’ordine e i questori che intervengono, assieme a coraggiosi sindaci come Demasi, nel bloccare ed impedire le esibizioni di tali soggetti che costituiscono, da sempre. una forte attrattiva per quella parte di società che non persegue i valori della legalità e della giustizia ».

Venerdì 26 agosto alle 19,30 il teatro a mare “Pellegrino 1880” accoglierà il teatro sociale. Sarà narrato l’operato, la missione del sindacalista marsalese ucciso dalla mafia nel 1947, Vito Pipitone, ma anche la sua vita personale. A raccontare sarà sua moglie, Filippa Di Dia, interpretata da Adriana Parrinello. Un monologo in siciliano, intimo e sincero, scritto da Chiara Putaggio, con la regia di Francesco Stella e musiche di Gregorio Caimi. Gli occhi di una donna ci condurranno in quella Marsala, all’indomani dalla seconda guerra mondiale dove una donna “amava suo marito” 
L’impegno, il forte senso della giustizia sociale, il sacrificio di Vito Pipitone, sindacalista marsalese della Federterra ucciso dalla mafia nel 1947 attraverso gli occhi e i sentimenti di sua moglie, Filippa Di Dia, per andare oltre i fatti e raccontare un amore, anzi, due: quello di una donna e quello per l’onestà e la parità di diritti. Sono questi i temi fondanti di “… Ed io l’amavo”, atto unico scritto da Chiara Putaggio, interpretato da Adriana Parrinello con la regia di Francesco Stella e le musiche di Gregorio CaimiL’opera sarà messa in scena venerdì 26 agosto alle 19,30 sul palco del teatro  a mare, completamente ecologico “Pellegrino 1880”, realizzato in una vasca della Salina Genna, nella riserva naturale dello Stagnone, all’interno della rassegna “’a Scurata Cunti e canti al calar del Sole – Memorial Enrico Russo”.
Con l’espressione “vittima della mafia” solitamente si intende chi viene ucciso, ma è vittima anche chi subisce indirettamente questa violenza, chi resta, chi ha amato, chi ama ancora, chi viene sconvolto da una perdita che trasforma per sempre la sua vita e la vita dei suoi familiari – spiega l’autrice Chiara Putaggio –. Circa 12 anni fa ho conosciuto Antonio Pipitone, figlio di Vito e Filippa. Gli ho promesso che avrei scritto il suo racconto, che oltre ai fatti storici, era pieno d’amore. Così nasce questo lavoro”.
“Filippa è simbolo vivo di chi lotta per la giustizia e la verità – afferma il regista Francesco Stella –. Simbolo di chi non ha “semplicemente” superato il dolore, perché certi dolori non si superano mai, ma lo ha oltrepassato, facendo della propria vita una testimonianza concreta di impegno per la lotta a tutte le mafie”.
Nell’atto unico “…Ed io l’amavo”, testo teatrale in siciliano, a parlare è la moglie di Vito Pipitone, sindacalista marsalese della Federterra (CGIL di allora) che l’8 novembre del 1947 fu freddato da un colpo di fucile allo stomaco. Il giorno dopo avrebbe dato vita ad una manifestazione contadina per la lottizzazione e assegnazione agli agricoltori del feudo Giudeo, in esecuzione della legge Gullo, secondo cui le terre incolte avrebbero dovuto essere divise tra i braccianti. Ma la nuova norma incontrava il dissenso dei latifondisti e della mafia. Vito fu ucciso mentre, in bicicletta, andava a trovare la madre. Lasciò la moglie Filippa e quattro figli. Da quella notte la vita di Filippa cambiò radicalmente. L’atto unico ripercorre la loro vita insieme, l’amore di Filippa per il marito, la sua dedizione per “quelle mani che seppur “abbruciate di lu suli e cu l’ugna nivure”, lei amava tanto. Sullo sfondo una Marsala post guerra, fatta come coperta in patch work dove ogni contrada è un pezzo di colore diverso, memore del bombardamento degli americani, in seguito al quale gli ‘nfami saccheggiarono tra le macerie per poi diventare alleati dei campieri, dei mafiosi.  L’appuntamento è per venerdì 26 agosto alle ore 19,30 (biglietti 15 euro zona A – 12 euro zona B) https://www.scurata.it/ed-io-lamavo-26-agosto/
La rassegna “’a Scurata”, ideata e organizzata dal Movimento artistico culturale città di Marsala – M.A.C., giunta alla V edizione, si avvale del patrocinio del Comune di Marsala e dell’ARS – Assemblea regionale siciliana. La manifestazione conta anche sull’apporto degli sponsor: Cantine Pellegrino, main partner degli eventi che dà il nome al teatro “Pellegrino 1880”, unico teatro a mare, completamente ecologico e rispettoso della laguna della riserva naturale dello Stagnone dove gli artisti si esibiscono a pelo d’acqua, ma anche di Zicaffè, Medipower e Imera Imballaggi.
L’intera rassegna è interamente dedicata all’indimenticabile Enrico Russo che ha dato un eccezionale contributo alla crescita della cultura dell’arte e soprattutto del teatro nel nostro territorio.
NB: Le foto in allegato sono di Michele Moretti gentilmente concesse per la pubblicazione.
La rassegna prevede un altro spettacolo che si terrà martedì 30 agosto: il concerto di Mario Venuti “SOLO” alle ore 19,30 – biglietto 25 euro
Mario Venuti suona la sua anima “SOLO”, con chitarra e voce. Strumenti che dipingono i 30 anni di carriera dell’artista catanese, di musica italiana che si intinge nel mondo, che con la sua vocalità abbraccia le sonorità brasiliane e sudamericane. Occasione unica di toccare la profonda identità artistica e umana di un musicista secondo cui “il pop è un termine nobile, che unisce Domenico Modugno e Luigi Tenco, Elvis Costello e i Talking Heads, i Beatles e Lucio Battisti”. Immancabili i suoi pezzi storici, ma anche i nuovi successi nell’arrangiamento più puro, quello in cui sono nati, e proporrà inoltre canzoni che del nuovo disco “Tropitalia”.

I Carabinieri della Radiomobile della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno arrestato due catanesi di 28 e 35 anni, sorpresi nella flagranza di reato di detenzione di sostanze stupefacenti a fine di spaccio. Sospetti investigativi e riscontri hanno indotto i militari ha perquisire un appartamento in una palazzina in viale Nitta. L’intervento è stato facilitato dagli stessi spacciatori che avevano incautamente lasciato la porta d’ingesso socchiusa. Dunque l’irruzione dei Carabinieri li ha sorpresi, impedendo qualsiasi tentativo di fuga. I due spacciatori, di cui uno risulta essere percettore di reddito di cittadinanza, sono stati sorpresi durante l’operazione di pesatura della droga che avevano risposto su un tavolo in varie bustine di plastica, contenenti complessivamente circa 400 grammi di marijuana, 25 di cocaina e 15 di crack, oltre a materiale per il confezionamento delle singole dosi, due bilancini di precisione, 3 fogli di block notes con appunti attestanti l’attività di compravendita con quantità e nominativi, nonché la somma di 38 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio. E poi un listino prezzi della droga incollato sul tavolo, innanzi a cui si sarebbero alternati gli acquirenti in fila.

Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti sono intervenuti in una traversa del viale Emporium, tra il Villaggio Peruzzo e San Leone, e hanno denunciato alla Procura di Agrigento per rissa cinque persone, tutte imparentate tra di loro, sorprese a picchiarsi. A scatenare l’azzuffata sarebbe stata la gestione di un’anziana familiare disabile. Schiaffi, pugni, calci e anche bastonate con una scopa. Tutti sono ricorsi alle cure mediche in ospedale, per graffi, escoriazioni e contusioni.

Oltre a Giuseppe Lupo, che conferma sostegno al Pd, anche Angelo Villari ritira la propria candidatura alle Regionali con il Partito Democratico e abbraccia Cateno De Luca. Dito puntato contro Barbagallo.

Angelo Villari, ex segretario della Cgil di Catania e segretario provinciale del Partito Democratico, è stato tra i coinvolti nel vortice delle polemiche che si è scatenato intorno alla presenza nelle liste elettorali del Pd per le Regionali di candidati inquisiti. Lui, Villari, ex assessore comunale, è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta a carico dell’amministrazione di Enzo Bianco per il dissesto del Comune di Catania. Angelo Villari ha giocato d’anticipo e ha ritirato la propria candidatura “sbattendo la porta” e aderendo a “Sicilia Vera” di Cateno De Luca. E commenta: “Quanto è avvenuto in queste ore è il risultato di una gestione da parte del segretario regionale del Pd, Barbagallo, personalistica e in assenza di collegialità. Da segretario provinciale di Catania, seconda città della Sicilia, apprendo solo dalla stampa quanto è avvenuto e che ha mortificato le strutture provinciali e tutto il gruppo dirigente siciliano”. E poi aggiunge: “L’intera comunità politica regionale è stata lasciata all’oscuro in queste ore con continui rinvii da parte degli organi del partito. Da giorni sono stato sulla stampa per una incandidabilità inesistente, priva di fondamento giuridico, senza alcuna solidarietà politica. Sono io adesso che, in questo fallimento, ritiro la mia disponibilità a candidarmi in un partito che partendo dal ‘campo largo’ si è ridotto alla totale irrilevanza politica. Spero che anche il segretario regionale, a questo punto, abbia il coraggio di ritirare la sua candidatura al Parlamento nazionale, perché la nostra comunità non capirebbe un tale premio”. E contro Anthony Barbagallo punta il dito anche Antonio Rubino, coordinatore degli “Orfiniani” di Sicilia, che spara: “Adesso diventano chiare le ragioni della fuga alla Camera dei deputati. Barbagallo adesso si assuma la responsabilità di avere condotto una strategia deliberatamente fallimentare. E’ troppo tardi per gridare vergogna ai 5 Stelle e pensare di farla franca dopo avere praticato ritorsioni su chiunque abbia espresso dubbi su questa alleanza sgangherata e contraddittoria con il movimento di Conte”. Nel frattempo anche Giuseppe Lupo, capogruppo del Partito democratico all’Assemblea Regionale Siciliana e neo consigliere comunale a Palermo, annuncia che non sarà in lista: “Sosterrò le liste del Pd alle prossime elezioni Regionali e Nazionali, e Caterina Chinnici per la presidenza della Regione Siciliana, anche se ho deciso di non ricandidarmi all’Assemblea per non alimentare una strumentale polemica che danneggerebbe il Pd”.

“All’Asp di Agrigento anche le cose semplici diventano complicate e piuttosto che definirle si mette altra carne al fuoco, l’approssimazione e l’instabilità regnano sovrane”.
Lo dice il deputato regionale di Prima l’Italia, l’agrigentino Carmelo Pullara.
“E’ il caso della mobilità interna degli infermieri – continua Pullara – che dopo lungo lavorio ha visto la luce con la delibera 1054 del 17 giugno 2022. Ad oggi piuttosto che dare corso, se pur con gli aggiustamenti necessari, alla suddetta procedura si continuano a dare incarichi temporanei. La definizione della mobilità interna per il personale infermieristico darebbe stabilità già in un mondo tra mille difficoltà, utilizzando invece il personale a tempo determinato per supportare l’attività sanitaria già carente di figure mediche. Mi auguro che entro il corrente mese la procedura venga avviata. Augurandomi allo stesso tempo la definizione del lungo iter dell’aumento a 36 ore del personale covid, per il quale avevo più volte sollecitato, ma che ad oggi è stato fatto solo per gli infermieri mentre per gli OSS purtroppo ancora no”.

Una biennale di Arte e Architettura nella Valle dei Templi e un nutrito pacchetto di idee, come convegni, mostre, manifestazioni ludiche e culturali, concerti, eventi per promuovere i nostri prodotti enogastronomici e una serie di itinerari turistici tematici per valorizzare e mettere in rete le eccellenti risorse del nostro territorio. Sono queste, e tante altre, le idee degli architetti che hanno inviato al Comune di Agrigento un documento, redatto dall’Ordine provinciale e dalla Fondazione Architetti nel Mediterraneo, quale contributo alla redazione del dossier di supporto alla candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura.

“Affinché la candidatura sia competitiva – afferma il presidente dell’Ordine degli architetti, Rino La Mendola – la Città dei Templi, fruendo della sua preziosa collocazione geografica e capitalizzando il grande patrimonio culturale, architettonico, archeologico, monumentale e artistico di cui dispone, deve puntare, a nostro avviso, ad assumere il ruolo di Porta di Europa nel Mediterraneo dal punto di vista culturale ed economico-commerciale. In questo contesto, puntando sull’impegno dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Micciché e sull’efficienza del Parco Archeologico, diretto dal collega Roberto Sciarratta, lanciamo l’idea di istituire, nella Valle dei Templi,  una biennale di arte e architettura che coinvolga artisti e architetti di chiara fama internazionale i quali  sarebbero chiamati, con cadenza biennale, a offrire il loro contributo artistico e professionale per alimentare un crescente confronto culturale tra i  Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, stimolando contestualmente nuova arte e nuova architettura contemporanea di qualità”.

“Le nostre proposte – spiega il presidente della Fondazione Architetti nel Mediterraneo, Piero Fiaccabrino – puntano a valorizzare e a promuovere l’eccellente patrimonio culturale agrigentino: dall’arte all’architettura, dai beni culturali al paesaggio, dalla storia all’archeologia, non dimenticando i nostri prodotti eno-gastronomici. Ecco perché, con il nostro documento, abbiamo proposto una serie di itinerari turistici finalizzati a  mettere in rete le emergenze principali del nostro territorio, con le fortificazioni greche della città di Agrigento, con gli ipogei che attraversano il suolo della città, con le miniere di zolfo che hanno caratterizzato a lungo la storia di diverse comunità provinciali, con i monasteri e con  le attività artigianali di pregio, come quelle della ceramica; il tutto completato dalla “via del vino”, quale percorso turistico  di collegamento delle principali cantine agrigentine, oramai famose nel mondo”.

Gli architetti, nel documento di dodici pagine, sottolineano che le idee saranno ovviamente proposte alla condivisione non solo con il Comune di Agrigento, il Consorzio Universitario Empedocle e con gli altri soggetti promotori della candidatura ma anche, e soprattutto, con le istituzioni competenti sul territorio provinciale, quali, ad esempio, il Parco della Valle dei Templi, la Soprintendenza ai Beni culturali, l’Arcidiocesi, le Amministrazioni comunali della provincia, …

Il Documento, condiviso dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti nel Mediterraneo, è stato redatto da un gruppo di lavoro composto da Rino La Mendola, Piero Fiaccabrino e dal consigliere della stessa Fondazione Alfonso Micciché.

Ad Agrigento, al Villaggio Peruzzo, i poliziotti della Squadra Volanti hanno denunciato una donna di 31 anni. Il titolare di un bar ha rifiutato di servirle da bere. Lei, ubriaca fradicia, peraltro dopo avere infastidito dei passanti, ha arraffato una bottiglia di vino da 20 euro e si è dileguata. Quando si è imbattuta nei poliziotti si è denudata e si è scagliata contro di loro. Un’ambulanza del 118 l’ha trasportata in ospedale. Lei durante il tragitto ha danneggiato un apparecchio all’interno del mezzo. In ospedale ha tentato di aggredire il personale sanitario. Le si contestano i reati di resistenza a Pubblico ufficiale, minacce aggravate, rifiuto di fornire le proprie generalità, e danneggiamento aggravato.