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I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento hanno eseguito sette Ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti dei vertici e degli affiliati della famiglia mafiosa di Menfi (Ag). Il blitz, ordinato nella notte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo con il nome in codice “Operazione Opuntia”, è stato eseguito da 100 militari, con l’ausilio di unità cinofile e di metal detector per la ricerca di armi. Gli arrestati sono tutti ritenuti responsabili di appartenere all’associazione mafiosa armata denominata “Cosa Nostra agrigentina” e di aver perseguito, nella valle del Belìce, il controllo di attività economiche e di appalti pubblici. Documentati collegamenti con capi mandamento e capi famiglia di Sciacca (AG) e dintorni. Numerose perquisizioni sono ancora in corso.

Grandangolo

 Il boss Giuseppe Quaranta, ritenuto capomafia di Favara, ha deciso di parlare con i magistrati il 29 gennaio scorso dopo essere stato nuovamente arrestato il 22 gennaio nell’operazione ‘Montagna’ che ha colpito le cosche mafiose dell’agrigentino.

I boatos, negli ultimi tempi erano divenuti insistenti a tutti a Favara sapevano che con molta probabilità, Quaranta aveva deciso di saltare il fosso. Soprattutto la notizia aveva assunto i contorni della certezza quando ci si è resi conto dell’assenza contemporanea da Favara di tutti i parenti del nuovo pentito.

Giuseppe Quaranta, già indagato nell’inchiesta “Kronos” promossa dalla Procura della Repubblica – Dda – di Catania, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Proelio” condotta dalla Procura della Repubblica di Ragusa, non sembrava un personaggio di spicco della mafia favarese. Anzi, al contrario, sembrava defilato. Poi, la conoscenza con Pasquale Alaimo, mafioso più volte arrestato e condannato, fedelissimo di Maurizio Di Gati, capo della mafia agrigentina per lungo tempo, spodestato da Giuseppe Falsone, al quale Quaranta aveva fornito assistenza durante la latitanza.

Il boss ha iniziato a collaborare con i magistrati della Dda di Palermo: Insisto nella volontà di collaborare con l’autorità giudiziaria e prendo atto degli obblighi e dei doveri che tale scelta comporterà. Faccio ciò per il bene della mia famiglia – ha detto – e mio personale, perchè sono stanco, ho avuto tante delusioni da queste persone Sono deciso a 360 gradi e pronto a riferire di quello che so, che ho sentito dire in giro e di quello che ho fatto. Penso  che a seguito  della  mia  scelta possa  essere esposta a pericolo  la mia famiglia che vi invito a tutelare. Cosa nostra è come un vortice che prima ti fa bello e poi ti risucchia tutto fino a non poterne più uscire”.

Giuseppe Quaranta ha raccontato di essersi occupato nel 2002-2003 della latitanza del capomafia agrigentino Maurizio Di Gati, trovando un casolare adatto a nasconderlo e portandogli il cibo.

E lo stesso Di Gati, interrogato nel 2007, aveva già svelato tutto trovando oggi adeguata conferma: “Ora lo riconosco, tutto il 2005 ho passato la latitanza con lui, Giuseppe Quaranta. Ho comprato con lui, a nome suo, una casa di un certo Lombardo Domenico di Agrigento, se l’è intestata Quaranta Giuseppe. Dopo che io me ne sono andato via da quella casa lui ha fatto lavori. I soldi ce li ho messi io. E’ vicino a Cosa nostra, l’ha avvicinato Pasquale Alaimo. Non è parente di Quaranta Vincenzo il compare di Pompeo Rosario di cui ho appena parlato. Invece ha un fratello che si chiama pure Quaranta Vincenzo che ha un deposito di materiali inerti, ed io lo conosco personalmente tramite Pasquale Alaimo, abbiamo anche mangiato insieme una volta a Castrofilippo da Angelo Alaimo, ed un’altra volta nella casa di campagna di Pasquale Alaimo, durante la mia latitanza, forse anche più volte. Questo Quaranta Giuseppe che ho riconosciuto lavora nella spazzatura a Favara, raccoglie le bottiglie di vetro nei bar, lavora mezz’oretta con Salvatore Coiro e poi non fa più niente. Formalmente l’impresa da cui dipende è di Peppe Gaglio di Porto Empedocle, che ha l’appalto a Favara. Questi due Quaranta Vincenzo e Peppe sono vicini a Cosa nostra. Recentemente Peppe Quaranta nell’ultimo anno si è avvicinato molto a Calogero Costanza “naschino” il figlio di Antonio….”

Quaranta – ha rivelato ai pm Claudio Camilleri, Calogero Ferrara e Alessia Sinatra ed al capitano dei carabinieri Luca Armao – sarebbe stato ‘combinato’ dal padrino di Santa Elisabetta Francesco Fragapane nel 2010. L’indagato ha ammesso di avere rivestito un ruolo di vertice della famiglia di Favara fino al 2013-2014 e ha parlato di estorsioni a ditte edili, ma anche di extracomunitari, traffico di stupefacenti, droga, armi, omicidi e politici collusi con la mafia. 

Proprio questi ultimi argomenti sono stati omissati dagli inquirenti e chiaramente si comprende che sono state avviate indagini delicatissime.

Quaranta ha anche fatto nomi e cognomi di chi, sullo sfondo la supremazia nel traffico di stupefacenti – sta combattendo una guerra cruenta sull’asse Belgio – Favara.

Il neo pentito ha spiegato ai pm della Dda che “l’unica famiglia mafiosa presente a Favara appartiene a Cosa nostra e ne fanno parte Vella Giuseppe, Pasquale Fanara, Valenti Stefano, Valenti Gerlando, Blando Giuseppe, Limblici Calogero, Pullara Luigi e Angelo Di Giovanni. Almeno questo succedeva nel periodo in cui c’ero io. Ci sono altri gruppi criminali che noi chiamiamo ‘Paraccari’ che hanno un capo e un sottocapo, ma se devono fare attività criminali devono chiedere a noi di Cosa nostra”.

Il boss sarebbe stato capo di Favara tra il 2010 e il 2013-2014. Poi fu “posato” perchè a un certo punto mi ero stufato e non mi facevo trovare da nessuno – ha detto – quindi non essendo più ‘produttivo’ fu informato Francesco Fragapane a cui fu detto che non ero più disponibile. Mi venne detto che non dovevo più ‘camminare’ a nome di Fragapane e io ne fui felice…”.

Per quanto riguarda le elezioni Quaranta ha riferito che “il candidato a sindaco di Favara non lo sceglie la famiglia mafiosa e di non essere a conoscenza di candidati che hanno chiesto voti”. Grandangolo

“Intere pagine copiate da Wikipedia, pagine di giornale, documenti di altri partiti, nel programma dei 5 stelle. La scoperta fatta, e dimostrata punto per punto, dalla stampa è sconcertante”.
 Lo dichiara la capolista di Forza Italia nel collegio Sicilia 3 Giusi Bartolozzi.
 “Qual è – aggiunge – la credibilità di un partito politico che dichiara di fare il programma con la partecipazione dei cittadini e poi lo fa con il copia e incolla da internet? È una presa in giro incredibile“.
 “Probabilmente sono davvero convinti che gli italiani siano come li ha definiti ieri l’esponente dei 5 stelle Di Battista“, ha concluso la candidata di Forza Italia.
 
 

Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti, capitanata dal vice Questore, Cesare Castelli, hanno arrestato Alessandro Rizzo, 25 anni, sorpreso in flagranza di reato di rapina e di rifiuti dell’accertamento dello stato di ebbrezza. Nottetempo i poliziotti sono stati allarmati da una telefonata al 113: un uomo è stato picchiato e rapinato della sua automobile da un conoscente. La Polizia ha prima soccorso il ferito, non gravemente, e poi ha rintracciato Alessandro Rizzo, colto in evidente stato di ebbrezza alcolica. Il 25enne è ristretto ai domiciliari.

Il deputato regionale del Partito Democratico, Michele Catanzaro, vice presidente della Commissione Attività Produttive che ha appena ascoltato i diretti dei Consorzi di bonifica, ritiene urgente intervenire per fronteggiare l’emergenza idrica incombente a causa delle scarse piogge. Catanzaro afferma: “La riduzione delle precipitazioni, ed il conseguente calo delle riserve idriche, rischia di influire negativamente sulle produzioni agricole e sull’intera economia del comparto nell’isola. Le riserve idriche all’interno degli invasi dei consorzi di bonifica si sono ridotte notevolmente nelle ultime settimane e rischiano di essere insufficienti per fronteggiare le esigenze irrigue durante la stagione estiva. La Commissione, ha accolto la mia proposta di richiedere al governo regionale l’istituzione, presso l’assessorato all’Agricoltura, di un’Unità i crisi . E’ indispensabile valutare nel più breve tempo possibile le misure necessarie per affrontare la grave crisi idrica che rischia di danneggiare in maniera irrimediabile l’intera produzione agricola”.

A Licata, in via Gela, un’automobile Fiat Stilo non ha obbedito all’alt imposto dalla paletta rossa sollevata dai Carabinieri impegnati in un posto di blocco per controlli. Il conducente dell’auto ha accelerato e ha quasi investito un Carabiniere. Si è scatenato l’inseguimento. Due gazzelle dei Carabinieri si sono subito piazzate alle spalle dei fuggitivi e dopo una corsa ad elevata velocità li hanno acciuffati lungo la statale 115. All’interno dell’automobile i militari dell’Arma hanno scoperto e sequestrato un coltello a serramanico e tre flaconi di metadone. Le quattro persone a bordo, tre uomini ed una donna, sono state arrestate ai domiciliari per porto ingiustificato di armi e oggetti atti ad offendere e resistenza a Pubblico Ufficiale.

Si terrà domani, 9 febbraio 2018, alle ore ore 11:30 nei locali della curia Arcivescovile di Agrigento (p.zza don Minzoni), la conferenza stampa congiunta Arcidiocesi-Comune di Agrigento al termine della consegna in via d’urgenza dei lavoriper le “opere di manutenzione straordinaria della cattedrale di Agrigento, consolidamento e miglioramento statico”. Lavori propedeutici all’intervento sulla collina.
Alla conferenza stampa prenderanno parte il direttore dell’ufficio Beni Culturali della Curia don Giuseppe Pontillo e il sindaco di Agrigento Lillo Firetto.

La generosa donazione di un televisore di ultima generazione consente di arricchire la dotazione di strumenti, attrattive e divertimenti destinati ai bambini del reparto di pediatra del presidio ospedaliero “san Giovanni di Dio” di Agrigento. Grazie al gesto di sensibilità ed altruismo dei dipendenti del “Gruppo Bruno Euronics” di Agrigento, Castrofilippo, Licata e Caltanissetta, la già accogliente sala comune dell’Unità di pediatria, diretta dal dottor Giuseppe Gramaglia, può adesso disporre di un ulteriore elemento di confort e svago per i piccoli pazienti ricoverati. “A nome della Direzione strategica dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento ma anche di tutti i bambini del reparto – afferma il commissario Asp, Gervasio Venuti – esprimo un vivo ringraziamento ai dipendenti del “Gruppo Bruno Euronics” per aver compiuto questo gesto di generoso altruismo. L’assistenza ospedaliera e territoriale deve certamente fare tesoro della collaborazione che, in vario modo, può arrivare dalla società civile, dalle associazioni di volontariato e, perché no, anche dalle aziende private. E’ un modo per fare comunità, per agire in sinergia nell’intento condiviso di migliorare costantemente la qualità dei servizi sanitari offerti”.

Presso la sede di Confcommercio|Imprese per l’Italia di Agrigento è possibile effettuare le visite mediche in ottemperanza al D. Lgs. 81/2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, decreto che stabilisce l’obbligatorietà della sorveglianza sanitaria effettuata dal medico competente.

La prossima data utile per le visite è mercoledì 21 febbraio. A partire dalle 9 il medico del lavoro sarà disponibile presso la nostra sede per quanti vorranno effettuare la visita.

Si ricorda che è necessaria la prenotazione
Per maggiori informazioni e prenotazioni: 0922-22791 o agrigento@confcommercio.it.

Il 2017, secondo i dati dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, ha registrato un’anomalia pluviometrica e verrà ricordato per il record di siccità che lo ha caratterizzato. A partire dal mese di dicembre del 2016, si sono susseguiti mesi caratterizzati da scarse precipitazioni di oltre il 50% della media registrata negli stessi periodi degli anni passati. 

Nel 2017, quindi, si è registrato un record di siccità ed è stato l’anno meno piovoso dal 1800.

Fiumi, torrenti, sorgenti, invasi, dighe, bacini quasi a secco  per l’assenza di piogge. La Sicilia è sempre più stretta nella morsa della siccità. All’inizio di Febbraio 2018, l’Osservatorio delle acque della Regione Siciliana ha diramato il bollettino sul livello degli invasi dell’isola: al 31 gennaio sono presenti in tutto 177,8 milioni di metri cubi d’acqua, contro una capacità d’invaso da 830,1 milioni di metri cubi.

I 23 laghi artificiali ad uso irriguo, presentano un deficit di 6,36 milioni di metri cubi d’acqua in meno. La situazione dei bacini idrici della Sicilia è tanto più grave se raffrontata ad un anno fa: il 31 gennaio 2017 nei 23 laghi siciliani vi erano ben 237,73 milioni di metri cubi d’acqua, ben il 25% in più rispetto a quella registrata appena ieri dall’Osservatorio acque della Regione Siciliana.

Ma non è tutta colpa della scarsità di piogge! Dissalatori guasti, dighe semi abbandonate, manutenzione dei condotti idrici mai fatte, reti colabrodo fanno da sfondo a questo scenario in Sicilia. E se Palermo si prepara al piano di emergenza predisposto dall’Amap, l’azienda pubblica per la gestione dell’acqua, che prevede  la distribuzione dell’acqua in turni di erogazione, i cittadini di Agrigento e Caltanissetta, da più di un decennio, ricorrono a cisterne e bidoni per l’approvvigionamento idrico.

Situazione idrica disastrosa: un’isola circondata dal mare che soffre la sete!

E’ prevista oggi, la convocazione del Consiglio dei Ministri, richiesta da contatti ed incontri avvenuti nei giorni scorsi,  che nominerà il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci  commissario straordinario per l’emergenza idrica. Il Presidente sarebbe affiancato, nella gestione delle due gravi emergenze, da due coordinatori che dovrebbero essere l’attuale prefetto di Palermo, Antonella De Miro e l’ex prefetto di Catania, Alberto Di Napoli, che è stato anche più volte commissario straordinario per diversi tipi di emergenze ambientali.

Musumeci da commissario avrebbe poteri speciali per affrontare le emergenze. Avrebbe la  possibilità di derogare ai  tempi lunghi degli iter amministrativi per realizzare alcuni appalti che permetteranno di aumentare le scorte ed evitare il razionamento dell’acqua.

“Bisogna attivare le sorgenti disponibili e non ancora canalizzate in rete, aveva spiegato  Nello Musumeci qualche giorno fa.  Penso alla fonte di Scillato, capace di 1000 litri al secondo ma che oggi è limitata a 400 al secondo per via di una frana che ha danneggiato le condotte. Stiamo avviando una ricognizione di tutti i pozzi privati . Sappiamo che ci sono anche pozzi di privati vicini ad ambienti mafiosi. Ho chiesto un elenco di tutti i pozzi all’Amap. Poi inizieremo a requisirli. Nel lungo periodo la soluzione è però legata alla realizzazione di impianti: servono i dissalatori”.

Nonostante, il meteo ha annunciato precipitazioni copiose in questi giorni in Sicilia, queste non potranno  sopperire alla grave emergenza idrica dell’isola!