“È mai possibile che nessuno si indigni di fronte al fatto che né i genitori della bambina siciliana fatta prostituire e né i due uomini che l’hanno violentata sono finiti in carcere ma solo agli arresti domiciliari?”. È l’interrogativo del responsabile Sicurezza di Civica Popolare e segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo per il quale “siamo di fronte ad un delitto infame che non richiede alcuna clemenza nei confronti dei responsabili tanto più in presenza di particolari raccapriccianti e a prove testimoniali raccontati oggi dagli organi di informazione su tutti i canali web e tv.
È da mesi che nel mio tour in giro per le principali città italiane e gli istituti penitenziari sui temi della sicurezza dei cittadini sostengo che oggi nel nostro Paese è diffusa una gravissima malattia: non si riesce a distinguere chi è la vittima e chi è il carnefice. In troppi casi si adottano provvedimenti giudiziari che non rispondono alla domanda di un Paese democratico e civile di fare vera giustizia. E per restare alla vittima – aggiunge Di Giacomo – non si sottovaluti che la bambina affidata ad una casa famiglia, per l’attuale meccanismo di legge, non potrà essere data in adozione in tempi ragionevoli. Ho seguito personalmente numerosi casi analoghi con il risultato che ci vogliono anni di procedimenti giudiziari e di complesso iter burocratico prima che per la giovanissima vittima di violenza possa scattare il via libera all’adozione. I numeri parlano chiaro; l’Italia non adotta più e, prima ancora che la crisi economica, la principale causa del fenomeno risiede nelle lungaggini burocratiche, oltre naturalmente ai costi. Non esistono più giustificazioni in merito; c’è bisogno di superare quei ritardi, che frustrano le coppie e danno una sensazione di sconforto a chi generosamente sceglie di accettare nella propria famiglia un figlio adottivo. Ci sono decine di migliaia di minori in istituti italiani, lontani dalle famiglie per le più svariate motivazioni che aspettano senza perdere la speranza che un giorno arrivino una mamma ed un papà ad accoglierli”.
Per spiegare la campagna “chi è la vittima e chi è il carnefice” Di Giacomo mercoledì 21 prossimo in mattinata terrà una conferenza stampa davanti l’ingresso del carcere dell’Ucciardone a Palermo.