Giuseppe Arnone, consigliere comunale del P.D. e candidato a sindaco di Agrigento, interviene su due rilevanti fatti politici, che investono anche il territorio agrigentino:
“La prima vicenda consente anche di mettere in luce in quale misura l’associazione Epolis intenda interpretare i diritti della borghesia più ricca e più egoista della città di Agrigento. ieri, il portavoce dell’associazione Epolis, Paolo Minacori, storico noto esponente della cultura di destra agrigentina, ha ritenuto di proporre in tv una serie di argomentazioni tanto negative e critiche quanto inconsistenti, per attaccare e denigrare l’importantissima riforma voluta dal Partito Democratico ed approvata dal Governo Monti, consistente nell’aumento del numero di farmacie sul territorio nazionale, ed anche nella città di Agrigento.
Intendo rispondere a Minacori evidenziando che il monopolio della vendita dei farmaci è una ingiustificabile situazione medioevale, che non conosce eguali nei paesi democratici e liberali. Abbiamo una casta, quella dei farmacisti, che guadagna milioni di euro con logiche palesemente antidemocratiche.
La salute dei cittadini si tutela prescrivendo ed imponendo che i farmaci debbano essere sempre commerciati da strutture ove siano presenti e operino farmacisti professionisti. Poi non vi è motivo di limitare a caste familiari, che si trasmettono da padre in figlio, l’esercizio delle attività di vendita dei farmaci.
Bene ha fatto Monti a prevedere per Agrigento l’apertura di un’altra serie di nuove farmacie, e meglio ancora avrebbe fatto se avesse previsto la totale liberalizzazione dell’apertura di detti esercizi, come avviene per gli altri prodotti in commercio.
Vuole spiegare Minacori come avviene la vendita dei farmaci negli Stati Uniti d’America o nelle civilissime Svezia o Germania?
Minacori, poi, non dice il vero quando afferma che all’apertura delle nuove farmacie corrisponderebbe una diminuzione del lavoro dei giovani farmacisti. E’ vero esattamente il contrario: la libera concorrenza fa sì che vi siano molti più servizi per i cittadini, ad un prezzo inferiore, nonché un impiego di giovani farmacisti presso le farmacie che si andranno ad aprire. Ed ancora, un incremento di occupazione nelle farmacie già aperte, che dovranno offrire servizi in un regime di effettiva concorrenza.
Certo, Minacori ha ben ragione di avercela con il Governo Monti e con il Partito Democratico, perché l’apertura di nuove farmacie diminuirà gli enormi guadagni delle farmacie esistenti. Ma, parafrasando una celebre frase di un noto cult-movie, potremmo dire: “Questo è il libero mercato. Adeguati, bellezza!”
Lo stesso potrebbe dirsi per le stranissime (o comprensibilissime, dipende dai punti vista) prese di posizione di Epolis su auspicate “revisioni in diminuzione dell’area di Parco Archeologico della Valle dei Templi”, recentemente stigmatizzate dall’associazione Legambiente. Quali sono i reali interessi difesi?
Per quanto riguarda, invece, il quadro regionale, occorre sottolineare agli occhi dell’opinione pubblica i meriti che un organo serio e severo nella tutela dei conti pubblici, ossia la Corte dei Conti, ha appena attribuito al Governo Lombardo e agli assessori indicati dal Partito Democratico, Pier Carmelo Russo e Giosuè Marino, per aver incisivamente avviato la liquidazione degli ATO rifiuti. E, in particolare, per aver smantellato – per utilizzare le stesse parole della Corte dei Conti – il quadro legislativo che consentiva “gravi irregolarità ed illegalità nella gestione dei rifiuti solidi urbani dal 2007 al 2009”, e ciò grazie, appunto, alla “legge regionale che mette in liquidazione le 27 società d’ambito e ricostruisce un ordinato sistema di gestione”.