Riceviamo e pubblichiamo alcune precisazioni in ordine alla vicenda del depuratore del Villaggio Peruzzo e del sistema fognario depurativo della fascia costiera inviateci degli ingegneri Vincenzo Rizzo e Giovanbattista Platamone:
Quali incaricati di pubblico servizio da parte del Comune di Agrigento per i lavori della rete fognante e relativi impianti della fascia costiera del territorio comunale, per i venticinque lettori interessati, riteniamo di dire:
‐ è del tutto condivisibile il comunicato stampa del PD di Agrigento, in quanto, pur essendo documento “politico”, si distacca da una prassi certamente non valida che caratterizza questo tipo di esternazioni, non limitandosi a genericità, ma affrontando concretamente i temi;
‐ privo di concretezza, contraddistinto da gratuita apoditticità, da facile retorica e farcito di espressioni offensive, come suo tipico stile, è invece il comunicato stampa di Arnone, nel quale non esiste neppure una sillaba che affronti il tema e giustifichi le prese di posizione;
‐ stupefacente appare la posizione della Soprintendenza: dagli anni ‘80 ha espresso il proprio nullaosta
per la realizzazione dell’Impianto del Villaggio Peruzzo, lo ha confermato per iscritto più volte e solo ora, dopo un trentennio nel quale si è proceduto a realizzare importanti opere allo stesso del tutto conformi, cambia improvvisamente parere, annunciando una revoca dello stesso nullaosta rilasciato, forse per una nuova posizione dell’attuale responsabile della competente sezione, arch. Terrana; posizione che, con evidenza oggettiva, non è sostenuta da alcuna disposizione normativa né è suffragata da serie considerazioni di merito sui contenuti e sulle soluzioni del progetto, tali da far comprendere che lo stesso non sarebbe rispondente a criteri di compatibilità paesaggistica. Su questo tema ci aspettiamo che la Soprintendenza, pubblicamente e, come si suol dire, democraticamente, citi norme vigenti e faccia discorsi ed analisi approfonditi –e non generici e tipicamente burocratici su come il progetto per cui è stato rilasciato il nullaosta di cui si ventila la revoca, è ora –solo ora non rispettoso del paesaggio o di altri valori tutelati.
‐ D’altra parte è bene far conoscere che posizione di diniego è stata anche assunta, sempre dalla Soprintendenza, e con istruttoria dell’arch. Terrana, in merito ad altro intervento fognante nella zona del Fiume Naro, sempre senza suffragio normativo, pur essendo l’intervento di cui si parla conforme alla programmazione fognaria vigente all’epoca. La conseguenza del mancato rilascio, in questa occasione, del nullaosta ha comportato la perdita del finanziamento e la mancata realizzazione delle necessarie fognature nella zona, con conseguente mantenimento, ed anzi aumento, dell’inquinamento.
‐ Con la soluzione che apprendiamo dai media per il sistema fognario della fascia costiera sembra –e non potrebbe essere diversamente che la Soprintendenza, per bocca del Dirigente di sezione arch. Terrana, accetti che si realizzi una conduttura di collegamento fra il sito dell’ Impianto del villaggio Gescal e l’Impianto S. Anna, conduttura da realizzarsi in piena zona archeologica “A” a seguito di uno scavo lungo oltre 3 chilometri, mentre, per la fognatura del Fiume Naro non si è ritenuto di assentire la messa in opera di una tubazione molto più breve –solo alcune centinaia di metrinell’arenile con dune, pur essendo stata prevista la utilizzazione di tecnologia nodig, ovvero senza operare scavi, ed essendo stati previsti altri accorgimenti all’avanguardia per la più scrupolosa salvaguardia della conformazione e degli aspetti biologici connessi con la conservazione fisica dell’arenile con dune.
‐ Vorremmo chiedere all’arch. Terrana chi è il suo ispiratore per queste posizioni noi avremmo qualche idea che di fatto impediscono la realizzazione di opere conformi alla programmazione comunale sancita normativamente, creando il perdurare del danno ambientale connesso alla mancata realizzazione del sistema fognario.
‐ Tornando al tema iniziale della validità o meno delle soluzioni del sistema fognante che sembra sia stato prescelto, chiediamo ancora una volta a chi di competenza, all’autore cioè delle scelte, quanto costa questa soluzione in termini di investimento iniziale (costo delle opere) ed in termini di costi ricorrenti gestionali (tra cui i consumi energetici ed i relativi inquinamenti che dovrebbero pur essere considerati specie da ambientalisti) da attualizzare, da trasformare cioè in un importo equivalente ad una spesa effettuata all’attualità anziché diluita nel tempo. E torniamo a chiedere quanto costa, negli stessi termini di cui si è detto, la soluzione oggi codificata e per cui sono stati effettuati ingenti investimenti di denaro pubblico che andrebbe, in non trascurabile parte, perduto. Altra nostra richiesta riguarda la comparazione fra i tempi direalizzazione del sistema.
‐ Occorre anche chiarire in modo inequivoco a chi farebbe carico questa maggiore spesa, alla mano pubblica in senso lato, certamente, o direttamente ai fruitori agrigentini del sistema fognario? La tariffa da corrispondere resterebbe immutata o verrebbe aumentata in relazione ai maggiori costi?
Se qualcuno, comunque, chiedesse un risarcimento per questi maggiori costi, ampiamente immotivati –o anzi motivati da chi si risveglia dopo trent’anni, chi dovrebbe pagare?