Ci sarebbe un filo comune che lega l’omicidio di Carmelo Ciffa avvenuto a Favara il 26 ottobre 2016 e il tentato omicidio di Carmelo Nicotra, avvenuto sempre a Favara lo scorso 23 maggio. I due fascicoli sono stati unificati e degli stessi si sta occupandola Dda di Palermo, nello specifico a condurre le indagini sono i pm Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinistra
E proprio i pm hanno chiesto a due degli indagati per l’agguato di via Torino, dove nel mirino dei killer finì Carmelo Nicotra, di sottoporsi al test del Dna, test da comparare con un mozzicone di sigaretta ritrovato sul luogo dell’agguato.
Si tratta di Antonio Bellavia, 44 anni, e Calogero Bellavia, 27 anni, entrambi di Favara, finiti in manette per i reati di detenzione e porto illegale di arma clandestina e munizioni e per il reato di ricettazione. Una delle due armi rinvenute in possesso dei Bellavia risulta essere stata rubata a Carmelo Nicotra.
La richiesta di prelievo del Dna è stata fatta a Calogero Bellavia che ha negato l’autorizzazione, stessa richiesta verrà presumibilmente fatta anche allo zio Antonio Bellavia. Entrambi si trovano attualmente in carcere.
I pm, in caso di rifiuto anche del secondo dei due congiunti potrebbero chiedere al giudice il prelievo coattivo.
Dicevamo dell’agguato a Carmelo Ferraro. Soltanto un inconveniente accaduto durante l’agguato – lo scorso 23 maggio – gli ha salvato la vita riuscendo ad uscire quasi indenne, fu ferito ad un gluteo, da una pioggia di proiettili sparati da un kalashnikov e una pistola calibro 9. Sei mesi dopo quell’episodio, la svolta: sei le persone indagate per il reato di tentato omicidio aggravato: si tratta dei favaresi Calogero e Antonio Bellavia, 27 e 44 anni, Calogero ed Emanuele Ferraro, 39 e 41 anni, e Carmelo Vardaro, 39 anni, (poi assassinato e dunque cancellato dal registro degli indagati) sotto indagine per tentato omicidio aggravato e ricettazione.
Nel registro degli indagati, per il reato di favoreggiamento, c’è anche la vittima dell’agguato, Carmelo Nicotra.