I 9 ELETTI DELLE TRE SIGLE SINDACALI:
– CISL: AURIA, SIRAGUSA E TRICOLI
– CGIL: PIRRERA, CAVALLARO E NINOTTA
– UIL: SAZIO E GALATIOTO
I 9 ELETTI DELLE TRE SIGLE SINDACALI:
– CISL: AURIA, SIRAGUSA E TRICOLI
– CGIL: PIRRERA, CAVALLARO E NINOTTA
– UIL: SAZIO E GALATIOTO
I carabinieri del comando di Agrigento hanno arrestato un elettrauto del luogo di 39 anni il quale aveva realizzato un allaccio abusivo alla rete elettrica presso la sua officina.
Al Villaggio Mosè, stessa sorte è toccata ad una donna di 44 anni che aveva realizzato un allaccio abusivo presso la sua civile abitazione.
Il tutto mentre i carabinieri stanno mettendo in atto un ampio programma di contrasto ai furti di energia elettrica nella provincia di Agrigento.
Oltre cinquanta, dall’inizio dell’anno, i controlli effettuati dai carabinieri in varie abitazioni e in altrettanti esercizi commerciali al fine di verificare irregolarità, nella maggior parte dei casi attuate attraverso allacci abusivi o attraverso l’utilizzo dei magneti. Il tutto con la fattiva collaborazione dei tecnici dell’Enel.
Allo stato sono state denunciate 20 persone mentre dodici sono state poste in stato di arresto.
La Corte d’Assise di Palermo condanna tutti gli imputati per la presunta trattativa Stato-mafia tranne Nicola Mancino. Prescrizione per Brusca e Ciancimino.
Il processo di primo grado sulla presunta “trattativa” tra Stato e mafia all’epoca delle stragi tra il 1992 e il 94 si è concluso a Palermo, nell’aula bunker dell’Ucciardone, innanzi alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Alfredo Montalto, che ha impiegato quasi 7 minuti per leggere la sentenza. Si sono svolte 201 udienze.
Poi lo scorso dicembre 2017 la Procura, tramite Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi, ha iniziato la requisitoria, proseguita fino alla fine di gennaio. Adesso gli esiti. I magistrati inquirenti hanno invocato 16 anni di carcere a carico del boss Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, e unico corleonese storico in vita dopo la morte di Provenzano e Riina. E Bagarella è stato condannato a 28 anni di carcere. Poi sono stati proposti 15 anni per l’ex comandante del Ros dei Carabinieri, il generale Mario Mori, già a capo del servizio segreto civile.
E Mori è stato condannato a 12 anni. E, così come preteso dalla Procura, 12 anni sono stati inflitti anche ad un altro ex Carabiniere in servizio al Ros a cavallo del periodo di tempo incriminato, il generale Antonio Subranni, al medico mafioso Antonino Cinà, e poi all’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, che attualmente sconta in carcere la condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Ne sono stati chiesti 12 ed è stato condannato a 8 anni il colonnello, all’epoca capitano del Ros, Giuseppe De Donno. E poi, a fronte di una richiesta di condanna a 6 anni, è stato assolto, “perché il fatto non sussiste”, l’ex ministro dell’Interno, Nicola Mancino, imputato di falsa testimonianza. E poi nulla per Giovanni Brusca, perché, con gli sconti di pena a favore dei collaboratori, il reato contestato, ossia minaccia e violenza a Corpo politico dello Stato, è prescritto.
E prescrizione è intervenuta anche per il reato contestato a Massimo Ciancimino, il concorso esterno alla mafia, perché risalente a non oltre il gennaio 1993. Però, contro Ciancimino la Procura ha chiesto 5 anni di reclusione per calunnia a danno dell’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro. E per tale imputazione Ciancimino è stato condannato a 8 anni. Secondo la tesi accusatoria, tra il 1992 e il 1994, alle stragi di Capaci, via D’Amelio, e agli attentati di Roma, Firenze e Milano, sarebbe seguito il tentativo di interrompere tale escalation tramite il dialogo con la mafia. E così la strategia stragista di Cosa nostra avrebbe ricattato lo Stato con la complicità di uomini dello Stato.
A.R. (teleacras)
La Procura di Agrigento invoca quattro condanne e otto rinvii a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sul “Borgo Scala dei Turchi”.
Gli imputati sono dodici: otto sono da rinviare a giudizio, e per gli altri quattro la pubblico ministero, Antonella Pandolfi, ha proposto al giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Francesco Provenzano, la condanna a 2 anni di reclusione ciascuno.
Si tratta di Gaetano Caristia, 72 anni, presidente della società siracusana Co.Ma.Er, Sebastiano Comparato, 83 anni, legale rappresentante e socio maggioritario della stessa società, Antonino Terrana, 60 anni, dirigente alla Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento, e Giovanni Francesco Barraco, 57 anni, direttore dei lavori. I candidati al rinvio a giudizio ordinario sono, tra amministratori e tecnici comunali di Realmonte, Giuseppe Farruggia, 64 anni, ex sindaco, Giuseppe Vella, 58 anni, a capo del settore Urbanistica ed edilizia, Cristoforo Giuseppe Sorrentino, 54 anni, funzionario dell’ Ufficio tecnico comunale e responsabile del procedimento della lottizzazione Comaer, e poi Giovanni Farruggia, 61 anni, e Daniele Manfredi, 57 anni, direttori dei lavori della lottizzazione Comaer.
E poi, tra i dirigenti alla Soprintendenza di Agrigento, Vincenzo Caruso, 62 anni, Agostino Friscia, 65 anni, e Vincenzo Carbone, 64 anni. A Realmonte la Comaer ha acquistato dei terreni per 60mila metri quadri in contrada Canalotto da un Istituto religioso di suore. E le suore li hanno ricevuti in dono dalle sorelle di un ricco medico defunto. E la società Comaer ha stipulato con il Comune di Realmonte una convenzione, nel 2008, con l’allora sindaco, l’ingegnere Giuseppe Farruggia.
Secondo la Procura agrigentina, il progetto di costruzione del Borgo Scala dei Turchi è stato adottato non legittimamente, e sono quindi illegittime le concessioni edilizie successive. E la trasformazione del terreno, gravato da vincoli paesaggistici e archeologici, sarebbe stata eseguita in mancanza di titolo abilitativo. Tra agosto e settembre 2013 MareAmico di Claudio Lombardo scopre che a Scala dei Turchi sono state progettate 25 villette di lusso per proprietari vip. Il Comune di Realmonte, e il sindaco dell’ epoca Piero Puccio, revocano in fretta e furia la delibera del 23 ottobre 2008 che ha approvato il piano di lottizzazione. Poi, l’assessore regionale a Territorio e Ambiente dell’epoca, Mariella Lo Bello, sguinzaglia i Commissari, che rilevano delle irregolarità, e la Regione ordina la sospensione dei lavori. E poi è stata la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Agrigento a sospendere le autorizzazioni di sua competenza concesse alla società di Siracusa, la Comaer.
A.R. (teleacras)
Questa mattina, nella sede di via Gaglio dell’Ordine degli Architetti, è stato firmato un protocollo d’intesa tra l’Ordine degli Architetti di Agrigento, presieduto da Alfonso Cimino, e l’ente di formazione e sicurezza per l’industria edilizia e affini,Esiea, presieduto da Tommaso Sciara.
Il protocollo sigla una collaborazione tra i due Enti a livello territoriale:
“Con la firma del protocollo d’intesa con l’Esiea di Agrigento, insieme al presidente Sciara diamo vita a una collaborazione che comincia fin da subito con il corso di formazione sul BIM (???),attivato con la Fondazione Architetti del Mediterraneo, in programma nei locali della Scuola Edile – dichiara Alfonso Cimino –Inoltre, con l’attivazione del protocollo, svilupperemo, insieme, le politiche per la nostra professione e per lo sviluppo del territorio. Obiettivo che rientra appieno in un percorso già avviato con Sicindustria e Ance Agrigento, perché riteniamo che la parte imprenditoriale sia fondamentale in un processo di rilancio del nostro territorio”.
“Oggi formalizziamo un’intesa e un’amicizia che dura da anni – afferma Tommaso Sciara – tra l’Ordine degli Architetti di Agrigento, oggi rappresentato da Alfonso Cimino, e l’Esiea, con la firma di un protocollo finalizzato a una più ampia collaborazione nell’ambito sia di politiche e materiali di sicurezza che di formazione professionale. E’ un grande giorno perché attiviamo una convenzione molto importante sia per il proseguo della professione degli Architetti,sia nella formazione, in ambito edile, degli operatori delle imprese presenti sul territorio agrigentino”.