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Il partito socialista agrigentino, tramite Sabrina Turano, Salvatore Valenti, Irene La Mattina e Giovanni Palillo, ha avviato una petizione popolare contro l’eventuale chiusura del Consorzio universitario di Agrigento. Un tavolo di raccolta firme sarà allestito ad Agrigento, venerdì prossimo, 20 aprile, e poi sabato 21 aprile, a Porta di Ponte, dalle ore 16 in poi. Gli stessi esponenti Psi affermano: “La presenza del Consorzio universitario nel territorio è indice di crescita e potenziale risorsa. I corsi andrebbero rivalutati diversificandone i contenuti”.

L’Ufficio Vertenze della Uil Provinciale di Agrigento interviene con Gero Acquisto e Roberto Migliara sulle anomalie e gli abusi che si registrano nei contratti di lavoro e sulla regolarità e il rispetto dei diritti per chi lavora nel nostro territorio, anche alla luce di altre morti sul lavoro, come il giovane precipitato dal traliccio ieri.

“I dati e le vertenze di lavoro purtroppo – continuano i due sindacalisti – in quest’ultimo anno hanno registrato ulteriori picchi che hanno reso la situazione una bomba sociale.
Sul nostro tavolo registriamo sempre più vertenze da parte di lavoratori vessati o che subiscono comportamenti contra legem da parte dei datori di lavoro.
Sul nostro tavolo arrivano sempre più denunce di lavoratori per vuoti contributivi in posizione assicurativa, abusi sui contratti a termine, licenziamenti che non rispettano le norme contrattuali, irregolarità del pagamento degli stipendi, mancate quote di accantonamento del tfr, lavoro nero.
E i settori sono trasversali: dall’edilizia ai servizi e fino all’agricoltura, questi comportamenti inquinano il mercato e vanno perseguiti senza esitazione dagli organi di controllo e la Uil ha dimostrato di essere sempre attenta ad anomalie o illeciti nei confronti dei lavoratori.
Come non si può far finta di nulla sulla sicurezza sui luoghi di lavoro; ormai è un bollettino di guerra. Anche questo ultimo caso di cronaca a Castrofilippo, con la morte del giovane di Bagheria, deve far riflettere le parti in campo, perché è troppo evidente che c’è qualcosa che non funziona e bisogna attivare tutti i controllo del caso nei cantieri, per ripristinare le normali condizioni di sicurezza e tutela sul posto di lavoro.
E’ chiaro che, a questo punto, chiederemo un incontro al Prefetto per sviscerare e trovare delle contromosse a una situazione che va risolta prima che si ripetano, purtroppo, altri casi mortali per eventuali imperizie o negligenze che non possono essere tollerate nel silenzio generale.
La Uil agrigentina esprime solidarietà alla famiglia Todaro per questa giovane vita spezzata a cui bisogna dare una risposta.”

 

Un incendio, sulla cui natura stanno indagando i Carabinieri della Stazione di Montaperto, si è sviluppato all’interno di un deposito agricolo di proprietà di un agrigentino, pensionato, di 60 anni, nella frazione di Giardina Gallotti.

 
Il fuoco ha danneggiato alcuni macchinari all’interno del deposito ma i danni sono stati contenuti grazie al tempestivo intervento dei pompieri.


 

Venerdì pomeriggio a Ribera la CGIL discute delle AREE INTERNE
PER UNA RINASCITA DEI TERRITORI RURALI E MONTANI

Le “aree interne” della provincia di Agrigento riguardano il 90.9 dei comuni; il 24.4 % della popolazione residente ed il 78,2% della superficie.
Il nuovo ciclo di programmazione 2014/2020 assegna un ruolo centrale allo sviluppo locale e alle politiche territoriali.
La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) è una strategia specificatamente dedicata a quelle aree dell’Isola che si caratterizzano per un più elevato e differenziato grado di marginalità e svantaggio.
In Sicilia sono state definite 5 aree che aggregano Comuni definiti intermedi, periferici e ultra periferici per la loro elevata distanza dai “centri erogatori di servizi”, sulla base della classificazione operata dal Comitato Tecnico Nazionale Aree Interne.
Una di queste Aree è nella nostra provincia.
Il 7 novembre scorso è stato approvato il preliminare Strategia dei “Monti Sicani”: sono 32 i milioni di euro per i comuni della SNAI: Alessandria della Rocca, Bivona, Cianciana, San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina, Burgio, Calamonaci, Cattolica Eraclea, Lucca Sicula, Montallegro, Ribera, Villafranca Sicula.
In queste Aree si dovranno, pertanto, attuare azioni finalizzate all’innalzamento quantitativo e qualitativo dei servizi essenziali rivolti alla popolazione insieme a progetti di sviluppo locale che dovranno essere indirizzati in particolare ai seguenti settori/ambiti tematici: tutela del territorio e comunità locali; valorizzazione risorse naturali culturali e turismo; sistemi agroalimentari e sviluppo locale; risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile; saper fare e artigianato.
La CGIL Sicilia, insieme a quella Agrigentina ed alla “neonanta” struttura di Zona di Sciacca, ritengono che sia giusto ed utile confrontarsi su queste tematiche: sulle tematiche della SNAI, su quella dei “piccoli comuni” che non sono dentro questa “Strategia” ma che vivono esattemente le stesse problematiche, più complessivamente sulle tematiche dello sviluppo.
Vero è che non è stata previsto alcun obbligo (a differenza di altri strumenti di “programmazione negoziata” del passato, (dai “patti territoriale” ai GAL) ma riteniamo che l’apporto positivo e propositivo delle nostre Organizzazioni sia utile.
Per discutere di tutto questo e dei problemi dei “piccoli comuni” organizziamo per VENERDI 20 APRILE alle ore 16.30 nella Sala Consiliare del Comune di Ribera una iniziativa cui parteciperanno:
• Massimo RASO Segretario CGIL Agrigento;
• Carmelo PACE Sindaco di Ribera
• Franco COLLETTI Segretario CGIL Zona Sciacca
• Ferruccio DONATO Resp. Dipartimento Attività Produttive CGIL Sicilia
• Filippo TANTILLO Ricercatore CNAI
• On. Girolamo TURANO Assessore Regionale Attività Produttive
Concluderà i lavori:
• MONICA GENOVESE Segretario Regionale CGIL Sicilia.

Sono stati invitati i Sindaci ed i Parlamentari Nazionali e Regionali eletti nella nostra provincia.

 

 

Si stringe il cerchio intorno a Matteo Messina Denaro. All’alba di oggi – su richiesta del della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo – gli agenti della Squadra Mobile di Palermo e Trapani, insieme ai militari del Ros di Trapani e ad agenti della Dia – hanno arrestato 21 persone ritenute “vicinissime” al super latitante di Castelvetrano. 

 

RUOLO APICALE. L’operazione “ha confermato il perdurante ruolo apicale di Matteo Messina Denaro della provincia mafiosa trapanese e quello di reggente del mandamento di Castelvetrano assunto da un cognato, in conseguenza dell’arresto di altri membri del circuito familiare”.

I PARENTI AI VERTICI DEI CLAN. Il legame di sangue guida il boss latitante Matteo Messina Denaro nella scelta degli uomini a cui affidare affari e gestione delle attivita’ illecite. Il vincolo mafioso finisce col coincidere con quello familiare. Il particolare emerge dall’inchiesta della Dda di Palermo che ha portato al fermo di 22 tra boss e favoreggiatori del clan di Messina Denaro tra i quali diversi suoi familiari. Le indagini nel tempo hanno individuato al vertice delle cosche il cognato del capomafia Filippo Guttadauro, poi il fratello Salvatore Messina Denaro, quindi il cognato Vincenzo Panicola e il cugino Giovanni Filardo. E ancora il cugino acquisito Lorenzo Cimarosa, poi pentitosi, la sorella Patrizia Messina Denaro, i nipoti Francesco Guttadauro e Luca Bellomo. Oggi si conferma la scelta “familistica” del boss ed emerge il ruolo di protagonista in tutte le dinamiche mafiose sul territorio di due cognati del latitante che sono tra i fermati.

RISCHIO DI UNA FAIDA. Stava per scoppiare una nuova guerra di mafia tra i clan trapanesi: il rischio di nuovo sangue ha indotto la Dda di Palermo ha disporre il fermo di 22 tra presunti boss e favoreggiatori del clan del latitante Matteo Messina Denaro. In cella anche alcuni familiari del capomafia di Castelvetrano. Il 6 luglio 2017 e’ stato ucciso Giuseppe Marciano’, genero del boss di Mazara del Vallo, Pino Burzotta ed esponente della “famiglia” di Campobello di Mazara. Il contesto in cui e’ maturato il delitto ricostruito dagli inquirenti ha svelato una guerra in corso tra famiglia di Campobello di Mazara e quella di Castelvetrano. “A partire dal 2015, – si legge nel provvedimento della Dda – si registra un lento progetto di espansione territoriale da parte della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, che ha riguardato anche il territorio di Castelvetrano, divenuto ‘vulnerabile’ a causa, per un verso, della mancanza su quel territorio di soggetti mafiosi di rango in liberta’, e, per altro, dalla scelta di Messina Denaro che, nonostante gli arresti dei suoi uomini di fiducia e dei suoi piu’ stretti familiari, non ha autorizzato omicidi e azioni violente, come invece auspicato da buona parte del popolo mafioso di quei territori”. Proprio Marciano’ si era molto lamentato del comportamento del latitante. “Da tale pericolosissimo contesto (certamente idoneo, come la tragica storia di Cosa nostra insegna, a scatenare reazioni cruente contrapposte, e quindi dare il via ad una lunga scia di sangue) – scrivono i pm – in uno col pericolo di fuga manifestato da alcuni indagati, si e’ imposta la necessita’ dell’adozione del fermo”.

L’INTERCETTAZIONE. “Matteo (Messina Denaro ndr) è come Padre Pio”. E’ una delle intercettazioni captate dalle microspie della Dda di Palermo nell’ambito dell’indagine ‘Anno zero’ che all’alba di oggi ha portato al fermo di 21 persone.

Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni. Tutti reati aggravati dalle modalita’ mafiose.

Grandangolo


Il Movimento dei Poliziotti Democratici e Riformisti nel corso del 1° Congresso Provinciale che avrà luogo giorno 20 aprile 2018 alle ore 09,30 presso la location
“Casa Sanfilippo” dell’Ente Parco Valle dei Templi, sita in Via Passeggiata Archeologica nr° 10 Agrigento, affronterà il tema “ LA SICUREZZA NELLA SOCIETÀ TRA PERCEZIONE E REALTÀ”.
Al predetto dibattito parteciperanno le massime cariche istituzionali, politiche ed ecclesiastiche.
Il dibattito si prefigge di discutere su di un tema particolarmente sentito dai cittadini quale la sicurezza prodotta nella provincia di Agrigento da tutti gli attori del sistema.
Al convegno sono stati invitati il Prefetto di Agrigento Dario Caputo, il Questore di Agrigento Maurizio Auriemma, i Comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto e dei Vigili del Fuoco,il Segretario Provinciale della confederazione Uil di Agrigento, i rappresentanti sindacali dei Vigili del Fuoco e della Polizia Penitenziaria. I Sindaci dei comuni di Canicatti’, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Sciacca, Licata e Agrigento. In video conferenza interverrà sull’argomento il Sociologo Pira Francesco professore di comunicazione e giornalismo presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, dove è Coordinatore Didattico del Master in “Manager della Comunicazione Pubblica” e di comunicazione pubblica e d’impresa presso lo IUSVE l’Università Salesiana di Venezia e Verona. Ed inoltre il Segretario Nazionale MP Vittorio Costantini, i segretari provinciali delle OO.SS. della Polizia di Stato, i dirigenti dei
Commissariati di Pubblica Sicurezza e dell’Immigrazione, i primi Dirigenti delle divisioni PASI e
Anticrimine della Questura di Agrigento, il Dirigente della Polizia Stradale e i funzionari della
Questura di Agrigento, i Dirigenti dei Compartimenti della Polizia Postale e della Polizia Stradale e Polizia Ferroviaria, il direttore della DIA di Agrigento. Il presidente di Confcommercio e CNA artigiani,Presidenti di Camera di Commercio e Confindustria e il Presidente della Croce Rossa Italiana il provveditore agli studi , i deputati cinque stelle Michele Sodano, Filippo Perconti, Rosalba Cimino; il Senatore cinque stelle Rino Marinello e il Capo Gruppo del PD dell’assemblea regione siciliana Lupo Giuseppe.
I lavori verranno aperti con la relazione introduttiva del Segretario Generale Provinciale Alfonso Imbrò e verranno conclusi con la relazione del Segretario Generale Nazionale del Movimento dei Poliziotti Democratici e Riformisti Antonino Alletto.
Moderatore dell’importante evento l’editore di canicattìweb Cesare Sciabarrà.

Calogero Mannino? Inavvicinabile”. Cosi’ Pino Lipari, ex geometra dell’Anas consigliori del boss Toto’ Riina, per anni al centro della gestione illecita degli appalti di Cosa nostra, ha descritto l’ex ministro dc al processo d’appello che lo vede imputato, in uno stralcio del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, di minaccia a Corpo politico dello Stato. In primo grado l’ex politico e’ stato assolto. 

Lipari e’ stato citato dalla Procura generale che ha chiesto una parziale rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale citando, oltre all’ex geometra, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, il pentito Giovanni Brusca e Massimo Ciancimino, teste e imputato nel processo, ancora in corso in ordinario, nel troncone principale. Lipari, condannato due volte per mafia, ha deposto come teste e da uomo libero avendo scontato tutta la pena. “Mannino era ritenuto inavvicinabile”, ha detto. Parole che per la difesa smentirebbero la tesi dell’accusa che vede, proprio nell’ex ministro, il “motore” del dialogo che pezzi dello Stato avrebbero stretto coi boss negli anni delle stragi. Il testimone, in strettissimo rapporti coi corleonesi di Riina, ha anche riferito di una sua conversazione con Nino Cina’, medico mafioso ritenuto tra i protagonisti della presunta trattativa: “gli dissi che era impensabile che a trattare e a condizionare la politica di contrasto alla mafia di un Paese potessero essere stati dei carabinieri, seppure alti in grado”.

 

Nella tesi dell’accusa il Ros dell’Arma, tramite l’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino, avrebbe chiesto una tregua nella strategia stragista di Cosa nostra in cambio di concessioni ai boss come alleggerimenti sul carcere duro. Lipari ha anche raccontato dei rapporti burrascosi tra Riina e Ciancimino e dell’effetto dell’esito del maxiprocesso alla mafia su Cosa nostra. “Quello che scateno’ la reazione negativa in Cosa nostra – ha spiegato – non furono tanto le condanne quanto la diversita’ nel trattamento riservata ad alcuni uomini d’onore che ebbero pene minime”. Il processo e’ stato rinviato al 26 per la deposizione di Violante. Al dibattimento principale si attende la sentenza: la corte d’assise e’ entrata in camera di consiglio lunedi’ scorso

Nella mattinata  odierna, il Questore di Agrigento, Maurizio  AURIEMMA ha incontrato i cinque nuovi poliziotti del ruolo agenti ed assistenti assegnati dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza al Commissariato di P.S. di Licata.  La citata assegnazione all’ importante presidio di polizia del grosso centro marinaro dell’area orientale della provincia ,testimonia la massima attenzione che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza presta verso il territorio di Licata, la cui realtà particolarmente complessa sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, è caratterizzata da qualche tempo anche dalla tematica delle demolizioni di manufatti abusivi e da una recrudescenza di episodi criminosi anche di una certa gravità.Gli agenti neo assegnati, muniti di un  notevole bagaglio di esperienza maturata presso altre sedi di servizio, vanno ad integrare in maniera significativa l’organico del Commissariato di P.S. che, attesi i rilevanti impegni nella costante attività di servizio su più versanti operativi, accusava qualche sofferenza.
Al riguardo, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, mostrandosi sensibile alle istanze della comunità licatese, ha raccolto le segnalazioni della Questura relativamente alla necessità di rimpinguare l’organico di detto presidio, disponendo il trasferimento in quella sede delle nuove unità. Detti rinforzi, verranno destinati all’attività di controllo del territorio ed inseriti nel dispositivo di prevenzione volto a prevenire ogni espressione di criminalità ed assicurare nel territorio licatese adeguate condizioni di ordine e sicurezza pubblica ed una più incisiva azione di contrasto alla criminalità medesima. L’assegnazione dei nuovi agenti rappresenta un significativo segnale di interesse verso la provincia ed i presidi di polizia dislocati su questo territorio che ha visto nelle recenti movimentazioni periodiche di personale, una particolare attenzione rivolta dal Dipartimento della P.S. nei confronti della provincia di Agrigento e dei presidi di polizia ivi operanti.

Lunedì 23 Aprile alle ore 10 presso ‘Aula magna del liceo POLITI di Agrigento si terrà una Conferenza-concerto dedicata agli alunni che hanno seguito un percorso di approfondimento interdisciplinare tra Letteratura e Musica rientrante nel  PROGETTO SULLE ALI DELLA LINGUA e alla  COMMISSIONE DI STUDI PIRANDELLIANI di cui è referente la prof, Rita Capodicasa , docente di Lettere presso codesto liceo.

Tema della conferenza: “La donna nella musica e nella letteratura, dalle compositrici fino a Pirandello”.

Il programma prevede L’incontro inizierà con il saluto del Dirigente  mentre la prof Capodicasa Rita illustrerà il percorso interdisciplinare seguito anche con gli alunni relativo alla figura della Donna in generale, in primis nella Storia fino ai nostri giorni dove ancora sono presenti discriminazioni di genere in particolare nel campo artistico dove il talento femminile viene tenuto ancora in secondo piano.

Poi la stessa illustrerà brevemente gli esempi di donne musiciste che hanno dovuto lottare per imporre il loro genio creativo come Fanny Mendelsshon , Clara Schumann , Cecile Chaminade ed altre.

Di quest’ultima saranno eseguiti dei brani al pianoforte, mentre saranno proiettati dei powerpoint degli alunni sulla donna nei vari ambiti.

In seguito la prof Capodicasa inviterà il soprano Caterina Pistone ad eseguire brani della compositrice più famosa dell’Ottocento e non solo, Clara Schumann.

Verrà illustrato il tema “la figura della Donna nella Letteratura” con particolare riferimento agli autori del Novecento.

Il prof. De Bernardis intratterrà gli alunni con una relazione dal titolo :Figure femminili nella vita e nell’arte di Pirandello

Nell’ambito della suddetta relazione si farà chiaro riferimento alla figura di Marta Abba alla quale il Nostro indirizzò delle Lettere e alla novella La realtà del sogno.

L’incontro prevede l’esecuzione in prima assoluta di un brano commissionato per l’occasione al compositore calabrese Giuseppe Fusaro il quale ha da poco composto appunto una musica su testo di Pirandello dal titolo “FIGLIO DEL CAOS” sulla poesia Notte ( Caddi come una lucciola…)

Il brano sarà eseguito dalla cantante Caterina Pistone e dalla prof Rita Capodicasa.

Interverranno anche gli alunni oltre che gli insegnanti presenti , prof. Daniela Traina, Gisella Piro, Aurora Licata Tissi ed altri.

“E’ andato tutto bene, ma ora a nescere i soldi…” E’ la richiesta, fatta da un uomo vicino a Massimo Rubino, sfregando indice e pollice, alla fine dei festeggiamenti del 19 gennaio scorso per l’elezione del riconfermato deputato regionale Giuseppe Gennuso, intercettata dai carabinieri di Siracusa. Per la Procura distrettuale di Catania è il sigillo sull’accordo tra il candidato e gli esponenti del clan Crapula, ai quali importa soltanto del denaro.

In un colloquio tra Francesco Giamblanco, genero del capo clan Michele Crapula, e Rubino, il primo è categorico: “… abbiamo quattro-cinquecento voti, ma lo abbiamo con i fatti! I soldi ci vogliono”. E Rubino concorda: “ ..noialtri stiamo facendo la base! Lo sai come stiamo facendo? Cinquanta euro, no? A famiglia! Quanti sono? Cinquanta euro. Lui sta uscendo? La base nostra cinquanta euro a persona”. Ad Avola, sottolinea la Procura, Gennuso prenderà 424 voti.

Giamblanco vuole tenere il profilo basso nei rapporti con Gennuso, ricostruisce la Procura distrettuale di Catania, e incarica Rubino di tenere i rapporti. Quando organizza una cena di sostegno al candidato rimprovera uno dei partecipanti che chiede se ci sarà CicciòGiamblanco, gli urla: “Nooo! Ma non ne devi nominare cristiani! Ma forse non hai capito che sei la spazzatura di Avola?”. Eppure Giamblanco è sicuro del buon esito dell’appoggio al candidato alle Regionali. In un’altra conversazione captata ancora Giamblanco: “…facciamo i completini Gennuso-Crapula! Lo bruciamo, vai! Almeno ci difende lui… Vai, vai!… Il Santo nostro: Pippo Gennuso… La famiglia Crapula – Zù Pippo…”. Per la Procura distrettuale i contatti tra Gennuso e Rubino e tra questo e Giamblanco emergono dalle loro pagine di Facebook.

E ancora: “Trenta euro li spendi, 20 li conservi… Con 500 voti conservi diecimila euro…”. Erano i conti del clan Crapula sui soldi promessi, secondo l’accusa, dal deputato uscente Giuseppe Gennuso nella campagna elettorale per le regionali del novembre 2017. Dall’inchiesta, sottolineano i carabinieri di Siracusa, emergerebbe anche che i Crapula hanno già svolto un’attività analoga procurando dei voti in favore di Salvatore Guastella in occasione delle elezioni amministrative a Avola dell’11 giugno 2017 con un ‘appoggiò, sulla pagina Facebook di una componente la famiglia del boss, che “invitava gli amici a non voltarci le spalle” vicino alla foto del candidato, che era stata segnalata dal giornalista Paolo Borrometi.

L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Siracusa dall’ottobre al dicembre 2017, ha evidenziato che in occasione delle elezioni Regionali del 5 novembre, Giamblanco ha promesso di procurare voti in cambio di denaro e altri vantaggi; Gennuso ha accettato la promessa, mentre Rubino ha svolto il ruolo di mediatore.

A parlare in quel dialogo captato dagli investigatori sono gli altri due arrestati nell’operazione: Francesco Giamblanco, 31 anni, esponente del Clan Crapula attivo nel territorio di Avola e genero del capo clan Michele, e Massimo Rubino, 48 anni, ritenuto l’intermediario tra le parti ed esecutore dell’accordo.

Dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare Giamblanco veniva condotto al carcere di Bicocca-Catania, mentre Gennuso e Rubino nella propria abitazione in regime di arresti domiciliari.