“E’ andato tutto bene, ma ora a nescere i soldi…” E’ la richiesta, fatta da un uomo vicino a Massimo Rubino, sfregando indice e pollice, alla fine dei festeggiamenti del 19 gennaio scorso per l’elezione del riconfermato deputato regionale Giuseppe Gennuso, intercettata dai carabinieri di Siracusa. Per la Procura distrettuale di Catania è il sigillo sull’accordo tra il candidato e gli esponenti del clan Crapula, ai quali importa soltanto del denaro.
In un colloquio tra Francesco Giamblanco, genero del capo clan Michele Crapula, e Rubino, il primo è categorico: “… abbiamo quattro-cinquecento voti, ma lo abbiamo con i fatti! I soldi ci vogliono”. E Rubino concorda: “ ..noialtri stiamo facendo la base! Lo sai come stiamo facendo? Cinquanta euro, no? A famiglia! Quanti sono? Cinquanta euro. Lui sta uscendo? La base nostra cinquanta euro a persona”. Ad Avola, sottolinea la Procura, Gennuso prenderà 424 voti.
Giamblanco vuole tenere il profilo basso nei rapporti con Gennuso, ricostruisce la Procura distrettuale di Catania, e incarica Rubino di tenere i rapporti. Quando organizza una cena di sostegno al candidato rimprovera uno dei partecipanti che chiede se ci sarà CicciòGiamblanco, gli urla: “Nooo! Ma non ne devi nominare cristiani! Ma forse non hai capito che sei la spazzatura di Avola?”. Eppure Giamblanco è sicuro del buon esito dell’appoggio al candidato alle Regionali. In un’altra conversazione captata ancora Giamblanco: “…facciamo i completini Gennuso-Crapula! Lo bruciamo, vai! Almeno ci difende lui… Vai, vai!… Il Santo nostro: Pippo Gennuso… La famiglia Crapula – Zù Pippo…”. Per la Procura distrettuale i contatti tra Gennuso e Rubino e tra questo e Giamblanco emergono dalle loro pagine di Facebook.
E ancora: “Trenta euro li spendi, 20 li conservi… Con 500 voti conservi diecimila euro…”. Erano i conti del clan Crapula sui soldi promessi, secondo l’accusa, dal deputato uscente Giuseppe Gennuso nella campagna elettorale per le regionali del novembre 2017. Dall’inchiesta, sottolineano i carabinieri di Siracusa, emergerebbe anche che i Crapula hanno già svolto un’attività analoga procurando dei voti in favore di Salvatore Guastella in occasione delle elezioni amministrative a Avola dell’11 giugno 2017 con un ‘appoggiò, sulla pagina Facebook di una componente la famiglia del boss, che “invitava gli amici a non voltarci le spalle” vicino alla foto del candidato, che era stata segnalata dal giornalista Paolo Borrometi.
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Siracusa dall’ottobre al dicembre 2017, ha evidenziato che in occasione delle elezioni Regionali del 5 novembre, Giamblanco ha promesso di procurare voti in cambio di denaro e altri vantaggi; Gennuso ha accettato la promessa, mentre Rubino ha svolto il ruolo di mediatore.
A parlare in quel dialogo captato dagli investigatori sono gli altri due arrestati nell’operazione: Francesco Giamblanco, 31 anni, esponente del Clan Crapula attivo nel territorio di Avola e genero del capo clan Michele, e Massimo Rubino, 48 anni, ritenuto l’intermediario tra le parti ed esecutore dell’accordo.
Dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare Giamblanco veniva condotto al carcere di Bicocca-Catania, mentre Gennuso e Rubino nella propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
