Il presidente dell’Assemblea Regionale, Gianfranco Miccichè, ha utilizzato lo strumento più semplice, le forbici, e ha tagliato fuori dalla Finanziaria una trentina di articoli, riducendone il numero dai 120 ricevuti dalla Commissione Bilancio, fino a 90. E ciò, ovviamente, per snellire i tempi di approvazione in prossimità della scadenza del termine. Tra gli articoli stralciati, e quindi congelati in attesa che siano dirottati in altri futuri e separati disegni di legge, vi sono i contributi per il restauro della prima casa alle giovani coppie, la chiusura dei negozi nei festivi, e la stabilizzazione per i forestali “151unisti”.

Nel frattempo, è stato tracciato un calendario: il termine per presentare gli emendamenti scade a mezzogiorno di domani giovedì 26 aprile, e l’Assemblea è stata convocata alle ore 13 successive. Dopodiché inizierà la maratona per approvare la legge entro il 30 aprile. Movimento 5 Stelle e Partito Democratico ribadiscono il no già espresso con il voto contrario in Commissione Bilancio. La capogruppo 5 Stelle, Valentina Zafarana, boccia senza appello il testo adesso in Aula, e le sue parole sono: “E’ una maxi tabella H per accontentare gli appetiti dei partiti, nemmeno durante l’era Crocetta, probabilmente, si era arrivato a tanto. Vi è una pioggia di norme ‘ad deputatum’ che non sono certo pensate per il bene della Sicilia. Dentro la finanziaria c’è di tutto, dal finanziamento per le regate a quello per i borghi belli, fino al finanziamento ai comuni bandiera blu. È lecito ora pensare dove sarà trovata la copertura finanziaria, atteso che si stava per tagliare sulla cultura per mancanza di risorse. Abbiamo tentato di migliorare la legge con nostri emendamenti. E come sempre ci esprimeremo nel merito”.

E sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza Claudio Fava, de “I cento passi”, che afferma: “E’ una finanziaria Frankestein, del tutto fuori controllo, fabbricata mettendo insieme decine di interventi a pioggia a uso e beneficio dei deputati della maggioranza che li hanno proposti o imposti. È il prezzo da pagare per raccattare e blindare quanti più voti possibili nelle litigiose file della maggioranza”. E il capogruppo del Partito Democratico, Giuseppe Lupo, rilancia: “Una valutazione la potrei fare se sapessi da dove prendono i soldi, il punto vero è che non si sa da dove viene la copertura. Ci sono previsioni di spesa che non sono errate ma se per finanziarle pregiudichiamo l’attività di Regione e Comuni non va bene”.

A.R. (teleacras)