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Sono due le immediate conseguenze, una positiva e l’altra negativa, delle precipitazioni atmosferiche di questi giorni: la prima è l’innegabile sollievo per le tantissime famiglie che vivono di agricoltura, l’altra è legata agli oramai immancabili problemi all’illuminazione pubblica a Ribera.
Importarti arterie cittadine come via Imbornone e viale della regione siciliana, per non citarne altre, sono totalmente al buio da giorni. I cittadini che mi contattano continuamente si sentono abbandonati e hanno la sensazione di venire ricercati soltanto quando ci sono tasse da pagare.
E’ increscioso che il Comune non sia in grado di garantire l’ordinaria manutenzione alla rete di illuminazione pubblica nonostante le centinaia di migliaia di euro annui pagati dai riberesi. Per non parlare, poi, dell’imbarazzante silenzio dell’amministrazione cittadina.
Ora mi chiedo: i nostri amministratori non si accorgono di nulla o si girano verso altre arterie stradali meglio illuminate? Invito chi di competenza a non accampare le solite scuse e ad intervenire urgentemente per garantire il decoro cittadino e la sicurezza pubblica.
Alla luce di quanto sopra esposto, il sottoscritto Consigliere Comunale Benedetto Vassallo 

 Ancora una condanna per l’avvocato agrigentino Giuseppe Arnone, attualmente in affidamento e in prova ai servizi sociali per scontare una pena definitiva ad un anno e quattro mesi per calunnia.

Stavolta i mesi di reclusione sono dieci e il reato contestato è la diffamazione nei confronti di Calogero Sodano, nessuna sospensione condizionale della pena (il Pubblico Ministero aveva chiesto 5 mesi di carcere); cinque mila euro di provvisionale e condanna alle spese processuali valutate in 1.700 euro.

Il processo si è concluso ieri pomeriggio con la lettura della sentenza ad opera del giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Giancarlo Caruso.
 Due gli episodi di diffamazione contestati: l’inefficienza del servizio di depurazione del mare di San Leone addebitata a Sodano e il rilancio di accuse rimaste infondate di alcuni pentiti di mafia.

Arnone nel tentativo vano di evitare la condanna ha persino prodotto la perizia effettuata dal prof. Salvatore Sciacca, consulente tecnico incaricato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento nell’ambito del procedimento penale sullo stato di inquinamento del mare di San Leone, perizia duramente contestata dallo stesso Arnone che l’aveva bollata come “contenente minchiate col botto”.

Per questa ragione il prof. Sciacca aveva querelato Arnone ottenendo la condanna (altri 9 mesi di reclusione) dell’ex consigliere comunale agrigentino. 

A Palermo la Polizia impone il fermo per tentato omicidio a due presunti responsabili dell’aggressione a Ursino. Orlando: “Ci costituiremo parte civile”

La Polizia ha sottoposto due indagati a stato di fermo di indiziato di delitto, e il delitto è il tentato omicidio del segretario provinciale di Forza Nuova di Palermo, Massimo Ursino. Si tratta di due militanti dello studentato occupato “Malarazza”, in via Cavour. I loro nomi sono Carlo Mancuso, 28 anni, e Giovanni Codraro, 26 anni. Altrettanto indagati per la stessa ipotesi di reato sono altre quattro persone, anche loro militanti dei centri sociali. E tra i quattro vi è anche la ragazza la cui voce emerge dal video dell’aggressione e che col telefonino avrebbe registrato il pestaggio.

Durante le perquisizioni sono stati sequestrati alcuni oggetti ritenuti di interesse investigativo, tra telefonini, abiti e bastoni. Mancuso e Codraro sarebbero stati registrati dalle telecamere di video-sorveglianza con giubbotti bomber in via Dante, teatro della brutale aggressione. Nel frattempo, Massimo Ursino, dopo il soccorso e le medicazioni in ospedale, è rientrato a casa, ha acceso il computer e ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Non mi sono ancora ripreso del tutto, ed al momento, oltre alla mia salute fisica, priorità hanno, in ordine, la mia famiglia, il mio lavoro militante e politico, e le risposte che devo dare alle migliaia di camerati in Italia ed all’estero che mi hanno scritto”. Il raid punitivo contro Ursino è stato scatenato alla vigilia di una manifestazione elettorale di Forza Nuova a Palermo sabato prossimo, in presenza del fondatore e leader nazionale, Roberto Fiore.

E il vice di Fiore, Giuseppe Provenzale, ribadisce: “La nostra è una normale iniziativa elettorale programmata da più di una settimana. Abbiamo chiesto al Comune il suolo pubblico di più piazze e decideremo all’ultimo dove fare la manifestazioni. Ne discuteremo anche con la Questura”. Contro il raduno di Forza Nuova a Palermo si sono schierati Rifondazione comunista e Potere al popolo, che pressano sul Questore affinchè sia vietata ogni manifestazione di stampo fascista. Ancora nel frattempo, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ripete: “Condanno lo squadrismo fascista e la risposta altrettanto squadrista. Ci costituiremo parte civile contro gli autori dell’aggressione”…intervista Orlando…

A.R. (teleacras)

 

 

 
 
 – Era stato ribattezzato il “concorso truffa” o “concorso miracoloso” e oggi, dopo una lunga e travagliata battaglia, i giudici hanno messo la parola fine al caos che aveva coinvolto il concorso per 559 Allievi agenti di Polizia di Stato, e dato giustizia ai candidati inizialmente rimasti fuori.

“Una vittoria sofferta –  dichiarano gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell – ma che ci riempie di orgoglio proprio perché abbiamo creduto sin dall’inizio che molti dei candidati avessero subito un torto”.

Il concorso, già una volta annullato per compra-vendita della banca dati da cui attingere per le prove scritte, era stato ribandito e, ancora una volta, era stata utilizzata la medesima banca dati. Inoltre, le schede risposte consegnate ai candidati riportavano nome e cognome, in violazione del principio dell’anonimato della prova che deve essere garantito in tutti i concorsi pubblici. Per questi motivi, lo studio legale Leone-Fell & Associati aveva predisposto centinaia di ricorsi.
“Non è stato semplice far valere le nostre ragioni – continuano i legali – e già sapevamo sarebbe stato un iter lungo, ma non abbiamo mai perso la fiducia e sapevamo che anche questa volta sarebbe stata fatta giustizia”.

Oggi per chi ha creduto di aver subito un torto e ha avuto la tenacia di continuare la battaglia legale, è arrivata la buona notizia: ricorso vinto e concorso riaperto.

I circa 350 ricorrenti che, inizialmente non avevano superato la prova scritta –effettuata in violazione dell’anonimato e con una banca dati del tutto illegittima (immagine allegata) – adesso saranno convocati per effettuare le prove fisiche.

L’importanza di garantire il rispetto delle regole, portata avanti dallo studio legale, è stata riconosciuta anche dai giudici del Tar del Lazio che, a conclusione della decisione adottata hanno con forza ammonito l’amministrazione che ha bandito il concorso affermando precisamente che “la decisione che precede avrà, come ulteriore effetto conformativo, l’onere per l’amministrazione di ripensare, per il futuro, le modalità con le quali espletare le diverse selezioni concorsuali che periodicamente bandisce, individuando forme di somministrazione dei test di prova che siano scrupolosamente rispettose del principio dell’anonimato, onde evitare, per il futuro, di incorrere in consistenti contenziosi, quale quello che ha interessato la procedura per cui è causa, e conseguenti inevitabili pronunce di accoglimento dei ricorsi, le cui pesanti ricadute sulle casse erariali sono facilmente intuibili”.

Un insegnamento frutto del lavoro del team degli avvocati dello studio Leone-Fell che si impone quale precedente storico per la tutela dei diritti.
 
Per info, le Sentenze definitive a cui il comunicato si riferisce sono: N. 1993/2018, 1192/2018, 1989/2018, 1988/2018

 

Sulla fotografia delle colonne del Tempio di Ercole sbattute sui palazzoni, il Corriere porge le scuse e modifica la didascalia pubblicata nella sezione Cultura del Corriere.it. 

Scrive il “Corriere”: “Prendiamo atto dell’inesattezza della nostra didascalia e ci scusiamo se la precedente versione ha urtato la sensibilità dei lettori e della città di Agrigento”. Il Corriere, inoltre, attraverso il caporedattore “Cultura”, Antonio Troiano, dopo aver sentito il direttore Luciano Fontana, rassicura il sindaco Lillo Firetto che la foto in questione, in futuro non sarà più resa accessibile dagli archivi, e precisa che sarà garantita massima attenzione alla città e alle iniziative culturali che potranno offrire un’opportunità per riparare in qualche modo al danno che gli agrigentini e i siciliani tutti sentono di aver subito. Il Corriere tiene a precisare: “Confermiamo l’autenticità della foto, realizzata con teleobiettivo, circa vent’anni fa, da Fabrizio Villa”. Ma aggiunge che, vent’anni fa, tale scatto era stato realizzato “nel tentativo di tutelare e non di screditare il patrimonio artistico della Valle dei Templi”. 

Insomma scompare il tempo presente e si ammette che è trascorsa un’epoca. Certo la tensione che ha prodotto il necessario chiarimento, pone per sempre un punto fermo su una questione: la Valle dei Templi è integra, bellissima e va tutelata anche nella sua immagine.

Ecco alcuni passaggi della lunga lettera che il sindaco Firetto aveva scritto il 17 febbraio al direttore del Corriere: “L’indignazione è unanime e, come sindaco, non posso che accogliere come giusti questi sentimenti. 
Oggetto del malcontento è innanzitutto la già citata didascalia, in cui viene usato il presente indicativo. Inoltre viene stigmatizzata la scelta da parte della redazione di una foto realizzata con teleobiettivo allo scopo di gettare un’ombra sulla città, non oggi, ma circa un ventennio addietro, quando veniva affrontata per la prima volta con determinazione la questione demolizioni delle 600 case abusive limitrofe al parco. Negli anni Ottanta o nei primi anni Novanta quell’immagine aveva l’intento di provocare una reazione, sostenere una tesi che esaltasse il bisogno di ripristinare la legalità in un territorio. Ma che senso può mai avere oggi, se non quello di dileggiare una città che ha invece intrapreso un cammino virtuoso fin quasi a raggiungere il titolo di Capitale Italiana della Cultura per il 2020?
Ma non solo: quest’immagine, egregio direttore, è un falso da un punto di vista ideologico. Ogni siciliano sa bene che nessun palazzone sta a ridosso del tempio e che l’area archeologica dista cinque chilometri da quel non lusinghiero profilo, peraltro, ahinoi!, tutto legalizzato negli anni Sessanta, e tutt’altro che abusivo, ma frutto del sacco edilizio che investì l’Italia e effetto di scelte urbanistiche scellerate. Gli anni Sessanta sono passati da un pezzo (ad Agrigento come altrove) e davvero ci piace oggi poter fornire di questa città, come di tutta la Sicilia, un’immagine più bella, visto che la nostra economia e ogni prospettiva di crescita ruotano attorno al turismo.
Le chiedo oggi di intervenire per trovare d’intesa una soluzione che possa, da un lato, dare una risposta all’indignazione popolare e, dall’altro, in modo concreto impedire che  fatti del genere possano ripetersi in futuro, ad esempio, cancellando in modo definitivo quella foto dai vostri archivi. Certo che comprenderà le ragioni del mio intervento”. 

Legambiente: la nostra gestione della riserva naturale è un modello,
mantenere l’integrità della natura è la prima condizione per un turismo di qualità.

La Regione rafforzi la sua politica in materia di riserve naturali.

Il riconoscimento assegnato oggi da Tripadvisor alla Spiaggia dei Conigli come più bella spiaggia d’Italia, rappresenta la migliore conferma che il modello realizzato da Legambiente di gestione della riserva naturale, dove ricade la spiaggia, è vincente e riconosciuto a livello nazionale.

Nel 1995, all’atto di insediamento di Legambiente, l’area era oggetto di ogni sorta di abuso, le macchine arrivavano sin sulla spiaggia, i chioschi abusivi costituivano uno sfregio per ambiente e legalità, i fenomeni di dissesto idrogeologico stavano portando alla distruzione del sito.

“Il riconoscimento ottenuto, che si aggiunge a quelli degli anni precedenti, è legato alla qualità delle azioni portate avanti in questi anni – dichiara Angelo Dimarca, Coordinatore regionale delle riserve di Legambiente e direttore della riserva di Lampedusa – dagli interventi di rinaturalizzazione ai progetti di conservazione delle specie minacciate, dalla realizzazione dei sentieri alla regolamentazione dell’accesso oggi esclusivamente pedonale”.

In questi anni Legambiente ha dimostrato con successo, e con il sostegno dei visitatori e della comunità locale, che il migliore ed unico strumento per la promozione di un turismo sano e duraturo è rappresentato dal rigore nelle azioni di tutela, rendendo compatibili fruizione e conservazione e garantendo l’integrità del paesaggio, che va preservato dalla realizzazione di strutture che in altri posti sfregiano la bellezza della natura.

Per Legambiente tale riconoscimento dovrebbe costituire monito e stimolo per la Regione e soprattutto per il nuovo Governo Regionale a rafforzare e rilanciare la politica delle riserve naturali che oggi versano in una gravissima condizione di precarietà e crisi a causa dei tagli operati sul bilancio regionale e della mancanza di idonei strumenti di intervento.

 

E’ stata una iniziativa con buonissima affluenza quella di ieri sera organizzata dal circolo Pd di Favara in Piazza Belvedere con in testa il segretario di circolo Pd Carmelo Vitello ed i candidati alla Camera per Civica popolare Giuseppe Sodano e Giuseppe Nobile insieme a Maria Iacono per il partito democratico. I candidati della coalizione di centro sinistra  hanno avuto tempo e tranquillità per presentarsi ai propri elettori, ribadire il valore dell’area politica di appartenenza e tracciare una linea di obiettivi futuri da raggiungere in caso di elezione.

“Qui a Favara, già prima di questa iniziativa pubblica – ha affermato Giuseppe Sodano – sono stato sempre circondato da affetto, ed oggi ne è stata la riprova. Questa città è da sempre laboratorio politico, sociale e culturale con ottime personalità in vista. In prossimità del voto del 4 marzo, credo che l’intera cittadinanza abbia potuto constatare che la coalizione del centrosinistra, che rappresento nel collegio uninominale di Agrigento, sia l’unica che fa proposte serie e di equilibrio guardando la realtà dei fatti. Non ci sono i toni da battaglia, non ci sono i grandi slogan e nemmeno le promesse impossibili da mantenere, ma – continua Giuseppe Sodano – un programma per andare avanti che prende spunto da quanto fatto dallo scorso governo e che non si abbandona a paure e populismi figlie di certe, altre, forze politiche. La nostra è la battaglia del buon senso, della moderatezza e del bene comune. Per Favara e la nazione intera”.     

Il neo collaboratore della Giustizia di Favara, Giuseppe Quaranta, prosegue la sua narrazione alla Procura Antimafia di Palermo, raccontando tutto ciò di cui è a conoscenza dell’ambiente malavitoso in cui ha gravitato fino al 2017.

Quaranta ricorda la sua affiliazione, ad opera di Francesco Fragapane di Santa Elisabetta, e le sue parole, innanzi alla sostituto procuratore della Procura antimafia di Palermo, Alessia Sinatra, sono: “Sa quannu ad un picciliddru c’arrigalanu a bicicletta nova, si senti di chiddi ca … cumannu ii e nuddu cchiù…” E poi: “Francesco Fragapane lo conosco tramite Giuseppe Vella: è lui a portarmi nella masseria di Santa Elisabetta di Fragapane. Fragapane sapeva che io avessi curato insieme a Pasquale Alaimo la latitanza di Maurizio Di Gati e siccome mi ero comportato bene m’arrivicì, e da quel giorno comincia la mia processione”.

E poi Quaranta si sofferma sui rapporti all’interno di Cosa Nostra: “Allora vi spiego una cosa, quando uno è dentro Cosa Nostra che fa le cose … che fa le cose … c’è sempre l’invidioso che cerca di livaricci a terra di sutta pi fallu cadiri … c’è sempre un invidioso, un trageriaturi ca cummina tragedie: chiddru è sbagliatu, fici sta cosa, fici ddra cosa, i soldi un arrivaru … su tutti … tutti cazzati … perché non può lei .. se lei prende soldi, ne prende 2000, e cincucentu mi li mettu ‘nsacchetta e millecincu li dugnu per l’organizzazione, questo si può fare, perché è giustificabile, ma c’è gente ca magari non fa capire … non fa capire che si prende i soldi e se li tiene in tasca. Poi si viene a sapere e questo è male”.

E poi Quaranta, posato, ossia dimesso dalla carica di reggente di Favara nel 2014, racconta il periodo successivo, e le sue parole, che testimoniano anche preoccupazione per le sorti proprie e della famiglia, sono: “Mi volevano uccidere, temevano che potessi collaborare con la giustizia. Ho detto ai miei figli se qualcuno magari cercava di avvicinarli o di portarli di farmi sapere subito, di chiamarmi al telefonino, di dirmi … se voi vedete le mie telefonate ai miei figli, sempre gli domandavo dove sei? con chi sei? La preoccupazione c’è sempre, perchè qualche cretino di turno c’è sempre per fare qualcosa … ma non più di tanto, perché essendo che il discorso è… essendo che uno non si immischia in nessuna parte … anche se veniva qualcuno anche mandato da loro, per ipotesi un’impresa: ‘Sa Pè stu travagghiu fora esternu na stu paisi … chi fa tu no … iu ci diciva iu un pozzu fari nenti, non mi interessa niente, fatti nantra strada … unnipozzu iri? unnu sacciu … dicemu la prova c’era … loro la cercavano se in sottobanco che facevo qualche cosa, siccome non mi interessava più e non mi interessa più ho deciso di tagliare totale, anche a seguire le conseguenze. Però siccome il mio comportamento era neutro, anche che se ci vedevamo ni salutavamu al bar, evitavamo di entrare nello stesso bar … però ero sempre in guardia, sempre stavo a vedere un po’ i movimenti che facevano ma non perchè mi interessava quello che facevano … se vedevo qualche macchina sospetta sempre ero in guardia per capire un po’ se erano poliziotti o se era gente che cercava me, mi segue?”.

A.R. (teleacras)

Al Capo dello Stato le idee per la modernizzazione del Paese
Ordini e Casse di previdenza professionali – in rappresentanza di oltre due milioni di iscritti
– insieme a Roma per dare un contributo alla stabilizzazione della ripresa economica. Fisco, giustizia, sanità, lavoro, edilizia pubblica, infrastrutture le priorità da affrontare per il prossimo Governo. Il manifesto sarà consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Roma, 21 febbraio 2018. Promuovere politiche di inclusione, protezione sociale e sostegno nei confronti delle fasce deboli della popolazione. Ampliare il sistema di aiuto ed assistenza delle persone in condizione di difficoltà (disabilità gravi, povertà, etc). Ma anche incentivare le assunzioni attraverso sgravi fiscali e contributivi e un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale. Ancora, razionalizzare la spesa pubblica, identificando nel contempo gli ambiti strategici di intervento pubblico e privato. Sono solo alcune delle “Idee per la modernizzazione del Paese” presentate oggi a Roma nel corso di una conferenza organizzata dal Comitato Unitario delle Professioni e dalla Rete delle Professioni Tecniche riuniti nell’Alleanza “Professionisti per l’Italia”. Idee che spaziano dalla giustizia al fisco alla salute e non trascurano la richiesta di una Pubblica Amministrazione più vicina ai cittadini e di un Governo del Paese attento agli investimenti pubblici e alla formazione dei futuri talenti. Il manifesto discusso dai rappresentanti degli Ordini e dei Collegi professionali, insieme ai vertici delle Casse di previdenza autonome (Adepp), non contiene proposte politiche o rivendicazioni per i professionisti. Ma più semplicemente idee concrete e sostenibili da affidare al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con la richiesta di consegnarle alle forze politiche che il 4 marzo 2018 avranno ottenuto dagli italiani il maggior consenso e, quindi, saranno chiamate a guidare il Paese nei prossimi anni.
La conferenza di oggi è stata anche l’occasione per riaffermare la disponibilità delle Categorie a dare un contributo tecnico per facilitare l’attuazione delle idee contenute nel manifesto all’indomani delle elezioni. “L’alleanza”, spiegano gli ideatori della manifestazione, Marina Calderone e Armando Zambrano, “ha ben chiare le criticità del Paese e le sfide da affrontare per migliorare la società di oggi. Il tasso di disoccupazione vicino all’11%, il vasto numero di giovani scoraggiati sia nel cercare lavoro sia nell’intraprendere un percorso formativo, il gap di crescita tra il Nord ed il Sud dell’Italia e tra l’occupazione maschile e femminile, la flessione degli investimenti – che negli ultimi 9 anni ha superato il 20% -, rappresentano solo una parte delle questioni ineludibili verso le quali la società civile, in tutte le sue componenti, deve prendere coscienza e le forze politiche devono esprimersi. A fronte di queste problematiche, siamo consapevoli e certi che il Paese abbia a disposizione competenze, capacità progettuali e risorse in grado di rimettere in moto la ripresa. Le professioni sono anche tutto questo”.
L’Italia che gli oltre due milioni di professionisti rappresentati dall’Alleanza vogliono costruire è, quindi, quella in cui ogni cittadino o impresa si possa confrontare con una Pubblica Amministrazione più rapida ed efficiente, con regole semplici ed efficaci che

consentano di accrescere l’occupazione e orientare il welfare verso una platea più ampia di soggetti, con una politica economica orientata a realizzare infrastrutture materiali e immateriali più moderne e sostenibili.
 

Inps comunica che, conformemente alla deliberazione della Giunta comunale di Agrigento n. 21 del 20/02/2018  che ha posticipato al 26 febbraio 2018 la festività del Santo Patrono della città San Gerlando, gli uffici della Direzione Provinciale INPS di Agrigento siti in via Picone osserveranno la chiusura  per l’intera giornata.