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Al reparto rianimazione dell’ospedale “Sant’Elia” a Caltanissetta permane in coma farmacologico Leonardo D’Amico, 48 anni, di Sambuca di Sicilia, il centauro sulla moto Bmw investito lo scorso 9 maggio ad Agrigento all’incrocio tra la statale 640 e contrada Maddalusa da un’automobilista che ha violato il divieto di transito imposto in occasione del Giro d’Italia. La Polizia Stradale indaga e ha riscontrato che D’Amico è stato munito di pass per accedere sulla statale. Nel frattempo, l’automobilista, Gaetano Agozzino, 70 anni, di Agrigento, docente in pensione, è ristretto ai domiciliari e il suo arresto è stato convalidato dal Tribunale di Agrigento. A suo carico pendono le contestazioni di lesioni colpose gravissime e resistenza a pubblico ufficiale, perché, nonostante l’opposizione del personale Anas sul posto, ha oltrepassato il divieto.

 

I dipendenti del comune di Aragona sono senza stipendio da due mesi e non ricevono il salario accessorio maturato nell’anno 2017 dovuto per il lavoro festivo, le turnazioni e tutto il resto legato a prestazioni per le quali il CCNL prevede il pagamento.

Il Sindaco di Aragona ricevuta la nota della Funzione Pubblica CGIL a firma del coordinatore provinciale Pietro Aquilino ha promosso un incontro provando a spiegare le ragioni che giustificano il cronico ritardo del pagamento degli stipendi. In particolare l’amministrazione aragonese deve pagare le mensilità di Marzo ed Aprile alle quali bisogna aggiungere il Salario accessorio anno 2017. Il capo dell’amministrazione ha spiegato che la situazione generale dell’Ente, sotto l’aspetto finanziario, è gravissima, tanto da indurre la Giunta Comunale ad elaborare ed a proporre al Consiglio Comunale una delibera di dichiarazione del dissesto Finanziario. Il Dirigente Sindacale della FP CGIL non nasconde tutta la propria delusione per la mancanza di risposte e di impegni precisi che consentano ai lavoratori di avere qualche mensilità, al contrario si è avuto l’impressione che anche il mese di maggio possa non essere pagato. Aquilino fa rilevare che i dipendenti comunali, i quali subiscono e vivono con estremo disagio tale situazione, non possono pagare per responsabilità della politica, aggiungendo come la dichiarazione del dissesto finanziario, sicuramente non sia la panacea di tutti i mali e certamente non è vero che risolve all’istante – come ha fatto intendere nel suo intervento il Sindaco – i problemi economico/finanziari in cui versa il comune.
Da precedenti esperienze vissute in comuni vicini, continua il rappresentante FP CGIL, possiamo certamente affermare che intraprendere tale scelta ha portato ulteriori disagi, alla macchina Amministrativa nella sua interezza con ripercussioni negative sul personale, sia di ruolo che precario, ed anche sotto l’aspetto dei trasferimenti Statali e Regionali per i quali si sono registrati ulteriori tagli e ritardi.
Inoltre, con l’approvazione della predetta Delibera di dichiarazione di Dissesto Finanziario, cambierebbe il rapporto Dipendenti/Abitanti con inevitabili ricadute negative su un eventuale piano triennale di stabilizzazione del Personale Contrattista attualmente in servizio.
Per quanto ci riguarda, conclude Aquilino, in questa triste vicenda saremo accanto ai lavoratori, denunciando nelle sedi opportune ogni responsabilità ed inadempienza.

 

 

Tutto ciò è stato possibilile grazie alla perseveranza di Mareamico, alla fattiva collaborazione della Brigata Aosta dell’Esercito Italiano che ha messo a disposizione uomini e mezzi per la pulizia dell’area e soprattutto del Libero Consorzio della Provincia di Agrigento, che ha già impacchettato e presto smaltirà quintali e quintali di eternit. 
Ringraziamo tutti!
Da oggi speriamo che inizi un nuovo periodo di collaborazione con l’Esercito Italiano finalizzato ad una migliore gestione/utilizzazione dell’area di Drasy. 
Il primo segnale sarà quello del controllo dell’area mediante il montaggio di telecamere e subito dopo si dovrà procedere alla sistemazione delle strade, per una più comoda friuzione dei luoghi durante i mesi estivi.
Mareamico porterà presto a Palermo un pacchetto di proposte per migliorare l’utilizzazione dell’area del poligono di drasy, in attesa che la politica siciliana dia seguito a quanto richiesto da Roma, ovvero lo spostamento delle esercitazioni militari in una altra area. 

Ecco il video:https://www.facebook.com/835808973122116/videos/1654930744543264/

Dopo 2 sedute praticamente a vuoto finalmente il Consiglio comunale ha deliberato le misure correttive.
Da quasi un mese ne discutiamo con dirigenti e revisori, oltre che fra gli attivisti del Movimento 5 stelle, approfondendo gli argomenti e creando degli emendamenti per impegnare l’amministrazione al controllo delle finanze comunali garantendo i servizi ai cittadini.
Questa amministrazione, infatti, continua ad interessarsi più ad essere “chic” che ad affrontare concretamente i problemi cittadini, che spesso si cerca di far passare come fake news.
Aiutateci ad aiutare Agrigento: domani pomeriggio dalle 17.30 alle 21 saremo a San Leone, Piazzale Giglia per la raccolta firme per sensibilizzare i consiglieri comunali a presentare la sfiducia per il sindaco.
Oltre a confrontarsi sui temi cittadini vi invitiamo al nostro banchetto per un momento di socializzazione con l’iniziativa nazionale “Libri in MoVimento”. Domani si potranno infatti portare dei e prenderne in cambio, in maniera tale da lasciare agli altri i libri che hanno particolarmente amato.

 

“Il sequestro preventivo dell’impianto di compostaggio di Joppolo Giancaxio impone al Governo regionale di chiarire una volta per tutte quali sono le regole per fare correttamente impresa nel delicato settore della gestione del ciclo integrato dei rifiuti, senza arrecare danno all’ambiente ed alla salute dei cittadini”. Dichiarazione di Claudia Casa, direttore di Legambiente Sicilia

“A distanza di oltre 3 anni dal primo esposto-denuncia di Legambiente Sicilia relativo a questa vicenda e dopo innumerevoli interventi pubblici si è finalmente arrivati al dunque.
Pronunciamo questo “finalmente” con più amarezza che soddisfazione, fieri certamente di averci messo la faccia e di avere sostenuto la battaglia condotta dai cittadini joppolesi residenti nelle contrade Manicalunga e Realturco, ma al contempo amareggiati e preoccupati perché, oltre al grave danno ambientale, prospettato dalle indagini poste a base del sequestro, non ci sfuggono le ricadute negative che questa vicenda produrrà nell’immaginario collettivo, avvalorando paure e portando all’errata conclusione che il trattamento dei rifiuti, in special modo di quelli organici, generi inevitabilmente inquinamento ambientale e conseguenze nefaste per la salute.
Ribadiamo con forza che gli impianti di compostaggio sono essenziali per una corretta gestione integrata dei rifiuti solidi urbani, tenuto conto che ad essi va conferita la frazione umida che nelle nostre case produciamo in maniera molto consistente. La Sicilia, ad oggi, sconta un pauroso deficit impiantistico al quale occorre porre rimedio nei tempi più rapidi, dotandosi innanzitutto proprio di impianti di compostaggio. Siamo consapevoli che leggere notizie di sequestri operati dalla magistratura inquirente motivati dal “deposito incontrollato di rifiuti e dalla immissione degli stessi nelle acque superficiali… con deterioramento significativo e misurabile delle acque, dei terreni e di tutto l’ecosistema” non potrà che accrescere la paura e produrre il cosiddetto effetto Nimby (ovunque ma non nel mio giardino), provocando perplessità e rallentamenti sulla strada del progresso necessario a far uscire la Sicilia dall’emergenza rifiuti.
Ed è in ragione di ciò che chiederemo al Governo regionale di fissare regole ben precise che favoriscano decisamente l’implementazione del numero degli impianti per il trattamento dei rifiuti organici imponendo regole severe e controlli affinché gli imprenditori. di questo delicatissimo settore, operino nel rispetto assoluto dei presìdi ambientali in cui insistono gli stabilimenti come pure delle regole riguardanti le lavorazioni, in particolare per ciò che riguarda i tempi di maturazione del prodotto su cui andranno imposti severi controlli anche a valle, che dovranno cioè interessare anche i luoghi di utilizzo del compost – cioè i terreni fatti oggetto di spandimento – come pure la qualità in termini di salubrità delle produzioni agricole”.

La Ditta Oliveri Antonina & c. presentava all’Ufficio tecnico del Comune di Sciacca un progetto di ristrutturazione edilizia con parziale demolizione e ricostruzione di un fabbricato ubicato tra la via C.Colombo ed il vicolo 1° Stretto caricatore ; il suddetto progetto otteneva il rilascio della concessione edilizia nel 2009. La ditta Oliveri conseguiva due proroghe del termine di validità della concessione edilizia; nelle more, la ditta Malofra con sede in Sciacca, in persona del legale rappresentante Sig. Marco Maglienti , acquistava la proprietà degli immobili oggetto della concessione edilizia già rilasciata  e subentrava in tutti i rapporti facenti capo alla ditta Oliveri Antonina & c. Nel 2017 i lavori venivano sospesi nelle more di un sopralluogo tecnico condizionando la ripresa allo svolgimento di dettagliate operazioni peritali al fine di verificare le refluenze della realizzazione di una paratia sulle proprietà private adiacenti l’intervento. Permanendo la sospensione dei lavori nel mese di ottobre del 2017 la ditta Malofra richiedeva al Comune di Sciacca un differimento del termine di ultimazione dei lavori, che avrebbe dovuto corrispondere a tutta la durata della sospensione dei lavori. Senonchè la citata richiesta di differimento del termine di ultimazione dei lavori veniva ritenuta non ammissibile dal Comune di Sciacca, con invito alla presentazione di un nuovo titolo abilitativo nel rispetto della normativa in vigore al momento della presentazione. Avverso tale provvedimento la ditta Malofra proponeva un ricorso giurisdizionale, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Antonino Turturici, lamentando la mancata considerazione del periodo di sospensione dei lavori disposta per iniziativa dell’Amministrazione, per la durata complessiva di ben 179 giorni. Si è costituito in giudizio il Comune di Sciacca, in persona del Sindaco pro tempore, per chiedere il rigetto del ricorso, previa reiezione della richiesta cautelare di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato. Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana in sede giurisdizionale, condividendo le tesi difensive degli avvocati Rubino e Turturici, ha accolto la richiesta cautelare di sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti impugnati, condannando anche il comune di sciacca al pagamento delle spese giudiziali inerenti la fase cautelare. Pertanto, per effetto dell’ordinanza cautelare resa dal CGA, potranno riprendere i lavori di ristrutturazione edilizia del fabbricato esistente in Sciacca, ubicato tra la Via C. Colombo ed il vicolo 1° Stretto scaricatore, mentre il Comune di Sciacca pagherà le spese giudiziali. 

 

    Domenica 13 maggio sarà possibile acquistarla

 

L’Associazione ltaliana per la Ricerca sul Cancro, in occasione della Festa della Mamma, rinnova il suo impegno per la salute delle donne colorando migliaia di città e piccoli centri con l’Azalea della Ricerca, pianta che da più di trent’anni contribuisce a migliorare lo prevenzione e la cura dei tumori femminili. L’appuntamento è per domenica 13 maggio in 3.700 piazze di tutta Italia dove sarà possibile acquistare l’Azalea della Ricerca. Questo fiore, simbolo della salute femminile, ha permesso ad AIRC, solo negli ultimi 5 anni, di investire oltre 64 milioni di euro per sostenere 498 progetti di ricerca e 126 borse di studio per studi sulla prevenzione, diagnosi e cura dei tumori femminili.
    Più di 20 mila volontari AIRC saranno nelle piazze delle città anche quest’anno per distribuire 580.000 coloratissime azalee. A fronte di una donazione di 15 euro, insieme alla piantina verrà consegnata una speciale Guida interamente dedicata alla salute con indicazioni pratiche degli esperti sui percorsi di prevenzione e diagnosi precoce.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato il provvedimento che impone il regime carcerario del 41 bis a carico di Giuseppe Nugara, 53 anni, di San Biagio Platani, impiegato alla Diga Castello, presunto capomafia di San Biagio Platani, arrestato dai Carabinieri lo scorso 22 gennaio nell’ambito della maxi inchiesta antimafia cosiddetta “Montagna”. Nel provvedimento, frutto delle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, tra l’altro si legge: “Giuseppe Nugara ha un ruolo apicale in Cosa Nostra e la semplice detenzione non può aver fatto venire meno la capacità di comunicare con persone organiche al sodalizio che si trovano fuori dal carcere. Nugara è una persona di elevata pericolosità sociale che ha mostrato capacità nel tenersi in contatto con esponenti politici”.