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A Canicattì i vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere un incendio che si è sviluppato all’interno di una casa di via Capitano Ippolito, in pieno centro storico.

 La casa, disabitata, e solitamente rifugio di senzatetto, è stata interessata da un rogo originato probabilmente dal fuoco acceso dagli stessi abitanti abusivi che nel frattempo si erano allontanati.
Fortunatamente non si segnalano danni a persone.

Rischia di avere seri contraccolpi, la raccolta differenziata ad Agrigento, partita da circa due settimane e che sta andando lentamente a regime.

Il problema questa volta, sta nell’applicazione da parte della Catanzaro Costruzioni che gestisce la discarica di Siculiana, della direttiva dell’Arpa di Agrigento che impone che vengano, da subito, aumentati i tempi di trattamento  dei rifiuti indifferenziati che vengono infine abbancati presso l’impianto. Un aumento dei tempi di trattamento di questi rifiuti, che sta già avendo, come conseguenza diretta, il ritorno presso i depositi delle imprese, dei primi camion che non sono riusciti a scaricare in discarica. Catanzaro infatti ha già dimezzato quelle che sono le quantità di rifiuti che giornalmente accoglie, passati da 500 tonnellate giornaliere a poco più di 250.

“Questa nuova disposizione – spiega l’amministratore delegato di Iseda Giancarlo Alongi – porta i nostri mezzi e quelli della consociata Sea, a non potere più garantire i livelli ottimali di conferimento in discarica che fino ad oggi ci hanno permesso di effettuare una raccolta che rispetta il calendario che è stato dato ai cittadini. In questi giorni – aggiunge Alongi – come si sa, abbiamo messo a disposizione, senza costi aggiuntivi, una decina di autocompattatori in più per potere effettuare anche la pulizia delle discariche abusive che sono sorte sul territorio agrigentino consentendo alla città di Agrigento di presentarsi al meglio per la settimana del Mandorlo in Fiore. Tutti sacrifici che rischiano di andare a vuoto se le istituzioni non interverranno. Quello che chiediamo, in sostanza, è che la Catanzaro ci metta nelle condizioni di avere un orario preciso per conferire in discarica il venerdì mattina o il giovedì pomeriggio, o quando meglio ritengono, in modo da non farci tornare indietro con i mezzi pieni di rifiuti e quindi di non potere effettuare la raccolta i giorni successivi”.

Attualmente l’impianto di Siculiana, è costituito da 18 biotunnel e giornalmente, ha trattato fino ad ora, 500 tonnellate di rifiuti indifferenziati, Il sopravaglio viene abbancato direttamente in discarica mentre la frazione umida di sottovaglio viene depositata per la maturazione nei biotunnel ubicati in un’area opportunamente impermeabilizzata. Adesso, essendo scaduta a dicembre l’ordinanza 14/rif del presidente della Regione che accettava questi parametri, la Catanzaro si è adeguata alle disposizioni dell’Arpa di Agrigento che avrà conseguenze importanti sulla raccolta differenziata nel capoluogo agrigentino. Va infatti ricordato che grosse utenze come l’ospedale San Giovanni di Dio e il carcere di Petrusa non hanno ancora iniziato la differenziata, il che significa un grosso quantitativo di rifiuti da trattare che devono essere inviati in discarica giornalmente. 

Nell’approssimarsi dell’avvio della Festa del Mandorlo, il Parco Archeologico di Agrigento, ente organizzatore dell’evento, sta procedendo alle assegnazioni di incarichi a persone fisiche, associazioni e società che collaboreranno per la realizzazione della tradizionale kermesse. La prima determina in ordine di tempo, a firma del direttore del Parco Giuseppe Parello, riguarda la presentatrice delle due giornate conclusive del 10 ed 11 marzo:la bolognese Maurizia Giusti in arte Syusy Blady, con un cachet di 9.500 euro comprensivi di spese di viaggio e pernottamento. Sempre per la parte artistica, 4.000 euro andranno al cantastorie Nonò Salamone per la sua performance in occasione della cerimonia di riapertura del Palacongressi, programmata per il 2 marzo prossimo, serata a cui parteciperà anche, con lo spettacolo “Arie di Sicilia”, il gruppo dei Beati Paoli, proposto dall’associazione Cast. Per loro previsto un cachet di  6.600 euro.

Impegni finanziari anche per la campagna promozionale.  Alle emittenti televisive locali: Teleacras, Tva, Tele Radio Studio 98, Agrigento Tv, andranno 3.000 euro ciascuna per la messa in onda di spot pubblicitari mentre 500 euro andranno a Tele Video Sicilia. 1.830, è la cifra assegnata anche a Tele Video Regione di Modica. Presente anche la promozione radiofonica con Radio Vela alla quale è stata determinata la somma di 5.721,80 euro. Per la promozione sui siti on line, 1.260 euro vengono assegnati al gruppo editoriale Citynews (agrigentonotizie.it). Pubblicità anche nei centri commerciali  Etnapolis, Centro Sicilia ed  all’aeroporto di Catania, per la quale è stata impegnata la somma di euro 1878,80 a favore della società Kemedia. Per un servizio di riprese  da effettuarsi durante la giornata conclusiva della manifestazione, è stato dato, invece, incarico all’associazione “Gustare Sicilia” con un impegno finanziario di euro 1.700.

Infine per la tradizionale sfilata dei carretti siciliani,  è stata determinata la somma di euro 7.250 comprensivi della messa a disposizione di quattro cavalli per i gruppi di Argentina e Belgio in occasione della sfilata  conclusiva.

 
L’assessore al Turismo della Regione Siciliana Sandro Pappalardo ha partecipato alla due giorni del Mediterranean Tourism Forum di Malta che ha preso il via ieri ed è giunto alla quinta edizione.

Il tema di quest’anno è incentrato sul Mediterraneo e sulle sue bellezze e hanno partecipato oltre 1000 addetti ai lavori del mondo del turismo provenienti da 39 paesi diversi.

“E’ un onore rappresentare la Sicilia – spiega l’assessore Pappalardo – in un forum di così alto livello. La nostra Regione – per le caratteristiche intrinseche che ha – è una stata una delle protagoniste del Mediterranean Tourism Forum poiché racchiude il meglio della cultura mediterranea. Ho colto l’occasione per confrontarmi e stringere contatti con importanti aziende del settore turistico, tour operator e imprenditori che sono rimasti ammaliati dalla quantità enorme di bellezze che possiede la nostra isola. La Sicilia rappresenta la quintessenza del Mediterraneo perché racchiude paesaggi splendidi, prodotti enogastronomici d’eccellenza e un patrimonio storico e culturale unico. Queste sono le basi su cui si sta concentrando il mio impegno di assessore: il governo Musumeci punta, infatti, tantissimo sul turismo che è una delle punte di lancia dello sviluppo economico della Regione. Stiamo elaborando diverse strategie di marketing strategico per poter promuovere adeguatamente la Sicilia in tutti i mercati e, in questo senso, ho avuto un importante confronto con il Ministro del Turismo di Malta, Konrad Mizzi. Confronto che segue quello già instaurato lo scorso gennaio, volto alla creazione di una importante sinergia tra la Sicilia e Malta con la creazione di pacchetti turistici comuni in grado di valorizzare la bellezza euromediterranea grazie anche a un rafforzamento dei collegamenti aerei già in atto. Sono certo che abbiamo iniziato un percorso virtuoso e lo sforzo del governo Musumeci è teso a rendere la Sicilia una terra di ospitalità e di eccellenza, grazie anche alle sinergie istituzionali messe in campo sin dall’inizio del mio mandato. La nostra isola ha tutte le carte in regola per divenire un modello per il Mediterraneo e abbandondare il ruolo da comprimaria ed ergersi a protagonista”

 

Calogero Pisano oggi chiude la campagna elettorale ad Agrigento, al comitato in piazza Ugo La Malfa alle ore 18:30.

Presto prenderà forma lo scenario politico nazionale che si potrebbe venire a creare a Roma, e in ogni regione dove oggi, si consumano gli ultimi scampoli di una campagna elettorale attiva e frenetica.

Oggi, venerdì 2 marzo, al comitato di Fratelli d’ Italia di Calogero Pisano, ci saranno gli amici e gli elettori a fianco del candidato agrigentino per dare vita alla kermesse di chiusura della campagna elettorale.

Un incontro teso a rendere plasticamente evidente qual è la verità storica del periodo in cui ci stiamo trovando a vivere: un movimento come Fratelli d’Italia, che si organizza, si impegna, si presenta alle elezioni e cerca di cambiare il mondo facendo politica e una massa di partiti (vecchi e nuovi) che, pur di mantenere il loro posto alla guida del paese, cedono a false promesse e vacue illazioni.

 

 

Una mozione sulla “messa in sicurezza e ripristino del marciapiede, del muretto e della strada adiacente l’immobile degli uffici comunali delle attività produttive di Villaseta e più precisamente di viale della Concordia, piazza San Basilio e via San Basilio” è stata depositata presso la presidenza del consiglio comunale dalla consigliere comunale indipendente, Carmela Palermo.

L’atto ispettivo sarà inserito all’ordine del giorno del consiglio comunale.

 

La consigliere Palermo chiede all’amministrazione comunale di “voler mettere immediatamente in sicurezza la zona e ripristinare ad uno stato ottimale i muretti pericolosi e sovrastanti le zone frequentate dai residenti. Di ripristinare ad uno stato ottimale strade e marciapiedi, quest’ultimi ad oggi quasi inutilizzabili a causa sia delle pessime condizioni in cui versano per la folta vegetazione presente causata da un mancato controllo dell’Ente sul servizio di scerbatura.

Per la consigliere Palermo “gli interventi sono urgenti e necessari per la riqualificare un quartiere che da sempre vive nell’incuria e nel degrado a causa di una evidente distratta azione amministrativa e per evitare pericoli e danni cagionabili a cose e persone per via delle pessime condizioni dei luoghi”.

La consigliere Palermo ha già inviato una segnalazione all’assessore comunale alla Polizia Municipale e viabilità e manutenzione stradale, Gabriella Battaglia e all’assessore comunale all’ambiente, quartieri, rifiuti e al verde pubblico Nello Hamel, con alcune foto che evidenziano lo stato in cui versano le vie oggetto della mozione.

 

 

 

 

 

 

Il Tribunale di Agrigento ha assolto i 41 imputati nell’ambito dell’inchiesta antidroga “Ballarò”, dal nome del blitz risalente nel 2010. I dettagli.

Il blitz dei Carabinieri pilotato dalla Procura della Repubblica di Agrigento scattò all’alba del 15 giugno 2010, poche ore dopo la conclusione della partita ai mondiali di calcio Italia – Paraguay. Oltre 300 militari del Comando provinciale e della Compagnia di Licata eseguirono 42 arresti in carcere e 8 ai domiciliari su 124 indagati inizialmente nel mirino dal 2008, quando furono intraprese le indagini ipotizzando in attività un fiorente business di marijuana, hashish e cocaina tra Licata e dintorni. E l’operazione è stata battezzata “Ballarò”, perché le bande di presunti pusher si sarebbero rifornite nel quartiere omonimo di Palermo. Il 19 aprile del 2012 la giudice, all’epoca, per le udienze preliminari, Luisa Turco, ha rinviato a giudizio tutti gli imputati, 41, che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario. E il 14 giugno 2012, la stessa giudice Turco ha assolto i sei imputati processati in abbreviato. Ebbene, adesso, a conclusione del processo di primo grado, la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Maria Alessandra Tedde, a fronte della proposta di condanna di 7 imputati da parte della Procura, ha assolto tutti i 41. E si tratta di: Angelo Alabiso, 32 anni, Dario Balsamo, 35, Maria Stefania Concetta Bonaffino, 41, Michele Bonvissuto, 45, Francesco Bosa, 42, Francesco Calderaro, 28, Giuseppe Cambiano, 33, Salvatore Carusotto, 44, Angelo Castagna, 58, Pietro Cavallo, 40, Maurizio Consagra, 26, Gaetano Di Bartolo, 43, Angelo Di Pietro, 27, Carmelo Federico Savio, 32, Francesco Florio, 38, Francesco Incorvaia, 45, Alessandro Licata, 31, Domenico Lombardo, 75 anni, Francesco Lombardo, 34, Gaspare Lombardo, 46, Antonio Cannizzaro, 50, Carmelo Marino, 35, Giacomo Marino, 42, Nicola Fabrizio Marino, 37, Enrico Marra, 31, Marco Morello, 32, Salvatore Napoli, 41, Marco Russo, 49, Baldassare Ruvio, 52, Salvatore Scalisi, 48, Erica Sgreva, 28, Andrea Spiteri, 45, Giovanni Tardino, 46, Salvatore Gueli, 41, Gaspare Gaetano Trigona, 32, Angela Valletti, 38, e Carlo Valletti, 36 anni.

A.R. (Teleacras)

Concluso ieri, in un aula del Tribunale di Agrigento, il processo scaturito dall’inchiesta antidroga denominata “Ballarò”. I giudici, dopo 8 lunghi anni di dibattimento processuale, hanno assolto le 39 persone di Licata coinvolte e finite alla sbarra.

Assoluzioni, nella maggior parte dei casi, “perché il fatto non sussiste” (Angelo Alabiso, Dario Balsamo, Maria Stefania Concetta Bonaffino, Michele Bonvissuto, Francesco Bosa, Francesco Calderaro, Giuseppe Cambiano, Salvatore Carusotto, Angelo Castagna, Pietro Cavallo, Maurizio Consagra, Gaetano Antonio Di Bartolo, Angelo Di Pietro, Carmelo Savio Federico, Francesco Florio, Salvatore Gueli, Francesco Incorvaia, Alessandro Licata, Domenico Lombardo, Francesco Lombardo, Gaspare Lombardo, Carmelo Marino, Giacomo Marino, Nicola Fabrizio Marino, Enrico Marra, Marco Morello, Salvatore Napoli, Marco Russo, Baldassare Ruvio, Salvatore Scalisi, Erica Sgreva, Andrea Spiteri, Giovanni Tardino, Gaspare Gaetano Trigona, Angela Valletti, Carlo Valletti, Onofrio Vitali, Antonio Cannizzaro), più alcune avvenute per sopraggiunta prescrizione dei reati.

 

Inoltre Giuseppe Cambiano, Antonio Cannizzaro, Maurizio Consagra, Alessandro Licata, Domenico Lombardo, Gaspare Lombardo, Carmelo Marino e Giacomo Marino sono stati assolti dai capi di imputazione d, m, bf, bg, bh “per non avere commesso il fatto”.

 

Arringa finale del sostituto procuratore generale di Palermo, Rosalia Cammà, al processo di appello che vede imputato il medico dermatologo favarese, Giuseppe Vitello

L’uomo è accusato di omicido colposo dopo il decesso di un suo paziente di 50 anni a seguito di un tumore che, secondo l’accusa, il medico scambiò per una banale escrescenza.

 

In primo grado, due anni fa, Vitello fu condannato a 5 mesi e al risarcimento del danno ai familiari del paziente morto.

In Appello, la Procura generale chiede la conferma della condanna a 5 mesi. Sul processo però incombe la prescrizione tanto che lo stesso sostituto procuratore generale ha chiesto, in subordine, il non doversi a procedere proprio per avvenuta prescrizione del reato.

Lascia il carcere dopo 16 mesi e va ai domiciliari, Giuseppe Burgio l’imprenditore agrigentino accusato di bancarotta fraudolenta e arrestto nell’ottobre del 2016.

Da ieri sera il cinquantaduenne ex re dei supermercati, dunque, non è più recluso in una struttura penitenziaria.

 

A disporre l’attenuazione della misura cautelare il Tribunale di Agrigento che ha accolto l’ennesimo ricorso presentato dalla difesa di Burgio.