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L’Aventino per il PD è un errore grave. Il PD è nato per cambiare il Paese. Stare fermi in un’attesa passiva e isolata rende il Partito una forza marginale e la fa apparire agli occhi degli italiani inutile”. Lo dice Giuseppe Lumia, senatore uscente, componente della direzione nazionale del Pd ed esponente di di Fronte Dem.

“Noi dell’area Emiliano – aggiunge – abbiamo una proposta chiara e limpida: aprire un confronto serrato con i 5 Stelle e verificare se le loro proposte di governo sono un bluff oppure no, con tanto di copertura di bilancio e di fattibilità. Se non si vuole percorrere questa strada, almeno si veda qual è la via migliore per scendere dall’Aventino visto che adesso anche Martina e Orlando sembrano concordare con noi sul fatto l’isolamento sia una posizione sbagliata”.

“Siamo pronti ad un referendum promosso dal PD – conclude – anzi lavoreremo perché lo si possa indire al più presto in modo che la base sia realmente coinvolta e si possa finalmente uscire da un impasse che fa solo danno al Paese”.

Il ristoratore titolare del ristorante di Favara finito nell’occhio del ciclone dopo il blitz dei carabinieri del Nas che tra altre irregolarità e violazioni che sono state riscontrate dai carabinieri  i controlli all’interno della struttura di ristorazione: oltre mezza tonnellata di alimenti scaduti – tra cui prodotti ittici e caseari – dei quali peraltro non si è riuscito a risalire alla tracciabilità, avrebbero anche  riscontrata la presenza di un topo morto nella cucina, non ci sta.

Gli accertamenti svolti dai Carabinieri del NAS hanno consentito di sequestrare, circa 550 chili tra carne, vino, olio, prodotti ittici e caseari, tutti scaduti, in cattivo stato di conservazione, oppure dalla provenienza incerta. I Carabinieri hanno, inoltre, fatto intervenire il personale sanitario ispettivo dell’ASP di Agrigento, che ha contestualmente emesso un provvedimento di sospensione dell’attività produttiva, elevando sanzioni amministrative per un totale di circa 10.000 euro.


A Porto Empedocle, ignoti, approfittando del fatto che i proprietari di un appartamento, in pieno centro urbano, erano impegnati a partecipare ad un funerale, sono penetrati dentro l’abitazione, e dopo aver rovistato tutto, hanno portato via tutti gli oggetti di valore custoditi nella dimora.

Indagini sono in corso da parte dei carabineri della locale Stazione e degli agenti del Commissariato “Frontiera”.

Ancora emergenza rifiuti a Licata. La città intera è stanca, gli operatori turistici, i ristoratori, i commercianti sono stanchi di giustificarsi con i numerosi turistici che chiedono il perchè davanti a tanta spazzatura. Ed è per questo che hanno deciso di scendere in piazza e manifestare  in modo pacifico, giorno 22 marzo alle ore 10 in Piazza Progesso,  per reclamare i  loro diritti a vivere in una città pulita e ordinata.

 

Al grido dei cittadini e insieme a loro scenderanno in piazza la Cna, la Confcommercio, la Fipe e l’Associazione B&b Licata.

Senza sigle politiche ne bandiere di partito.Senza divisioni, ne fazioni. Tutti uniti, per una volta

 

Da qualche giorno i Carabinieri della Compagnia di Agrigento impegnati nei servizi di pattuglia a piedi nel centro storico, avevano notato degli atteggiamenti sospetti di alcuni individui di origini magrebine, tra la via Empedocle e la centralissima via Atenea. Sono pertanto stati attuati dei servizi di osservazione, svolti questa volta da Carabinieri in borghese, che hanno confermato l’esistenza di movimenti sospetti, in particolare di alcuni giovani che entravano in contatto con i magrebini. E così, nelle ultime ore, è scattato il blitz. Una decina di militari dell’Arma si sono appostati lungo alcune vie del centro storico, bloccando un tunisino, già noto alle Forze dell’Ordine. Poco dopo aver iniziato la perquisizione, i sospetti si sono rivelati fondati: dalle tasche del suo giubbino sono saltate fuori 5 dosi di “Hashish” del peso complessivo di 20 grammi e la somma contante di 200 euro, ritenuta frutto delle attività di spaccio.

Per il soggetto, H.N., tunisino, 32 enne, è subito scattato l’arresto in flagranza per“Detenzione e di spaccio di sostanze stupefacenti”. L’Autorità Giudiziaria ne ha disposto la traduzione in carcere.

 L’odierna attività, rientra nel quadro del potenziamento dei servizi di controllo del territorio ed in particolar modo nel centro storico del capoluogo, disposti dal Comando Provinciale Carabinieri Agrigento.

Notte di inseguimenti e controlli serrati a Campobello di Licata (Ag), dove i Carabinieri della locale Stazione mentre erano impegnati ad effettuare alcuni posti di blocco, hanno notato un’auto sospetta che stava sopraggiungendo a forte velocità. Dopo aver dato l’Alt con la paletta, la vettura in questione sembrava stesse per fermarsi quando all’improvviso il conducente ha accelerato, fuggendo dal controllo. Immediatamente è scattato un inseguimento a forte velocità per le vie del centro cittadino di Campobello di Licata, durato alcuni minuti, tra lo stupore di molti passanti ed altri automobilisti, al termine del quale l’auto in fuga ha perso il controllo andando a sbattere violentemente contro la saracinesca di un negozio di abbigliamento.

L’autovettura in questione è stata posta sotto sequestro

Una professoressa di Agrigento, Z E sono le iniziali del nome, 31 anni, ha partecipato al concorso per il reclutamento del personale docente nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e di secondo grado. Non è stata ammessa alle prove scritte per il mancato superamento della soglia dei 35/50 nella prova pre-selettiva. Ha proposto ricorso al Tar contro il provvedimento di esclusione ed è stata ammessa con riserva allo scritto. E poi è stata collocata, ancora con riserva, nella graduatoria di merito. Dunque, la docente ha presentato altro ricorso per motivi aggiunti contro la clausola della riserva tramite l’avvocato Girolamo Rubino. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso e i motivi aggiunti, ordinando lo scioglimento della riserva. E successivamente, il Tar, ancora su istanza degli avvocati Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha adottato gli atti necessari, ancora non eseguiti, utili a consentire l’assunzione della donna a tempo indeterminato. Ancora successivamente il Consiglio di Stato le ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni subiti nella misura del 30/% del trattamento economico non goduto nel periodo intercorrente tra la data in cui la ricorrente avrebbe dovuto essere assunta in servizio e quello di effettiva costituzione del rapporto di lavoro, oltre interessi accessori. Il ministero della Pubblica Istruzione pagherà le spese giudiziali.

Ad Agrigento è in corso un ampio progetto di riqualificazione degli impianti di pubblica illuminazione, puntando soprattutto alla riduzione dei consumi avvalendosi di innovativi prodotti illuminanti. Tali nuovi sistemi di illuminazione sono già evidenti in via Atenea, in piazza Municipio e in Via Empedocle. Più nel dettaglio si è provveduto all’utilizzo di tonalità bianco caldo nelle zone del centro storico, quindi la Via Atenea, e di bianco neutro nelle zone limitrofe e periferiche. Il progetto, che interessa tutti i circa 9.000 corpi illuminanti di gestione Comunale e gli ulteriori 3.000 punti luce di ex gestione Enel Sole, permetterà un risparmio energetico che raggiungerà, a regime, una percentuale superiore al 70%.


Ieri è passata all’unanimità la mozione per impegnare l’amministrazione a confrontarsi con i cittadini chiedendo loro come spendere 55.944,00 € della democrazia partecipata attraverso il proponimento di progetti.
L’amministrazione ha finora disatteso praticamente quasi tutte le indicazioni del Consiglio comunale, dunque è probabile che storca il naso anche a questa ventata di democrazia.
Invitiamo tutti gli agrigentini ad essere parte propositiva per l’amministrazione di questi soldi. Pensate a cosa si può fare e segnalate le idee che possono essere realizzate con una spesa minore della cifra indicata: una panchina in una certa zona cittadina, una scritta da togliere da un muro o altro. Inviate le idee via PEC al sindaco. Magari un “PEC bombing” lo invoglierà a considerare le idee di decoro degli agrigentini e non soltanto le sue.
Potete anche suggerire un progetto più complesso come quello del diserbo di tutta la città. Pur essendo infatti tale servizio già appaltato, questa amministrazione ha chiesto alle ditte incaricate di diminuire il numero di operai, che si occupano anche della raccolta della spazzatura, con la conseguenza che la città è invasa dalle erbacce.
La Regione Sicilia, attraverso un emendamento a 5 stelle, mirava ad educare le amministrazioni ad un bilancio partecipato coi cittadini, con il vincolo di una somma minima del bilancio comunale.
L’amministrazione ha inteso la partecipazione come proponimento ai cittadini di macro aree di spesa ma solo lo 0,1% degli aventi diritto ha partecipato alla scelta, che è caduta sul verde pubblico e decoro urbano.
Decidiamo noi adesso, proponiamo le nostre idee per il decoro di Agrigento e la cura del verde pubblico.

 

 

“Anche questa volta le nostre richieste sono rimaste inascoltate”. Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai e Confesercenti bocciano il Decreto, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale della Regione, con cui l’Assessore alle Attività Produttive ha ridisciplinato l’attività di panificazione in Sicilia. “Sarebbe il caso di dire come prima peggio di prima – sottolineano le cinque Organizzazioni datoriali – riferendosi al revocato decreto voluto da Mariella Lo Bello, durato in vita appena pochi mesi. Profili di illegittimità e passaggi anomali e incongruenti presentava quello emanato durante il Governo Crocetta, altrettanti nei contempla l’attuale targato Turano. Violano espressamente la direttiva Bolkestein, recepita dall’ordinamento giuridico italiano, il cui obiettivo è quello di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i paesi, e violano nettamente la volontà della maggior parte dei panificatori, che noi rappresentiamo, i quali valutano la decisione dell’Assessore come una soluzione piratesca che non risolve il problema principalmente avvertito dalla categoria, cioè quello di favorire, in occasione della chiusura obbligatoria della prima e della terza domenica di ogni mese, la grande distribuzione organizzata. Non comprendiamo l’atteggiamento dell’Onorevole Turano che ci ha regolarmente convocati, ci ha ascoltati, ma alla fine ha agito senza tener conto delle nostre proposte. Siamo profondamente rammaricati per come sono andate le cose, anche perché, dopo i primi positivi incontri, confidavamo nella sua riconosciuta sensibilità e disponibilità per potere sanare e migliorare il Decreto Lo Bello. Invece gli errori sono stati semplicemente e irresponsabilmente replicati, i cui effetti, deleteri, continueranno a ripercuotersi sull’attività dei panificatori, pronti a mobilitarsi per manifestare il loro disagio. Nelle prossime ore valuteremo se intraprendere, congiuntamente, apposite azioni legali per far valere le nostre ragioni, che anche ieri abbiamo cercato, ma invano, di ribadire all’Assessore Turano, il quale, propinandoci anche la beffa, ci ha radunati nel pomeriggio, dopo aver pubblicato il Decreto in mattinata. E come se non bastasse rispetto all’argomento per il quale ci aveva convocati, cioè la prospettiva del disegno di legge di iniziativa governativa, è stata fatta una discussione piuttosto blanda, senza ricevere alcuna proposta. Ci siamo limitati a riferire, con fermezza, che se i presupposti di partenza saranno gli stessi di quelli contenuti nel Decrerto, noi ci rivolgeremo verso altri luoghi istituzionali. Risponderemo fattivamente e costruttivamente alle sollecitazioni che sono già arrivate da vari gruppi parlamentari, persino deputati della maggioranza, impegnati nella presentazione di specifici disegni di legge – concludono Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai e Confesercenti – destinati a disciplinare in modo organico e nel solco della piena legalità la delicata e complessa materia della panificazione in Sicilia”.