I Carabinieri del centro anticrimine natura hanno posto sotto sequestro il depuratore di Lampedusa.
L’inchiesta, coordinata dal capo della Procura Luigi Patronaggio, ha riscontrato impianti non funzionanti e livelli di inquinamento da batteri fecali 10 mila volte superiori ai limiti di legge. Tredici gli avvisi di garanzia notificati ad altrettante persone e sequestrati 600 tonnellate di materiali.
Fra gli indagati spiccano i nomi dell’ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e dell’attuale primo cittadino Totò Martello. Nell’inchiesta anche una decina di tecnici e funzionari comunali.
Fra le ipotesi di reato contestate: inquinamento ambientale, falso, truffa, omissione d’atti d’ufficio, frode in pubbliche forniture.
Insomma, un depuratore che non avrebbe funzionato nonostante un finanziamento di 8 milioni di euro che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi entro 24 mesi. Ma tale circostanza non si è verificata.
L’indagine è stata condotta dai Carabinieri del comando provinciale di Agrigento agli ordini del colonnello Pellegrino ed è coordinata, oltre dal dott. Patronaggio, anche dal sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Alessandra Russo.
https://youtu.be/T0bu8hUbdW4