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Oggi, 14 luglio 2018, il Parco Avventura Il Boschetto di Joppolo Giancaxio ha ospitato i soci dell’Unione Italiana Ciechi che insieme ad amici ed accompagnatori hanno avuto l’occasione di trascorrere una giornata in allegria in mezzo alla natura. Alcuni si sono cimentati nel tiro con l’arco, mentre il momento clou della giornata è stata la grigliata. Un’occasione di inclusione sociale e di un corretto uso del tempo libero, offerto a persone che hanno poche occasioni di vivere una giornata immersi nella campagna, “un evento da ripetere coinvolgendo altre persone per stare in allegria” le parole del Presidente Giuseppe Vitello in compagnia del Vicepresidente Lo Monaco Onofrio e dei vari soci intervenuti per l’evento. Il Parco Avventura Il Boschetto si rende inoltre disponibile per l’organizzazione di eventi di carattere sociale e solidale.

Ci occuperemo – ha concluso il responsabile di Slow Food Sicilia, Saro Gugliotta, – di raccontare i sapori dei luoghi e di ricreare storie che poi posano costituire quel quid in più per il palato»

 

Le eccellenze enogastronomiche, i paesaggi e la cultura dei territori siciliani da esplorare a bordo dei treni storici. Sono gli ingredienti de “I Treni storici del gusto”, gli itinerari turistici promossi dall’assessorato regionale al Turismo e dalla Fondazione Fs, cui ha alzato il sipario questa mattina a Palazzo d’Orleans il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, alla presenza dell’assessore al Turismo Sandro Pappalardo, del direttore generale della Fondazione Fs, Luigi Cantamessa e del responsabile di Slow Food Sicilia, Saro Gugliotta.

Le bellezze delle nove province dell’Isola, per un totale di 23 itinerari turistici e 50 corse, a bordo di carrozze d’epoca che, da sabato 28 luglio e sino al 9 dicembre, saranno a disposizione di appassionati di paesaggi ma anche di cibo. Quest’anno, infatti, alle corse in treno storico sono abbinate iniziative culturali ed enogastronomiche in collaborazione con i presidi Slow Food.

«Il treno ci riporta ad un ritmo di viaggio da assaporare lentamente – ha detto il presidente della Regione Siciliana – un’occasione in più non solo per i turisti, ma anche per i tanti siciliani che, grazie a questa iniziativa, possono riscoprire il proprio territorio. Quello delle linee ferrate è, tra l’altro, argomento di grande interesse anche sotto il profilo strategico e di sviluppo economico dell’Isola».

Dal “Treno dei pani votivi, feste del mare e dolci conventuali”, che percorrerà la ferrovia turistica della valle dei templi Agrigento – Porto Empedocle e inaugurerà l’edizione 2018 della manifestazione, al “Treno della cucina di strada e dei riti del mare” che, da Catania, raggiungerà le Gole dell’Alcantara, sino al “Treno del pistacchio” ed a quello del “Barocco”, lungo la direttrice Siracusa-Noto-Ragusa, davvero ricche le possibilità per esplorare ogni angolo della Sicilia.

«E’ un progetto ambizioso – ha aggiunto l’assessore al Turismo, Sandro Pappalardo – contiamo possa costituire negli anni a venire un’offerta duratura, adeguatamente dilatata nell’intero anno solare e con un calendario di tappe maggiormente ancorato alle stagionalità dei prodotti e alle feste identitarie delle comunità. Ciò affinché la narrazione a più voci della Sicilia che oggi proponiamo non si interrompa e possa coinvolgere attivamente nel racconto coloro che vorranno provare questa esperienza».

La manifestazione turistica dei treni storici si rinnova con la collaborazione tra Regione Siciliana e Fondazione Fs, dopo il successo della scorsa edizione. La Fondazione delle Ferrovie dello Stato Italiane, sin dalla sua nascita (2013), ha tra l’altro avuto un occhio attento sulla Sicilia, con investimenti diretti al recupero e valorizzazione di alcune tratte. È siciliana, infatti, una delle prime linee ad esclusivo uso turistico recuperate nel 2014 per il progetto “Binari senza Tempo”, ovvero la Agrigento Bassa – Porto Empedocle, conosciuta come Ferrovia dei Templi.

«Ben 23 itinerari – chiosa il direttore di Fondazione Fs, Luigi Cantamessa – che consentiranno al visitatore di vivere una esperienza autentica ed alternativa e di riscoprire le meraviglie dell’Isola da un altro punto di vista: affacciato dal finestrino di una vettura degli anni ’30 che si inerpica tra ripidi tornanti e verdi campagne baciate dal sole e inebriato dai profumi di un territorio incontaminato. Sarà possibile percorrere i binari della meravigliosa ferrovia del barocco, la Siracusa – Ragusa, oppure le linee costiere, la jonica con tappa nella bella Taormina, e la tirrenica che sarà percorsa da treni storici che avranno origine da Palermo o Messina con destinazione Cefalù. Gli amanti della storia e dell’archeologia potranno percorrere i binari senza tempo della linea storica Agrigento – Porto Empedocle, prima ferrovia turistica siciliana, con accesso diretto al meraviglioso parco archeologico di Akragas, oppure visitare la villa romana del Casale di Piazza Armerina e l’area archeologica di Morgantina, nei pressi di Aidone, ripercorrendo, seppur idealmente, l’antica ferrovia a scartamento ridotto che aveva origine alla stazione di Dittaino, sulla ferrovia Palermo – Catania». Paesaggi, ma non solo, anche il gusto la farà da padrone grazie a racconti e laboratori sensoriali legati ai prodotti tipici dei luoghi toccati dai treni.

“Ci occuperemo – ha concluso il responsabile di Slow Food Sicilia, Saro Gugliotta, – di raccontare i sapori dei luoghi e di ricreare storie che poi posano costituire quel quid in più per il palato”.

Il programma completo dei “Treni storici del gusto 2018” e il dettaglio delle modalità di acquisto dei biglietti saranno consultabili sul sito fondazionefs.it e visitsicily.info.

Quasi 200 tra cartucce per fucili da caccia e per revolver ed altro nr.2 aste poggia mano per fucili da caccia, rinvenute e sequestrate, da personale della Sezione Anticrimine del Commissariato di P.S. di Canicattì, abilmente nascoste in un casolare in stato d’abbandono nella zona rurale di contrada Buccheri, agro di Canicattì.  

Si rammenta che il decorso 29 giugno erano state rinvenute, all’interno di una grotta sita nella medesima località (ovviamente non nello stesso luogo), armi e munizioni che, unitamente a quelli di quest’ultimo sequestro, sono di notevole interesse investigativo.

Sono in corso ulteriori accertamenti di polizia per risalire all’identità dei possessori delle armi e delle numerose munizioni, oggetto di sequestro penale convalidato dall’A.G., nonchè per l’accertamento sull’eventuale uso in episodi delittuosi.

L’impresa ha investito oltre un milione per adeguare la pista agli standard delle Federazioni sportive e in cambio potrà usare l’impianto per i test fino al 2030. Un’occasione per lo sviluppo dell’area, su cui però Consorzio gestore e ambientalisti si scontrano

Pirelli per Pergusa è la vita, può avere l’effetto che ha avuto Montalbano per il Ragusano». Mario Sgrò è entusiasta: l’autodromo di Pergusa che lui amministra ha ottenuto nei giorni scorsi il via libera alle omologazioni della Federazione internazionale automobili. Potrà quindi tornare a ospitare gare nazionali e internazionali di auto e moto, a eccezione di Formula 1 e Formula 2. Con buona pace di Legambiente che vorrebbe trasferire altrove la pista di cinque chilometri e le strutture annesse: tribune, box e bar.

La striscia di asfalto, inaugurata a fine anni ’50, circonda infatti il lago di Pergusa, dichiarato Riserva Naturale nel 1995, «l’unico lago della Sicilia interna», precisa Gianfranco Zanna, presidente dell’associazione ambientalista. Lo scontro negli ultimi mesi si è riacceso attorno ai lavori di adeguamento della pista, permettendo di ottenere i pareri necessari a riaprire l’impianto alle competizioni. Secondo Legambiente, però, senza le autorizzazioni necessarie. 

A realizzarli è stata la Pirelli: «Sistemazione del fondo stradale, dismissione degli attuali cordoli, sostituiti da altri idonei al passaggio delle moto e non solo delle auto, la sistemazione e l’ammodernamento del paddock e di altre infrastrutture dell’impianto», descrive sul suo sito la multinazionale che già dal 2010 usa l’autodromo per i suoi test. I nuovi lavori, stando ai dati del consorzio gestore dell’autodromo, sono costati a Pirelli 960mila euro senza oneri. In totale l’investimento si aggirerebbe su 1 milione e 200mila euro. In cambio l’azienda leader del settore ha ottenuto l’uso dell’impianto per i suoi test (gomme per moto e biciclette) fino al 2030, per un massimo di 150 giorni all’anno e un minimo garantito di 75. «Ma non gratis, come qualcuno pensa – precisa Sgrò, presidente del Consorzio Ente Autodromo di Pergusa, l’ente a partecipazione pubblica (soci sono il Comune di Enna, il libero consorzio e l’Automobile club ennese) che gestisce l’impianto – Pirelli pagherà normalmente il noleggio giornaliero: 225mila euro all’anno nel caso peggiore, cioè se utilizzasse la pista per il periodo minimo stabilito dall’accordo. E poi Pirelli ha annunciato di voler fare di Pergusa il loro centro mondiale di sperimentazione delle moto».

I cinque chilometri dell’autodromo – che negli anni ’60 ha ospitato le auto della Formula 1 e nei decenni successivi gare di Formula 2 e Formula 3000 – cingono il lago di Pergusa, da oltre un ventennio zona protetta, area dove sostano molti uccelli migratori, e sottoposta a vincolo paesaggistico. Una riserva che però non è mai stata valorizzata. E non solo per colpa dell’autodromo. «Ancora più grave – spiega il presidente di Legambiente Sicilia – è il fatto che gli scarichi fognari di molti villini che sorgono sul perimetro del lago finiscono in acqua, e la Regione non è mai intervenuta». Zanna lamenta anche che il consorzio non garantisce il passaggio a chi vuole arrivare vicino allo specchio d’acqua. «Bisogna comunque bussare all’ente gestore dell’autodromo». «Falso – replica Sgrò – c’è un sovrappasso pedonale utilizzabile quasi sempre, la limitazione riguarda solo i rari casi in cui, oltre alla pista, viene usato anche il paddock». 

Una convivenza complicata quella tra riserva e autodromo, che rischia di peggiorare ulteriormente. Legambiente denuncia il fatto che i recenti lavori necessitassero della Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) da parte dell’assessorato regionale all’Ambiente e al Territorio, «che invece non c’è – attacca Zanna – e senza quella tutte le altre autorizzazioni (si sono espressi il Libero Consorzio di Enna, il Corpo Forestale e la Sovrintendenza Beni Culturali) decadono». «Non serva la Vinca – replica Sgrò – perché i lavori non hanno cambiato lo stato dei luoghi, ma solo risposto alle richieste che ci sono arrivate dalle Federazioni sportive, come previsto dalla legge europea e dal regolamento della riserva. Se qualcuno la pensa diversamente, può andare in Procura». 

Sullo sfondo c’è anche la gestione della Riserva. Il libero consorzio, attuale titolare, vorrebbe privarsene. E proprio Legambiente si è fatta avanti recentemente per succedergli alla guida. In prima fila Giuseppe Amato, riferimento a Enna dell’associazione ambientalista, nonché ex assessore provinciale tra il 2010 e il 2013, periodo durante il quale già Pirelli usava la pista per i suoi test. «È per questo che sollevano strumentalmente il problema dei lavori», è convinto Sgrò. 

Resta il tema dello sviluppo di un’area che ha bisogno come l’ossigeno di crescere. Per gli ambientalisti la soluzione è spostare l’autodromo in un’altra area, «ad esempio nella zona industriale del Dittaino dove ci sono locali rimasti inutilizzati», e valorizzare esclusivamente il lago. Il presidente del consorzio, invece, propone di lavorare insieme, «come succede in tanti altri luoghi del mondo, pensiamo alla pista tedesca del Nürburgring, o a quella di Montreal, inserite all’interno di bellissimi parchi. Ma servirebbe trasformare la riserva, dove non si può tagliare nemmeno un canneto, in parco. È un problema di mentalità».

Tra fede e paganesimo, tra rispetto della tradizione e messaggi di accoglienza, Palermo ha festeggiato la sua Santuzza in grande stile. Successone per la direzione artistica firmata Lollo Franco e Letizia Battaglia, incantano Leo Gullotta e i 40 ballerini volanti della la Fura dels Baus

Festa di Santa Rosalia, 2018 Palermo www.sicilia24h.it

Sarà stato l’afflusso di turisti portati dallo status di Capitale della Cultura, sarà stata Manifesta 12, fatto sta che la 394esima edizione del Festino di Santa Rosalia si candida a pieno titolo a essere quella dei record. In una Palermo stretta nella morsa dell’afa più di 400mila persone si sono riversate in strada. Una fiumara umana che ha accompagnato la discesa del carro della Santuzza, ancora una volta a forma di nave, ma quest’anno in una versione che predilige su tutto il bianco, da porta Nuova fino al mare. A fargli da apripista una barchetta con otto piccole Rosalia. Otto bambine tutte di nazionalità diversa tra loro ma tutte nate sotto il cielo di Palermo.

Il Festino si è aperto sotto la direzione artistica di Lollo Franco e Letizia Battaglia attorno alle 21, con Leo Gullotta mattatore sul piano di Palazzo Reale, per raccontare la vita della Santa. Grande successo per le coreografia di Luc Bouy e per il Coro delle voci bianche della Fondazione orchestra sinfonica siciliana. E a proposito di voci bianche, il tema dell’intero Festino quest’anno è stato Palermo bambina. E tra le tante dimostrazioni di devozione e richieste di ex voto una è saltata agli occhi, dipinta in rosso su diversi striscioni bianchi: «Santa Rosalia aprici i porti», questo il messaggio lanciato da una rappresentativa delle magliette rosse.

Il momento suggestivo, come sempre, lo stop ai Quattro Canti. Il carro che si ferma, lo spettacolo incredibile di danza acrobatica messo in scena dalla compagnia di ballo la Fura dels Baus, che ha messo in campo 40 danzatori in aria, sollevati da una gru fino a 40 metri di altezza per rappresentare la Palermo liberata dalla peste. Poi il sindaco che sale sul carro e il tradizionale «Viva Palermo e viva Santa Rosalia» a cui quest’anno si è aggiunto «Viva Palermo Capitale della cultura», quindi la discesa verso Porta Felice per l’ultimo spettacolo e i fuochi, che sono stati sparati dopo le due di notte.

Le maestranze Rap hanno terminato la raccolta dei rifiuti, spazzamento e lavaggio delle strade nelle aree interessate dal Festino. Gli interventi di pulizia sono durati più del solito poiché per motivi di sicurezza erano stati rimossi tutti i cestini lungo il percorso e non era stato possibile installare contenitori supplementari.

I lavoratori impegnati sono stati 80 in aggiunta a quelli ordinariamente addetti alla pulizia delle zone centrali della città durante le giornate festive. In totale quindi hanno lavorato oltre 100 operatori e 25 mezzi. Raccolte oltre 40 tonnellate di rifiuti e oltre 58 pozzetti frigoriferi.

Le persone si trovano a bordo del pattugliatore Protector, della missione europea Frontex, e di un mezzo della Guardia di finanza. Nel tardo pomeriggio i due mezzi sono arrivati in rada di fronte al porto ragusano. In aggiornamento

È stato completato da pochi minuti il trasbordo dei 450 migranti che erano a bordo del barcone a largo di Linosa: 176 persone sono infatti sul pattugliatore Protector, inserito nel dispositivo europeo Frontex, e altre 266 sul Monte Speronedella Guardia di finanzaOtto persone, tutte donne e bambini, sono invece state già trasportate a Lampedusa a bordo di motovedette della Guardia Costiera per motivi sanitari.

Per ore è stato chiaro dove le due navi sbarcheranno, le due ipotesi erano Porto Empedocle, il porto più vicino al luogo del salvataggio, o Pozzallo. Alla fine la scelta sarebbe caduta sul porto ragusano. Il pattugliatore Protectorm a metà pomeriggio, è arrivato nella rada di Pozzallo, mentre quello della Gdf, con a bordo gli altri 266 migranti, si trova, invece, al momento al limite delle acque territoriali. Le due imbarcazioni attendono disposizioni. Intanto a bordo delle due navi arriveranno viveri e medicine oltre ad una equipe di medici.

ll premier Giuseppe Conte nelle ore precedenti avrebbe lavorato «per un accordo con gli altri paesi Ue per una redistribuzione immediata dei 450. Se non ci sono risposte dai partner e in queste condizioni ai 450 non sarà consentito di sbarcare». Lo riferiscono fonti di governo, al termine di una «lunga e cordiale» telefonata con Matteo Salvini. Le due ipotesi alternative sono «contatti con la Libia per il loro eventuale rientro sulle coste libiche da dove sono partiti o la permanenza a bordo delle navi dove fare riconoscimenti ed esame richieste».

Intanto gli otto eritrei trasferiti a Lampedusa vengono descritti dal personale del poliambulatorio «in grave stato di denutrizione e molto disidratati. Ci porta alla mente – dice una di loro gli effetti dei campi di concentramento tedeschi della seconda guerra mondiale. Uno dei ragazzi che parla un po’ di inglese ci ha raccontato che per diversi mesi hanno potuto mangiare solo 30 grammi di pasta al giorno e nient’altro». Nel corridoi ci sono due giovanissimi: li hanno medicati e aiutati a rifocillarsi, facendo ritornare loro il sorriso. In una stanza, in isolamento, è invece ricoverato un ragazzo al quale è stato diagnosticata la tubercolosi.

Una di loro, una donna 27enne pesa 35 chilogrammi e avrebbe trascorso «sette mesi drammatici» in Libia, dove sarebbe stata anche violentata. Da Lampedusa è stata trasferita nel pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo. Stando a quanto ricostruito dall’Ansa, non parla, tanta è la stanchezza, ma anche la paura, che le incutono i ricordi che non riesce a cancellare. Ma appena arrivata in ospedale ha trovato la forza di gridare, indicando la figlia di 4 anni che era con lei: «Non mangia da tre giorni, aiutatela, datele del cibo, subito, vi prego». Poi si è chiusa in un silenzio carico di tensione da smaltire. 

Ed è stata la bambina, dopo avere mangiato latte e biscotti, a prendersi cura di lei. È stata lei a scegliere, a Lampedusa, i vestiti per la madre tra quelli messi a disposizioni da associazioni di volontari. Ed è lei a tentare di farla sorridere cantando e ballando. Per la musica ha usato un cellulare messo a tutto volume. Ha cantato e danzato apparentemente felice. La madre l’ha guardata, ed è sembrata sorridere anche lei, ma soltanto con gli occhi, non ha la forza per fare altro.

Il Sig. G.M. di 28 anni di Montallegro è titolare di un chiosco balneare a carattere stagionale per somministrazione al pubblico di alimenti e bevande sito in località Bovo Marina di Montallegro. Il chiosco in questione è stato oggetto di diverse concessioni demaniali rilasciate ai proprietari che si sono succeduti nel tempo;originariamente per lo stabilimento in questione è stata rilasciata la concessione demaniale marittima n. 265 del 2007 in favore del sig. G.V., il quale otteneva il n.o. della Soprintendenza di Agrigento.  Il Comune di Montallegro ha formalmente attestato che lo stabilimento balneare in questione è stato realizzato conformemente al progetto assentito; successivamente, il Sig. G.V. cedeva il chiosco in questione al sig. Q.V. , che a sua volta cedeva il chiosco al Sig. A.G. A seguito di apposita istanza di subingresso l’ARTA ha rilasciato la concessione demaniale in favore del sig. A.G., il quale subentrava nella titolarità di tutti i rapporti giuridici; nel 2016 il Sig. A.G. ha ceduto al sig. G.M. lo stabilimento balneare e tutti i titoli ad esso afferenti, ivi comprese le relative concessioni demaniali ed i titoli edilizi.La Soprintendenza di Agrigento, inopinatamente, asserendo che lo stabilimento in questione risultava privo dell’autorizzazione paesaggistica, ordinava la remissione in pristino dei luoghi; ma l’interessato, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airò, proponeva un ricorso giurisdizionale contro la Soprintendenza, per l’annullamento, previa sospensione, dell’ordinanza di remissione in pristino. In particolare gli avvocati Rubino e Airò hanno censurato il provvedimento impugnato sotto il profilo della violazione di legge e dell’eccesso di potere, atteso che, per effetto di alcuni decreti assessoriali dell’Assessorato regionale territorio, è stato previsto il rinnovo d’ufficio delle concessioni demaniali marittime fino al 2020; e che, per effetto di alcune circolari dell’Assessorato regionale dei beni culturali l’autorizzazione paesaggistica ha validità pari a quella del titolo concessorio. Pertanto, concludevano i difensori, l’efficacia dell’autorizzazione ambientale in questione doveva ritenersi prorogata fino al 2020; si costituiva in giudizio la Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali di Agrigento, con il patrocinio dell’Avvocatura distrettuale dello stato di palermo, per chiedere il rigetto del ricorso. Il Tar Sicilia,Palermo, sezione prima, Presidente il dr. Calogero Ferlisi, relatore la dr.ssa Aurora Lento,  ritenendo fondate le censure formulate dagli avvocati Rubino e Airò ha accolto il ricorso,annullando il provvedimento impugnato;pertanto, per effetto della sentenza resa dal Tar, il chiosco in questione resterà aperto durante la stagione balneare in corso, così come  accaduto per gli altri tre chioschi salvati dal Tar  con sentenze analoghe depositate nei mesi scorsi. 

Munnizza – Large

Ad Agrigento e in altri 8 Comuni della Srr Agrigento est è stato aggiudicato il nuovo appalto del servizio di nettezza urbana. 

Nel frattempo continua la caccia agli incivili che abbandonano i rifiuti per strada. La Squadra di Vigilanza Ambientale istituita dal Comando della Polizia Locale di Agrigento nelle ultime ore ha identificato altri tre “lanciatori serali” di immondizia, attraverso le telecamere disposte in luoghi “sensibili”. Ai trasgressori è stata elevata una sanzione di 500 euro. Nel video allegato, le immagini riprese in una strada periferica della città dei templi dove alcuni cittadini, insensibili alle norme del vivere civile, hanno pensato bene di liberarsi dei rifiuti senza sapere in quei momenti, di essere ripresi dalle telecamere nascoste.   

A Ravanusa B G, sono le iniziali del nome, 48 anni, è evaso dagli arresti domiciliari a cui è stato sottoposto e si è reso irreperibile. Adesso, dopo circa un mese dal dileguamento, i Carabinieri della stazione di Ravanusa e della Compagnia di Licata, a conclusione di prolungate indagini, lo hanno sorpreso in un bosco in contrada “Monte Saraceno – Stornello”, nascosto in una baracca. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, il ravanusano è stato trasferito nel carcere “Pasquale Di Lorenzo” ad Agrigento in aggravamento della misura cautelare