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Il Camper della prevenzione arriva ad Agrigento.
L’appuntamento è domenica 13 maggio alle 11.00 in piazza Cavour ad Agrigento e alle 15.30 da Oceanomare (via delle Dune) a San Leone per la tappa girgentina del camper di PrevenGo: il progetto di Arcigay Palermo in collaborazione con diversi partner che porta in giro per tre province siciliane la prevenzione, i test rapidi e gratuiti per le Ist e l’informazione sulla sieropositività e le infezioni sessualmente trasmissibili.
I volontari e uno dei medici del progetto “PrevenGo – La prevenzione viene da te” sono disponibili per informazioni e supporto sulle Ist (infezioni sessualmente trasmissibili) ed è anche possibile sottoporsi i test rapidi per hiv, sifilide ed epatite C in modo gratuito e anonimo: pochi minuti e poche gocce di sangue bastano per togliersi ogni dubbio.
La manifestazione è realizzata in collaborazione con il Comune di Agrigento, che ha concesso il patrocinio e che invita i cittadini a partecipare.
“In poco più di un anno dall’inizio del progetto PrevenGo abbiamo portato la prevenzione delle IST e la cultura del sesso sicuro e consapevole ovunque ce ne sia di bisogno. – dichiara Ana Maria Vasile, presidente di Arcigay Palermo e coordinatrice del progetto – Riteniamo che di prevenzione non si parli mai abbastanza: è per questo che, grazie all’ausilio dell’ambulatorio mobile allestito per questo progetto, abbiamo raggiunto numerose località nelle province di Palermo, Trapani ed Agrigento, effettuando oltre 2.500 test rapidi, gratuiti e anonimi per HIV, Sifilide e Epatite C. Siamo felici che il nostro progetto si sia arricchito di una nuova collaborazione istituzionale, data dal Comune di Agrigento e la sua amministrazione, che ringraziamo per l’attenzione e la sensibilità posta su temi così importanti che riguardano tutti i cittadini”.
“Penso che l’attenzione e la disponibilità verso un tema fondamentale quale è la prevenzione delle malattie trasmissibili per via ematica e sessualmente siano necessarie e obbligatorie – commenta Gerlando Riolo, assessore alla Sanità del Comune di Agrigento – l’amministrazione comunale di Agrigento ha accettato molto volentieri di sostenere questa iniziativa che permette di diffondere il tema della prevenzione in un ambito molto delicato, anche perché è difficile che se ne parli, specie rivolgendosi con un approccio molto concreto quale è quello di effettuare, oltre alla informazione, dei test gratuiti per HIV, Sifilide ed Epatite C a chi ne farà richiesta. Invito pertanto i Cittadini a partecipare”.

La Lega Salvini Premier già tempo fa aveva annunciato l’intenzione di presentare una propria lista col simbolo della Lega in occasione del rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale nella Città di Licata; per quanto riguarda il candidato Sindaco l’auspicio era invece quello di poter trovare una sintesi di un centrodestra unito sotto la figura di un unico candidatocondiviso autorevole, capace, ma soprattutto ben visto tra i cittadini licatesi.

‘Consapevoli di aver adoperato tutto quanto fosse possibile per percorrere una strada di grande responsabilità e pacificazione politica nell’interesse della Città, abbiamo preso atto che non tutte le forze politiche erano aperte al dialogo per una strada unica condivisa nell’interesse della città. Con grande senso di responsabilità, consci che Licataha dato un forte segnale di fiducia alla Lega Salvini Premier alle elezioni politiche, sentiamo il dovere morale ed etico-politico di offrire alla Città un’alternativa nuova, forte e coraggiosa alle solite vecchie logiche politiche.’ Cosìil Coordinatore provinciale Anna Sciangula.

‘A questo punto annunciamo che la Lega avrà il proprio candidato Sindaco, l’Avv. Annalisa Tardino, che da cittadina licatese, madre e professionista affermata si sta mettendo al servizio della propria Città per dare voce alleproblematiche profonde che essa vive e per pacificare un disagio politico che, viste le varie vicissitudini che ha dovuto affrontare Licata, trova la gente sempre più amareggiata e titubante a dare la propria fiducia.’

‘Annalisa Tardino oltreché dalla Lega sarà sostenuta da altre due liste alle quali si sta lavorando. Siamo sempre aperti al dialogo con le forze politiche che volessero riconoscersi in quest’alternativa innovativa, autorevole e credibile; siamo pronti a dare voce anche e soprattutto alle varie categorie edalla Licata che produce, che ha voglia di riscatto e che ha pieno diritto a rimettersi in piedi per mostrare tutte le sue potenzialità.’

‘Sono orgogliosa che, insieme a numerosi licatesi che stanno credendo in questo progetto politico, si sia costruita questa opportunità di offrire la possibilità di poter scegliere il modello Lega anche su Licata, fatto di gente perbene, responsabile e che si spende in politica per il bene del proprio territorio. Consci di questo lanciamo un appello a tutti coloro i quali vogliano riconoscersi in questo progetto politico ad entrare in squadra e ad essere co-protagonisti del cambiamento in questa Città.’

Annalisa Tardino, 39 anni, avvocato, sposata e madre di un bambino di 6 anni è una professionista affermata che esercita tra Licata e Palermo. Non ha precedenti esperienze politiche ed ha deciso con grande senso di responsabilità di mettersi al servizio della propria Città con l’entusiasmo e l’orgoglio di essere una cittadina che, primus inter pares, vuole ridare a Licata quella dignità e quell’orgoglio di tornare a splendere ed a stagliarsi come centro produttivo e pulsante di una Sicilia sana ed al passo con i tempi.

Per salvare le casse della Città dal dissesto sono arrivate in Consiglio comunale delle misure correttive.

Insieme agli attivisti del Movimento 5 stelle Agrigento sono state trovate alcune ulteriori indicazioni da inserire fra le misure.

Oltre al Baratto amministrativo abbiamo ritenuto opportuno inserire altri 3 emendamenti che hanno già il parere favorevole dei dirigenti e dei revisori dei conti.

  • “L’amministrazione si impegna a dare indicazioni affinchè sia preposto e responsabilizzato personale idoneo ad assicurare il controllo ed il rispetto delle condizioni di svolgimento del servizio rifiuti così come descritto nel contratto e ad effettuare le eventuali dovute contestazioni su quanto pagato, in caso di servizi non conformi al contratto”
  • “L’amministrazione si impegna a dare indicazioni all’ufficio competente affinchè sia preposto una quantità congrua di idoneo personale per assicurare il rispetto delle norme contenute nel REGOLAMENTO COMUNALE PER L’ESECUZIONE DI SCAVI SU SUOLO PUBBLICO E SU AREE SOGGETTE A PUBBLICO TRANSITO approvato con deliberazione di C.C. n. 154 del 27/10/2011”
  • “Per le utenze idriche si ritiene necessario un controllo periodico dei contatori e dei consumi per individuare immediatamente eventuali consumi anomali. Inoltre a causa dell’affido alla gestione regionale dei depuratori delle acque reflue, sequestrati al gestore dei servizi, l’amministrazione si impegna a valutare a chi vadano corrisposte le eventuali somme relative alla depurazione e il loro esatto ammontare. Considerato che, la fatturazione per molti edifici comunali, tra cui alcune scuole, è stata a forfait fino all’installazione dei contatori che è avvenuta recentemente negli anni 2016-2017 e considerato il principio di diritto espresso dalla Corte di Cassazione con l’Ordinanza del 22 maggio 2017 n. 12870 in merito alla illegittimità del canone idrico calcolato a forfait, l’amministrazione si impegna a verificare la differenza fra gli importi passati e quelli attuali e, anche rispetto alle risultanze di questa indagine, a valutare con l’ufficio legale la possibilità di impugnare le bollette calcolate a forfait degli anni precedenti.”

Tali misure prevedono l’adozione di maggiori controlli su diversi temi che sono stati spesso affrontati in Consiglio con mozioni e atti di indirizzo che l’amministrazione ha finora sostanzialmente disatteso.

Speriamo che, con l’eventuale inserimento tra le misure correttive, tali temi saranno seriamente affrontati dall’amministrazione per evitare spese non dovute  e debiti fuori bilancio come quelli derivanti da incidenti provocati da dissesti di strade e marciapiedi.

Lesioni colpose gravissime e resistenza a pubblico ufficiale.

E’ per queste ipotesi di reato che è stato arrestato, dalla Polizia Stradale, Gaetano Agozzino, 70 anni, di Agrigento, l’automobilista che era alla guida della Fiat Stilo che, all’altezza di contrada Maddalusa, ha travolto il motociclista al seguito del Giro.

Si terrà questa mattina all’udienza di convalida di Agozzino, professore in pensione, con l’accusa di lesioni colpose gravissime e resistenza a pubblico officiale per aver travolto Leonardo D’Amico, 48 anni di Sambuca di Sicilia che sta lottando tra la la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Agozzino, sin dei primi interrogatori, davanti agli uomini della stradale, avrebbe ammesso le proprie responsabilità, dichiarando di essersi insistito per un  alterco avuto con due uomini dell’Anas che volevano impedire il passaggio dello stesso,  con la sua auto,  attraverso la strada S. S. 640, in quel momento chiusa al traffico per il Giro d’Italia. Algozzino si trova attualmente agli arresti domiciliari. La procura di Agrigento continua l’inchiesta. Si sta accertando come il settantenne possa essere transitato nel tratto dell’incidente. I magistrati stanno cercando di capire come mai l’uomo, D’Amico, poi travolto dall’auto di Agozzino, fosse dentro il percorso.

 

 

I Vescovi di Sicilia, 25 anni dopo, rilanciano nella Valle dei Templi l’appello alla conversione di Papa Wojtyla “ai mafiosi con la pistola o con i colletti bianchi”.

Il 9 maggio del 1993 Giovanni Paolo secondo, poi Santo, fu a piano San Gregorio, dove adesso giace una croce ferrea, discutibilmente post-moderna, a ricordo della visita ad Agrigento e dell’anatema contro i mafiosi, “a convertirsi perché un giorno verrà il giudizio di Dio”. Adesso, 25 anni dopo, i 18 vescovi della Sicilia si sono radunati ancora nella Valle dei Templi poco più a ovest, innanzi al tempio della Concordia, e, a margine della messa, hanno rilanciato il messaggio del Papa Polacco elaborando e leggendo una lettera, scritta e condivisa insieme. Parola d’ordine, in un’epoca di false promesse, politici e amministratori buffoni e burocrati parassiti, è concretezza.

Ed ecco perché i vescovi sottolineano: “Non bastano solo le denunce, ma è necessario un piano. Vi è la necessità di mettere in campo una sistematica catechesi interattiva il più possibile pratica e contestuale”. E poi riecheggia l’anatema di Karol Wojtyla, in forma più ampia e attualizzata, e i vescovi scrivono: “La mafia è un gravissimo peccato. E tutti i mafiosi sono peccatori: quelli con la pistola e quelli che si mimetizzano fra i colletti bianchi”. E poi ancora: “Peccato è anche l’omertà. Peccato ancora più grave è la mentalità mafiosa, anche quando si esprime nei gesti quotidiani di prevaricazione. La nostra è una scomunica di fatto, anche a prescindere da una scomunica di diritto: i mafiosi si auto-escludono dalla comunione con il Signore”.

E poi, l’auspicio, l’invito alla conversione, la vocazione all’essere Pastori, che è insita nella storia della Chiesa, come pastori del gregge, anche delle pecore nere, e i vescovi scrivono: “Convertitevi, la salvezza è possibile pure per voi”. E poi, ancora in riferimento all’appello alla conversione, i vescovi ribadiscono che bisogna ripeterlo sempre, senza riserve, e scrivono: “E’ necessario ribadire ai mafiosi l’appello alla conversione in tutte le occasioni possibili: nel catechismo agli adolescenti, in cui anche i figli dei mafiosi devono essere coinvolti, e nella celebrazione di sacramenti importanti come il battesimo, la prima comunione e la cresima. E anche durante i funerali di persone appartenute alla mafia. In ogni occasione, bisogna invitare gli uomini della mafia alla conversione”.

A.R. (teleacras)

Anche otto donne e 34 minorenni

È giunta stamane alle 8 nel porto di Catania la nave Aquarius di Sos Mediterranee e Msf, battente bandiera inglese, con a bordo 105 migranti, tra i quali molte donne e bambini, soccorsi su un gommone e trasferiti da una nave a un’altra delle ong e che da alcuni giorni attendevano di approdare sulla terraferma. Sul posto le forze dell’ordine e le organizzazioni di soccorso, che stanno iniziando le operazioni di sbarco. Tra le persone a bordo dell’Aquarius vi sono otto donne e 34 minorenni, inclusi sei bambini di età inferiore ai 13 anni. I dati sono stati forniti da Sos Mediterranee. I migranti provengono da nove Paesi, tra cui Bangladesh, Egitto, Eritrea e Sudan. La maggior parte ha affermato di essere in fuga dalla Libia a causa dell’insicurezza del Paese

Suoi i selfie con una media di 2.000 visualizzazioni quotidiane

Da deputato regionale a “influencer marketing” per caso, senza però abbandonare l’attività didattica di insegnante di educazione fisica nell’istituto commerciale “Luigi Sturzo” di Gela. Lui è Miguel Donegani, 46 anni, gelese, padre di due figlie, ex parlamentare regionale del Pd dal 2008 al 2012. La sua passione per la comunicazione tramite i social media lo ha portato ad avere 21.000 followers su Instagram, dove pubblica proprie fotografie, quasi tutte selfie, con una media di 2.000 visualizzazioni quotidiane. E’ stata la stessa Instagram a contattarlo: “Ciao Miguel – gli hanno scritto – è da tempo che ti osserviamo, il tuo profilo con più di 21 mila followers e le tue storie superano le mille visualizzazioni, risultano in linea con alcuni brand che ci hanno contattato”. Perciò gli hanno proposto di scattare qualche foto con i prodotti delle griffe indicate, descrivere le sue impressioni e pubblicarle sul proprio profilo Instagram. Il compenso è di 100 euro per ogni mille visualizzazioni.

La 30^ edizione del Premio in memoria dell’app.to Salvatore Bartolotta, medaglia d’oro al valor civile, si è svolta nella giornata di oggi, uscendo fuori dalla tradizionale celebrazione che ogni anno si è svolta all’interno della scuola. In una giornata di sole splendente, con la partecipazione di numerose istituzioni civili, militari e religiose, con la presenza toccante e significativa dei familiari dell’app.to Bartolotta, ma anche dei familiari di altre vittime caduti per mano mafiosa, come la nipote del giudice Paolo Borsellino, si è voluto dare un segno tangibile dell’azione educativa e di promozione alla legalità svolta sia dalle istituzioni scolastiche che da tutte le associazioni civili presenti sul territorio. Con il coinvolgimento delle scuole primarie e secondarie di primo grado, ma con la sentita e nutrita partecipazione delle istituzioni scolastiche dei comuni di Canicattì, Racalmuto e San Cataldo, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Calogero Sferrazza, ha voluto scoprire una stele in ricordo “ai caduti nella lotta contro la Mafia”, quale segno indelebile del’impegno quotidiano di promozione della legalità e a difesa della memoria di chi si è trovato, nell’assolvimento del proprio dovere, ad essere vittima di una criminalità organizzata che non ammette altre regole se non quelle del sopruso e della prevaricazione delle regole civili. Tutte le Istituzioni pubbliche sono chiamate al rispetto delle regole e la scuola, in modo primario, ha il gravoso compito di educare insieme alle famiglie, e di far crescere con questo nobile sentimento i cittadini di domani in questo percorso i propri alunni. Commovente e toccante l’esperienza portata dall’autista del giudice Rocco Chinnici Giovanni Paparcuri, scampato alla morte quel 29 luglio del 1983, in via Pipitone Federico, e successivamente collaboratore del giudice Paolo Borsellino, che ha rivolto un pensiero di profondo ringraziamento all’app.to Salvatore Bartolotta, a cui deve la vita per averlo fatto allontanare quei pochi metri dal luogo dell’esplosione che gli hanno consentito di rimanere, seppur gravemente ferito, in vita. Un uomo dal forte senso dello Stato, a cui rivolgiamo il nostro grazie per la profonda testimonianza portata a Castrofilippo. Non meno emozionante la testimonianza ed il ricordo del giudice Paolo Borsellino portato dalla nipote Roberta Gatani, del movimento Agende Rosse, originario di Castrofilippo, nel rievocare lo spirito gioioso dello zio e il messaggio di speranza rivolto ai giovani siciliani. Non di certo una semplice giornata celebrativa, ma di affermazione dei principi di legalità e del valore del ricordo di chi si è speso per garantire a Tutti libertà e democrazia.

Associazione Itaiana Celiachia – Sicilia, ufficializza il decreto di recepimento del “Protocollo per la diagnosi e il follow up della celiachia”, dell’assessore alla sanità della Regione Sicilia, Ruggero Razza.

Le dichiarazioni del presidente di AIC Sicilia, Giuseppina Costa e gli sviluppi che avrà sulla popolazione celiaca siciliana il “decreto Razza”

 

Confortanti novità in vista, per gli oltre 15.000 celiaci siciliani e per i 35.000 ancora da diagnosticare. L’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia, Ruggero Razza, ha decretato il recepimento dell’Accordo Stato-Regioni del 30 luglio 2015, redatto dal Ministero della Salute, concernente il documento “Protocollo per la diagnosi e il follow up della celiachia”.

Un atto dovuto da parte del neo Assessore del governo Musumeci, ma il presidente Giuseppina Costa dell’Associazione Italiana Celiachia-Sicilia ritiene che si tratti di una prima incoraggiante tappa che porterà ad ulteriori azioni concrete ed indifferibili, che la Regione Siciliana sta attuando all’interno di un percorso di tutela del soggetto celiaco di cui l’Assessore Ruggero Razza si era fatto garante, già lo scorso dicembre 2017, all’indomani del suo insediamento.

–          Quale significato racchiude il “decreto Razza”.

–          Cosa cambierà per il malato di celiachia.

–          Quali le prospettive conseguenti e future del decreto.

 

Con l’approvazione dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), il passaggio da malattia rara a malattia cronica, consegna ai Medici di Medicina Generale la gestione del paziente con celiachia, pertanto è necessario dare massima diffusione del recepimento del ‘Protocollo per la diagnosi e il follow up della celiachia’ a tutti gli operatori del settore sanitario.

Il decreto di fatto rende esecutivo tale Protocollo che è una vera linea guidaper il medico di medicina generale che potrà prescrivere gli esami utili a diagnosticare e monitorare il soggetto con celiachia evitando quelli non necessari, ritenuti superati dalle più recenti evidenze scientifiche. Il protocollo indica anche la corretta cadenza temporale dei controlli, al fine di non eseguire esami più frequentemente rispetto alle reali necessità.

 

AIC evidenzia la criticità tipica della Celiachia che, pur essendo a pieno titolo una malattia cronica, ha nella diagnosi ancora il punto di debolezza: sono diagnosticati in Italia solo poco più del 30% dei casi attesi totali e sappiamo che la diagnosi in Italia si raggiunge mediamente in 6 anni.

 

Il panorama giuridico delle malattie croniche, introdotto per la Celiachia dai nuovi LEA, “cancella” i centri Hub&Spoke per la diagnosi della Celiachia, gli stessi vanno ridefiniti sulla scorta del Decreto approvato lo scorso 6 luglio, redatto a cura del Ministero della Salute, che detta i “requisiti tecnici professionali ed organizzativi minimi per l’individuazione dei presidi sanitari deputati alla diagnosi di Celiachia”.

 

AIC Sicilia ha richiesto con insistenza la convocazione della commissione sulla malattia celiaca (D.A n. 1231/2011) per valutare le possibili politiche di sostegno della diagnosi di celiachia, in primis con la ridefinizione dei nuovi centri per la diagnosi.

Ci aspettiamo a breve – dichiara Giuseppina Costa – grazie alla convocazione del tavolo tecnico, l’individuazione dei presidi sanitari deputati alla diagnosi di Celiachia, così che il paziente abbia il diritto di accedere a centri di comprovata esperienza, raggiungibili da tutti e omogeneamente distribuiti nel territorio. Tra le nostre priorità vi è pure la creazione di un registro regionale della malattia Celiaca (D.A 1231/11); una migliore gestione circa la certificazione e le modalità di erogazione degli alimenti ai celiaci (D.A. 3 aprile 627/12).

 

“Collaboreremo con AIC Sicilia per il bene della vasta popolazione celiaca siciliana – ha dichiarato Ruggero Razza. Vogliamo evitare l’aggravio degli oneri sulle famiglie dei potenziali celiaci e cercheremo di abbattere ogni ostacolo che si dovesse porre dinanzi all’obiettivo dichiarato di incremento delle diagnosi come prevenzione delle complicanze, anche gravi che poi ricadono sull’intera società in termini di spese superflue ed inopportune. Diverse saranno ancora le azioni che muoveremo. Fra queste di certo l’individuazione dei presidi sanitari deputati alla diagnosi di Celiachia nonché l’utilizzo del buono spesa anche presso la grande distribuzione, non solo presso le farmacie, e in tutto il territorio nazionale”.

 

AIC vuole ricercare, infine, un sostegno per i familiari e potenziali celiaci, che oggi non hanno più diritto alle prescrizioni in esenzione per sospetto diagnostico. L’onere a totale carico delle famiglie può infatti portare ad un ritardo della diagnosi con il possibile manifestarsi di complicanze che diventano un costo sociale anche grave, derivante dallo stato di salute precario dei pazienti in attesa di una diagnosi e di una terapia corretta

sdr

Ritorna “Negli occhi dell’altro” il cineforum organizzato dalla Caritas diocesana – Fondazione Mondoaltro in collaborazione con il Centro di cultura albanese e Share the journey. Tre film, tre paesi, tre culture si raccontano. Si inizia l’11 maggio con “Chromium”, film albanese del 2015; si prosegue il 18 maggio con “El sistema” (Venezuela 2009) e si conclude il 25 maggio “Non uno di meno” (Cina 1999).

 

Le proiezioni si terranno all’Istituto Granata in via Barone 2/A ad Agrigento con inizio alle ore 19.00. A seguire la comunità si racconta. I film saranno tutti in lingua originale con sottotitoli in italiano.