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I familiari, nel rispetto della volontà già espressa nel testamento biologico, hanno prestato il consenso all’espianto e alla donazione degli organi di una donna di 80 anni di Santo Stefano di Quisquina, morta all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento. E’ stato attivato il Crt (Centro regionale trapianti), che è in collegamento con il centro nazionale, ed è stata subito eseguita la procedura per verificare quali organi potessero essere donati. Numerosi operatori sanitari sono stati coinvolti nell’operazione coordinata dalla direzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento tramite l’amministratrice del settore, Rosa Maria Provenzano. Hanno lavorato il primario Gerlando Fiorica, e gli infermieri Calogero Vella, Antonino Vullo, e Giulia Castro, insieme a due colleghi medici dell’Ismett di Palermo dove sono stati trasferiti fegato, reni e cornee.

“Ritengo necessario e urgente che il commissario dell’Asp di Agrigento mantenga gli impegni assunti nei mesi scorsi per migliorare i servizi sanitari negli ospedali di Sciacca e Ribera, non si può continuare con la situazione attuale che vede reparti sguarniti o inesistenti”. Lo scrive in una nota la deputata regionale di Forza Italia e sindaco di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo, presidente uscente della commissione Salute dell’Ars.

“Per quanto riguarda il Pronto soccorso di Ribera – aggiunge La Rocca Ruvolo – era stata promessa la riapertura a luglio per i codici gialli e verdi ma è ancora chiuso, l’impegno deve essere quello di riaprirlo a pieno regime e su questo bisogna confrontarsi con il governo nazionale, così come lo si deve fare per il riconoscimento di zona disagiata. In questi anni l’ospedale di Ribera, considerato di fatto già chiuso, è stato mantenuto aperto e potenziato in termini infrastrutturali con oltre 10 milioni di euro di investimenti per l’adeguamento dei reparti e l’acquisto di nuove tecnologie sanitarie. Ora che il Covid ha allentato la presa in termini di ricoveri ospedalieri occorre lavorare celermente al piano di rifunzionalizzazione già varato attivando i reparti per offrire un’adeguata assistenza sanitaria ai cittadini di un vasto territorio che comprende Ribera e tutti i paesi del circondario”.

“E’ ormai insostenibile – prosegue la deputata regionale – la situazione all’ospedale di Sciacca. Pronto soccorso intasato, carenza di personale medico e sanitario in tutti i reparti, alcuni che non sono assolutamente in condizioni di funzionare: Medicina generale senza primario, in Chirurgia un primario a scavalco, solo due medici in ortopedia e due in Urologia. Occorre attuare subito quanto già previsto dalla nuova Rete ospedaliera regionale, varata dall’assessorato dopo un ampio confronto in commissione Salute, per renderlo a tutti gli effetti un Dea di I livello, fornendo i reparti di nuovo personale e attivando i reparti previsti, a partire da quello di Neurologia che consentirà di rendere operativa anche l’unità Stroke Unit per la degenza e la riabilitazione delle persone colpite da ictus. Non è più tempo di parole, occorre passare ai fatti. Non si può più rinviare, non si può vanificare il lavoro di programmazione fatto in questi anni, bisogna dare sin da subito le risposte che i cittadini aspettano ormai da molto tempo”.

Perdurante sovraffollamento al Centro d’accoglienza per migranti a Lampedusa, in contrada Imbriacola, dove al mattino di oggi sono state contate 1.289 persone a fronte di 389 posti disponibili. Ieri, con 9 sbarchi, sono giunti 300 extracomunitari. La Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento di circa 450 persone in mattinata sul traghetto “Veronese”, atteso in serata a Porto Empedocle. E questa sera partiranno da Lampedusa altri 150 migranti.

Agrigento, movida e controlli. Durante la notte tra sabato e domenica sono state inflitte dalla Polizia 4 sanzioni da 500 euro ciascuna ad altrettanti locali per musica ad elevato volume oltre l’orario consentito dall’ordinanza in vigore, ovvero la mezzanotte. I poliziotti hanno sanzionato anche i gestori di due distributori automatici, uno in via Atenea, e l’altro a San Leone, perché sono state disponibili all’acquisto bottiglie di birra, violando il divieto di vendita di bevande in bottiglie di vetro e di alcolici d’asporto dopo la mezzanotte. Dalla mezzanotte in poi è consentita, esclusivamente agli esercizi pubblici (bar e ristoranti), la somministrazione delle bevande alcoliche e superalcooliche per il consumo all’interno del locale, o nello spazio esterno di pertinenza.

I Carabinieri della stazione di Grotte, in esecuzione di un ordine di carcerazione, hanno arrestato un uomo di 56 anni, di Grotte, e lo hanno trasferito nel carcere “Di Lorenzo” ad Agrigento. Sconterà una condanna definitiva a 2 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di maltrattamenti a danno dell’anziana madre. E’ stata la donna a denunciare il figlio ai Carabinieri esasperata per le minacce e le violenze subite tra il 2016 e il 2017.

Ancora irrisolto il nodo tra assessori deputati o esterni. Alcuni partiti della coalizione di governo: “Nessuna eccezione alla regola introdotta da Schifani”.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha annunciato che mercoledì prossimo giureranno in Assemblea i nuovi assessori, così come impone la nuova normativa. Nel frattempo sono insorti degli inconvenienti. I vertici nazionali di Fratelli d’Italia hanno chiesto a Schifani che i loro quattro assessori siano due deputati e due esterni. Dunque sarebbe mutata la rosa dei primi quattro assessori, tutti deputati: Alessandro Aricò, Elvira Amata, Giusi Savarino e Giorgio Assenza. I due esterni pretesi sono Elena Pagana, ex deputata di Attiva Sicilia bocciata alle urne e moglie dell’ex assessore alla Salute Ruggero Razza. E poi Francesco Scarpinato, secondo dei non eletti nella lista di Palermo. Se Schifani dovesse acconsentire alla nomina di esterni, allora Raffaele Lombardo potrebbe puntare su Luigi Genovese, fuori dall’Assemblea per uno scarto di 30 voti di lista, al posto di Roberto Di Mauro. Poi la Lega potrebbe sacrificare il nome di Vincenzo Figuccia per recuperare Francesco Scoma o Eleonora Lo Curto. Forza Italia chiederebbe spazio per Tony Scilla o Francesco Cascio. Ancora nel frattempo però da parte di alcuni partiti alleati è stato ribadito a Schifani che non bisogna applicare nessuna eccezione alla regola introdotta dallo stesso presidente su una giunta composta solo da deputati eletti”. No, quindi, ad un tecnico per la Sanità perché basterebbe un solo tecnico in giunta per legittimare le pretese di indicare gli esterni da parte di tutti. La contesa agita soprattutto Fratelli d’Italia. La formazione di Giorgia Meloni è caratterizzata da due correnti al suo interno, e una delle due non condivide le indicazioni romane. Da Roma, infatti, è giunto l’ok a Gaetano Galvagno per la Presidenza dell’Assemblea, e da Roma anche le scelte degli assessori designati: Elvira Amata e Giorgio Assenza per i “Meloniani” della prima ora, Giusi Savarino e Alessandro Aricò per la corrente dei “Musumeciani”. E se in giunta vi sarà anche un solo tecnico allora Fratelli d’Italia vorrebbe indicare i suoi di tecnici. Ed ecco che a Giorgio Assenza i “Meloniani” vorrebbero affiancare Francesco Scarpinato, mentre gli ex “Diventerà Bellissima”, quindi i “Musumeciani”, puntano su Elena Pagana, la moglie di Ruggero Razza, e a Marco Intravaia, mentre per Aricò e Savarino vi sarebbero indicazioni per capogruppo e commissioni. E in tale contesto Totò Cuffaro ammonisce: “Rispettiamo la posizione del presidente Schifani e quindi la decisione di assessori che siano parlamentari. E siamo partecipi del difficile compito per garantire le posizioni di tutta la coalizione. E’ chiaro però che se si dovesse aprire a scelte di assessori esterni, anche la Democrazia Cristiana vorrà partecipare e designare il suo tecnico. Anche se la cosa è ovvia, è bene dirlo in modo chiaro”.

Giuliana Miccichè

Sulla carta era una di quelle partite molto difficili da vincere e di certo non ha illuso il +7 a inizio partita ma la Fortitudo Agrigento ha sfiorato l’impresa al Pala Desio contro la corazzata Cantù che vince 89-84. La squadra di coach Sacchetti si è vista più volte recuperare e superare dai ragazzi di Devis Cagnardi che hanno approcciato il match in modo meraviglioso portandosi in attacco senza paura e con un Alessandro Grande in ottima forma. Cantù deve rinunciare prima del match anche a Borsani, oltre agli assenti Stefanelli e Baldi Rossi, Agrigento è più lenta nella velocità di gioco e commette più falli permettendo a Cantù di realizzare 18 tiri liberi contro i 7, realizza però 5 tiri da 3 contro i 9 di Agrigento, grazie anche a Costi che ne mette a segno 3 e, ancora una volta, spacca la partita in favore di Agrigento. Proprio quest’ultimo realizza 17 punti e 7 rimbalzi, in doppia cifra anche Marfo con 14 e 7 rimbalzi ed il top scorer della partita Grande con 22, da segnalare l’ottima prestazione del capitano Albano Chiarastella, anche oggi 39 minuti in campo e ben 11 assist, uomo chiave della difesa agrigentina per limitare gli attacchi di Cantù che nei momenti clou del match trova dei buchi e li infila tutti con Rogic, Hunt e Severini. In doppia cifra anche Bucarelli, Berdini e Nikolic. Il terzo parziale di gioco è decisivo per Cantù con il risultato di 17 punti realizzati e solamente 11 subiti, a differenza degli altri tre dove Agrigento è riuscita a segnare 22 punti nel primo e secondo e ben 29 nel quarto sfiorando l’impresa ad un minuto dal termine quando Lorenzo Ambrosin dalla lunetta riporta Agrigento a -3 da Cantù. Grande orgoglio e carattere per una neopromossa, la squadra di coach Cagnardi esce a testa altissima da questa sfida ed ora deve tornare a vincere al Palamoncada ma per Cagnardi sono diversi gli spunti positivi del match: “Abbiamo cercato di creare problemi a una squadra forte come Cantù – spiega coach Cagnardi -. La loro prima ondata dal punto di vista fisico è stata importante. In attacco non abbiamo mai perso il filo e abbiamo provato a scendere in campo con la nostra identità. Siamo rimasti in scia per restare attaccati, non ci siamo riusciti per errori nostri e merito degli avversari. Nella quarta frazione abbiamo pagato dazio a rimbalzo difensivo e come palle perse. Come al solito, abbiamo provato a tirare fuori la nostra qualità, ma non è bastato”.

Un incidente lungo la strada provinciale tra Mazara del Vallo e Torretta Granitola, in provincia di Trapani, ha provocato la morte di Ivo Pizzo, 39 anni, originario di Mazara del Vallo. A lui, alla guida di uno scooter 400 Piaggio, è sfuggito il controllo del mezzo e si è ribaltato sull’asfalto. Il tempestivo intervento del personale sanitario del 118 si è rivelato inutile. Sul luogo dell’incidente sono intervenute la Polizia di Stato e la Polizia municipale per accertare la dinamica dell’incidente causato, forse, dell’elevata velocità.

Ancora un incidente lungo la strada statale 115, tra Vittoria e Gela, ha provocato la morte di un uomo di Vittoria di 24 anni, Mirko Argentino. In contrada Dirillo, per cause in corso di accertamento da parte dei Carabinieri, Argentino, alla guida di una Wolkswagen Golf, si è scontrato con un autocarro. E’ morto sul posto, nonostante l’intervento dei sanitari. L’auto si è accartocciata. Indagini sono in corso per ricostruire la dinamica del sinistro fatale.

Dal primo gennaio a settembre dell’anno in corso, ci sono stati 80 incidenti con feriti, spesso anche con conseguenze gravi, e 5 mortali. La maggior parte si sono registrati sulle strade statali, e provinciali, per eccesso di velocità e disattenzione, alcuni con conducenti alla guida sotto l’effetto di alcol o di droghe.

Questi alcuni dei numeri, forniti dalla polizia Stradale di Agrigento, che è coordinata dal vice questore Andrea Morreale. La Polstrada agrigentina, compresi i distaccamenti di Canicattì e Sciacca, nei 9 mesi di quest’anno, da gennaio a settembre, sono intervenuti, effettuando i rilievi e svolto accertamenti, su 110 incidenti stradali.