Le Amministrative dopo le Politiche sarebbero utile traccia per la formazione del governo nazionale. E in Sicilia banco di prova per i 5 Stelle. I dettagli di rilievo.
E’ trascorso un mese dalle elezioni Politiche, e tra due mesi sarà la volta delle Amministrative, in un contesto politico ribollente di incertezze e del tutto imprevedibile, per colpa della legge elettorale che ha innalzato troppo l’asticella del premio di maggioranza, al 40%, provocando l’attuale ingovernabilità, a meno di fidanzamenti teoricamente improponibili. In tutta Italia, dopo le Regionali in Molise il 22 aprile e in Friuli Venezia Giulia il 29 aprile, il prossimo 10 giugno saranno 797 i Comuni alle urne per rinnovare i consigli comunali ed eleggere i sindaci. In Sicilia sono 137 i Comuni interessati dal voto, quindi uno su tre, tra cui cinque capoluoghi di provincia, Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani. E nell’Agrigentino sono 16 i Comuni in campagna elettorale: Alessandria della Rocca, Burgio, Calamonaci, Camastra, Castrofilippo, Cianciana, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lucca Sicula, Menfi, Ravanusa, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Sant’Angelo Muxaro e Santo Stefano di Quisquina. E sono tutti Comuni con popolazione inferiore a 15mila abitanti, e dunque dove si vota con il sistema maggioritario a turno unico: sarà eletto sindaco colui che ottiene il maggior numero di voti, e la lista collegata si aggiudica i 2/3 dei seggi del consiglio comunale. A Licata, invece, che ha più di 15mila abitanti, si vota con il doppio turno: se al primo turno nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta (50% più 1 dei voti), si procede al ballottaggio nella seconda domenica successiva tra i due più votati. Probabilmente i risultati alle Amministrative saranno una traccia utile per formare il governo nazionale, almeno così è secondo il leader della Lega, Matteo Salvini, che, prossimo alle consultazioni, ha dichiarato: “Una bella vittoria del centrodestra lancerebbe un bel segnale al Quirinale”. E, ovviamente, le Comunali in Sicilia rappresenteranno un banco di prova per il Movimento 5 Stelle che alle Politiche del 4 marzo ha sbancato tutti i seggi con un “cappotto” da ko. Particolare attenzione è riservata ai tre Enti Locali di maggiore peso, Trapani, Catania e Messina. A Trapani il Comune è commissariato dopo le elezioni dello scorso anno quando al ballottaggio non è stato raggiunto il quorum dei votanti necessario per eleggere l’unico candidato in corsa dopo il ritiro dell’inquisito Girolamo Fazio. Il Partito Democratico ricorre alle Primarie, forse domenica 15 aprile. Il centrodestra è diviso tra Giuseppe Guaiana, in sintonia con l’ex senatore Antonino D’Alì, e Giuseppe Maurici, gradito a Gianfranco Micciché. Il Movimento 5 Stelle ha indicato, non ancora ufficialmente, Giuseppe Mazzonello. E poi, a Catania, il Partito Democratico ricandida l’attuale sindaco Enzo Bianco. E il centrodestra lancia in corsa l’eurodeputato Salvo Pogliese, di Forza Italia. E il Movimento 5 Stelle propone il docente Giovanni Grasso. Infine a Messina si ricandida il sindaco uscente Renato Accorinti, e poi competono il deputato regionale Cateno De Luca, di Sicilia Vera, e Marina Trimarchi per la Lega Salvini. Il candidato del centrodestra è il professore Dino Bramanti. E il Partito Democratico non ha deciso se votare alle Primarie per la scelta del candidato oppure candidare Felice Calabrò o Antonio Saitta. Il Movimento 5 Stelle scommette sul capo dell’Ispettorato del Lavoro, Gaetano Sciacca. E i centristi di Casini sarebbero pronti a confermare la candidatura a sindaco di Giovanni Ardizzone, ex presidente dell’Assemblea Regionale.
AR Teleacras