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oltre il 50% della popolazione scolastica siciliana è al di sotto dei traguardi stabiliti dalle indicazioni per le scuole

Il 2018 segna il boom di partecipazione alle prove Invalsi, come non si era mai visto dal 2011, almeno alle scuole superiori. Ma i risultati dei test restituiscono un’Italia divisa in due: alle scuole medie il divario aumenta tanto che in Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna oltre il 50%, con punte fino al 60-65%, della popolazione scolastica è al di sotto degli standard nazionali. Gli studenti del Nord sono più bravi di quelli del Sud per quanto riguarda Italiano e Matematica. Gli stranieri si piazzano come o meglio degli italiani nell’Inglese. La dotazione informatica nelle scuole è omogenea in tutto il Paese. Sono i dati forniti oggi nel corso della presentazione del Rapporto rilevazioni nazionali Invalsi 2018, che hanno coinvolto oltre 1.100.000 allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e circa 550.000 studenti della scuola secondaria di secondo grado (classe II).

SCUOLA PRIMARIA. I livelli medi di risultato al termine della II primaria sono pressoché uguali in tutto il Paese, ma per alcune regioni del Mezzogiorno (Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) si osserva una maggiore frequenza di allievi con risultati molto bassi. Già a partire dal secondo anno della scuola primaria nel Mezzogiorno la scuola fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti. La differenza dei risultati tra le scuole e tra le classi nel Sud del Paese è molto più accentuata che al Centronord. Questo indica una tendenza maggiore a formare classi in cui si concentrano allievi più bravi e più avvantaggiati e classi con allievi con livelli di apprendimento meno soddisfacenti o più svantaggiati.

SCUOLE MEDIE. A livello nazionale gli studenti che ottengono risultati adeguati o più elevati sono: Italiano 65,6%, Matematica 59,9%, Inglese-reading (A2) 73,9%, Inglese-listening (A2) 56,1%. Le differenze regionali diventano molto importanti e alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna) vedono oltre il 50%, con punte anche del 60-65% della popolazione scolastica, al di sotto dei traguardi stabiliti dalle Indicazioni nazionali.

STUDENTI STRANIERI. In tutti i gradi scolari gli alunni stranieri ottengono in Italiano e in Matematica punteggi nettamente inferiori a quelli degli alunni italiani. La sola materia dove gli alunni stranieri conseguono risultati simili a quelli dei loro compagni italiani è l’inglese: anzi, in varie regioni, gli stranieri, in particolare di seconda generazione e nella prova di ascolto (listening), fanno meglio degli italiani.

«Le nuove prove Invalsi – ha commentato la presidente Invalsi, Anna Maria Ajello – delineano un quadro innovativo per il miglioramento della scuola. I ragazzi sanno dove sono arrivati e cosa altro possono fare e per gli insegnanti è un segnale importante perché spiega quanto ha reso il loro lavoro didattico e dove c’è margine di miglioramento». 

Con il mese di giugno si è concluso, per la pausa estiva, il primo ciclo dei corsi di formazione organizzati dall’Ordine dei farmacisti di Agrigento. I corsi (quattro lezioni ciascuno) completati finora, entrambi dedicati ad argomenti di grande interesse per il farmacista di comunità, vertevano sull’omeopatia e sulla galenica, quest’ultimo preceduto da una lezione della professoressa Paola Minghetti, presidente della SIFAP, sulla nuova Tariffa nazionale. I due eventi hanno riscosso un notevole successo, grazie anche ai molti elementi innovativi. “Ci aspettavamo una risposta positiva e la forte partecipazione che abbiamo registrato, soprattutto dei giovani, sia per la novità dell’iniziativa per la nostra provincia sia per la struttura dei corsi” dice il dottor Giuseppe Lavignani, Consigliere dell’Ordine, che con il presidente Maurizio Pace ha curato l’organizzazione: “Siamo convinti che oggi il farmacista, in particolare il collaboratore, debba puntare ad acquisire una specializzazione, a divenire esperto nelle tante attività che caratterizzano la farmacia di comunità: l’omeopatia e la preparazione galenica, ma anche gli aspetti nutrizionali e altre ancora” e a questa finalità erano improntati i corsi, che hanno sistematicamente associato teoria e pratica. Anche in omeopatia: “Le lezioni, oltre alla teoria del farmaco omeopatico hanno considerato, la realtà del lavoro al banco, l’attività di consiglio del paziente. E’ fondamentale che il farmacista non solo consideri il paziente cha di fronte nella sua individualità, ma sappia proporre correttamente il farmaco omeopatico come integrazione della terapia allopatica, o della fitoterapia e della nutrizione e, naturalmente, anche il farmaco omeopatico da solo. In particolare nei casi in cui non è possibile il ricorso al farmaco da banco tradizionale ma occorre intervenire su una situazione acuta in attesa della diagnosi del medico” spiega la dottoressa Adele Casella, farmacista esperta di omeopatia e con una lunga esperienza come docente. E ad accentuare il carattere teorico pratico “nel corso delle lezioni si dedicava uno spazio adeguato (30-60 minuti) alla discussione dei casi concreti affrontati in farmacia dai partecipanti”. Schema analogo per le quattro lezioni dedicate alla galenica, che hanno visto la trattazione della parte teorica al mattino e al pomeriggio le esercitazioni in laboratorio. “Ma il grande valore aggiunto dell’iniziativa è stata la sinergia tra l’Ordine, la Società Italiana Farmacisti preparatori e il dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Palermo, come non si faceva da 20 anni nella nostra provincia” sottolinea uno dei docenti, il dottor Paolo Minacori, che della SIFAP è il delegato regionale. “Questo ha consentito di andare più in profondità sulle tematiche concrete della preparazione in farmacia. Si è trattato di un corso di primo livello, ma che ha posto ottime basi per un corso avanzato, probabilmente a ottobre, che dia continuità a questa iniziativa”. E anche gli esponenti dell’Università hanno apprezzato questa sinergia.
Per il professor Calogero Fiorica, che ha partecipato assieme ai professori Palumbo, Craparo, Decaro e Cavallaro, “è stato interessante e importante anche interfacciarsi con i farmacisti di comunità che il farmaco galenico devono proporlo e dispensarlo al paziente e, quindi, anche degli aspetti imprenditoriali che non rientrano nella mission dell’Università.
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Agrigento 4 luglio 2018

COMUNICATO STAMPA
Ed è stata un’esperienza positiva per il feedback che abbiamo ricevuto dall’uditorio, in termini di attenzione e di partecipazione. C’è stato molto interesse nel ripercorrere gli aspetti tecnologici che stanno alla base della pratica quotidiana del laboratorio”.
Anche il dottor Cosimo Violante, membro fondatore e tesoriere della SIFAP, giudica positivamente questa sinergia e la strutturazione dei corsi. “La fusione di teoria e pratica è fondamentale, così come è fondamentale la nozione che la galenica non è un’attività che può essere svolta una tantum, ma richiede una continuità, e anche attenzione alla parte imprenditoriale e all’organizzazione della farmacia. Il farmacista preparatore è uno specialista, ma il suo primo cliente è il collega che lavora al banco ed è fondamentale che tra queste due funzioni si crei una comunicazione continua”. Temi cari al dottor Violante ai quali ha dedicato un libro: Galenica imprenditoriale.
Parere positivo anche da parte dei fruitori dei corsi: “E’ stata una sorpresa, di cui va ringraziato l’Ordine, poter seguire corsi di questo livello senza doversi spostare, per esempio, a Palermo. Ho poi particolarmente apprezzato, nel corso di galenica, la possibilità di apprendere quei piccoli accorgimenti che rendono più semplice il lavoro nel rispetto delle regole di buona preparazione” dice la dottoressa Cinzia Lombardo, farmacista ospedaliero, come il collega Luigi Argento che richiama un altro aspetto: “i corsi organizzati dall’Ordine si differenziano dall’offerta formativa standard, non solo per la compenetrazione di teoria e pratica ma anche per la grande interazione tra docenti e discenti e per le caratteristiche dell’uditorio, che ha visto insieme farmacisti ospedalieri e di comunità. Decisamente un’esperienza positiva”.
“Non posso che rallegrami dell’esito di questa iniziativa, cui abbiamo già previsto di dare un seguito, che ha raccolto il gradimento degli iscritti così come dei docenti, che ringrazio tutti per la loro preziosa opera” dice il presidente dell’Ordine agrigentino, e segretario della FOFI, Maurizio Pace. “Rendere stabile nella provincia un’offerta formativa di alta qualità significa far crescere la professione, ma anche migliorare costantemente la qualità del servizio offerto ai cittadini. Su questa strada proseguiremo, tanto che abbiamo deciso di acquistare direttamente le dotazioni necessarie al laboratorio di galenica, così da poter dare all’aggiornamento in questo settore continuità e stabilità nel tempo. E intendiamo ampliare il ventaglio dei temi affrontati: abbiamo in già programmato un corso, affidato a Franco Falorni dell’Università di Pisa, dedicato agli aspetti economico-gestionali dell’esercizio della farmacia, tema di sempre maggiore importanza dopo l’approvazione della Legge sulla concorrenza lo scorso agosto”.

A seguito dell’esito negativo registrato sui campioni di acqua prelevati il 3 luglio scorso nei pressi del canalone di Mollarella, e la notizia ricevuta, nel tardo pomeriggio di oggi, dai responsabili dell’Ufficio Igiene e Sanità Pubblica di Licata, il Sindaco Giuseppe Galanti, ha immediatamente disposto la revoca dell’ordinanza con la quale, lo stesso, il 29 giugno scorso, aveva ordinato il divieto di balneazione nel tratto di spiaggia.
Torna, pertanto, nuovamente ad essere tutto balneabile il mare della splendida spiaggia di Mollarella.

Con la firma del contratto a tempo indeterminato, stabilizzati dopo anni di precariato gli infermieri dell’Asp 1 di Agrigento. Un traguardo cui deve fare seguito la “lotta alla carenza di personale”: una battaglia che da anni ormai l’Opi di Agrigento porta avanti in difesa della categoria e dell’utenza, cui deve essere garantito un servizio efficiente.

“Sono felice per tutti i colleghi che, dopo anni di incertezze, hanno finalmente raggiunto il traguardo della stabilizzazione”, ha detto il presidente dell’Ordine professionale degli infermieri di Agrigento, Salvatore Occhipinti.
Lo stesso, nel complimentarsi esprimendo la gioia dell’intero Consiglio provinciale, ha anche annunciato l’intenzione di “valutare situazioni critiche dovute ad eventuali carenze di infermieri e personale di supporto subito dopo l’approvazione della nuova rete ospedaliera, per contrastarle nelle giuste sedi istituzionali”.

 “Siamo di fronte a un’emergenza. Si crei un’unica società di gestione per la Sicilia occidentale”

“L’Assemblea di Airgest, società di gestione dell’aeroporto di Trapani-Birgi, convocata per oggi per approvare bilancio e ricapitalizzazione della società, è stata rinviata: il socio di maggioranza Regione Siciliana ha infatti chiesto più tempo per poter effettuare alcuni approfondimenti tecnici. “Questa situazione di stallo, unitamente alla riduzione del numero dei voli e di conseguenza dei passeggeri – dichiara il presidente di Sicindustria Trapani, Gregory Bongiorno – crea grande preoccupazione. Se a tutto ciò aggiungiamo che non è ancora definita la gara per l’individuazione del nuovo vettore aereo che dovrà assicurare i voli per le prossime stagioni, è evidente che siamo di fronte a una reale emergenza”.
“Purtroppo – aggiunge Bongiorno – non sembra ci siano le condizioni affinché la gara si concluda a breve. Verosimilmente se ne parlerà alla fine anno e questo comprometterà sicuramente la prossima stagione invernale, ma rischia di compromettere anche l’estate del 2019”.
Il presidente di Sicindustria Trapani chiede pertanto che si intervenga presso gli uffici regionali per accelerare l’iter della gara. Ma non solo. “Auspichiamo – afferma Bongiorno – che si possa addivenire al più presto a un’operazione di fusione tra le società di gestione degli aeroporti della Sicilia Occidentale che coinvolga, oltre Trapani e Palermo, anche gli aeroporti delle due isole minori, Lampedusa e Pantelleria, per realizzare il bacino Sicilia Occidentale, come previsto dal Piano nazionale degli aeroporti. Questa è l’unica strada percorribile per uscire dall’empasse ed evitare che quanto accaduto nella stagione estiva in corso si ripeta anche nei prossimi anni, con la conseguente distruzione del settore turistico trapanese. Vale la pena, altresì, sottolineare che la creazione di un’unica società di gestione aeroportuale della Sicilia Occidentale creerebbe indubbi vantaggi per tutti gli aeroporti coinvolti. Infatti, grazie alle economie di scala si otterrebbe un efficientamento dei costi oltre che un maggiore potere contrattuale nei confronti delle compagnie aeree”.

 

Nella mia prima legislatura feci una guerra con l’allora assessore Cittadini per riuscire a portare la neonatologia ad Agrigento, e dire una guerra, credetemi, non è un eufemismo. Dichiara l’on. Giusi Savarino.
Tutta la provincia ne era sprovvista, da allora e in questi 14 anni sono stati salvati tantissimi bambini grazie a quel reparto. 
Immaginate se ora che l’Assessore alla sanità Ruggero Razza è del mio movimento, se possa essere anche solo ipotizzabile una chiusura. 
Ieri si paventava il rischio di chiusura del reparto di oncologia oggi di quello di neonatologia. L’ho detto e lo ripeto: c’è troppo allarmismo artatamente alimentato. 
Ne approfitto per ringraziare pubblicamente l’Assessore per la riapertura al San Giovanni di Dio del laboratorio per i bambini diabetici. Era partito un grido di aiuto delle mamme che non poteva restare inascoltato.

 

Roberto Stagnitto, il 33enne agrigentino scomparso da oltre cinque giorni, è stato ritrovato a Roma e sta bene. Al momento si trova presso un Commissariato di Polizia della Capitale

 

Si è mobilitata un’intera città, con foto segnalate diffuse sui social e fatte arrivare anche all’estero: ma adesso la ricerca durata più di cinque giorni ha avuto esito positivo. Roberto Stagnitto, giovane agrigentino di 34 anni, è stato ritrovato a Roma. Il ragazzo si trova presso il commissariato di Polizia di Torpignattara.

La foto di Roberto Stagnitto diffusa sui social

Su Facebook, nella giornata di mercoledì, è stata rilanciata una foto ed una breve descrizione da parte del fratello Luca:  “Non abbiamo più notizie, chiedo di condividere e taggare tutti gli amici per darci una mano, sono state allertate anche le forze dell’ordine”, aveva scritto il fratello sui social. E ad Agrigento in tanti hanno diffuso foto e descrizioni del giovane scomparso.

L’ultima volta che è stato visto aveva addosso jeans e maglietta grigia. Inoltre alcune testimonianze affermano di averlo visto con un trolley blu in mano.

 

Dopo che è stato lanciato l’allarme, sono state diverse le segnalazioni che hanno portato poi alla pista romana. In particolare, domenica e lunedì il ragazzo sarebbe stato visto e riconosciuto in giro per Roma e da qui dunque le indagini sono state effettuate anche nella capitale.

Amici e parenti tirano adesso un sospiro di sollievo nell’attesa di rivederlo a casa.

L’ex comandante della Polizia Municipale di Agrigento, Cosimo Antonica, ha deposto al processo in corso al Tribunale di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta sulla disastrosa frana del costone al Viale della Vittoria il 5 marzo del 2014. Antonica, tra l’altro, ha dichiarato: “L’evento franoso è stato prevedibile, perché l’amministratore del condominio “Crea”, il professor Lo Casto, già nel marzo 2011 ha segnalato il pericolo”. Già lo scorso 6 aprile, Cosimo Antonica, ascoltato dai magistrati, ha dichiarato: “Il Comune di Agrigento sapeva dei rischi. Infatti, sollecitato dal Genio Civile e dall’Arpa, il 5 marzo del 2011 notificò un’ordinanza ai proprietari dei terreni adiacenti al costone di palazzo Crea diffidandoli a metterli in sicurezza visto che erano state segnalate delle infiltrazioni di acqua. Tale ordinanza, firmata dal sindaco Zambuto, imponeva ai proprietari privati di eseguire delle opere di manutenzione consistenti nella regimazione delle acque, che doveva servire a eliminare il pericolo”.

L’associazione ambientalista Mareamico ha proposto al Governo italiano di modificare una circolare, al fine di permettere il riutilizzo delle imbarcazioni esito degli sbarchi fantasma. Tale modifica azzererebbe i costi della distruzione delle barche utilizzate dai migranti per attraversare il mediterraneo, eviterebbe l’inquinamento ambientale e paesaggistico delle spiagge del sud della Sicilia e della Sardegna per la presenza di questi relitti e permetterebbe l’attivazione di un grosso numero di occupati nel settore turistico/ambientale. Ed infine, di riflesso, produrrebbe un consistente sviluppo dell’indotto artigianale, collegato al recupero di queste imbarcazioni. Giova ricordare che questa modifica sarebbe a costo zero per lo Stato, anzi a saldo positivo!

Ecco il video: https://youtu.be/93UqoDkpdq0

Interrogazione in ordine alla ventilata soppressione dell’unità complessa di Terapia intensiva neonatale presso l’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento.

 

Che con una lettera indirizzata a diverse Autorità locali e regionali, il segretario provinciale della FESMED (federazione sindacale medici dirigenti) di Agrigento ha portato a conoscenza della pubblica opinione che nella proposta della nuova rete regionale ospedaliera sarebbe contenuta la cancellazione della Unità di Terapia intensiva neonatale (Tin) presso la struttura ospedaliera del “San Giovanni di Dio” di Agrigento;

Che tale previsione, ove confermata, seguirebbe la notizia, riportata dalla stampa nei giorni scorsi, che la stessa bozza di nuova rete regionale ospedaliera prevederebbe sempre al “San Giovanni di Dio”, il taglio dei posti letto del reparto di oncologia che pur continuando a garantire le terapie agli ammalati, d’ora in avanti potrà farlo solo in regime di day hospital;

Che nel comprensorio della provincia di Agrigento ricadono quattro punti nascita con ben 3300 parti all’anno e vi insistono ventidue consultori familiari operativi “in rete huh spokes” come scrive il presidente di Fesmed;

Che ciò nonostante a questo comprensorio non viene più assegnata l’Unità operativa complessa di TIN né viene prevista una Unità operativa complessa di Neonatologia;

Che l’Unità operativa complessa di Terapia intensiva neonatale ad Agrigento é attiva dal 2004 ed in questi anni ha operato con efficienza nonostante una cronica carenza di personale;

Che, ove confermate queste previsioni, la Provincia di Agrigento rimarrebbe l’unica provincia sfornita sia di Terapia intensiva neonatale sia di una Unità operativa complessa di Neonatologia;

Tutto ciò premesso il sottoscritto interroga la S.V. per sapere:

– se sono confermate le notizie fornite dalla FESMED attraverso la lettera inviata alle Autorità;
– ove confermate, se non ritenga che si stia consumando un gravissimo torto ai danni dell’utenza della Provincia di Agrigento;
– Se, apprezzate le circostanze, non ritenga di dover recedere da questo insensato proposito che lascerebbe sprovvista un’area così vasta, con ben 3300 partorienti l’anno, di terapia intensiva neonatale.

– Se non ritenga che siano da ripensare le decisioni riguardanti le strutture sanitarie della provincia di Agrigento che risultano, in definitiva, fortemente penalizzate dalle scelte compiute in materia.