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È  il giorno dell’eclissi di Luna più lunga del secolo. Per 103 minuti sarà possibile ammirare il satellite della Terra tingersi di rosso. Ecco dove sarà possibile ammirare il fenomeno astronomico. A Palermo l’appuntamento è dalle 20.30 in poi ai Giardini del Palazzo Reale (ingresso da Piazza Indipendenza) per l’evento organizzato in collaborazione con l’Assemblea Regionale Siciliana, la Fondazione Federico II, l’Università degli Studi di Palermo e l’osservatorio astronomico di Palermo. L’ingresso è gratuito e non occorre prenotare. Sulle Madonie, invece, presso il centro internazionale per le Scienze Astronomiche di Isnello, si terrà l’Incontro ravvicinato col Pianeta Rosso… e la Luna si eclissa: osservazioni del cielo con i telescopi e attività in Planetario. L’associazione Artemisia propone un’escursione serale a Monte Maganoce, a Piana degli Albanesi, per osservare e commentare l’eclissi. Anche a Roccapalumba è possibile ammirare l’eclissi nell’osservatorio di Pizzo Suaro.

Vari appuntamenti per ammirare il fenomeno astronomico

I Carabinieri della stazione di Cattolica Eraclea, in collaborazione con il comando Compagnia di Agrigento, hanno arrestato Ignazio Augello, 46 anni, di Cattolica Eraclea, operaio. Nel corso di una perquisizione domiciliare, Augello, con precedenti per droga, è stato sorpreso in possesso di 11 grammi di cocaina nascosti nelle cassette degli interruttori elettrici in un magazzino. Il cattolicese è ristretto ai domiciliari.

INARSIND (sindacato ingegneri e architetti liberi professionisti) Il 25 luglio, presso il Collegio dei Filippini, ha partecipato, insieme agli ordini professionali e alle associazioni di categoria, al secondo incontro promosso dall’amministrazione sulle nuove direttive del PRG. Il presidente, l architetto Luca Cosentino ed i consiglieri l’arch. Massimiliano Barba e l’ng. Giuseppe Bellia, presenti alla riunione, hanno fornito il proprio contributo dando spunti su:
a) Centro storico;
b) Zona di espansione edilizia;
c) Connessione tra Città, Parco Archeologico e quartieri periferici;
d) Fascia Costiera;
e) Piani quadro di mitigazione;
f) Riqualificazione attraverso capitale privato;
evidenziando, in linea con la posizione dell’Ordine degli Architetti, la necessità di chiudere prima possibile questa fase e procedere speditamente con l’iter di revisione del PRG.

 

“La revisione del Piano regolatore generale sia opportunità per rivedere il destino della fascia costiera e del centro storico, per produrre sviluppo e lavoro e migliorare la sicurezza delle nostre città. Ogni euro speso in investimenti in edilizia deve essere speso per queste finalità”.

Sono queste alcune delle linee programmatiche che l’Ordine degli Ingegneri di Agrigento ha consegnato all’Amministrazione comunale ieri pomeriggio, durante il secondo incontro dedicato al Prg alla presenza dei portatori di interesse. Presenti, oltre a diversi iscritti, il vicepresidente Epifanio Bellini e i consiglieri provinciali Angela Rizzo e Achille Furioso.

“Ci piace pensare che l’attuale momento di confronto non sia solo un mero adempimento di legge, ma una vera opportunità per raccogliere suggerimenti e visioni della città futura – ha spiegato Bellini -. Resta ovviamente il tema di come queste visioni si possano trasformare in uno strumento urbanistico che oggi non ha prodotto in gran parte degli effetti che avrebbe dovuto avere soprattutto in termini di crescita del tessuto economico e di opportunità di lavoro. Questo è un tema, riteniamo, assolutamente centrale, perché è necessario avere un’idea di programmazione territoriale che non sia avulsa da quella di sviluppo”.

L’Ordine, che già è da settimane al lavoro sulle proposte redatte dal Comune, ha consegnato una prima versione di un documento redatto nei giorni scorsi contenente le idee raccolte tra gli iscritti attraverso una specifica commissione. Tra queste centrale appare la valorizzazione dell’accoglienza diffusa, sfruttando i due perni della città, ovvero centro storico e la fascia costiera, individuati già dal Comune.

“Siamo d’accordo sul punto, ma bisogna agire – ha continuato Bellini – per attivare questo meccanismo, che ha bisogno di scelte forti e concrete che influiscano davvero sulla vita della gente. Questo ad esempio innalzando i costi di costruzione e gli oneri previsti per le zone periferiche, o per quelle rivierasche per quanto riguarda l’edilizia singola, e abbassando di converso i costi per chi decide di recuperare strutture nel centro storico o investire in termini di attività che producono reddito sul waterfront. A questo – ha concluso Bellini – vanno affiancati strumenti urbanistici snelli, immediati, che non rinviino a lotti di decine di ettari. Discorso identico vale per il centro storico: c’è bisogno di semplificazione, altrimenti non potrà divenire accogliente per gli investimenti”.  Rispetto al cuore antico della città, comunque, ci sono anche altri temi di grande urgenza, come quello più volte evidenziato dall’Ordine degli Ingegneri della vulnerabilità sismica del costruito. In tal senso è stata ribadita la necessità di scelte programmatiche da inserire nello strumento urbanistico, come la necessità di inserire l’obbligo di una riedizione del certificato di idoneità sismica nelle compravendite.

L’Amministrazione comunale ha manifestato il proprio apprezzamento per il metodo e il contenuto delle proposte avanzate. Nuovi incontri sul tema si terranno nei prossimi giorni. 

Il 19 giugno è stato determinato negli uffici del Comune che, non esistendo professionalità interne da adibire esclusivamente al controllo dell’esecuzione del contratto di igiene pubblica (insomma gestione della spazzatura), c’è la necessità di rivolgersi ad una Ditta che si occupa di pianificazione ecosostenibile dei rifiuti. Nella determinazione si legge che l’incarico è stato, dunque, affidato ad una ditta che aveva presentato un’offerta, sua sponte dato che non ci sono indicazioni di richieste di preventivo.
Lo aveva proposto più volte l’ex assessore Fontana di prendere un Direttore per l’esecuzione del contratto esterno, ovvero un consulente che, per conto del Comune, valutasse e coordinasse il lavoro delle ditte che si occupano di igiene pubblica, segnalando agli uffici comunali inadempienze da tradurre in sanzioni per le ditte.
Adesso, praticamente un mese prima della fine del contratto, tale DEC è stato designato.
L’incarico, nella determinazione, è solo per un mese, ovvero l’amministrazione, ha reputato che ciò che gli uffici non sono riusciti a fare in anni può farlo un consulente in un mese di lavoro, stante ciò che dicono le carte dell’incarico conferito per la somma di 3500 € oltre cassa (4%) e IVA con affidamento diretto perché importo inferiore a 40mila €. Una resa dei conti finale con le ditte appaltanti?
Il 20 Luglio, nell’attesa dell’avvio del nuovo appalto gestito dalla SRR, è stata disposta la proroga di due mesi del contratto di igiene pubblica (comunque già prevista nel piano economico TARI che aveva stimato l’inizio del nuovo appalto per l’1 Ottobre). Ciò ha implicato anche la proroga di tutti i contratti accessori (ditte di trasporto, piattaforma di trasferenza e altro) e, si legge nella determinazione, che si conferma come Direttore per l’esecuzione del contratto il tecnico precedentemente nominato, che sarebbe la ditta esterna.
Non si sa ancora se con il nuovo appalto per la gestione dei rifiuti il Direttore per l’esecuzione del contratto dovrà essere della SRR o del Comune (o uno per entrambi).
Per diramare questa confusione è stato necessario inoltrare una interrogazione per il question time per conoscere quali vantaggi ha effettivamente portato il DEC esterno per il Comune, se l’incarico è stato prorogato per questi 2 mesi e cosa succederà all’avvento del nuovo appalto.
Sicuramente la risposta sarà tardiva dato che i tempi del Consiglio sono lunghi e l’amministrazione permalosamente poco collaborativa e pronta a smentire anche quanto dichiarato in Consiglio.
Tutti i cittadini sono alle prese con i ritardi nell’informazione comunale: aspettiamo da 21 giorni le modifiche all’ordinanza sindacale 99, quella che potenzialmente rende passibili di multa la maggioranza dei cittadini. E se il DEC esterno riscontrasse che tutti i problemi sono dovuti ad una deprecabile progettazione e informazione da parte dell’amministrazione?

Nella riunione della prima commissione consiliare di ieri il presidente Salvatore Borsellino e i componenti consiglieri presenti Marcella Carlisi, Giuseppe Picone e Alfonso Mirotta hanno discusso delle problematiche della mancanza di parcheggi disponibili per le due ruote nei pressi delle spiagge san leonine. Gli stalli previsti sono invasi dalla sabbia e i centauri devono posteggiare fra le auto in sosta, venendo sistematicamente multati.
La commissione invita l’amministrazione a provvedere ad una pulizia degli stalli destinati alla 2 ruote o a trovare altre soluzioni per non rendere sempre invivibile questa città ai propri cittadini.

La prima commissione consiliare Borsellino, Carlisi, Picone e Mirotta

Nel corso di un incontro tra l’assessore comunale all’Ambiente Nello Hamel e i rappresentanti regionali del consorzio Comieco (il consorzio che presiede al controllo della raccolta della carta e del cartone) sono stati valutati i dati relativi al primo semestre di raccolta differenziata del Comune di Agrigento. 

“ Abbiamo riscontrato – dichiara l’assessore Hamel – una consistente crescita del quantitativo della raccolta di carta e cartone e nello stesso tempo la necessità di migliorare i livelli qualitativi dei conferimenti relativi alla raccolta della carta presso i cittadini e altre utenze quali le strutture turistiche, gli uffici pubblici e le grandi comunità mentre il livello qualitativo del cartone risulta ottimale”.
Ecco alcuni dati forniti dal Comieco: la raccolta mensile della carta è passata da 80 tonnellate del mese di febbraio a 140 del mese di giugno. Il cartone invece è passato da 50 tonnellate a 95 negli stessi mesi.
“La proiezione per il 2018 – continua l’assessore all’Ambiente – vede il Comune di Agrigento attestarsi su un obiettivo pro-capite di 41 chili per abitante rispetto ai 14 chili del 2017.L’Amministrazione comunale ha quindi deciso di avviare una fase di controllo rigoroso sui conferimenti di carta da parte dei cittadini e delle grandi utenze e nello stesso tempo, per ovviare al problema legato alla qualità, di attivare le procedure di selezione in piattaforma per fare ritornare il prodotto in prima fascia. Si tratta di una soluzione transitoria che determina un costo aggiuntivo per eliminare il quale, i cittadini dovranno collaborare attivamente conferendo la carta in modo corretto”.

La Polizia confisca beni per oltre 2 milioni e 200mila euro a Daniele Rampello, di Raffadali, imputato nell’ambito dell’inchiesta “La carica delle 104”. I dettagli.

Daniele Rampello

A Raffadali lo scorso 28 giugno i poliziotti della Divisione anticrimine e Misure di Prevenzione della Questura di Agrigento, coordinati dalla dirigente Angela Spatola, su proposta del Questore, Maurizio Auriemma, hanno eseguito un provvedimento, emesso dal Tribunale di Palermo di sequestro di beni, finalizzato alla confisca, per oltre 1 milione e 500mila euro, a carico di Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 54 anni, di Raffadali, ex consigliere provinciale e già inquisito nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Demetra” per truffe a danno di Inps e Inail. Adesso, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, ancora su proposta del Questore Auriemma, ha emesso un provvedimento di confisca di beni per oltre 2 milioni e 200mila euro a carico di Daniele Rampello, 51 anni, anche lui di Raffadali, già condannato dalla Corte d’Appello di Palermo con sentenza irrevocabile per il reato di usura, e attualmente imputato di associazione per delinquere a fine di corruzione, falso e truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “La carica delle 104”, sostenuta dalla Digos agrigentina. Le indagini e l’esecuzione della confisca sono state altrettanto compiute dalla stessa Divisione anticrimine e Misure di prevenzione della Questura, sigillando numerosi immobili, vetture, rapporti finanziari e impianti di produzione di energia rinnovabile di proprietà o nella disponibilità di Daniele Rampello, che, secondo quanto emerso dalle indagini sulle false 104 nell’Agrigentino, sarebbe stato il primo anello di collegamento tra medici, impiegati infedeli e beneficiari della 104 pur non avendone diritto.

Daniele Rampello

“Tramite tale lucrosa attività, con pagamenti solo in contanti, Rampello – secondo Polizia e Procura di Agrigento – sarebbe riuscito a costruirsi un vero e proprio impero economico nonostante fosse pensionato già a 40 anni di età”. In particolare, Daniele Rampello ha costruito a Raffadali una villa dotata di tutti i confort, compresa una piscina coperta, circondata da costose palme lungo il viale d’ingresso, muri di cinta e di sostegno tutti ricoperti in pietra e mosaici, una costosa pavimentazione in cemento stampato, e il tutto con un efficiente impianto di video-sorveglianza.

La piscina coperta nella villa di Rampello a Raffadali

 Ha inoltre costruito una villetta a Giallonardo, in territorio di Realmonte, con un terrapieno elevato almeno 5 metri, così da potergli permettere di vedere il mare che, altrimenti, gli sarebbe stato nascosto. Poi ha acquistato un appartamento a Sa Marinedda, in territorio di Olbia, in uno dei posti più incantevoli della Sardegna. E poi ha comprato in contanti un immobile ad Agrigento, in contrada Baracca, che ha trasformato in 6 mini appartamenti e numerosi altri magazzini, tutti affittati al fine di trarne ulteriore profitto. E poi ha costruito 3 impianti fotovoltaici, a Raffadali, ad Agrigento e ad Aragona, per complessivi 38 chilowatt, inseguendo gli incentivi statali per le energie rinnovabili. Sono stati sottoposti a sequestro anche 6 conti correnti, 4 polizze assicurative, 2 fondi d’investimento ed altre 6 forme di investimento finanziario. E poi 3 autovetture, una motocicletta e un quad.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Le dichiarazione del direttore regionale di Legambiente Claudia Casa rese ieri sul fallimento della raccolta differenziata ad Agrigento suscitano alcune perplessità e necessitano alcune riflessioni.

Di certo, su un fatto siamo d’accordo con la Casa: la raccolta differenziata nella Città dei Templi è fallita. Su questo non ci piove.

Se la Casa, però, continua a puntare il dito solo ed esclusivamente su 120 operai delle ditte incaricate a svolgere il servizio, a suo modo di vedere non reso alla perfezione, commette un grave errore.

“Non si può sparare nel mucchio – come sostengono Giuseppe Di Rosa e il segretario regionale della Cgil Funzione Pubblica Alfonso Buscemi – e colpire onesti lavoratori che ogni mattina svolgono il loro lavoro fra tante difficoltà”.

E di questo anche noi siamo fortemente convinti. La caccia all’uomo, generalizzando magari fatti sporadici, è una lotta miserina. Indicare i responsabili e denunciarli (se questi ci sono mai stati) agli organi preposti sarebbe stato più opportuno.

Certo, Claudia Casa si guarda bene dal nominare il suo vecchio capo regionale di Legambiente Mimmo Fontana, a nostro modo di vedere, principale responsabile sulla disfatta agrigentina in merito alla differenziata.

Già assessore alla Ecologia, Fontana ha portato avanti per almeno un anno il progetto differenziata, nuovo per gli agrigentini. Chiaro che le difficoltà dovevano essere previste, nessuno è perfetto, ma continuare in modo imperterrito a puntare il disto solo sugli operai è un fatto assolutamente disgustoso.

Fontana ha fallito la gestione. Anzi non l’ha nemmeno iniziata perché qualche giorno prima ha deciso “per motivi personali” di abbandonare la nave proprio quando questa stava lasciando il porto per navigare in un mare in tempesta.

Su Fontana muta come un pesce. La Casa ha individuato i responsabili solo negli operatori ecologici.

La direttrice di Legambiente parla, invece, della “piattaforma di riferimento” (appartenente alla Ecoface), sita nei pressi di Ravanusa. In quel luogo, secondo la Casa, avviene ciò che dovrebbe essere svolto a monte, e cioè quella dovuta separazione dei rifiuti che, in questo caso, avrebbe un proprio costo a carico degli utenti agrigentini che “per colpa degli operatori ecologici” che non fanno rispettare questo processo preliminare.

“Poveretti” quei lavoratori della Ecoface che sono costretti a svolgere un lavoro in più a causa delle disfunzioni (secondo la Casa) che avvengono ad Agrigento.

Quella Ecoface che dovrebbe conoscere a fondo il problema in quanto se ne è discusso in un forum tenutosi nel maggio scorso ad Agrigento organizzato da Legambiente e sponsorizzato, fra gli altri, anche dalla stessa Ecoface.