L’avvocato Giuseppe Di Miceli, stava esaminando alcune pratiche, il legale è rappresentante di una associazione di consumatori, ignaro dell’acqua piovana che entrava nel locale dell’ufficio tributi e allagava il pavimento raggiungendo i fili elettrici che alimentano i computer delle postazioni di lavoro.
Se ne è accorto, per fortuna, appena in tempo quando ha visto l’acqua scorrergli tra i piedi. A quel punto la fuga gli ha fatto scampare il pericolo. Senza scossa elettrica si è, comunque, caricato dell’elettricità giusta per scrivere una lettera senza sconti sull’accaduto alla sindaca di Favara.
“Oggi – si legge nella lettera dell’avvocato Di Miceli – mentre ero presso l’ufficio tributi di Favara, nella specie nell’ufficio deputato agli accertamenti TARI, in via Beneficenza Mendola, 84, per analizzare alcune posizioni dei nostri iscritti/contribuenti, inavvertitamente è iniziata ad entrare dal vetusto infisso allocato l’acqua piovana, la quale scorrendo mi è passata sotto i piedi e si è diretta verso un groviglio di fili elettrici posti al di là del divisorio mobile della stanza con il corridoio antistante.
Fortunatamente mi sono accorto della situazione e gli impiegati presenti hanno preso alcuni stracci per raccogliere l’acqua ed evitare il peggio. Nella circostanza ho assistito alla telefonata tra lei (rivolto alla sindaca) e la dirigente Chianetta, che la notiziava dell’accaduto, alla quale lei rispondeva che a giorni avrebbe provveduto.
Dopo aver tentato invano di contattarla telefonicamente, le scrivo la presente per dirle, senza esagerare, a lei e alla stampa che ci legge, CHE A GIORNI CI PUO’ “SCAPPARE” IL MORTO!
Già , senza esagerare, ho potuto riscontrare che nell’ufficio in discorso I FILI VOLANTI SONO DI MODA.
Pertanto, con la presente la invito ad attivarsi immediatamente per l’incolumità pubblica degli utenti e dei lavoratori comunali”.
“Infine mi chiedo – conclude l’avvocato – considerate le precarie condizioni degli uffici e di lavoro degli impiegati, e le difficoltà dell’utenza ad avere prestato il servizio richiesto, questo decentramento amministrativo degli uffici, lasciando i locali di Piazza Don Giustino, a cosa è servito o meglio a chi è servito?”