
Raffaello Bucci, l’ex ultras della Juventus morto il 7 luglio 2016 dopo essere caduto da un viadotto a Fossano (Torino), si suicidò dopo essere stato malmenato per una questione di soldi legata al bagarinaggio dei biglietti. Il suicidio sarebbe arrivato per paura di ritorsioni, una tesi condivisa anche dall’ex moglie di Bucci, Gabriella Bernardis, e dal suo avvocato, Paolo Verra, che a febbraio hanno ottenuto che la procura di Cuneo riaprisse l’inchiesta per istigazione al suicidio. Secondo quanto è stato detto, i suoi interlocutori potrebbero avergli minacciato il figlio. Sulla morte di Bucci (che nel 2015 aveva cominciato a collaborare con la Juventus come supporter liason officier) la procura di Cuneo ha da tempo in corso un’inchiesta. Durante la puntata di Report, andato in onda ieri sera, sono stati mostrate delle ricevute «tutte vincenti» di giocate al lotto (in un tabaccaio di Cuneo) e di Gratta e Vinci. In un giorno risulta che il possessore abbia vinto 2.111 euro, e 200 mila euro in quattro anni. L’autore del servizio ha spiegato che potrebbe trattarsi dell’applicazione di un «sistema brevettato dalla ‘ndrangheta» per «lavare i soldi».
Placido Barresi, boss della ‘ndrangheta dei Belfiore di Torino, già condannato all’ergastolo, ha riferito che nella questione del bagarinaggio probabilmente lo hanno menato perché volevano i soldi indietro, ipotizza il boss, e poi c’è la minaccia: “Guarda che ti prendiamo a tuo figlio”.
Lo stesso Barresi conferma come le infiltrazioni ndranghetiste nella curva bianconera fossero ramificate: «Mica entrano solo i Dominello. Entra tutta la Calabria unita». Parole eloquenti, che confermano anche l’incidenza della criminalità organizzata nel business del bagarinaggio.
La stessa conclusione si ricava dalla telefonata (fatta ascoltare nel corso del programma) di Alessandro D’Angelo, capo della security, al calciatore Bonucci, di cui sono state mostrate delle chat con un tifoso: «ieri mattina era andato a Palazzo di Giustizia (per essere interrogato dai pm ). Ne è uscito sconvolto. Ha avuto paura. Perdonatemi, diceva. Ma non aveva paura di noi».
D’Angelo, security manager della Juventus, è tra le persone più scosse dalla notizia del suicidio e appena venuto a conoscenza del tragico evento contatta Francesco Calvo, ex direttore commerciale del club, e anche Leonardo Bonucci. In un’intercettazione mandata in onda dal programma, lo stesso D’Angelo ammette di sapere che a margine delle partite della Juve i gruppi di ultras svolgono attività illecite come il bagarinaggio, ma di non intervenire per fermarli per la tranquillità di tutti, tifosi e società.
È giusto dire che né la società bianconera né alcun suo dipendente o collaboratore sono mai stati indagati, accusati o rinviati a giudizio per quanto emerso in questa inchiesta. Per quanto riguarda il procedimento sportivo sono arrivate le condanne per Francesco Calvo, ex direttore commerciale bianconero, e Andrea Agnelli, presidente, per la violazione della normativa sulla vendita dei biglietti da parte della Juve.
Report ha poi mostrato come all’esterno dello Stadium continuasse il bagarinaggio da parte di alcuni esponenti dei gruppi di ultras che frequentano la Curva Sud.
E’ stato intervistato un ex ultras bianconero, Bryan Herdocia detto ‘Lo Squalo’ che ha ammesso che i Drughi, un gruppo ultras della Juve, hanno continuato a fare bagarinaggio fino alla fine della scorsa stagione. «Quando ho piazzato i biglietti nel 2015 fuori dal Bernabeu il tipo che me li dava era nervoso perché c’era un aereo in ritardo. Andò in tilt. “Tu non sai di chi sono questi biglietti, tu non sai a chi vanno. Se non arrivano in tempo e non pagano, qui finisce male”».
Tutto ciò si ripeteva sia in occasione delle partite in casa che nelle trasferte della Juve: sullo schermo è comparsa una chat da cui si ricava che per Tottenham-Juve del 3 marzo (ottavi di Champions) sono stati venduti «a 250 sterline biglietti che ne costavano 35». Secondo quanto rivelato dalla trasmissione, biglietti sono stati venduti per Juve-Lazio del 28 agosto e per Valencia-Juve del 18 settembre.
Sulla riapertura delle indagini scrive la procura di Cuneo indaga per istigazione al suicidio. Alcune delle parole raccolte dalla trasmissione potrebbero dare nuovi elementi all’indagine. Non è escluso, quindi, che alcuni manager bianconeri possano essere sentiti a Cuneo».
Quell’interrogatorio e le sue conseguenze sconvolsero Bucci che si rivolse al suo referente dei servizi segreti. Un blackout nei server della procura non ha permesso di intercettare le ultime chiamate dell’uomo.