
E dire che questo giornale, subito dopo il caso La Gaipa, aveva scritto un editoriale dal titolo: “Una tragedia tutta pentastellata”.
I protagonisti di quell’editoriale erano gli stessi soggetti di oggi con spiccato riferimento all’avvocato Emanuele Dalli Cardillo. Di fatto i compagni di merende all’epoca dell’arresto di La Gaipa, tra cui lo stesso Dalli Cardillo, oggi se le cantano e se le suonano senza pietà.
Il siluro parte dall’avvocato empedoclino che in una intervista su Repubblica si sente tradito dai suoi amici e si sente pugnalato alle spalle. “Oggi – sostiene – nel Movimento uno non vale più di uno”.
Ma torniamo al voto. Erano tre le preferenze che ciascun iscritto poteva esprimere nei confronti di un candidato. Un sistema sicuramente innovativo nel panorama democratico italiano che – però – ha presentato anche alcune problematiche “tecniche”: soprattutto nelle prime ore di mercoledì – primo giorno di votazioni – la piattaforma è andata in tilt, con molti ritardi e il verificarsi anche di situazioni “particolari”. Sono state diverse, infatti, le testimonianze di persone che si sono ritrovate inspiegabilmente candidate nelle fila del Movimento o – viceversa – esclusioni anche “rumorose”. Per quest’ultime, soprattutto per quanto riguarda i diretti interessati, si è pensato inizialmente fossero dovute a meri errori “tecnici”.
In provincia di Agrigento l’esclusione eccellente è sicuramente quella dell’avvocato Emanuele Dalli Cardillo, già candidato tra le fila grilline a guidare la Città dei Templi. Come da lui stesso annunciato su Facebook il suo nome non era tra i candidati: “Ai tantissimi amici che mi hanno contattato, posso solo dire che il mio nome non è tra i candidati al Senato, mi si dice per mero errore . Aspettiamo sviluppi.” In verità, subito dopo il voto, anche il deputato regionale del M5S, Giovanni Di Caro, aveva espresso – sempre su Facebook – ad una valutazione: “Un sistema informatico, comunque complesso, che anziché velocizzare e semplificare complica e rallenta un processo, è un sistema informatico che ha fallito il suo scopo primario. Tutto il resto conta poco.”
Sviluppi che comunque sono arrivati in serata dal blog del Movimento Cinque Stelle che ha voluto spiegare il “caso delle esclusioni”: “Le regole che hanno accettato tutti coloro che hanno proposto la candidatura erano molto chiare e molto rigide. Sono state applicate in maniera severa. Alcuni si sono lamentati dell’esclusione dalle liste, è vero. È stato fatto per tutelare al massimo il MoVimento 5 Stelle. Per esempio anche il turpiloquio nei confronti degli avversari politici a mezzo social è stato considerato ostativo ai fini della candidatura. Inoltre era richiesto ai sensi dello Statuto e del Codice Etico di astenersi da comportamenti che possano pregiudicare l’immagine o l’azione politica del MoVimento 5 Stelle e attenersi a criteri di lealtà e correttezza nei confronti degli altri iscritti, di mantenere comportamenti eticamente ineccepibili, anche a prescindere dalla rilevanza penale degli stessi. Stare nel MoVimento 5 Stelle d’altronde non è finalizzato alla Candidatura.”
Sembra avere le idee più chiare lo stesso Dalli Cardillo che, in una intervista rilasciata a “Repubblica”, sembra aver capito la motivazione che sta alla base della sua esclusione. Questo quanto si legge sul quotidiano.
«Avevo avvisato Cancelleri dell’estorsione che Fabrizio La Gaipa aveva fatto a un dipendente del suo albergo, tra l’altro un attivista 5 stelle (La Gaipa ha chiesto di patteggiare una pena a due anni, ndr). Lo avevo avvisato un mese prima della consegna delle liste per le Regionali. Non mi ha ascoltato. E per giunta adesso mi hanno escluso delle parlamentarie senza alcuna motivazione».
Perché è stato escluso?
«Non lo so. Ho chiesto lumi ai “padroni” dei 5 stelle in Sicilia, Cancelleri e Corrao, e l’unica cosa che mi hanno detto è che “ha deciso il capo politico”».
Secondo lei cosa è successo?
«Guardi, due più due fa quattro. Io sono stato candidato sindaco ad Agrigento per il Movimento, e sono un attivista storico. Prima delle Regionali, avevo avvisato sia lo staff nazionale sia Cancelleri che nelle nostre liste rischiavamo di candidare un imprenditore che faceva estorsioni ai suoi dipendenti. Non solo non mi hanno ascoltato, ma da allora sono stato messo all’angolo».
Scusi, dell’indagine su La Gaipa si è saputo dopo le elezioni. Lei come faceva a conoscere prima la vicenda?
«Perché il dipendente estorto, Ivan Italia, è un attivista. Il 24 luglio scorso, dopo essere stato convocato dalla squadra mobile e aver confermato le estorsioni subite, mi ha chiamato e mi ha raccontato tutto. Subito ho inviato un’email al Movimento nazionale e due messaggi a Cancelleri».
Cosa le hanno risposto?
«Nulla. Anzi, dopo la mia segnalazione sono arrivati ad Agrigento per la campagna elettorale Di Maio e Di Battista.Ebbene, Cancelleri li ha fatti dormire nell’albergo di La Gaipa. Ha fatto la campagna contro gli impresentabili, ma lui sapeva di averne uno in lista».
Ma questo cosa c’entra con la sua esclusione dalle Politiche?
«Ma lo sa che Italia, dopo che La Gaipa è stato arrestato e ha chiesto il patteggiamento, confermando tutto, non ha ricevuto una sola telefonata da Cancelleri o dai leader del Movimento? E le sembra normale che io, che ho le carte in regola, sia stato messo alla porta senza alcuna giustificazione? Penso che ci vogliano far pagare la vicenda La Gaipa che ha danneggiato sicuramente il Movimento».
Lei rimarrà nei 5 stelle?
«Mi sento pugnalato alle spalle. Ho dato la vita in questi sei anni per il Movimento. Adesso una parte di me è morta: mi sono speso per un ideale e sono stato tradito. Nei 5 stelle uno non vale più uno”