Marco Ferrara, di Porto Empedocle, è deceduto dopo avere sbattuto contro un muretto sulla strada che collega Porta Aurea con San Leone
Marco Ferrara, di Porto Empedocle, è deceduto dopo avere sbattuto contro un muretto sulla strada che collega Porta Aurea con San Leone
Alle 12 inizia la processione del Santo, portato in spalla dai più devoti per le vie della città. Il corteo partirà da via Atenea fino a porta Addolorata.
Qui alle 18 la statua sarà posta su un carro trionfale. Alle 20.30 nuova processione fino al viale della Vittoria. Si concluderà con “a maschiata di San Calò” e la fiaccolata.
Programma questo che si ripeterà anche domenica prossima.
Per il 5 luglio, invece, è confermata la realizzazione di una mega torta offerta davanti al Santuario.
Patrono di Naro, San Calogero è compatrono di Agrigento venerato più di San Gerlando.
Si è registrato il record assoluto di presenze ieri sera alla Sagra Del Mare 2018 – Festa di San Pietro. In un quartiere Marina raramente così colmo di gente, è andata in scena la terza serata della kermesse. Un vero e proprio successo per questa edizione della manifestazione che si presentava ai nastri di partenza con una veste assolutamente rinnovata.
Seguitissima è stata la “Antinna A Mari”, celebre gioco tradizionale che ha regalato momenti di vero entusiasmo e divertimento nella zona del molo interno di levante.
Grandiosi risultati per la Cittadella del Gusto, sita nello spazio antistante la Rocca Regina. Gli squisiti piatti della cucina siciliana, cucinati a vista, sono stati apprezzati sia da numerosissimi turisti che dai saccensi.
Partecipatissime anche la Gara Podistica e la consueta Padellata di Gamberi, che hanno fatto da cornice ad un sabato straordinario per la Sagra del Mare 2018.
Sul palco ufficiale della manifestazione, dopo l’esibizione dei giovani della School Of Rock, è stato Fabrizio Bracconeri insieme alla sua BraccoBand a catalizzare l’attenzione del pubblico. Lo spettacolo di Musica & Solidarietà, che ha visto alternare la grande comicità dell’attore romano con tanta buona musica, ha lanciato un serio messaggio per la sensibilizzazione nei confronti dell’autismo. Una lodevole iniziativa che, oltre all’intrattenimento, ha portato alla Sagra del Mare, un forte spirito di fratellanza.
Quest’oggi, quarta ed ultima giornata della manifestazione. Alle ore 17.00, si ripeterà la “Antinna A Mari,”, mentre dalle 20.30 prenderà il via lo spettacolo sul palco. Principali ospiti della serata i Falsi D’Autore, band siciliana che sta raccogliendo grandi successi in tutto lo Stivale grazie anche alla presenza all’interno della trasmissione televisiva di Antenna Sicilia “Insieme”.
Ricordiamo che tutti gli spettacoli della Sagra del Mare 2018 saranno ad INGRESSO GRATUITO.
PROGRAMMA COMPLETO DELLA 4^ GIORNATA
DOMENICA 1 LUGLIO
Ore 17.00 ANTINNA A MARI (molo interno di levante) con animazione di Luca La Barbera e Massimo Napoli
Ore 19.00 Apertura Mostra Fotografica “ PUNTI DI VISTA” di Sandro Montalbano e Tamara Smekhova
Ore 19.00 Apertura CITTADELLA DEL GUSTO (ROCCA REGINA)
Ore 21.00 VINTULIATA DI MARINA reading teatrale e lettura delle poesie di Vincenzo Licata ( grotte Caricatore)
Ore 21.00 musica con il gruppo SICILIA CANTI D’AMURI (CITTADELLA DEL GUSTO)
Ore 20.30 Esibizione musicale sul palco a cura della “SCHOOL OF ROCK”
Ore 21.00 premiazione sul palco dei vincitori dell’ANTINNA
Ore 21.45 CARNEVAL SHOW con esibizione dei gruppi mascherati dell’edizione 2018
Ore 22.00 intrattenimento musicale dei “Falsi D’autore”
Ore 23.00 CARNEVAL SHOW con esibizione dei gruppi mascherati dell’edizione 2018
ORE 23.30 Estrazione del premio della SAGRA DEL MARE
ORE 24.00 fuochi d’artificio
Dalle date del via agli sconti in ogni regione ai modi per evitare truffe e raggiri: le informazioni più importanti per affrontare le vendite promozionale.
Dal primo luglio per la Sicilia e a partire dal 7 luglio nella maggior parte delle regioni italiane partiranno le vendite promozionali di fine stagione che dureranno fino a fine agosto e in alcuni casi a settembre. In previsione dell’ondata di shopping ecco i consigli stilati dal Codacons.
I saldi partiranno il 7 luglio nella maggior parte delle regioni italiane. Solo in Sicilia l’inizio sarà anticipato al primo luglio. A variare è il termine degli sconti che in alcune parti del nostro Paese dureranno fino alla fine di agosto e in altri proseguiranno fino ai primi giorni di settembre. In Abruzzo si parte dal 7 luglio per finire il 29 agosto. Stesso inizio anche per Calabria e Basilicata, dove i saldi finiranno rispettivamente il primo e il 2 settembre. Il primo settembre si fermeranno anche i saldi della Valle D’Aosta, Toscana e Marche. In Campania si inizia il 7 luglio e si termina il 30 agosto, così come in Emilia Romagna, Lombardia, Molise, Sardegna, Umbria. In Veneto termineranno invece il 31 agosto. Nel Lazio gli sconti dureranno sei settimane, in Piemonte otto. I saldi più lunghi saranno quelli del Friuli Venezia Giulia – dal 7 luglio al 30 settembre – e della Sicilia, dove si protrarranno per 12 settimane, dal primo luglio fino al 15 settembre. Stesso termine anche per la Puglia, dove però la data d’inizio resta quella del 7 luglio. I saldi più brevi si terranno il Liguria (7 luglio – 14 agosto) e nella provincia autonoma di Trento (7 luglio – 12 agosto). Nella provincia autonoma di Bolzano le date di inizio e fine dei saldi saranno decise autonomamente dai commercianti.
Secondo il Codacons per proteggersi dalle truffe bisogna stare attenti che i saldi riguardino davvero capi “di fine stagione”, ossia che la merce esposta appartenga alla stagione in corso e non sia un modo per svendere fondi di magazzino. Qualche giorno prima dell’inizio degli sconti è buona norma controllare i capi a cui si mira, per prendere nota del prezzo ed essere sicuri che il ribasso sia reale e non applicato su una maggiorazione. I saldi superiori al 50% potrebbero essere uno specchietto per le allodole e il vecchio prezzo deve essere sempre indicato e ben leggibile, avverte infine il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori.
Questa volta Agrigento non è ultima. Non potrebbe essere altrimenti considerato che la maggior parte degli occupati in provincia è impiegato pubblico. Con 1.500 euro Bolzano rimane la provincia con il primato degli stipendi medi più alti fra gli occupati tra i dipendenti: erano 1.476 euro nell’ultima rilevazione. Fanalino di coda, invece, nella classifica del valore medio delle retribuzioni è Ragusa con 1.059 euro, mentre erano 1.070 nell’ultimo report del 2017. E’ quanto emerge dal terzo rapporto nazionale ‘Le dinamiche del mercato del lavoro nelle province italiane’, curato dall’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro e presentato al Festival del Lavoro 2018, in corso a Milano e organizzato dal Consiglio nazionale e dalla Fondazione Studi consulenti del lavoro.
La provincia con le retribuzioni più basse, invece, è Ragusa e il gap è del 30% rispetto a Bolzano. Ci sono poi Crotone con 1.118 euro (in discesa rispetto a 1.139 euro), Barletta-Andria-Trani con 1.121 euro (in miglioramento rispetto ai precedenti 1.112 euro), Lecce con 1.130 euro (rispetto ai 1.107 euro dell’anno scorso).
Il report entra nel dettaglio dello squilibrio tra tasso d’occupazione maschile e femminile, quest’ultimo strettamente correlato allo sbilanciamento nella suddivisione del carico familiare tra donne e uomini. La disponibilità e il costo dei servizi di cura per i bambini, che sono molto differenziati nelle due aree del Paese, rende poco conveniente lavorare in presenza di figli a carico, poiché il costo dei servizi sostitutivi può superare lo stipendio o ridurlo drasticamente.
Il tasso d’occupazione femminile più elevato, come nel 2017, è nella provincia di Bologna dove due terzi delle donne sono occupate (66,7%), mentre quello più basso si registra a Foggia dove lavorano meno di un quarto delle donne (23,4%).
Tassi d’occupazione femminile superiori al 60% si registrano anche a Bolzano (65,9%) e Firenze (64,3%), mentre poco più di un quarto della popolazione femminile lavora a Napoli (26,0%). A Caltanissetta (24,4%), Crotone (24,3%) e Foggia (23,4%) tre donne su quattro, invece, non lavorano. Il tasso di occupazione maschile è, al contrario, molto più elevato: la provincia di Bolzano si colloca al vertice della classifica con 8 uomini occupati su 10 (79,8%), mentre a Reggio Calabria lavora meno della metà della popolazione maschile (45,5%), seguita da Benevento (48%) e Palermo (49,8%).
La ricerca, nell’analizzare a fondo i dati sull’occupazione e sulla disoccupazione, fornisce un’analisi molto dettagliata anche sul fenomeno dei giovani con un’età compresa fra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione (Neet).
Nel 2017 erano 2,1 milioni (1,1 milioni donne e 1 milione di uomini), in calo di 25 mila unità (-1,1%) rispetto al 2016. La flessione maggiore si registra nelle regioni del Centro (-3,4%), rispetto a quelle del Nord (-0,8%) e del Mezzogiorno (-0,7%). Il tasso di Neet diminuisce di soli 0,2 punti percentuali rispetto al 2016 (24,3%): il valore di questo indicatore nel Mezzogiorno (34,4%) è superiore di 14,7 punti percentuali rispetto a quello del Centro (19,7%) e di 17,7 punti rispetto a quello del Nord (16,7%).
Il tasso di giovani che non lavorano e non studiano più elevato nel 2017 si registra a Caltanissetta (44,9%) mentre quello più basso a Venezia (11,2%), con una differenza di oltre 33 punti percentuali. Un tasso superiore al 40% si registra anche nelle province di Crotone (44,7%) e Palermo (40,4%). Percentuali più elevate di questo indicatore si osservano anche a Napoli (37,6%). Valori inferiori al 12%, infine, si osservano a Treviso (11,6%), Belluno (11,6%) e Modena (11,9%).
La provincia con la quota più elevata di occupati è Bolzano (72,9%), mentre quella con il tasso di occupazione più basso è Reggio Calabria dove lavorano solo 37,5 persone su 100. Dal 2° al 24° posto troviamo le province nelle quali sono occupati più di due terzi della popolazione in età lavorativa. Sono, nell’ordine, Bologna (71,8%), Milano (69,5%), Piacenza (69,4%), Parma e Firenze (69,3%), Lecco (69,2%), Belluno (69,2%), Modena (69,1%), Pisa (68,9%), Pordenone (68,6), Cuneo e Reggio nell’Emilia (68,4%), Siena (68%), Arezzo (27,8%), Biella (67,7) ed altre otto province del Nord fra il 67,6% e il 66,6%.
Roma si colloca solo al 48esimo posto della classifica (63,6%) e la provincia del Mezzogiorno con il tasso di occupazione più elevato è L’Aquila (57,1%) che si trova al 66esimo posto. Le altre province, dopo Reggio Calabria (37,1%), dove sono occupate meno di 4 persone su 10 sono Foggia (38,2%), Caltanissetta (38,5%), Palermo (38,5%), Napoli e Crotone (39,4%), Trapani (39,6%) e Agrigento (39,7%)
Il rapporto analizza, tra le altre cose, il mercato del lavoro attraverso un ‘indice sintetico di efficienza e di innovazione’ e stila una graduatoria anche delle province italiane in base al loro livello di competitività occupazionale, derivato da cinque indicatori che meglio rappresentano e spiegano la capacità del tessuto economico e sociale di produrre maggiore e migliore occupazione.
Al primo posto si colloca Bologna, pur non primeggiando in nessuno dei 5 indicatori. Seguita da Trieste, Monza e Brianza, Milano che nella precedente rilevazione occupava la seconda posizione e la prima nel 2015 con la quota più alta di occupati che esercitano professioni altamente qualificate.
In coda alla classifica troviamo Crotone. Nel gruppo delle province meno innovative e competitive sono presenti tre capoluoghi regionali: Palermo al 90°posto, Reggio di Calabria al 92° e Napoli al 96° posto, insieme a tutte le province calabresi e alla maggioranza di quelle siciliane.
La provincia di Foggia registra il più elevato gender gap nell’occupazione ed è una delle cinque province pugliesi con i valori peggiori dell’indice, insieme a Brindisi, Barletta-Andria-Trani, Taranto e Lecce. Se Prato registra la migliore performance, quella di Ancona è la peggiore con un crollo al 53° posto e la perdita di 30 posizioni. (Adnkronos)
Riceviamo e pubblichiamo la LETTERA APERTA AI SINDACI DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO
“NON ARRESTATE IL PERCORSO VIRTUOSO VERSO L’ACQUA PUBBLICA” in data 27.04.18, riuniti in Assemblea plenaria dell’ATI di Agrigento, avete approvato all’unanimità la diffida ad adempiere nei confronti del gestore Girgenti Acque s.p.a., diffida propedeutica alla risoluzione del contratto in danno di un gestore che in questi anni di inadempienze, vessazioni ed attacchi indiscriminati alla salute pubblica ed all’ambiente ne ha procurati parecchi e tutti a discapito dei cittadini-utenti che hanno dovuto pagare e pagheranno, oltre al danno dei disservizi con costi esorbitanti, la beffa delle multe milionarie comminate dall’Europa. Finalmente emergono con forza, grazie ad un rinnovato impegno della magistratura, anche le malefatte di un sistema di potere colluso e corrotto che ha consentito di gestire per undici anni un servizio pubblico essenziale talora financo in assenza delle dovute certificazioni antimafia e tant’altro.
Abbiamo quindi molto apprezzato che l’ATI da Voi composta abbia compiuto il primo passo verso la risoluzione, contestando l’infinita sequela di inadempienze contrattuali che l’ATO idrico ed i Commissari liquidatori avevano fino ad allora pressochè ignorato. Una presa d’atto non più rinviabile alla luce della disastrosa gestione in essere, ed in sintonia con la volontà Popolare espressa con i Referendum Popolari per l’Acqua Bene Comune del 2011 cui la provincia di Agrigento diede il 98,5 di SI, nonchè di quella dei Consigli comunali che hanno promosso insieme ai cittadini siciliani la legge di iniziativa Popolare e Consiliare del 2010 per la gestione pubblica e partecipativa delle risorse idriche e modificato i propri Statuti dichiarando l’Acqua Bene Comune e la sua gestione priva di rilevanza economica, come allora la legge consentiva.
In questi anni di lotte continuative e trasversali alle appartenenze politiche per il ritorno ad una gestione Pubblica e partecipativa delle risorse idriche, pur in un mutato quadro normativo, siamo riusciti a far approvare nel 2015 buona parte dei contenuti della legge Popolare e Consiliare del 2010, che trovano indirizzo politico e strategico nell’art.1 e successivi della l.r. 19/2015.
Come sapete la legge 19/15 assegna alle ATI il compito di stilare il piano d’ambito, di individuare la forma di gestione e di attribuire il SII e sappiamo che l’Assessorato regionale all’energia e servizi di pubblica utilità ha già diffidato le ATI ad adempiere per quanto riguarda questi importanti compiti di loro pertinenza.
In considerazione del fatto che tutti i costi di gestione del SII, (personale, struttura dell’ATI, lavori, investimenti e financo le quote di cofinanziamento e gli oneri finanziari), sono a carico della tariffa, quindi interamente pagati dai cittadini, Vi invitiamo caldamente a non interrompere il percorso virtuoso avviato con la diffida ad adempiere; anche la gestione privata più virtuosa, essendo votata al profitto ed a fare dividendi per gli azionisti, non potrà che fare levitare i costi di gestione di un servizio pubblico essenziale che tale deve essere anche nella sua veste giuridica, così come ripetutamente affermato in questi anni di lotta comune per il ritorno alla gestione Pubblica.
Per questo siamo a chiederVi, nel momento del rinnovo delle cariche di rappresentanza dell’ATI di Agrigento, che la Vostra scelta sia guidata più che dagli equilibri politici o dal peso delle rappresentanze, dalla continuità ed aderenza ad una battaglia di civiltà cui la Vostra provincia ha generosamente contribuito in tutti questi anni, scegliendo per la guida dell’ATI Sindaci che si facciano garanti della continuità del percorso avviato.
CHIEDIAMO QUINDI ALLE/AI SIGNORI SINDACI
Di voler nominare un Consiglio Direttivo dell’ATI che si assuma l’onere di procedere senza indugi alla risoluzione del contratto in danno del gestore e di quantificare, secondo il principio UE “chi inquina paga”, i danni ambientali prodotti, nonché quelli arrecati alla salute ed alla incolumità pubblica.
Di voler avviare tutte le procedure necessarie a stilare un Piano d’Ambito corrispondente alle effettive necessità dell’intera provincia ed avviare le procedure per la costituzione di una Azienda speciale consortile, o di un Consorzio di comuni, cioè un ente di diritto pubblico, che ricomprenda tutti i comuni della provincia al quale attribuire, come soggetto gestore, il SII nell’ambito provinciale.
Tale prospettiva, pienamente praticabile a legislazione nazionale e regionale vigente, come ulteriormente sottolineato dalla recente relazione della Corte dei Conti a sezioni riunite, è l’unica in grado di garantire efficacia, efficienza, economicità e trasparenza nella gestione dei fondi pubblici e di quelli con cui i cittadini finanziano il SII, nonché di rispondere alla volontà Popolare ed alla continuativa mobilitazione in favore di una gestione Pubblica e partecipativa in cui i profitti non facciano dividendi per gli azionisti, ma vengano reinvestiti nel miglioramento del Servizio e nella diminuzione delle tariffe.
Fiduciosi che la Vostra volontà, come quella di molti Vostri predecessori, sia quella di voler assicurare la gestione Pubblica e partecipativa delle Acque, di voler salvaguardare gli interessi delle Vostre comunità e di voler rimuovere ogni elemento di illegittimità ed illegalità nella gestione della preziosa risorsa e nella tutela del territorio, Vi auguriamo un buon lavoro, auspicando una accelerazione di passo verso la gestione Pubblica, partecipativa e virtuosa del SII, nel pieno rispetto della volontà Popolare fin qui calpestata ed elusa.
L’Acqua resta il paradigma di tutti i Beni Comuni e del livello di Democrazia effettivamente esigibile dai cittadini e dalle comunità di cui i Primi Cittadini portano l’onore e l’onere di essere garanti e portavoce.
FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA ED I BENI COMUNI. Si scrive Acqua, si legge Democrazia.
È iniziata ieri la discussione finale nel processo che vede imputata per estorsione l’avvocato agrigentino Francesca Picone insieme alla sorella Concetta. Il giudizio si sta celebrando avanti al Gup Alfonso Malato.
Il pm Alessandra Russo ha chiesto la condanna a cinque anni di reclusione della Picone, imputata di due diversi episodi estorsivi a clienti, uno in danno di un ipovedente di Realmonte, Pasquale Schembri, e l’altro di Cinzia Barbiere e del figlio all’epoca minore, Antonino D’Agostino. Nei confronti della sorella, Concetta, sono stati chiesti un anno e otto
Sarebbe stato a causa di un improvviso malore che nel primo pomeriggio di oggi un giovane di 31 anni, Federico Laudani, laziale, è finito in mare, annegando, nello Stagnone di Marsala. Il giovane, insieme a decine di altri ragazzi, stava facendo kitesurf. E per questo, in un primo momento, si era ipotizzato che a causare la sua caduta in acqua potesse essere stato lo scontro in aria con un altro “kiter”. Il corpo del giovane, ormai senza vita, è stato poi recuperato dai militari dell’Ufficio circondariale marittimo di Marsala, che conducono l’indagine. Sul posto, di fronte la contrada Birgi, nell’estremo versante nord del Comune di Marsala, sono intervenuti anche il 118 e i carabinieri. Non tutti, però, si sono accorti della tragedia. Tanto che numerosi “kiters”, che soprattutto in estate (ma anche negli altri periodi dell’anno) arrivano a Marsala da ogni parte d’Italia e del mondo per praticare questo sport, hanno continuato le loro evoluzioni tra aria e mare.
SICILIA; SOCCORSO IN MARE: LO CURTO (UDC), ENNESIMA MORTE IN ACQUA A MARSALA, ATTIVARE IN SICILIA SERVIZIO DI SOCCORSO IDROMOTO GIÀ
FINANZIATO CON LEGGE DI STABILITÀ REGIONALE
“L’incidente odierno nello stagnone Santa Maria a Marsala con la morte in acqua di un giovane che praticava lo sport Kitesurf rende cogente l’attivazione dei servizio di idromoto finanziato grazie ad un mio emendamento alla legge di stabilità regionale, per il quale attendiamo l’avvio.
Mi chiedo se all’interno dello stagnone di Marsala esista un piano di salvataggio e sollecito in tal senso il Libero consorzio di Trapani, il comune di Marsala, la capitaneria di porto e le scuole di kite ad attivarsi subito in tal senso, se come pare, oggi soccorrere il giovane poi deceduto sia stato Mario Ottoveggio con il suo mezzo privato.
Ho voluto fortemente il finanziamento del servizio a Idromoto proprio per evitare le morti in acqua.
Mi farò promotrice di un tavolo tecnico tra Regione, Seus e Coni affinché non si perda ulteriormente tempo a garanzia delle vite umane e di chi nell’acqua per lo sport o il tempo libero può rischiare tragici incidenti.
La Sicilia deve essere all’altezza di un servizio di emergenza urgenza anche per il mare”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Ufficio all’Assemblea regionale siciliana.