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Suscita sgomento il tragico crollo del viadotto Morandi a Genova e induce ad alcune riflessioni. Nell’unirci alla preghiera per le vittime e per i sopravvissuti, è naturale che il pensiero vada al Viadotto Morandi di Agrigento. Il rincorrersi di notizie sugli interventi di consolidamento in corso sul ponte malato di Genova, costruito negli anni Sessanta, impone due considerazioni: la prima riguarda la prudente chiusura al traffico chiesta e ottenuta del viadotto che collega Villaseta ad Agrigento; la seconda concerne l’opportunità del costoso intervento, alla luce di quanto avvenuto in queste ore. Credo che il dramma che Genova sta vivendo renda necessario un momento di riflessione sulla funzione del viadotto di Agrigento rispetto ai rischi connessi alla vetustà della struttura e sulla durata nel tempo di un così complesso

intervento conservativo. Tornano di pressante attualità le valutazioni fatte ai vertici di Anas di riconsiderare le decisioni adottate e di valutare la realizzazione o il potenziamento di percorsi alternativi”
Così il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto intervendo a proposito del crollo di Genova.. 

Il cadavere di un giovane ghanese trentenne è stato trovato nel boschetto sottostante il tribunale di Agrigento ieri di pomeriggio. Il ragazzo lavorava in una ditta della zona industriale di Agrigento, con regolare permesso di soggiorno e documenti in regola. Era scomparso da qualche settimana, la famiglia, che risiede in Veneto aveva incaricato un legale per avviare la denuncia, e la successiva ricerca. Il prossimo giovedì sarà fatta l’autopsia disposta dal pubblico ministero Paola Vetro Cecilia Baravelli e dall’aggiunto Salvatore Vella. La Procura della Repubblica indaga per l’omicidio. 

 

«Gli scarichi a mare e la presenza del vermocane sulle spiagge, potrebbe non essere casuale». A mettere in correlazione i preoccupanti livelli di inquinamentodel mare – la scorsa settimana sono diversi i punti interessati della costa ionica destinatari di ordinanza di non balneabilità – e l’animale marino che al nome comune poco grazioso unisce un aspetto poco attraente e, soprattutto, un pericoloso effetto urticante per chi vi entra in contatto, è Andrea Cosentino, biologo e ricercatore dell’Università di Messina. L’interesse attorno l’anellide della classe dei Policheti negli ultimi anni torna al centro della cronaca, specialmente durante la stagione estiva. Quest’anno il caso più eclatante si è registrato a Recanati, frazione di Giardini Naxos, dove alcuni villeggianti hanno minacciato di fare le valigie e partire davanti all’impossibilità di fare il bagno in mezzo ai reflui non depurati e al rischio di mettere un piede su uno dei vermi.

«Affermare che i vermocani non c’entrino con le condizioni dell’acqua non è corretto – spiega Cosentino -. Si tratta di animali che fungono da spazzini del mare, che vengono attratti da carcasse e da qualsiasi forma di materiale organico in decomposizione, di cui si cibano. L’elevata concentrazione di escherichia coli, in tal senso, potrebbe fungere da calamita per l’elevata concentrazione vicino alla riva». Di sicuro c’è un fatto: rispetto al passato, oggi è molto più facile imbattersi in esemplari di vermocane. «Personalmente ne ho visti lungo tutta la costa che va da Ognina, a Catania, a Taormina. Ma altri avvistamenti sono avvenuti sia nel Ragusano, nella zona di Sampieri, e a Linosa – va avanti il biologo marino -. Le cause di questo fenomeno vanno rintracciate in qualcosa che va oltre l’inquinamento, perché ci troviamo davanti a un cambiamento di abitudini da parte di un animale che è sempre stato considerato notturno». In tal senso più che parlare di un aumento degli esemplari presenti nel mar Ionio è più corretto dire che è più facile avvistarli. «Il vermocane tradizionalmente si muove, si ciba e si riproduce di notte. Da qualche tempo, invece, le stesse attività le compie anche e soprattutto di giorno», aggiunge Cosentino. Chiedersi il perché è naturale. «Le spiegazioni possibili sono tante, tra esse c’è l’aumento della temperatura dell’acqua che causa una crescita della dispersione dell’ossigeno, il che – spiega il ricercatore – potrebbe spingere i vermocani a risparmiare energia di notte, quando la vegetazione non fa la fotosintesiper rimandare alle ore del giorno le proprie attività».

Di fronte a questi cambiamenti – a primavera inoltrata lo stesso Cosentino ha assistito a un gruppo di vermocani che si stava riproducendo a Stazzo, frazione marinara di Acireale – è necessario che le persone sappiano come comportarsi nel caso in cui ci si ritrovasse vicino un esemplare. «Così come per le meduse bisogna cercare di evitare il contatto – chiarisce il biologo -. Non parliamo di un animale aggressivo, ma possiede delle setole sottilissime che entrano nella pelle e si spezzano facilmente rilasciando una tossina che crea un forte effetto urticante». Rispetto alle meduse, i vermocani restano pericolosi anche da morti: «Per circa due giorni dal decesso la tossina resta attiva e questo significa che bisogna fare attenzione a non toccarli anche se li si trova immobili sulla spiaggia, dove magari arrivano in seguita a improvvise mareggiate». 

Quest’ultimo aspetto tira in ballo la necessità da parte delle amministrazioni di intervenire per evitare rischi per la salute dei bagnanti. La competenza è dei Comuni, almeno nell’immediatezza. «Fino a questa mattina non abbiamo ricevuto segnalazioni da parte dei sindaci – commenta Gaetano Sirna, direttore dell’Asp di Messina -. In prima battuta sono i Comuni che devono occuparsi del demanio marittimo. Comunicandoci la presenza di fenomeni che potrebbero rendere necessario un interessamento del nostro personale. Ma questo finora non è accaduto». Un contributo a ridosso delle zone portuali potrebbe essere dato dai pescatori. «Il consiglio per loro è di non lavare le reti a poca distanza dalla costa – conclude Cosentino – poiché i resti di pesce attirano i vermi, che si avvicinano alla zona in cui la gente fa il bagno».

Già dall’alba di ieri mattina, lunedì 13 agosto, il Comando provinciale dei Carabinieri di Agrigento, alle redini del colonnello Giovanni Pellegrino, ha schierato un ampio cordone di militari a controllo del territorio in occasione del Ferragosto.

Si tratta di oltre un centinaio di Carabinieri delle 43 Stazioni della provincia, dei Nuclei Radiomobili e dei Nuclei Operativi, impegnati in servizi che saranno svolti fino a giovedì 16 agosto. I primi esiti: nel centro storico di Agrigento, ad un giovane immigrato dal Gambia sono stati sequestrati più di 50 grammi di hashish, per un valore di mercato di diverse centinaia di euro. E’ stato arrestato. Poi a Licata due detenuti ai domiciliari sono stati arrestati per evasione dal proprio domicilio perché sorpresi a spasso nel centro cittadino. E poi a Montallegro il titolare di uno stabilimento balneare è stato denunciato perché ha organizzato un evento musicale senza autorizzazione. E a Porto Empedocle un immigrato dal Senegal di 45 anni è stato denunciato per vendita di scarpe contraffatte.

Sabato 18 Agosto 2018 alle ore 19,30 Piazzetta Purgatorio , per la Rassegna “AUTORI IN GIRGENTI ESTATE 2018”, il giornalista freelance agrigentino Dario Lo Scalzo presenterà “STRISCE DI STELLE “. 

Dialogherà con l’autore Alessandro Accurso Tagano Coordinatore SIL SICILIA e organizzatore dell’evento 
L’evento è inserito nella manifestazione estiva R-ESTATE A GIRGENTI

Mentre a livello nazionale si cerca di agevolare in tutti i modi il turismo anche inventandosi ciò che non si hà(parchi acquatici in montagna e neve al mare) ad Agrigento tutto è negato e nulla è organizzato. Si “chiudono” le spiagge, si vietano i falò, le tende e le manifestazioni di giovani. In nome della legalità? Noi crediamo di no. Basta la volontà politica e la capacità ad amministrare per trasformare un semplice divieto in una possibilità. Elencarle sarebbe ridicolo: si potrebbero creare dei falò gestiti dal Comune o dalle singole attività commerciali e ricreative, le quali, in quanto gestori di servizi pubblici, dovrebbero poi farsi carico di garantire iniziative e offrire divertimento, ottenendone ovviamente il dovuto ristoro economico.
Si potrebbe comunque garantire l’installazione delle tende, magari prevedendo aree autorizzate con il dovuto anticipo. Gestire il Ferragosto, evento ciclico, come una emergenza è letteralmente una pazzia, se non la semplice dimostrazione di una seria incapacità amministrativa. L’effetto è quello di fare diventare la notte del 15 agosto un momento di negazione invece che di aggregazione, colpendo, tra l’altro, anche gli imprenditori e i commercianti. Che senso ha, poi, sostenere iniziative nel centro storico? Agrigento non è una città rivierasca? San Leone, nelle ricostruzioni grafiche, non sarebbe dovuta diventare come Miami? E invece? Tutti in centro storico. Forse per favorire alcune attività commerciali vicine a questo o a quel componente della Giunta che già usufruiscono a spese dei cittadini di altre agevolazioni gratuite ?

 

Agosto come l’anno scorso è tempo di approdi di migranti “fantasma”, ossia imbarcazioni cariche di extracomunitari che sfuggono ai controlli in mare e gettano l’ancora in luoghi insoliti. Oggi, verosimilmente intorno alle ore 5 del mattino, è stata la volta di una ventina di tunisini che sono sbarcati sulla spiaggia di Torre Salsa, in territorio di Siculiana. Il tentativo di dileguarsi è stato subito contenuto dai Carabinieri della locale Stazione che hanno bloccato i migranti, tutti uomini, sorpresi in strada. Altre ricerche sono in corso. La barca è sotto sequestro.

 

 
 

Incidenti stradali mortali in Sicilia. Nella tarda mattinata di oggi, lungo la statale 189 Agrigento – Palermo, in territorio di Cammarata, si sono scontrati frontalmente un camion frigorifero e un’automobile. L’uomo al volante dell’auto, una Fiat Bravo, è morto. Si tratta di Nicolò Russotto, 59 anni, di Casteltermini.

E poi due morti e tre feriti gravi intorno alle ore 7 del mattino di oggi a causa di un incidente lungo l’autostrada Catania-Palermo, nei pressi di Centuripe, in territorio di Enna. Le vittime sono Emanuele Bellia e Roberta Cucchiara, entrambi di Catania e di 23 anni, a bordo di una Peugeot 306 su cui hanno viaggiato anche altri due feriti. L’automobile, per un guasto, è stata posteggiata sulla corsia d’emergenza, ed è stata investita da un Fiat Doblò sopraggiunto. E poi, altro incidente mortale al mattino di oggi nella frazione di Purgatorio, in territorio di Trapani. E’ morto Michelangelo Giano, 28 anni, di Trapani, che si è scontrato frontalmente con la sua Fiat Stilo contro un’automobile Bmw con a bordo un uomo e una donna.

A Palma di Montechiaro, venerdì 24 agosto, nella sala consiliare del Municipio, a Palazzo degli Scolopi, alle ore 18, su iniziativa del consigliere comunale Giuseppe D’Orsi, si svolgerà un tavolo di confronto sulla proposta di modifica della legge regionale 15 del 2000 sulla prevenzione del randagismo. Interverranno il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, Giovanni Giacobbe, autore della proposta di modifica, Margherita La Rocca Ruvolo, presidente della Commissione Sanità all’Assemblea Regionale, Michele Catanzaro, deputato componente della Commissione speciale per il randagismo all’Ars, e Federica Faiella della Lav. Lo stesso Giuseppe D’Orsi afferma: “L’iniziativa intende approfondire il tema del randagismo in Sicilia nella prospettiva di una modifica migliorativa della legge regionale vigente, da concretizzarsi tramite l’intervento dell’Assemblea Regionale”.

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Dal profondo del mio cuore sento la necessità di comunicare ciò che dovere morale mi impone: sottolineare come nella nostra martoriata terra siciliana esistono nel campo della Sanità eccellenze davvero straordinarie che non sempre concordano con la ormai conclamata (e purtroppo) fuga al nord presso altri presidi ospedalieri del nord per qualsiasi malanno dal quale un paziente viene colpito.

Un paio di mesi addietro, sono stato operato a cuore aperto presso la struttura ospedaliera chiamata Maria Eleonora Hospital di Palermo per un intervento che si presentava assai delicato. Dopo una visita effettuata nel reparto di Cardiologia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, il primario, dott. Giuseppe Caramanno, ordinava il trasporto immediato in elisoccorso presso la struttura palermitana. Le mie condizioni erano serissime e non nascondo che vedere quell’elicottero atterrare per trasportare la mia persona mi ha angosciato terribilmente.

Giunto a Palermo, i medici dell’Hospital Villa Eleonora hanno programmato il tutto per operarmi. Sono profondamente religioso ed è per questo che mi sono affidato alla Madonna, mettendomi nelle sue mani. L’ho pregata anche affinchè potesse intercedere nell’illuminare chi, di fatto, mi ha salvato la vita.

Dopo un lungo intervento durato più di sei ore, quasi incredulo, mi sono risvegliato sentendomi immediatamente un’altra persona.

La professionalità che ho trovato presso l’Hospital Villa Eleonora è stata davvero fantastica. Ed è per questo, per puro dovere morale, che sento la necessità di ringraziare  il dott. Emerico Ballo, il secondo operatore dott. Giuseppe Di Modica, l’anestesista  dott. Gianluca Pugliese e tutta l’equipe che ‘ha avuto a che fare con il mio cuore’. Sottolineare e definire questi medici fantastici mi sembra molto riduttivo. La loro elevata professionalità, non solo nei miei confronti ma anche con tutti gli altri pazienti, non può e non deve passare inosservata. Sto parlando di straordinari medici che quotidianamente salvano tante vite umane.

Li voglio ringraziare pubblicamente con affetto e stima per tutto quello che hanno fatto per me (e voglio ancora sottolineare anche per tutti gli altri pazienti).

Purtroppo, come accade spesso in questi interventi a cuore aperto, l’insorgere di complicazioni, seppur previste, sono sempre dietro l’angolo, in agguato.

Tale circostanza ha colpito anche me. Dopo 25 giorni di ricovero mi hanno dimesso e finalmente ho potuto raggiungere i miei affetti, la mia casa, le mie cose. 

Passati alcun giorni si presenta ‘puntualmente’ qualche complicazione che mette a serio rischio tutto quanto di buono era stato fatto all’Hospital Eleonora di Palermo.

Mi ricovero con una certa urgenza presso il reparto di Cardiologia dell’ospedale di Agrigento, magistralmente guidato dal dott. Giuseppe Caramanno, il quale, con una precisione da perfetto cesellatore, individua in me la complicazione insorta.

Ed anche qui, quello che sembrava essere un semplice intervento di routine, si è trasformato in qualcosa di più serio e impegnativo che certamente non ha scoraggiato il dott. Caramanno e tutta la sua equipe, il quale ha subito aperto le porte dell’Emodinamica (nata ad Agrigento con lui) ed è intervenuto prontamente evitando, così, il peggiorare di una situazione che si era fatta già abbastanza complicata. Gli interventi, vista la gravità, si sono ripetuti per diversi giorni fino a quando, così come i colleghi di Palermo, il dott. Caramanno mi ha restituito la vita eliminando il problema (serio) che mi aveva colpito.

Anche in questo caso dovere morale mi impone di ringraziare un luminare emodinamista come il dott. Caramanno e tutti i suoi uomini. Nel reparto di Cardiologia di Agrigento ho riscontrato solo ed esclusivamente professionalità, serietà, competenza e grande umanità, dal primario fino ai collaboratori non sanitari.

Del resto è notizia di questi giorni che proprio il dott. Caramanno ha effettuato nel reparto che dirige un intervento assolutamente straordinario e insolito, salvando la vita ad un paziente che era stato colpito non da infarto ma da un ictus.

Oggi mi ritrovo a casa, sto perfettamente bene grazie alla professionalità indiscussa prima dei medici di Palermo e poi di quelli di Agrigento.

Mi preme sottolineare come non sempre, come purtroppo sostiene qualcuno, il miglior medico per un siciliano è un aereo per il nord Italia.

Io ho preso un elicottero non per raggiungere Roma o Milano ma semplicemente il nostro capoluogo siciliano. Da li sono tornato con i miei piedi, con le mie forze, con il mio stato d’animo totalmente cambiato che mi lascia guardare al futuro con un certo ottimismo.

E con i miei piedi non sono andato a Roma o a Milano, ma semplicemente ad Agrigento dal dott. Giuseppe Caramanno.

A tutti i medici di cui ho parlato dedico un sincero grazie per tutto quello che fanno quotidianamente. E credetemi, in questi giorni di degenza sia a Palermo che ad Agrigento, ho assistito a situazioni davvero imbarazzanti. La loro professionalità, in tutti i casi che si sono presentati, è stata davvero eccezionale.

E’ altresì doveroso da parte mia inviare la presente anche ai Direttori Generali dell’Asp di Palermo e di Agrigento.

Grazie, grazie, grazie!

Angelo Incorvaia

Dott Caramanno WWW.SICILIA24H.IT

Dott Emerico Ballo