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Si è concluso ieri,con un seminario per giornalisti, l’attività formativa nell’ambito delle celebrazione del 50° anniversario del sisma che, nel 1968, ha colpito la Valle del Belìce, organizzata dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile Siciliana, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, tenutosi a Palermo nei locali della Presidenza della Regione Siciliana di Via Gen. Magliocco.

Nel corso del seminario, aperto dal Dirigente Generale del DRPC Sicilia Calogero Foti, che ha ribadito l’importanza della comunicazione sia in fase di prevenzione che in emergenza, e da Daniele Ditta in rappresentanza dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stato illustrato, dal Direttore Emergenze del DPC Luigi D’Angelo, il sistema di protezione civile nazionale e dalla dirigente del DRPC Sicilia Teresa Maria D’Esposito, quello regionale.

Ampio spazio è stato riservato anche al sistema di allertamento nazionale e regionale sul rischio idrogeologico e idraulico. Il dirigente del DRPC Sicilia Giuseppe Basile, responsabile del Centro Funzionale Decentrato Multirischio Integrato della Regione Siciliana, ha illustrato le procedure per la redazione degli avvisi e guidato alla loro lettura.

Due esperienze dirette di comunicazione in emergenza, sono state illustrate da componenti dell’ufficio stampa del DPC Raffaella Marcolella e Lucrezia Martinelli.

L’appuntamento adesso è fissato domani mattina – 26 ottobre – per l’esercitazione per posti di comando nelle tre province interessate di Agrigento, Palermo e Trapani, finalizzata, in particolare, a testare la funzionalità dei centri di coordinamento.

Per tale esercitazione saranno attivati i COC – Centri Operativi Comunali di 25 comuni*, i COM – Centri Operativi Misti – di Sciacca, Corleone e Castelvetrano, i CCS – Centri di Coordinamento dei Soccorsi – presso le tre corrispondenti Prefetture di Agrigento, Palermo e Trapani e la SORIS – Sala Operativa Regionale Integrata della Regione Siciliana.

Unico scenario operativo, nella stessa mattina del 26, si svolgerà nel sito dei Ruderi di Poggioreale dove, le varie strutture operative del Sistema competenti per materia, testeranno le procedure di censimento danni, verifiche di agibilità, recupero e messa in sicurezza dei beni culturali.

 

Palermo, 25 ottobre 2018

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Bisacquino Contessa Entellina Montevago Santa Margherita di Belìce

Calatafimi – Segesta Corleone Partanna Santa Ninfa

Campobello di Mazara Gibellina Poggioreale Sciacca

Campofiorito Giuliana Roccamena Vita

Camporeale Menfi Salaparuta

Castelvetrano Mazara del Vallo Salemi

Chiusa Sclafani Monreale Sambuca di Sicilia

 

 

 

 

Una fortissima scossa di terremoto di magnitudo 6.8 è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sulla costa occidentale del Peloponneso, in Grecia. Il sisma, registrato alle 00:54 ad una profondità di 10 km, è stato avvertito anche nella provincia di Siracusa, Catania e Ragusa. Molte le chiamate di cittadini impauriti, in particolare residenti nei piani alti degli edifici. Al momento non si hanno notizie di danni o feriti.

L’epicentro del terremoto è stato localizzato nel mar Ionio, a 38 km dall’isola di Zacinto. La scossa è stata avvertita distintamente in tutto il Sud Italia, in particolare sulla costa orientale della Puglia, in Calabria, sulla costa orientale della Sicilia ma anche in Campania, con alcune segnalazioni arrivate da Napoli.

In seguito alla scossa è stata diramata anche un’allerta tsunami.

“Per le coste di Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia (Ionio) l’allerta è arancio: possibili variazioni del livello del mare inferiori a 1 metro.

L’Ingv. avverte “Si consiglia di stare lontani da coste e spiagge”.

 

Operazione Cc Agrigento, trovate 10 tonnellate di spazzaturaDodici discariche abusive e oltre 10 tonnellate di rifiuti sequestrate e cinque persone denunciate. E’ il bilancio di un’operazione di controllo eseguita dai carabinieri di Agrigento nella Città dei Templi e in provincia per contrastare i reati in materia ambientale e gli abbandoni di rifiuti. Il Comando provinciale dell’Arma ha impegnato oltre 50 militari, supportati da colleghi del reparto speciale del Centro anticrimine natura. A Porto Empedocle sono stati fermati e denunciati per trasporto illecito di rifiuti 4 persone che stavano movimentando senza autorizzazione oltre due quintali di rifiuti urbani. A Raffadali è stato denunciato un imprenditore di 59 anni per illecita gestione di rifiuti: aveva realizzato in un fondo di dua proprietà, una discarica abusiva contenente rifiuti speciali non pericolosi, estesa per circa 500 metri quadri.


Sono al vaglio della Tenenza dei Carabinieri di Favara le scritte sui muri della contrada “Crocca” dove i militari cercano di individuare i possibili legami tra il “L.C.” (citato nei murales) e la scomparsa di Gessica Lattuca del 12 Agosto scorso.
Le scritte, rinvenute stamani sui muri, indicano l’assassino di Gessica.
Ma perché chi ha compiuto questo gesto ha scelto di farlo in maniera così plateale?
Può quindi essere un’indicazione o anche un depistamento. Ma ciò che si domandano il fratello di Jessica, Enzo Lattuca e l’ex compagno, Filippo Russotto, è il fatto che la persona che ha compiuto questo gesto ha rischiato di essere sorpreso con lo spray in mano quando avrebbe potuto scrivere una lettera o fare una telefonata anonima e quindi rischiare meno.
Al momento gli investigatori continuano le indagini.

 

 

E’ finito in manette, con l’accusa di coltivazione ai fini di spacci, il 48enne, di Licata, Antonino Tilocca proprietario di un’officina.

I carabinieri hanno fatto irruzione all’interno dello stabile scoprendo che con l’officina confinava un magazzino grezzo di circa 280 mq dove venivano tenuti due cani apparentemente aggressivi e di taglia medio/grande.

Dopo aver allontanato gli animali è scattata la perquisizione e nel magazzino grezzo sono state ritrovate 11 piante di cannabis nascoste sotto della plastica per uso agricolo.

Piante, alla vista, tagliate poco prima ed è stata trovata anche una serra di circa 200 mq dove all’interno vi erano 150 contenitori pieni di terriccio di cui 104 con ancora il fusto reciso alla base della pianta di cannabis.

Sono stati trovati anche dei fili di nylon appesi ad una altezza di circa due metri usati, sicuramente, per l’essiccazione delle piante mentre in un altro piccolo contenitore è stato rinvenuto una discreta quantità di fiori e foglie di cannabis essiccata.

 

 

Palillo Andrea, 30 anni, ricercato in tutta Europa e destinatario di un “mandato di arresto” emesso dalle Autorità belghe perchè responsabile di una rapina ed un furto in abitazione commessi in Belgio, tra il mese di Novembre 2017 e Giugno 2018.

Così i Carabinieri della Stazione di Porto Empedocle, per molti giorni, si sono appostati nei pressi dell’abitazione di Palillo e proprio questa notte i militari dell’Arma hanno subito riconosciuto l’uomo e accerchiandolo hanno fatto scattare le manette dopo le procedure di identificazione.

All’uomo è stato notificato il provvedimento restrittivo e successivamente portato in carcere.

 

 

 

 

Nella seconda udienza preliminare per il cosiddetto “sistema Montante” che si è svolto al Tribunale di Caltanissetta, come parte civile l’Ordine dei giornalisti di Sicilia è stato ammesso.

«Esprimiamo soddisfazione per l’accoglimento della nostra richiesta da parte del gup David Salvucci», afferma il presidente dell’Odg Sicilia, Giulio Francese, il quale ha voluto ringraziare l’avvocato Salvino Pantuso, che ha rappresentato l’Ordine.

“Quella di costituirsi parte civile – ha aggiunto – è una scelta doverosa da parte dell’Ordine che chiede sia fatta piena luce sulla vicenda tra Montante e i giornalisti, a tutela del buon nome e della funzione della categoria, ma anche nel rispetto della memoria dei colleghi che in Sicilia hanno pagato con la vita il proprio impegno per la verità, diventando un esempio per tanti giornalisti che continuano a lavorare con la schiena dritta, senza piegarsi davanti a minacce o a tentativi subdoli per ammorbidirli o metterli a tacere”.

 

 

 

Alfonso Malato, attuale presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, aveva il ruolo di giudice per le indagini preliminari nello stesso procedimento, dunque, risulta incompatibile nella guida del collegio dei giudici.

A sedere nel banco degli imputati 50 persone, tra medici, faccendieri, e finti disabili accusati a vario titolo e che facevano parte di un sistema sulle agevolazioni della legge 104 e garantiva, di poterne usufruire beneficiando quindi di tutti i vantaggi anche a chi non aveva diritto. Lo scorso marzo il giudice per l’udienza preliminare Stefano Zammuto rinviò a giudizio 48 persone mentre 9 furono le condanne con rito abbreviato, nello specifico: Barragato (3 anni e 10 mesi interdetta in perpetuo dai pubblici uffici), Roberto Ibba (4 anni e interdetto in perpetuo dai pubblici uffici), Eleonora Moscato (3 anni e 10 mesi e interdetta in perpetuo dai pubblici uffici), Giuseppe Cuffaro (1 anno e 4 mesi), Giuseppa Patrizia Ibba (4 anni e 2 mesi e interdetta in perpetuo dai pubblici uffici), Giuseppe Aquilino (3 anni e 6 mesi con interdizione da pubblici uffici per 3 anni e 4mesi), Vincenzo Gaziano (3 anni e 6 mesi e interdetto da pubblici uffici in perpetuo) e Domenico Giglione (3 anni e 6 mesi e interdetto in perpetuo dai pubblici uffici).

Ciò che è successo nel settembre 2014 fu un vero e proprio uragano che portò alla nascita l’inchiesta La carica delle 104” diventata anche nazionale.

Diciannove persone, di cui dieci medici, finirono agli arresti: per sei di loro venne disposta la custodia in carcere, per 8 i domiciliari e a 5 indagati venne imposto l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Gli indagati erano complessivamente 101.

Nell’ottobre 2016 nell’inchiesta si aggiunse un secondo filone ovvero il seguito delle investigazioni condotte dalla Digos della Questura di Agrigento che portò il numero degli indagati a 252.

Nell’ottobre 2017, si apre il terzo (e al momento ultimo) filone d’inchiesta della “Carica delle 104” che coinvolge principalmente insegnanti. Il processo riprenderà il 7 gennaio.

 

 

 

La sicurezza delle infrastrutture stradali in Sicilia, e il monito del presidente della Regione, Nello Musumeci: “Se Anas non è in grado di fare le verifiche su ponti e viadotti lo dica, e ci attrezzeremo diversamente”. Ebbene, Anas ha subito replicato così al governatore della Sicilia: “Siamo pronti ad estendere le nostre attività di controllo e di monitoraggio, già costantemente svolte sui ponti di nostra competenza, anche alle opere non di nostra competenza, ad esempio sulla rete stradale delle ex Province e del Cas, il Consorzio autostrade siciliane. E’ necessaria però la stipula di un’apposita convenzione con la Regione per poter avviare quanto prima tali attività. Da parte nostra sono state già 5077 le verifiche fatte da gennaio ad oggi su ponti e viadotti. Svolgiamo regolarmente attività di monitoraggio e controllo sui 1614 ponti e viadotti della rete di competenza, con le ispezioni periodiche previste dalle norme, nonché con l’installazione di avanzati sistemi di monitoraggio strumentale su alcune opere particolarmente rilevanti”.