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ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, fondata nel 2004 da Gualtiero Marchesi continua a sfornare talenti.Infatti questa volta ha raggiunto l’importante traguardo una giovane promessa agrigentina,il ventenne Alen Mangione che ha conseguito il diploma in questa prestigiosa scuola fondata da uno dei migliori chef di tutti i tempi in Italia scomparso qualche anno fa,punto di riferimento della cucina italiana nel mondo per l’appunto lo chef meneghino.

Il Corso Superiore di Cucina Italiana è il primo corso in Italia dedicato a chi vuole investire nel proprio futuro, imparando la Cucina Italiana ad alti livelli dai più grandi Chef e dai migliori docenti.

Il corso ha una durata di dieci mesi, cinque di lezioni frontali e visite didattiche e cinque di stage in uno dei ristoranti rinomati convenzionati con la scuola. Le aree formative su cui vertono le lezioni spaziano da tecniche e pratica di cucina e pasticceria, cucina dei territori italiani, analisi sensoriale, elementi di enologia, elementi di gestione del settore “food and beverage”, nutrizione, storia della cucina italiana e sicurezza alimentare.Per 78 allievi, che hanno appena concluso un percorso formativo diplomandosi cuochi professionisti alla scuola di cucina Alma, si aprono le porte del mondo del lavoro.Provenienti da tutta Italia, i candidati, rientrati dall’esperienza di stage, durata cinque mesi, sono sottoposti all’esame di una giuria di commissione composta da grandi interpreti della cucina d’autore.A conferma dell’autorevolezza di ALMA, gli esami finali del Corso vedono mobilitarsi, oltre ai docenti interni coordinati dal Direttore Didattico chef Matteo Berti, ben 42 visiting chef, che rappresentano la migliore espressione della Cucina Italiana d’autore.Tra gli studenti che hanno superato brillantemente le prove in programma fino al diploma anche Alen Mangione, che non ha avuto l’occasione di conoscere il fondatore della scuola, il maestro Gualtiero Marchesi, recentemente scomparso.  Alen ha iniziato a destreggiarsi in cucina a fianco del padre Francesco a soli 12 anni. Già da piccolo si dilettava con gli attrezzi da cucina e pasticciava con gli ingredienti, seguendo le orme del papà. “Ho frequentato l’Istituto Alberghiero di Agrigento, ottenendo il diploma lo scorso anno. Oltre alle esperienze di stage curate dalla scuola, ho avuto esperienze lavorative nel ristorante di famiglia e in altre strutture, le quali hanno avuto un’importanza notevole ai fini del percorso scelto e della carriera intrapresa. Dopo aver conseguito il diploma, ho presentato la mia candidatura alla Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma, per accedere alla quale sono necessarie esperienze lavorative pregresse nel settore della ristorazione”.

Alen ha frequentato un master di sei mesi nella sede storica, la Reggia di Colorno, vicino a Parma.Si tratta di un percorso impegnativo, durante il quale i docenti della scuola insieme a esperti esterni forniscono agli allievi le basi teoriche,suggellate da esami, analogamente ai corsi universitarie, insegnamenti pratici con lezioni di tirocinio valutativo molto ardue. “Superato questo scoglio, ho svolto cinque mesi di stage in un ristorate da tre stelle Michelin, Da Vittorio, a fianco dello chef Chicco Cerea. E’ stato un banco di prova che mi ha permesso di mettere in campo le mie competenze e di apprendere nuove e preziose tecniche, consapevole che di imparare non si finisce mai. Oltre ad essere il luogo del mio stage sarà la sede del mio prossimo lavoro, poiché ho ricevuto una proposta contrattuale che mi tratterrà ancora a Bergamo e Da Vittorio. La lezione più importante che credo di aver appreso è quella che in cucina nulla è lasciato al caso e dietro ad ogni piatto c’è una sapienza profonda. Un bravo chef deve saper coniugare tradizione e innovazione,essere alla continua ricerca di nuove tecniche di cucina, affamato di sperimentazione e, nello stesso tempo, essere capace di rappresentare sempre le nostre tradizioni, pur rimanendo al passo coi tempi. Il tutto senza rinunciare alla qualità̀ della materia prima, con un contorno di ricordi e sapori della propria terra d’origine. Come insegna Gualtiero Marchesi la cucina è tempo e memoria. “Ho scoperto il mondo dell’alta cucina ed il vero significato della parola cuoco, in senso professionale, qualcosa di nuovo per me fino ad allora.  Inoltre, frequentando l’accademia hocompreso quanto questo mestiere sia in continua evoluzione, mai statico o ripetitivo”.

Il Sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino, e la Giunta comunale esprimono totale solidarietà al Sindaco di Realmonte Lillo Zicari e alla sua famiglia per il grave atto intimidatorio di cui è rimasto vittima. Nel confermare la vicinanza all’Amministrazione comunale di Realmonte e più in generale alla popolazione, si auspica che al più presto gli autori di tale ripugnante azione possano essere assicurati alla giustizia. 

La Squadra Mobile di Agrigento ha individuato e denunciato all’Autorità Giudiziaria il presunto autore dei colpi d’arma da fuoco esplosi la notte tra giovedì e venerdì ad Agrigento in via Gioeni contro l’abitazione di un agrigentino di 40 anni. Si tratta di un altrettanto agrigentino di 35 anni. La Squadra Mobile, in collaborazione con la Procura, avrebbe raccolto rilevanti elementi indiziari a carico del denunciato. Nel corso delle perquisizioni sono state scoperte varie armi legalmente detenute dal denunciato che saranno sottoposte agli accertamenti balistici. All’uomo sono contestati i reati di tentato omicidio, danneggiamento aggravato e porto abusivo di arma da fuoco.

 

L’assessore regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali Mariella Ippolito ha provveduto a reperire somme aggiuntive per 6 milioni e quattrocentoseimila euro per dare un ulteriore contributo alle Città Metropolitane ed ai Liberi Consorzi di Comuni per l’assistenza igienico- sanitaria, il trasporto, l’assistenza alla comunicazione e gli altri servizi agli alunni delle scuole e per i quali  l’art. 6 della legge regionale 24/2016 prevede un contributo della Regione aggiuntivo alle competenze delle ex province. La questione aveva suscitato varie mobilitazioni: a Caltanissetta era stato indetto un sit in per lunedì prossimo in Prefettura e anche Le Iene si erano occupate del caso.  L’assessore Ippolito ha proposto il reperimento di risorse aggiuntive ai 25,5 milioni già erogati dalla Giunta regionale che ha provveduto con altri 6,4 milioni. “Sarà così possibile evitare l’interruzione di un servizio indispensabile per gli alunni portatori di disabilità – ha dichiarato Mariella Ippolito – finalizzato a garantire il diritto all’istruzione. In particolare, l’impegno delle somme è stato già effettuato e lunedì 19, dopo la registrazione della Ragioneria, saranno liquidate per prime le somme richieste dal Libero Consorzio di Caltanissetta – che aveva già comunicato le maggiori difficoltà economiche”. L’assessore ha comunicato che con le ulteriori risorse si raggiungerà una erogazione complessiva di circa 32 milioni coprendo al 97% il totale del fabbisogno comunicato dagli Enti.

L’assessore ha concluso dichiarando che le ulteriori risorse dimostrano ancora una volta la grande attenzione del Governo regionale sul tema della disabilità e si aggiungono alle ingenti somme già poste a disposizione per le persone portatrici di disabilità, allo scopo di assicurare il massimo del benessere di vita possibile.

Esprimo, a nome mio e di tutto il Coordinamento di Fratelli d’Italia della Provincia di Agrigento, la massima vicinanza e piena solidarietà al Sindaco di Realmonte, Calogero Zicari, per il grave ed inaccettabile atto intimidatorio subito” così il Commissario di Fratelli d’Italia della Provincia di Agrigento a poche ore dal grave episodio di ieri che ha coinvolto il Sindaco di Realmonte Calogero Zicari.

Il Sig. D.F. di 45 anni di Siculiana, titolare della ditta “S.C.”,  esercita attività di cava nel territorio di Siculiana ed in particolare attività di estrazione ed escavazione della pietra e della roccia calcarea.  La predetta società è proprietaria di un fondo di terreno catastalmente distinto alle particelle nn. 307 e 308 del foglio di mappa n.14; la stessa società è altresì proprietaria di un fondo limitrofo nel territorio del comune di Siculiana. Con D.A. n. 7 del 29/07/2013 le suddette particelle venivano sottoposte a vincolo paesaggistico essendo (erroneamente) identificate all’interno del piano paesaggistico provinciale quali “territori coperti da foreste e da bosco”: Con istanza inoltrata nel 2014 l’imprenditore siculianese chiedeva alla Soprintendenza di Agrigento di procedere alla revisione del Piano territoriale paesistico relativamente alla qualificazione delle sopra precisate particelle allegando un’articolata consulenza di parte redatta dal Dr. Giuseppe Castellana, Agronomo,attestante l’assenza dei presupposti richiesti ai fini della loro identificazione quali aree boschive; ma l’istanza non veniva riscontrata.  L’imprenditore pertanto nel 2016 sollecitava la Soprindenza chiedendo notizie in merito all’istruttoria della pratica; la Soprintendenza laconicamente rispondeva che “sono tuttora in corso l’esame e le analisi delle opposizioni e delle osservazioni presentate all’adottato Piano Paesaggistico della Provincia di Agrigento…”. Nel 2017 allora l’imprenditore notificava un atto di invito alla Soprintendenza, invitandola alla definizione del procedimento; ma anche tale atto restava privo di riscontro. Da qua la determinazione dell’imprenditore di proporre un ricorso davanti al TAR Sicilia, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Rosario De Marco Capizzi, per la declaratoria di illegittimità del silenzio inadempimento formatosi sull’istanza avanzata alla Soprintendenza, nonchè per l’accertamento dell’obbligo di provvedere mediante definizione del procedimento. In particolare gli Avvocati Rubino e De Marco Capizzi hanno lamentato la violazione della normativa sul procedimento amministrativo, laddove prevede l’obbligo della Pubblica Amministrazione di concludere il procedimento iniziato ad istanza di parte mediante l’adozione di un provvedimento espresso, citando giurisprudenza del TAR Sicilia secondo cui è conclamata la “possibilità per il privato di tutelare l’interesse all’adozione dell’atto conclusivo del procedimento mediante  una pronuncia che ponga a carico dell’Amministrazione l’obbligo specifico di pronunziarsi”. Si è costituita in giudizio la Soprintendenza dei Beni Culturali di Agrigento, con il patrocinio dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere il rigetto del ricorso. Il TAR Sicilia,Palermo, Sezione Prima, Presidente il Dr. Calogero Ferlisi, Relatore il Dr. Sebastiano Zafarana, ritenendo fondate le censure formulate dagli Avvocati Rubino e De Marco Capizzi, ha accolto il ricorso, dichiarando l’illegittimità del silenzio inadempimento e ordinando alla Soprintendenza di provvedere entro trenta giorni alla definizione del procedimento, condannando la Soprintendenza al pagamento delle spese giudiziali e nominando commissario ad acta per l’ipotesi di ulteriore inadempienza il Segretario Generale della Presidenza della regione siciliana. Pertanto, laddove la Soprintendenza non ottempererà alla sentenza entro trenta giorni, si insedierà quale commissario ad acta il segretario generale della Presidenza della regione Siciliana che provvederà in via sostitutiva a spese della Soprintendenza. 

Sono state approvate dalla Giunta Municipale, dopo l’incontro svoltosi presso la Biblioteca Comunale, le Direttive Generali per la revisione al P.r.g. di Agrigento per decadenza dei vincoli espropriativi.
Il P.r.g. tornerà in Consiglio Comunale dopo questa approvazione che ha visto mettere a frutto contenuti di un processo condiviso di confronto. Su sollecitazione dell’Amministrazione Comunale, l”Universita di Palermo, gli Ordini Professionali, le Associazioni, i Sindacati, hanno presentato una serie di proposte che ha concluso la fase di concertazione facendo emergere il loro progetto di Città attraverso un processo condiviso per rispondere alle esigenze migliori per il territorio. Nel Documento appena approvato,sono sviluppati, tra gli altri, i temi di  città al centro di un bacino territoriale sovracomunale, la Fascia costiera, il Centro Storico, mobilità sostenibile, il verde urbano e il sistema dei Parchi, i quartieri periferici, il commercio e le attività produttive, gli spazi rurali, la questione energetica, il rischio sismico ed idrogeologico, la Città a misura di bambini. Il documento passa adesso al Consiglio comunale, dopo un lavoro che è l’ espressione delle diverse forze sociali. È stato fatto dall’amministrazione un lavoro responsabile e di impegno assieme alle diverse forze che hanno partecipato ai tavoli.
A breve verrà costituito l’ Osservatorio Permanente con i partecipanti alla concertazione perché questo processo di condivisione possa continuare.

È stato appiccato il fuoco al bancomat dell’ufficio postale della succursale di Piazza della Vittoria a Favara.

Ieri sera intorno alle 22:00 ignoti attentatori hanno cosparso lo sportello Bancomat con della benzina e hanno appiccato il fuoco. Le fiamme non hanno causato forti danni poiché si è trattato di una semplice fiammata in considerazione forse del poco liquido infiammabile ma anche della natura del materiale dello sportello automatico.

Sul posto sono arrivati immediatamente i Carabinieri della Tenenza di Favara agli ordini del Tenente Giovanni Casamassima che hanno subito iniziato le indagini. Si stanno visionando le telecamere di videosorveglianza presenti in zona che potrebbero aver ripreso tutto l’attentato incendiario. Ufficio postale succursale di Piazza della Vittoria è lo stesso dove lavorava il dipendente che ha fatto perdere le tracce di sé con circa €400000 prelevati dai depositi dei clienti.

Allo stesso nei giorni scorsi e per almeno due occasioni hanno bruciato il portone d’ingresso di casa e del garage. Nello stesso ufficio postale fu perpetrata la clamorosa rapina con lo sfondamento della dell’ingresso da parte di un auto trasformate in ariete.

Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Alberto Avenia, a nome dell’intera categoria esprime la propria vicinanza e solidarietà al sindaco di Realmonte Calogero Zicari, componente del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Agrigento, vittima di un gravissimo atto intimidatorio.
“La correttezza e il rigore di Lillo Zicari nello svolgere il proprio ruolo politico e professionale sono per noi un’assoluta certezza – spiega -, così come siamo certi che gesti vigliacchi come quello consumatosi in queste ore non avranno alcun reale potere intimidatorio su di lui. A Lillo, e alla sua famiglia, va la vicinanza affettuosa di tutti gli ingegneri agrigentini”.

“Uccise lo zio al culmine di un litigio”, scontro fra psichiatri al processo

Il diciannovenne Giuseppe Volpe, reo confesso dell’omicidio dello zio, Giacinto Marzullo, 52 anni, ucciso a colpi di pistola per dei contrasti di natura economica, per il perito del gup, Cristina Camilleri, e il consulente della parte civile, Salvatore Bruno, è capace di intendere e volere ed è perfettamente capace di stare in giudizio. Per il consulente della difesa Leonardo Giordano, invece, le capacità mentali dell’imputato “erano gravemente scemate al momento del fatto”. Scontro fra psichiatri al processo, in corso con rito abbreviato davanti al gup Francesco Provenzano. Marzullo, agricoltore e muratore, è stato ucciso il 18 agosto dell’anno scorso. Il suo corpo è stato trovato crivellato di colpi in un appezzamento di terreno vicino alla rotonda per la località balneare di “Mollarella”, a Licata. I poliziotti della squadra mobile, due giorni dopo, su incarico della Procura, hanno sottoposto a fermo Volpe, figlio della sorella della vittima, che avrebbe fatto fuoco dopo l’ennesimo litigio.

Fra Marzullo e la sorella i rapporti si erano incrinati da tempo per questioni di natura economica. Volpe aveva confessato alla polizia, in piena notte, di avere ucciso lo zio con quattordici colpi di pistola. L’arma, detenuta legalmente, subito dopo era stata gettata in un canalone di acque reflue. Volpe e la madre, Domenica Marzullo, secondo la ricostruzione dell’episodio, erano andati a trovare nel suo fondo Giacinto Marzullo per l’ennesimo tentativo di chiarimento. Tra i due fratelli i rapporti erano pessimi da tempo, soprattutto per questioni di soldi.

 

“Uccise lo zio al culmine di un litigio”, scontro fra psichiatri al processo
„Vecchie ruggini che, quel giorno, sono sfociate nella tragedia. Quel pomeriggio la discussione, che altro non doveva essere che un tentativo di chiarimento, è degenerata e il ragazzo avrebbe estratto la pistola e fatto fuoco, centrando all’addome e alle gambe lo zio. Poi la fuga e la confessione. Il 14 dicembre ci saranno le conclusioni del processo.“