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Gli indici di povertà assoluta e relativa in Sicilia hanno raggiunto percentuali preoccupanti e il conseguente sovraindebitamento delle famiglie siciliane è nettamente cresciuto negli ultimi anni. E’ quanto è emerso venerdì scorso nel corso di un convegno organizzato ad Enna dalla sezione territoriale di Federconsumatori, guidata dalla Presidente avv. Enza Maria Bartoli, che ha portato al tavolo dei relatori figure di primo livello nel panorama dei giuristi e dei commercialisti siciliani.

Tra gli ospiti, infatti, figuravano il prof. avv. Filippo Romeo (presidente Corso di Studi in Giurisprudenza Università di Enna Kore) l’avv. Giuseppe Spampinato (presidente dell’Ordine degli avvocati), il dott. Fabio Montesano (presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili), tutte figure che hanno coordinato insieme a Federconsumatori Enna l’organizzazione del convegno.

Ma hanno partecipato ai lavori anche altri illustri nomi come l’avv. e prof. Andrea Vincenti (docente Diritto Commerciale Università Kore Enna), il dott. Giuseppe Cimino (consigliere Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Enna e Gestore OCC), la dott.ssa Eleonora Guarnera (Giudice del Tribunale di Enna), l’avv. Giovanni Chiricosta del Foro di Enna, l’avv. Paolo Nasonte (Consigliere Tesoriere Ordine avvocati Enna e Gestore OCC). Federconsumatori, oltre alla Presidente Bartoli e ai dirigenti ennesi dell’associazione, ha portato al tavolo anche il Presidente Regionale Alfio La Rosa.

Dal convegno è emerso, purtroppo, che la situazione povertà-indebitamento dei siciliani è sempre più grave: nel 2017 i poveri in Sicilia sono aumentati del 6% rispetto all’anno precedente (dati Istat) e la povertà assoluta in Sicilia riguarda il 12% delle famiglie (260.000 nuclei familiari, dati Banca d’Italia e Centro Studi CGIL Sicilia).

Le famiglie che vivono in condizioni di povertà relativa sono il 29% (erano il 22,8% nel 2016), in pratica il doppio della media nazionale (che si ferma al 12,3%) e il 5,3% in più rispetto alla media del Mezzogiorno (24,7%). L’Isola è al secondo posto della graduatoria nazionale per numero di nuclei familiari indigenti, peggio fa solo dalla Calabria. Seguono Campania (24,4%), Puglia (21,6%), Basilicata (21,8) e Sardegna (17,3). I percettori di REI (Reddito di Inclusione) in Sicilia sono 271.270, mentre quelli del SIA (Sostegno Inclusione Attiva) sono 9.474 per un totale di 280.744 persone ovvero 89.970 famiglie.

Lo SVIMEZ in un suo recente studio sul potenziale delle persone a cui potrebbe essere erogato il “reddito di cittadinanza” in Sicilia, ha preso a riferimento l’ISEE familiare fino a 9.000 euro e ha calcolato che in Sicilia rientrano in questa platea 342.000 famiglie (oltre un milione di persone).

A questi dati sulla povertà fanno da contraltare quelli sull’indebitamento: le famiglie siciliane sono ai primi posti per indebitamento bancario e per credito al consumo: nel periodo 2010 – 2016 l’ammontare delle sofferenze bancarie è salito di oltre 6,5 miliardi di euro, passando da 3,8 miliardi a 10,4 miliardi di euro. Nella sola Provincia di Enna l’aumento delle sofferenze nello stesso periodo è stato pari al 95%, passando da 111 milioni di euro ad oltre 217 milioni di euro.

A questi dati si deve aggiungere che in Sicilia ben 25 Comuni hanno dichiarato il dissesto finanziario (al 19 dicembre 2017) e altri 34 sono in pre-dissesto. Il fallimento sostanziale di questi 59 Comuni siciliani non è dovuto a solo a spese ‘allegre’, ma anche all’impossibilità di andare avanti a causa dei ripetuti tagli ai finanziamenti provenienti dalla Regione Siciliana.

Tutto ciò comporterà tasse elevate alle aliquote massime, servizi ridotti all’osso, ritardi nel pagamento degli stipendi del personale e centinaia di migliaia di euro di debiti nei confronti di altri enti ed imprese fornitrici di beni e servizi. Quindi, tutto ciò aumenterà ulteriormente la povertà dei cittadini siciliani.

Abbiamo organizzato questo convegno – spiega la Presidente Bartoli – chiedendo la partecipazione di illustri ospiti per ribadire l’importanza della collaborazione tra avvocati, notai, professori e dottori commercialisti, per creare una rete capace di dare più chiarimenti sulla legge 27 gennaio 2012, n. 3 e tutelare maggiormente l’utente-consumatore in difficoltà. La dimensione del sovraindebitamento del cittadino, è in larga parte sommersa e si diffonde in silenzio, spesso emergendo all’attenzione pubblica solo dinanzi a un fatto di cronaca a un’inchiesta giornalistica. Punto focale della ricerca è portare alla luce le criticità e lacune degli strumenti attualmente esistenti di prevenzione del sovraindebitamento quale condizione che rischia di agevolare il ricorso del cittadino al mercato usuraio. A tal fine, la Federconsumatori Enna ha voluto il presente convegno per evidenziare al consumatore le vie della giusta applicazione degli strumenti previsti dalla normativa esaminata della L. 3/2012, con i soggetti maggiormente coinvolti e interessati al fenomeno: dagli OCC costituiti sul territorio, alle Associazioni Siciliane per la prevenzione dell’usura, con l’obiettivo ultimo di comprendere le problematiche riscontrate nella pratica quotidiana.”.

Non c’è più tempo da perdere – commenta Alfio La Rosa – perché non è un problema che resta chiuso tra le mura domestiche: sovraindebitamento vuol dire impossibilità di pagare le tasse, gli affitti, le rate dei mutui e dei finanziamenti. Infatti, con il sovraindebitamento crescono anche le sofferenze bancarie. E’ chiaro che se non si ferma questa spirale tutta l’economia siciliana, dalla produzione al consumo passando dal credito, rischia di collassare su sé stessa”.

“Quello che è successo questa mattina è un fatto deprecabile del quale chiediamo scusa alla cittadinanza e vogliamo rassicurare tutti che non si verificherà mai più”.
Gianni Mirabile, amministratore delegato della Sea, una delle imprese che ha in appalto il servizio di raccolta differenziata in città, è intervenuto a margine dell’episodio segnalato quest’oggi dall’associazione Mareamico che ha diffuso le immagini di un mezzo adibito alla raccolta di carta e cartone che, lungo la bretella che collega Agrigento con la zona industriale, ha lasciato lungo il proprio percorso, sacchetti e rifiuti vari.
“Abbiamo ovviamente fatto le indagini del caso una volta appreso del fatto – aggiunge Mirabile – e ovviamente l’operaio che abitualmente presta servizio in un altro cantiere e non ha utilizzato il rivestimento previsto per questo genere di trasporto, è stato immediatamente ripreso e sanzionato con un provvedimento disciplinare secondo quanto prevede il regolamento. Quello verificatosi oggi, è un episodio che non si verificherà più in futuro e che non deve minare il rapporto di fiducia tra la cittadinanza e le imprese che ogni giorno operano in città con spirito di servizio”.

 

Una 26enne è stata arrestata dalla Polizia a Catania con l’accusa di avere ucciso il proprio figlio di tre mesi lanciandolo a terra.

Il neonato è morto in ospedale, lo scorso 15 novembre, il giorno dopo il ricovero per le ferite riportate alla testa.

La notizia si è appresa oggi, dopo che personale del commissariato Borgo Ognina ha eseguito nei confronti della donna un’ordinanza cautelare in carcere emessa dal Gip, su richiesta della Procura, per omicidio aggravato dall’avere agito contro il discendente. (Il neonato è stato portato nel Pronto soccorso del Cannizzaro, dove è stato intubato, e poi trasferito nella rianimazione della Neonatologia del Garibaldi-Nesima, dove è deceduto il giorno dopo il ricovero.

In un primo momento la madre aveva riferito che il figlio “si era fatto male cadendole accidentalmente dalle braccia a causa di una spinta che si era data da solo”. Successivamente, però, attraverso l’audizione, da parte della Procura e della Polizia, di tutti i soggetti intervenuti nell’immediatezza e dei fatti, e della stessa 26enne sentita alla presenza del difensore di fiducia, si accertava che la caduta del bambino non era stata accidentale bensì che era stata la madre dello stesso a scaraventarlo a terra con forza.

Le indagini del commissariato di polizia Borgo-Ognina sono state coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Ignazio Fonzo, che coordina il dipartimento reati contro le persone, e dal sostituto Fabio Saponara.

L’omicidio è stato commesso in casa della nonna paterna della 26enne che non è sposata e che al figlio aveva dato il proprio cognome. E’ stata lei stessa, rivela il suo legale, l’avvocato Luigo Zinno, a chiamare aiuto. Sono arrivati subito sua nonna, che ha 85 anni, e suo padre e a loro ha detto che il piccolo gli era scivolato dalla mani ed era finito a terra.

“Quel giorno stava male – aggiunge il penalista – e aveva chiamato suo padre, che era al lavoro, per dirgli se poteva tornare a casa. La signora aveva avuto un’infanzia dolorosa per la morte della madre, che ha perso quando aveva 11 anni. Quando è  rimasta incinta è andata a vivere con la nonna”.

Secondo l’avvocato, la 26enne ha sofferto di “una grave forma di depressione post partum, che ha aggravato la sua condizione di persona fragile psicologicamente”.

Per questo il padre le aveva fissato degli incontri con specialisti, ma lei non sarebbe andata.

La 26enne che ha “scaraventato il figlio di tre mesi a terra” ha “agito di certo al fine di ucciderlo”. Lo scrive il Gip di Catania, Giuseppina Montuori, nel provvedimento con cui ha disposto gli arresti in carcere per la donna. Il Giudice delle indagini preliminari, nell’accogliere la richiesta della Procura, scrive che “non può in nessun modo ritenersi corrispondente al vero neppure quanto dalla stessa riferito in ordine alla assenza di volontà omicida ai danni del neonato”.

Avevano chiesto di costituirsi parte civile in 19 ma ne sono state ammesse 14. Cinque, dunque le esclusioni, nell’ambito del processo “Montagna” che si sta celebrando davanti al Gup del Tribunale di Palermo Marco Gaeta in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio – avanzata dai magistrati della DDA di Palermo Paolo Guido, Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra – nei confronti di 59 persone tutte coinvolte nel blitz dei carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento lo scorso 22 gennaio.

L’udienza preliminare riprendeva oggi per valutare le richieste di costituzione di parte civile: erano in totale 19 ma ne sono state ammesse 14. Il Giudice per l’udienza preliminare ha escluso la posizione dell’ex candidata a sindaco di San Biagio Platani Rosalba Di Piazza nei confronti dei presunti mafiosi Giuseppe Nugara, Vincenzo Cipolla e Raffaele La Rosa ammettendola però contro l’ex sindaco di San Biagio Platani Santo Sabella – arrestato nel blitz – che la insultò su Facebook (venendo anche condannato); esclusione anche per l’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia – rappresentata dall’avvocato Katia La Barbera – ma ammessa la posizione come persona fisica di Ignazio Cutrò; non ammessi come parte civile anche l’associazione Libera Futuro Agrigento (ammessa invece quella di Palermo) e l’Associazione Nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie Antonino Caponnetto, difesa di fiducia dall’Avv. Prof. Alfredo Galasso e dall’Avv. Felicia D’Amico.

Ammesse, per il resto, tutte le altre richieste avanzate nella scorsa udienza. In particolare:

  • Giuseppe e Rosario Amato – G.Rosa Costruzioni
  • Sicilindustria
  • Fai
  • Libera Futuro  Palermo
  • Cgil
  • “SAN FRANCESCO SOC. COOP.”, con sede legale ad Agrigento
  • Giovanni Pietro Cipolla, amministratore unico della Società “C.M.C. DI CIPOLLA GIUSEPPE S.R.L.”, con sede legale ad Aragona.
  • Rosario Cinquemani,  titolare  della  Società  “PENTA  COSTRUZIONI  E SERVIZI DI CINQUEMANI ROSARIO”, con sede legale a Favara.
  • Giuseppe Milioti, amministratore Unico della Società “COMIL S.R.L.”, con sede legale a Favara (AG).
  • Giovanni Matina, titolare della Società “MATINA GEOM. GIOVANNI”, con sede legale a Favara.
  • Antonino Pollara, amministratore unico della Società “POLLARA CASTRENZE S.R.L.”, con sede legale a Prizzi.
  • Salvatore Rizzo,  amministratore  unico  della  “RI.CAS.  COSTRUZIONI S.R.L.” con sede legale in Aragona (AG).
  • Cinquemani Gianpeppino e Cinquemani  Rosario,  soci  di  maggioranza  della  Società  “CONSORZIO STABILE  CONCORDIA  SOCIETÀ  CONSORTILE  A  R.L.”,  con  sede  in Agrigento.
  • Calogero Ferraro, amministratore unico della società “DUE ESSE GROUP S.R.L.”, con sede legale ad Agrigento.
  • Giuseppe Arnone, amministratore unico della Società “ICAM S.R.L.”,con sede legale in Favara.
  • Pietroro Lo Mauro, presidente del consiglio di amministrazione  della  società “NA.SA. COSTRUZIONI S.R.L.”, con sede legale a Gangi- difeso di fiducia dall’Avv.to  Paolo  Grillo del Foro di Palermo.
  • Francesco Aronica, amministratore unico della società “COGEN S.R.L.”, con sede legale a Campobello di Licata (AG).

La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla DDA riguarda: Adolfo Albanese, 61 anni di Petralia Sottana; Giuseppe Blando, 54 anni, di Favara;Vincenzo Cipolla, 56 anni, di San Biagio Platani;Antonio Domenico Cordaro, 53 anni di San Cataldo;Franco D’Ugo, 53 anni di Palazzo Adriano; Giacomo Di Dio, 45 anni, di Capizzi (Me);Santo Di Dio, 50 anni, di Capizzi (Me);Angelo Di Giovanni, 46 anni, di Favara;Stefano Di Maria, 26 anni, di Favara;Vincenzo Dolce, 52 anni, di Como ma residente a Cerda (Pa);Francesco Maria Antonio Drago, 51 anni di Siculiana;Pasquale Fanara, 60 anni di Favara;Daniele Fragapane, 33 anni di Santa Elisabetta residente in Belgio;Francesco Fragapane, 38 anni di Santa Elisabetta;Salvatore Raffaele Fragapane, 41 anni di Santa Elisabetta;Giovanni Gattuso, 62 anni di Castronovo di Sicilia ;Alessandro Geraci, 32 anni di Petralia Sottana;Angelo Giambrone, 34 anni di Santo Stefano Quisquina;Calogerino Giambrone, 56 anni di Alessandria della Rocca (deceduto due settimane fa in carcere);Francesco Giordano, 50 anni di Niscemi;Salvatore La Greca, 75 anni di Cammarata;Viviana La Mendola, 40 anni di San Giovanni Gemini;Raffaele La Rosa, 60 anni di San Biagio Platani;Roberto Lampasona, 41 anni di Santa Elisabetta; Antonio Licata, 27 anni di Favara;Calogero Limblici, 61 anni di Favara;Domenico Lombardo, 26 anni di Favara;Calogero Maglio, 51 anni di Favara;Vincenzo Mangiapane, 64 anni di San Giovanni Gemini;Vincenzo Mangiapane, 63 anni di San Giovanni Gemini;Vincenzo Mangiapane, 47 anni di Cammarata;Domenico Maniscalco, 53 anni di Sciacca;Antonio Giovanni Maranto, 54 anni di Polizzi Generosa;Pietro Paolo Masaracchia, 68 anni di Palazzo Adriano;Salvatore Montalbano, 26 anni di Favara;Giuseppe Nugara, 53 anni di San Biagio Platani;Salvatore Pellettieri, 26 anni di Chiusa Sclafani;Vincenzo Pellitteri, 66 anni di Chiusa Sclafani;Calogero Principato, 27 anni di Favara;Luigi Pullara, 54 anni di Favara;Salvatore Puma, 41 anni di Racalmuto;Calogero Quaranta, 26 anni di Favara;Giuseppe Quaranta, 50 anni di Favara;Pietro Stefano Reina, 68 anni di San Giovani Gemini;Santo Sabella, 53 anni di San Biagio Platani;Giuseppe Scavetto, 50 anni di Casteltermini;Antonio Scorsone, 53 anni di Favara;Calogero Sedita, 35 anni di Alessandria della Rocca;Giuseppe Luciano Spoto, 80 anni di Bivona;Massimo Spoto, 40 anni di Bivona;Vincenzo Spoto, 42 anni di Bivona;Nazarena Traina, 48 anni di San Giovanni Gemini;Gerlando Valenti, 46 anni di Favara;Stefano Valenti, 52 anni di Favara;Vincenzo Valenti, 24 anni di Favara;Giuseppe Vella, 38 anni di Favara;Salvatore Vitello, 43 anni di Favara;Antonino Vizzì, 63 anni di Raffadali.

Il collegio delle difese è rappresentato – fra gli altri – dagli avvocati Angela Porcello, Giuseppe Barba, Antonino Gaziano, Giovanni Castronovo, Riccardo Pinella,Antonino Mormino, Giovanni Vaccaro,Raffaele Bonsignore, Tanja Castronovo, Salvatore Salvago, Salvatore Virgone, Salvatore Manganello, Alba Nicotra.

Scade il 17 dicembre 2018 il termine per presentare le istanze per usufruire delle borse di studio 2018/2019. Le domande dovranno essere presentate, esclusivamente, nell’Istituzione scolastica frequentata dagli studenti che ne hanno diritto.

Il bando per le borse di studio è rivolto a quelle famiglie di alunni della scuola dell’obbligo e superiore, statale e paritaria, per contribuire alle spese sostenute per l’istruzione dei propri figli per l’anno scolastico 2018/2019. Le famiglie devono essere in possesso di un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) non superiore ad € 10.632,94. Gli studenti che frequentano le scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado, inoltre, devono essere residenti nel territorio della Regione Siciliana. L’attestazione Isee da presentare è quella rilasciata dopo il 15 gennaio 2018. Saranno prese in considerazione, esclusivamente, le attestazioni ISEE valide, ovvero, tutte quelle che non riporteranno alcuna “annotazione” di omissione/difformità, a pena di esclusione.  

 Nel sito internet dell’Ente “www.provincia.agrigento.it”, nella home page, è disponibile il bando aggiornato dell’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale per l’assegnazione delle borse di studio con la relativa documentazione, incluso il modello della domanda.

Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento provvederà alla pubblicazione degli elenchi degli aventi diritto nel relativo albo pretorio on line e sul sito Internet dell’Ente.

Il mondo del lavoro, dell’economia e della politica agrigentina piangono la perdita dell’avv. Ernesto Marchese Ragona.

Un uomo capace, colto, ricco di umanità, correttezza, impegno e passione profusi a vantaggio del territorio.

Ernesto Marchese Ragona, infatti, ha ricoperto dal 1971 al 1977 la carica di Presidente della Provincia Regionale di Agrigento.

Sempre disponibile al dialogo e attento alle problematiche della cosa pubblica per le battaglie di civiltà e per la voglia e capacità di leggere e interpretare i bisogni e le necessità della società.

Un impegno politico a favore del territorio che lo ha visto protagonista, con incarichi all’interno dell’esecutivo di Giunta, fino agli anni ottanta

L’ex presidente della Provincia lo si ricorda, inoltre, per il suo impegno a favore dello sviluppo della zootecnia e dell’agricoltura siciliana, con incarichi di vertice regionali   nell’Associazione Allevatori, nella Forestale e nel Consorzio di Bonifica.

La provincia perde un uomo e un amministratore capace, di assoluta integrità morale e di elevato spirito di iniziativa.

All’uomo politico, all’amministratore, alla persona generosa, va il più sentito ringraziamento e la più profonda commozione per ciò che ha trasmesso, per la passione con la quale affrontava le problematiche del territorio e per ciò che lascia umanamente.

Alla moglie Lucia, ai figli Rosario e Giuseppe, alle nuore Katea Ferrara e Marida Adamo ed nipoti tutti, vanno le nostre più sentite e sincere condoglianze.
I funerali si terranno domani, 4 dicembre, alle ore 15.30, nella Chiesa di San Diego a Canicattì.

Il Gruppo Sportivo di Atletica “Valle dei templi Agrigento” Vince la terza Maratonina di fila del Campionato regionale.

Dopo avere vinto la gara di 21 chilometri a Riposto (Ct) il 28 Ottobre e quella di Pergusa (En) giorno 11 Novembre, si è aggiudicato ieri anche la Mezza Maratona di Gela.

Alla Maratonina di Gela, che si è corsa sullo splendido lungomare della città, hanno preso parte 488 atleti di 118 società sportive.

La gara maschile è stata vinta dall’atleta di origini marocchine Mohamed Idrissi  della società Mega Sport Hobby di Caltanissetta con un tempo finale 1 ora 11 minuti 04 secondi , mentre la gara femminile è stata dominata dall’atleta della Universitas Palermo Maria Grazia Bilello con un tempo di 1 ora 28 minuti 51 secondi .

Il primo classificato della Valle dei Templi è stato l’atleta di origini marocchine Mahamad Aman Said che ha stabilito anche il proprio Personal Best con un tempo di1 ora 25 minuti e 31 secondi 

Ottime prestazioni anche per Angelo Profeta, e Liliana Cusumano entrambi saliti sul podio perché si sono classificati al secondo posto nelle rispettive categorie di appartenenza.

La dott.ssa Silvia Capitano ha condannato la società Girgenti Acque S.p.A  a rifondere 500 euro oltre interessi a titolo di canoni di depurazione, ad una residente nella frazione di San Leone.

Queste le parole del Giudice: “Privo di pregio è poi l’assunto secondo cui il sistema dei “pennelli” sarebbe conforme al disposto dell’art. 11 l.r. n. 27 del 15.05.1986. La citata legge, chiarendo all’ art. 8 che il sistema di depurazione è di primo livello nel caso in cui si effettui solo un trattamento primario di grigliatura, e/o di disabbiatura, e/o di disoleatura, all’art. 11 dispone che: “Gli scarichi devono essere sottoposti: a trattamento di primo livello se hanno carico inferiore a 10.000 abitanti equivalenti; a trattamento di secondo livello se hanno carico compreso tra 10.000 e 50.000 abitanti equivalenti; a trattamento di terzo livello se hanno carico superiore a 50.000 abitanti equivalenti”. Orbene, è pacifico che i pennelli a mare costituiscano un impianto di depurazione di primo livello ai sensi dell’art. 8 l.r. n. 27 del 15.05.1986; inoltre, dalla delibera della giunta Regionale n. 140 del 13.05.2011, agli atti, si evince che l’agglomerato che si sviluppa lungo la fascia costiera del territorio del Comune di Agrigento comprende le frazioni di San Leone, Cannatello, Zingarello, con carico generato di circa 29.000 abitanti (…)”scarica reflui senza trattamento adeguato di depurazione tramite pennello a mare”.(v. specificamente pag. 19) Pertanto, avendo la zona in cui si trova l’utenza per cui è causa un carico di abitanti superiore a 10.000, il sistema tramite pennelli a mare si rivela del tutto inadeguato al corretto funzionamento del servizio; senza contare poi che tale impianto, oltre a essere inadeguato, è stato anche, come anzidetto, non regolarmente funzionante. “

“ Questa sentenza è importante, poiché fuga ogni dubbio in merito alla natura dei “pennelli” , statuendo che non sono un impianto di depurazione e che il sistema tramite pennelli a mare si rivela del tutto inadeguato al corretto funzionamento del servizio” – afferma Roberta Zicari , avvocato della parte risarcita, che prosegue –  “ In questi anni diversi colleghi oltre me, come ad esempio Ausilia Eccelso o Gianluca Camilleri, sono stati in prima linea per tutelare sia l’ambiente che i cittadini. La semplicità con la quale il giudice constata che i pennelli non sono a norma neanche in virtù della legge 27 del 1986  (legge vetusta e superata dal T.U ambiente di ben 20 anni successivo), spero apra gli occhi ai miei concittadini e li sproni a far valere i loro diritti ed a pretendere servizi efficienti. Ricordo bene la pressione subita quando ho iniziato a sostenere la tesi che oggi la dott.ssa Capitano sposa. Una tesi lineare ma da molti mistificata, osteggiata , derisa. Questa vittoria in appello ripaga tanti anni di battaglie legali “in solitaria” e mi dà l’occasione per dire che nel 2019 verranno espletate le gare d’appalto per la costruzione del nuovo depuratore e delle reti, che la IV Commissione legislativa ARS  ha già più volte convocato il Commissario Rolle monitorando l’andamento delle procedure e rendendo questa battaglia di civiltà non più “solitaria” “.

 

Notte di fuoco nel quartiere dei Grandi Lavori, a Porto Empedocle. Poco dopo le 3 del mattino uno scooter Gilera  – di proprietà di un 19enne incensurato – è andato a fuoco.

 
 

Sul posto una squadra di Vigili del Fuoco giunti in via Berlinguer, nei pressi del campo sportivo del paese, per spegnere il rogo.

Indagini sono state avviate dai carabinieri della locale Stazione che stanno lavorando nel massimo riserbo. Anche se non sono state trovate tracce di liquido infiammabile la pista più accreditata è quella dell’incendio doloso.