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A Montallegro, in provincia di Agrigento, su incarico dell’amministrazione comunale, la società di consulenza Geoservice di Favara ha compiuto degli accertamenti tecnici sull’Istituto scolastico “Ezio Contino”, e ha rilevato che la struttura è stata costruita utilizzando anche cemento depotenziato. La sindaca di Montallegro, Rina Scalia, ha disposto l’immediata chiusura della scuola, risalente agli anni ’70, e che fino a giugno ha ospitato una cinquantina di bambini dai 3 ai 5 anni, insieme a docenti e personale scolastico. L’amministrazione comunale di Montallegro ha affidato tale incarico di verifica perché necessario per la presentazione di un progetto di ristrutturazione della stessa scuola nell’ambito del bando regionale per i finanziamenti destinati all’edilizia scolastica in Sicilia. Ed è in tale bando che adesso la sindaca Scalia confida per reperire le risorse necessarie a demolire l’immobile e a ricostruirlo.

 

La sig.ra C.P. di 76 anni di Licata nell’anno 2001 aveva ottenuto una concessione edilizia in sanatoria avente ad oggetto l’opera costituita da un piano terra ad uso residenziale sita nella contrada Montesole; nel provvedimento, l’Amministrazione comunale richiamava il contenuto delle note a mezzo delle quali la competente Soprintendenza BB.CC.AA. di Agrigento aveva dichiarato la compatibilità delle opere oggetto del procedimento di sanatoria dettando quattro prescrizioni. L’Amministrazione Comunale nel provvedimento di concessione edilizia in sanatoria fissava un termine di tre anni per la realizzazione dei lavori indicati nelle suddette note della soprintendenza, avvertendo che la mancata esecuzione dei suddetti lavori avrebbe comportato la revoca della concessione in sanatoria. La titolare della concessione in sanatoria non potè ottemperare nei termini assegnati alla prescrizioni imposte a causa di un contenzioso promosso innanzi al Tribunale di Agrigento dai proprietari di un fondo limitrofo; pertanto la stessa richiedeva al Comune di Licata una proroga così manifestando l’intenzione di addivenire alla realizzazione delle opere prescritte. Ma il comune di Licata nel 2011 rigettava l’istanza di proroga, disponendo la revoca della concessione edilizia in sanatoria già rilasciata nel 2001. La titolare della concessione in sanatoria ha allora proposto un ricorso davanti al Tar Sicilia contro il Comune di Licata, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, lamentando la mancata comunicazione  preventiva di avvio del provvedimento di revoca, ed il difetto di motivazione in ordine all’interesse pubblico sotteso all’adozione del prefato provvedimento di revoca ed al contemperamento operato tra questo ed il sacrificio imposto al privato titolare della concessione. Nel corso del giudizio la ricorrente ha proposto motivi aggiunti di ricorso, sempre con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, al fine di impugnare i provvedimenti consequenziali nelle more adottati dal Comune di Licata (ordinanza di demolizione, inottemperanza alla demolizione, demolizione d’ufficio). Già in sede cautelare il Tar Sicilia,Palermo,Sezione prima, aveva accolto la richiesta di sospensiva avanzata dall’Avvocato Rubino, ritenendo la fondatezza delle censure formulate ; da ultimo, esaminando il merito della controversia, il TAR Sicilia,Palermo,Sezione prima, ha accolto il ricorso annullando i provvedimento impugnati, condividendo i motivi di ricorso secondo cui i provvedimenti di secondo grado concretanti esercizio della cd. autotutela decisoria debbono essere preceduti dalla comunicazione di avvio del procedimento, venendo ad incidere su posizioni consolidate del privato, e secondo cui  la manifesta carenza motivazionale circa le prevalenti ragioni di interesse pubblico da tutelare inficia irrimediabilmente la validità del provvedimento impugnato con l’atto introduttivo, e travolge per illegittimità derivata i provvedimenti consequenziali impugnati con i motivi aggiunti di ricorso. Per effetto della sentenza resa dal Tar la signora licatese manterrà l’immobile sito in contrada Montesole mentre il Comune di Licata dovrà provvedere alla refusione del contributo unificato alla ricorrente

I soldi per la manutenzione delle strade utilizzati per produrre fumo

Quanto stanzia per la manutenzione stradale questa amministrazione? Circa 300mila euro annuali!
Quanto richiede il servizio per la manutenzione? Il funzionario in Consiglio ha indicato circa 5 MILIONI di euro.
Soldi non ce ne sono, benché si continuino a pagare grosse tasse comunali.
Quando i soldi ci sono, però, che fine fanno?
Vi erano 470mila euro a disposizione di questa amministrazione, compresivi di oneri per la sicurezza, da utilizzare per lavori di riqualificazione del patrimonio viario come da nota provveditoriale del settembre 2016 che richiedeva la contrattualizzazione delle somme entro la fine di Novembre 2016.
E’ nota a tutti la condizione delle nostre strade che si sono dimostrate negli anni delle vere e proprie trappole, perfino mortali.
Ebbene a Settembre 2016, questa amministrazione che aveva mostrato fantastici rendering sulla nuova San Leone firettiana, ha deciso di dedicare la maggior parte della somma per riqualificare piazzale Giglia, che non poteva essere previsto nel rendering elettorale, vista la difficoltà affrontata, da consiglieri d’opposizione, a far comprendere a questa amministrazione che il sito era del Comune.
Ebbene ora la maggior parte delle somme a disposizione, che sono SUPERIORI allo stanziamento annuale per la manutenzione stradale e saranno utilizzati per far diventare il piazzale Giglia un’isola pedonale e per creare una passerella di legno con luci a LED segnapassi che arriverà fino alla villetta Sandro Pertini, lungo il muro di una recinzione privata. Stiamo parlando di oltre il 75% della somma mentre con il resto si cercherà di tamponare alcune situazioni di emergenza stradale.
La nota del 27 Settembre 2016 a firma del Sindaco di Agrigento evidenzia, infatti, la riqualificazione di piazzale Giglia come PRIORITA’.
Poi indica anche alcuni tratti di strada: viale Sicilia, via Graceffo e il tratto tra il Santuario di San Calogero e la Caserma dei Carabinieri che verranno qualificati con meno del 25% della somma, in pratica 300 m di pericolosi tratti stradali a fronte a circa di 16 chilometri che sono stati recentemente chiusi al traffico per le due ruote oltre ad una riduzione di velocità per le auto a 20 Km/h.
Il progetto è ormai esecutivo: la personale visione sindacale del decoro vince sulla sicurezza e la viabilità cittadina. Riqualifichiamo una piazza dove sarà sempre più difficile arrivare, soprattutto coi motocicli.

 

Intendo preliminarmente ringraziare tutti gli operatori sanitari che in questi anni hanno lavorato, e continuano a farlo, in situazione di grave carenza di organico e con estremo senso del dovere e sacrificio.
Proprio per questo e consapevole delle difficoltà che vive la sanità siciliana, ho lavorato con dedizione e attenzione alla rete ospedaliera, portando all’attenzione degli organi di governo le esigenze reali del territorio, che ho ascoltato quotidianamente.
I numeri dimostrano il grande lavoro di concertazione attuato in questi mesi:
I posti letto sono cresciuti numericamente in tutti e cinque e presidi ospedalieri dell’agrigentino e non di meno anche le specialità offerte al cittadino in termini di assistenza sanitaria.
Ospedale di Agrigento: +39 posti letto, specialità aggiuntive: chirurgia plastica, pneumologia e malattie infettive, neuroradiologia.
Ospedale di Sciacca: + 4 Posti letto, specialità aggiuntive: neurologia, reumatologia, oncologia, neuroradiologia (che da struttura semplice diventa dipartimentale)
Ospedale di Ribera: + 42 posti letto, specialità aggiuntive: geriatria
Ospedale di Canicattì: + 26 posti letto, specialità aggiuntive: Ortopedia e Neonatologia
Ospedale di Licata: +15 posti letto, specialità aggiuntive: Otorinolaringoiatria, Oculistica, Cardiologia (che diventa UTIC) e Neonatologia che completerà il percorso di rilancio attivato con la riapertura del punto nascite avvenuto qualche mese fa.
Sono soddisfatto dei passi compiuti in questi mesi e ritengo che presto i cittadini potranno godere dei risultati ottenuti in termini di quantità e qualità delle prestazioni ed erogazioni sanitarie.

 

Per consentire alla cittadinanza di donare con generosità il proprio sangue l’A.D.A.S., effettuerà una raccolta , domenica 29 luglio ad Agrigento davanti la Chiesa San Pio X a Villaggio Peruzzo dalle ore 8.00 alle ore 12.30.
A tutti i donatori saranno inviate a cura della stessa associazione le analisi cliniche effettuate in occasione della donazione.

La sig.ra C.P. di 76 anni di Licata nell’anno 2001 aveva ottenuto una concessione edilizia in sanatoria avente ad oggetto l’opera costituita da un piano terra ad uso residenziale sita nella contrada Montesole; nel provvedimento, l’Amministrazione comunale richiamava il contenuto delle note a mezzo delle quali la competente Soprintendenza BB.CC.AA. di Agrigento aveva dichiarato la compatibilità delle opere oggetto del procedimento di sanatoria dettando quattro prescrizioni. L’Amministrazione Comunale nel provvedimento di concessione edilizia in sanatoria fissava un termine di tre anni per la realizzazione dei lavori indicati nelle suddette note della soprintendenza, avvertendo che la mancata esecuzione dei suddetti lavori avrebbe comportato la revoca della concessione in sanatoria. La titolare della concessione in sanatoria non potè ottemperare nei termini assegnati alla prescrizioni imposte a causa di un contenzioso promosso innanzi al Tribunale di Agrigento dai proprietari di un fondo limitrofo; pertanto la stessa richiedeva al Comune di Licata una proroga così manifestando l’intenzione di addivenire alla realizzazione delle opere prescritte. Ma il comune di Licata nel 2011 rigettava l’istanza di proroga, disponendo la revoca della concessione edilizia in sanatoria già rilasciata nel 2001. La titolare della concessione in sanatoria ha allora proposto un ricorso davanti al Tar Sicilia contro il Comune di Licata, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, lamentando la mancata comunicazione  preventiva di avvio del provvedimento di revoca, ed il difetto di motivazione in ordine all’interesse pubblico sotteso all’adozione del prefato provvedimento di revoca ed al contemperamento operato tra questo ed il sacrificio imposto al privato titolare della concessione. Nel corso del giudizio la ricorrente ha proposto motivi aggiunti di ricorso, sempre con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, al fine di impugnare i provvedimenti consequenziali nelle more adottati dal Comune di Licata (ordinanza di demolizione, inottemperanza alla demolizione, demolizione d’ufficio). Già in sede cautelare il Tar Sicilia,Palermo,Sezione prima, aveva accolto la richiesta di sospensiva avanzata dall’Avvocato Rubino, ritenendo la fondatezza delle censure formulate ; da ultimo, esaminando il merito della controversia, il TAR Sicilia,Palermo,Sezione prima, ha accolto il ricorso annullando i provvedimento impugnati, condividendo i motivi di ricorso secondo cui i provvedimenti di secondo grado concretanti esercizio della cd. autotutela decisoria debbono essere preceduti dalla comunicazione di avvio del procedimento, venendo ad incidere su posizioni consolidate del privato, e secondo cui  la manifesta carenza motivazionale circa le prevalenti ragioni di interesse pubblico da tutelare inficia irrimediabilmente la validità del provvedimento impugnato con l’atto introduttivo, e travolge per illegittimità derivata i provvedimenti consequenziali impugnati con i motivi aggiunti di ricorso. Per effetto della sentenza resa dal Tar la signora licatese manterrà l’immobile sito in contrada Montesole mentre il Comune di Licata dovrà provvedere alla refusione del contributo unificato alla ricorrente

 

 

La presunta rete di spie e favori allestita da Antonello Montante: indagini concluse per 24 indagati. A Renato Schifani contestato anche il concorso in associazione a delinquere.

La Procura di Caltanissetta, capitanata da Amedeo Bartone, forte delle indagini della Squadra Mobile nissena diretta da Marzia Giustolisi, ha concluso le indagini su una delle due associazioni a delinquere contestate all’ex presidente di ConfIndustria Sicilia, Antonello Montante. Si tratta della rete di spie che Montante avrebbe allestito per beneficiare di soffiate e informazioni su indagini che lo avrebbero coinvolto più o meno direttamente. E il concorso a tale associazione a delinquere è contestato anche all’ex presidente del Senato, Renato Schifani, finora indagato solo per rivelazione di notizie riservate e favoreggiamento nei confronti di Montante. L’ipotesi del concorso in 416 è a carico non solo di Schifani ma anche di Andrea Grassi, dirigente della prima divisione Servizio centrale operativo di Roma, poi Andrea Cavacece, capo reparto dell’Aisi, che è il servizio segreto civile, e poi Angelo Cuva, docente universitario. “I quattro – scrive la Procura di Caltanissetta – avrebbero concorso nel rafforzamento e perseguimento degli interessi mettendo a disposizione degli appartenenti al sodalizio le possibilità derivanti dai ruoli ricoperti, al fine di aiutarli a eludere le investigazioni che la Procura della Repubblica di Caltanissetta stava eseguendo sul loro conto, attraverso la rivelazione reiterata e continuativa di notizie coperte da segreto d’ufficio relative alle indagini svolte nei loro confronti”. E poi gli altri indagati a cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini sono Massimo Romano, imprenditore, che avrebbe assicurato assunzioni di appartenenti alle forze dell’ordine. E poi “dietro elargizione di favori per loro stessi o per amici e familiari, avrebbero eseguito attività del loro ufficio in maniera tale da soddisfare gli interessi di Antonello Montante”: Gianfranco Ardizzone, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta e poi Capo centro della Direzione investigativa antimafia, Ettore Orfanello, comandante della Tributaria della Guardia di Finanza di Caltanissetta, e Mario Sanfilippo, appartenente al Nucleo di polizia tributaria. E poi Giuseppe D’Agata, comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo, avrebbe fornito a Montante informazioni riservate. E poi, Diego Di Simone, capo della squadra sicurezza di ConfIndustria Sicilia, Marco De Angelis, sostituto commissario della Polizia, e Salvatore Graceffa, vice Sovrintendente della Polizia di Stato, “al fine di tutelare gli interessi di Montante, avrebbero reperito, attraverso accessi abusivi nella banca dati delle forze dell’ordine, informazioni di natura riservata”. E poi, Arturo Esposito, comandante della Legione Carabinieri Sicilia e Capo di Stato maggiore dei Carabinieri, si sarebbe occupato di promozioni e trasferimenti e avrebbe veicolato informazioni di natura riservata. E poi, ancora, indagini concluse per Salvatore e Andrea Calì, titolari di una impresa di intelligence, e che rispondono di favoreggiamento, e poi il colonnello Letterio Romeo, ex comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Caltanissetta, che avrebbe occultato una relazione di servizio e risponde di soppressione di atti. E poi il dirigente generale dell’assessorato Attività produttive, Alessandro Ferrara, indagato per favoreggiamento, così come il sindacalista Maurizio Bernava. E poi Carlo La Rotonda, direttore di Confindustria Centro Sicilia, indagato di simulazione di reato, così come Salvatore Mauro, dipendente dell’impresa dei Calì. E poi sono indagati per favoreggiamento anche Vincenzo Mistretta, ritenuto uomo di fiducia di Montante, e le collaboratrici di Montante, Rosetta Cangialosi e Carmela Giardina: la notte del blitz a Milano, il 14 maggio scorso, avrebbero aiutato Antonello Montante a distruggere, prima di essere arrestato, pen drive e appunti, poi lanciati dalla finestra in un pozzo luce.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

La Luna si tinge di rosso accanto a Marte nell’eclissi più lunga del secolo

 

Eclissi di Luna
Agrigento 27 luglio 2018
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ECph

“Per un’ora siamo tornati bambini”.

La prossima visibile in Italia sarà all’inizio del 2019

Appena il Sole si è chetato dietro l’orizzonte, lasciando una frastagliata fascia rossastra di nubi ecco apparire lei a sud-est. La Luna. Così ieri sera è iniziata la ‘parata planetaria’ che ha tenuto svegli tutti fino quasi all’alba. Uno spettacolo celeste senza precedenti perché lassù nel firmamento dove vige un ordine incredibile, i pianeti, le stelle, ruotano e mostrano al mondo la grandezza dell’universo. Seduto su un muretto di una nota località laziale con alle spalle il mare e con gli stabilimenti stracolmi di gente sdraiata a prendere la ‘tintarella di Luna’ abbiamo registrato lo spettacolo celeste più entusiasmante del secolo. Erano le 21,33 quando la Luna ha cominciato ad arrossire per poi mostrare, istante dopo istante, colori sempre più forti che dal rosso sfumavano nell’arancione. E si è palesato anche Marte, nella sua lucentezza, poco sotto la Luna in eclissi che ora si trova alla minima distanza dalla Terra: appena 57, e qualche spicciolo, di milioni di chilometri. Già, Marte che proprio in questi giorni è tornato alla ribalta della scienza grazie a una scoperta tutta italiana, che ha trovato un lago sotto uno dei poli. E all’appuntamento, al crepuscolo si sono anche palesati Giove, Venere e Saturno. Ma per vederli bisognava avere un buon telescopio. Quella di ieri sera ha visto milioni di italiani con il naso all’insù, armati di binocoli e telefonini: tutti a documentare la notte di Luna Rossa più lunga del ventunesimo secolo. Sui social c’è anche chi ha scritto: “Per un’ora siamo tornati tutti bambini”. Lo spettacolo è iniziato alle 19,15 e si è concluso alle 1,30. Alle 22,22 puntualmente, per undici minuti, il rossore della Luna è aumentato, squarciando il cielo di bagliori arancio-dorati. E lo spettacolo, quando il cielo ci si mette, è stato emozionante. Poi man mano con il trascorrere dei minuti la Luna è tornata ‘pallida’ così come la descriveva Leopardi. Perché, dunque, la Luna diventa rossa? Tutto dipende dall’astro, nostra sorgente di vita. Quando la Terra si mette di mezzo la parte rossa della luce del Sole viene inondata sulla Luna mentre la componente blu viene assorbita dall’atmosfera. Come accade sempre. Ecco perché vediamo il cielo blu. Ma l’eclissi di Luna non è solo spettacolo. È scienza perché tutti i telescopi del mondo sono puntati, grazie alla Luna, per fare misure della posizione e della distanza di altre stelle. Comunque perché chi fosse arrivato tardi o non fosse stato sintonizzato, la replica è il 21 gennaio 2019. Tempo permettendo.

Teresa Delisi, giovane Comitinese, da sempre impegnata nel sociale, subentra nel consiglio comunale di Comitini in luogo del dimissionario Giacomo Orlando.

Teresa Delisi, vicina alle posizioni politiche di Marcello Fattori, leader di Area Rinnovamento e già candidato alla Camera dei Deputati alle recenti elezioni nazionali, entra in consiglio comunale appena un anno dopo le ultime elezioni amministrative che l’hanno vista ben figurare, piazzandosi al primo posto dei non eletti nella lista che sosteneva il Candidato Sindaco Giacomo Orlando.

“Avere la possibilità di spendermi dando il mio prezioso contributo alla terra che mi ha dato i natali e che mi ha visto crescere e diventare madre, dichiara Teresa Delisi, è motivo di grande orgoglio e che mi carica di enormi responsabilità. Metterò a servizio della collettività, la mia esperienza nel sociale e la voglia di fare che da sempre mi contraddistingue, con l’obiettivo di portare sviluppo, progetti innovativi e nuovi impulsi alla mia terra, dialogando, proponendo, ma soprattutto stimolando l’attività dell’amministrazione comunale.”

E grande soddisfazione esprime in merito, Marcello Fattori , il quale dichiara che il Consiglio Comunale di Comitini con l’ingresso della Delisi si arricchisce di competenza e valori, che uniti al suo impegno e voglia di fare ,saranno capaci di dare nuova linfa al territorio, coerentemente al progetto di rinnovamento che da anni la nostra proposta politica porta avanti e che ci porta ad essere quotidianamente a contatto con  la gente, non soltanto in occasione di campagne elettorali.