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Si è svolta una riunione operativa tra i Settori Infrastrutture Stradali, Ambiente e Polizia Provinciale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento per affrontare il problema del continuo abbandono di rifiuti lungo le strade provinciali, in particolare lungo la SP n. 1 Spinasanta-Villaseta e la diramazione Borsellino, più volte bonificate ma continuamente prese di mira dai cosiddetti “lanciatori seriali” di rifiuti nonostante le numerose sanzioni amministrative emesse dalla Polizia Provinciale.
Nel corso della riunione è stata presa in esame l’ipotesi di segnalazione alla Procura della Repubblica per quanti fossero sorpresi ad abbandonare rifiuti. Il reiterarsi continuo di questi episodi sulla SP n.1, oltre a costituire un notevole aggravio di spese per il Libero Consorzio per la bonifica delle aree trasformate in vere e proprie discariche, costituisce un pessimo biglietto da visita per il nostro territorio e in particolare per la città di Agrigento, fortemente penalizzata nell’immagine anche a causa della facilità con cui notizie, foto e video vengono diffusi in tal senso sui social network.
All’azione di prevenzione e controllo si potrebbe aggiungere, dunque, l’azione penale.
Nei prossimi giorni saranno effettuate alcune azioni per il ripristino della salute ambientale e della legalità lungo il tracciato e, in genere, sulle strade maggiormente interessate dal questo problema.

Presentata presso l’ufficio di presidenza, a firma del consigliere Gibilaro, una richiesta urgente di intervento sul mancato funzionamento dei corpi illuminanti in via Lombardia.

Il consigliere comunale Gibilaro ha inviato, all’amministrazione comunale e all’assessore competente, una richiesta di intervento urgente sul mancato funzionamento dei corpi illuminanti al civico 62 di via Lombardia. “Su segnalazione di cittadini, scrive il consigliere Gibilaro, ho verificato che nella citata via il corpo illuminante non funziona e tale situazione si protrae da diversi giorni favorendo alcuni furti di biciclette e ciclomotori. Pertanto, per la sicurezza dei residenti è necessaria ed indifferibile un azione propositiva tesa al ripristino del corretto funzionamento dei corpi illuminanti presso la via Lombardia”.

 

Dalla Lega Navale Italiana di Agrigento un appello a tutte le Autorità competenti.
La sede della Lega Navale Italiana si trova in prossimità della foce del fiume Akragas nell’edificio che gli agrigentini conoscono come ex Boccone del Povero- colonia estiva degli orfanelli-.
La zona da pochi anni è abitualmente frequentata da molte persone ed anche da famiglie con bambini che godono della presenza di una nutrita e varia avifauna, per lo più selvatica.
Spontaneamente alcuni cittadini hanno dato inizio a questo genere di ripopolamento con l’introduzione di alcune coppie di oche e di anatre la cui proliferazione ha creato le condizioni per l’insediamento di svariate specie selvatiche .
Si e’ determinato, così, l’habitat idoneo alla sosta di vari selvatici migratori, sia temporanei che nidificanti, trasformatisi nel tempo in stanziali.
Si può immaginare la gioia dei bambini che dal ponte sul fiume hanno preso l’abitudine di lanciare molliche e pezzetti di pane che vengono subito disputati dagli uccelli. I più abili, i gabbiani comuni, ne intercettano le traiettorie in aria fornendo un gradevole spettacolo acrobatico.
Da molti giorni,però, degli uccelli non c’è più traccia e tutti noi della Lega Navale Italiana, e probabilmente anche i tanti frequentatori della zona, ci interroghiamo su che fine hanno fatto gli uccelli.
Alcuni parlano di avvelenamento delle acque del fiume ,già oggetto di prelievi ed analisi per l’accertamento delle cause.
Effettivamente, già nel 2014 è stato accertato che alcuni residenti nella zona scaricavano le fogne nel fiume Akragas. Si ha notizia che solo ora scattano le multe. Intanto, come è noto, dai primi giorni di luglio ci si è avveduti che nella zona della foce del fiume vi erano decine di uccelli morti o agonizzanti ed alle svariate segnalazioni dei cittadini e degli ambientalisti il Comune ha fatto seguito con accertamenti, anche con l’ausilio dei veterinari dell’ASP; in rapida successione si è rilevata la presenza di pesci morti.
Nel frattempo nessun provvedimento risulta sia stato preso dalle Autorità competenti, né è noto l’esito degli accertamenti già disposti; di fatto molte persone continuano a pescare nella zona della foce e del ponte sul fiume.
Riteniamo sia doveroso, ed in caso di temuto od accertato pericolo per la salute pubblica, siano presi provvedimenti preceduti dall’immediata informazione dei Cittadini.
Tornando all’avifauna ed alla auspicabile rinaturalizzazione della foce del fiume Akragas vorremmo sapere se , fatta salva la salubrità delle acque, si provvederà a ricreare le condizioni quo ante, che, senza alcuna spesa, avevano permesso la nascita di un’oasi naturalistica, ricchezza apprezzata da tutti i cittadini.

 

L’ Associazione Italiani nel mondo (AIM)  nel corso del Consiglio Direttivo che si è  svolto a Roma il 27/07/2018, preso atto della proposta del Presidente Guido Vacca  ha eletto l‘agrigentina Lidia Di Grigoli come membro supplente del Collegio dei Revisori dei Conti AIM.

L’A.I.M. Associazione per gli Italiani nel mondo è una libera associazione apolitica senza alcun scopo di lucro che ha l’ obiettivo di accrescere e rafforzare i legami fra l‘Italia e le comunità Italiane presenti in tutto il mondo.

Lidia di Grigoli, manager assicurativa e finanziaria, ringrazia il presidente Guido Vacca e dichiara: “Voglio portare avanti tutte le iniziative per il rafforzamento dei legami fra le varie comunità italiane, dando voce alle esigenze degli Italiani, promuovendo e valorizzando i prodotti tipici Italiani, in particolare quelli siciliani.

Ringrazio il presidente Guido Vacca e tutto il direttivo”.

E’ inquietante l’improvvisazione, la sciatteria, la mancanza di programmazione di questa amministrazione.

Gli atti proposti sembrano essere “atti inconsulti”.

Come la ormai celebre ordinanza sindacale 99 che riguarda il conferimento dei rifiuti, prontamente smentita ma, a distanza di un mese, ancora non ritirata né sostituita.

Ieri, sarà stata una crisi di astinenza da celebrazioni (penuria di celebrità da Google camp?), la mancanza di nastri da tagliare, che ha portato il sindaco a sostituirsi a quel Consiglio, di cui ignora atti di indirizzo e mozioni, e a firmare con la sua giunta quello che poteva essere l’atto inaugurale di una nuova “proficua” stagione per questa amministrazione della rinascita e del cambiamento: quella delle cittadinanza onorarie!

Ben 4 assessori della sua giunta erano (e 3 lo sono ancora) consiglieri comunali quando è stato approvato il regolamento comunale per il conferimento delle onorificenze,  5 mesi fa, ma la delibera di giunta, ancora in questo momento in albo pretorio, la  G.C. n. 90 del 31/07/2018, è intitolata “Conferimento onorificenza della “Cittadinanza Onoraria” della citta’ di Agrigento” e va  contro l’apposito regolamento.

Nessun ritiro del documento ma l’aggiunta, attraverso una determinazione sindacale, dell’attribuzione di una menzione speciale.

Il sindaco si occupi e si preoccupi di fare avere alla città quegli atti che servono per regolarne civilmente la vita, si occupi del controllo tramite gli uffici, si occupi di promuovere servizi efficaci, si occupi di far funzionare ciò che non funziona e impedisce lo sviluppo agrigentino. Con azioni concrete e razionali, con una programmazione delle attività e l’informazione dei cittadini.

Si governa così una città? A colpi di carte senza valore? Al momento  ciò che si produce, attraverso documenti e note stampa da strappare, è solo l’aumento della raccolta differenziata della carta.

 

Il rapporto annuale della Svimez – l’agenzia per lo sviluppo del Mezzogiorno – descrive una situazione non facile per la regione, che arranca di più rispetto alle altre del Sud nel percorso di uscita dalla crisi economica. Chi lascia la terra lo fa per cercare lavoro, ma anche per curarsi meglio

Una terra con oltre un milione e 140mila persone in meno, delle quali 70mila partite per cercare una migliore vita altrove. È come la Svimez – l’agenzia per lo sviluppo del Mezzogiorno – immagina la Sicilia nel 2065. Il dato è contenuto nelle anticipazioni del rapporto 2018 presentato questa mattina a Roma. Ancora una volta l’Isola si trova nelle posizioni più difficili di un’area, quella Meridionale, tra le più lente a reagire alla fine della crisi economica. Il tutto in un momento storico in cui non è possibile escludere una nuova fase di incertezza a livello mondiale, come conseguenza delle politiche protezioniste annunciate da molti, a partire dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che da mesi ha alzato la tensione con l’Ue in materia di dazi

«La Sicilia fa segnare un rallentamento della crescita (+0,4% nel 2017), dopo aver registrato un aumento del Pil dell’1% nel 2016 e dello 0,9% nel 2015 – si legge nel documento -. Nell’Isola l’industria in senso stretto fa segnare nel triennio di ripresa una performance importante (+14,1%), anche l’agricoltura fa registrare un andamento complessivamente positivo (+2%) e così i servizi (+1,6%). A frenare l’andamento dell’economia siciliana è il settore delle costruzioni che fa segnare il -6,3% nel periodo 2015-2017». La crescita della Sicilia è decisamente più ridotta rispetto al Mezzogiorno nel suo complesso, dove il dato della crescita è stato nel 2017 dell’1,4 per cento, quasi uguale a quello del Centro-Nord (1,5%). Ciò però non deve fare illudere in merito a una riduzione dello scarto tra Nord e Sud. «Dopo sette anni di recessione (2008- 2014), l’economia delle regioni meridionali, malgrado un triennio di crescita consolidata, sconta un forte ritardo non solo dal resto dell’Europa ma anche dal resto del Paese: il prodotto è ancora inferiore del 10 per cento rispetto al 2007, un recupero inferiore a oltre la metà di quello registrato nel Centro-Nord».

Le difficoltà, però, non emergono soltanto in termini legati strettamente alla ricchezza. Ed è la stessa Svimez a sottolineare come siano diversi gli aspetti che testimoniano la situazione. A partire dalla sanità. «L’intero comparto sanitario presenta differenziali in termini di prestazioni che sono al di sotto dello standard minimo nazionale come dimostra la griglia dei livelli essenziali di assistenza nelle regioni sottoposte a piano di rientro: Molise, Puglia, Sicilia, Calabria e Campania, sia pur con un recupero negli ultimi anni, risultano ancora inadempienti su alcuni obiettivi fissati», spiegano i ricercatori. Ciò fa sì che le persone lascino la Sicilia non solo per cercare lavoro, ma anche per curarsi. «I dati sulla mobilità ospedaliera interregionale testimoniano le carenze del sistema sanitario meridionale, soprattutto in alcuni specifici campi di specializzazione, e la lunghezza dei tempi di attesa per i ricoveri – si legge ancora nella presentazione del rapporto -. Le regioni che mostrano i maggiori flussi di emigrazione sono Calabria, Campania e Sicilia, mentre attraggono malati soprattutto la Lombardia e l’Emilia Romagna». Guardando al Meridione nel suo complesso, a emigrare sono soprattutto individui in età lavorativa, soprattutto quelli tra i 25 e i 29 anni, seguiti dalla fascia tra i 30 e i 34 anni. Un quinto di loro è laureato. «Il processo di perdita di capitale umano verso il Nord e verso l’estero è continuato inesorabile e ha provocato un grave depauperamento della struttura demografica e del tessuto sociale», rimarcano i ricercatori, che non mancano di evidenziare come la futura riduzione della popolazione sarà frutto anche della livello molto basso della natalità. 

E così se dal turismo arrivano note liete, complice la situazione di instabilità nel Mediterraneo che ha spinto molti a scegliere il Meridione come luogo dove trascorrere le vacanze, la vita al Sud rimane un rompicapo. «Ancora oggi al cittadino mancano (o sono carenti) diritti fondamentali: in termini di vivibilità dell’ambiente locale, di sicurezza, di adeguati standard di istruzione, di idoneità di servizi sanitari e di cura per la persona adulta e per l’infanzia. Si tratta di carenze di servizi – specifica la Svimez – che si riflettono sulla vita dei cittadini e che condizionano decisamente anche le prospettive di crescita economica, perché diventano fattori che giocano un ruolo non accessorio nel determinare l’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali».

Il consigliere comunale di Agrigento, Gerlando Gibilaro, si è rivolto all’amministrazione e agli uffici comunali preposti e ha chiesto il ripristino di numerosi pali dell’illuminazione pubblica in via Lombardia al Villaggio Mosè, a tutela dell’incolumità pubblica e nel rispetto delle tasse pagate dai cittadini contribuenti.
E poi, ancora Gibilaro ha chiesto l’estensione del divieto di sosta, con strisce gialle e nere, lungo il bordo verticale del marciapiede in via Esseneto, nei pressi dell’incrocio con via Damareta. Gibilaro spiega: “Si tratta di una zona dove il divieto di sosta non è rispettato, e ciò provoca gravi disagi soprattutto ai residenti di via Damareta, costretti a non poter uscire o rientrare nelle proprie abitazioni”.

Con la presente il sottoscritto Marco Vullo Consigliere Comunale di Agrigento, chiede al Sig. Prefetto, ai vertici dell’ASP agrigentina e agli organi Comunali di indirizzo, interventi urgenti in ordine allo stato gravoso, dal punto di vista igienico sanitario, in cui versa da mesi il quartiere di Villaseta.
Si fa presente che nonostante le proteste e i numerosi solleciti, fatti dai cittadini residenti e dallo scrivente, si registra con rammarico un assordante silenzio da parte degli organi comunali preposti, in primis dall’assessorato alla nettezza urbana e del Sindaco che sembrano aver dimenticato, le esigenze dei cittadini delle frazioni. Nello specifico, in alcune vie del quartiere di Villaseta si rileva un conferimento indiscriminato di rifiuti che si è ulteriormente aggravato con la chiusura della discarica verificatasi più di un mese fa. Allo stato attuale, nessuno si preoccupa di raccogliere la spazzatura che giace in mezzo alla strada, occupando buona parte della carreggiata e costituendo delle vere e proprie discariche, create sia dagli incivili che sfacciatamente scaricano i rifiuti per strada e sia dall’incompetenza degli amministratori, che non riescono ad ottimizzare la macchina dei controlli.
Rilevanti sono le discariche di: Viale Kennedy (zona antenne e zona Villa Betania), Via Napoleone Colajanni e Via della Concordia (zona centro commerciale vecchio).
Rivolgo il mio appello a sua eccellenza il Prefetto, affinché si faccia carico di questa intollerabile situazione e sia da pungolo nei confronti degli organi competenti, al fine di provvedere con urgenza alla alla bonifica delle suddette aree a salvaguardia e tutela della salute pubblica.
Si rimane in attesa di un sollecito riscontro alla presente.

 

Nell’ambito della politica di coinvolgimento di quanti hanno contribuito al progetto politico di governo della città, e nel rispetto di quanto stabilito con propria determina n° 86 del 2018,. il sindaco di Licata Giuseppe Galanti, nella giornata odierna, con due distinti provvedimenti, ha nominato altrettanti nuovi collaboratori politici.
Con determina n° 114, il primo cittadino ha nominato collaboratore politico Debora Cammilleri, la cui collaborazione riguarderà la formulazione di proposte, istanze e pareri su argomenti di rilevanza politico- amministrativa nell’ambito del settore dei Servizi Sociali e Solidarietà, collaborando con l’assessore Laura Termini.
Con determina n° 115, invece, è stato nominato, quale collaboratore politico Giuseppe De Marco, che opererà nell’ambito del settore degli affari legali.
Come per i precedenti casi,m nessuno dei due nuovi percepirà compensi di alcun genere, né rimborsi spesa, né l’incarico costituisce rapporto di lavoro, né conferimento di incarico professionale e/o di consulenza.