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I Carabinieri del Ros hanno perquisito le abitazioni di Maria Mesi, ex amante del boss Matteo Messina Denaro, e del fratello di lei, Francesco. Entrambi sono stati in passato indagati per avere favorito la latitanza del capomafia. Francesco Mesi ha patteggiato la condanna. La donna invece è stata arrestata nel giugno del 2000. Per gli inquirenti la Mesi avrebbe svolto un ruolo importante nella protezione della latitanza del boss trapanese. Seguendo lei, i poliziotti hanno sperato di arrestare il boss. Dai suoi telefoni sotto controllo emerse che riceveva telefonate da cellulari in uso a Messina Denaro. Ascoltata dalla Polizia, dichiarò di conoscere il latitante, ma solo per motivi professionali. Nel 1996 la Polizia scoprì alcuni bigliettini scritti da Messina Denaro e indirizzati a una certa Mary, poi identificata in Maria Mesi.
La quadratura del cerchio si ebbe con l’individuazione del covo di Aspra, dove il latitante e la donna si sarebbero incontrati più di una volta. Furono trovati parecchi oggetti, e tutti riconducibili al boss.

Il magistrato di sorveglianza di Agrigento, Walter Carlisi, accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Salvatore Pennica, ha revocato la libertà vigilata all’empedoclino Fabrizio Messina, già condannato per mafia, fratello del boss ergastolano Gerlandino. E’ stato riconosciuto non più socialmente pericoloso. Alla base del provvedimento di revoca vi sono le attività svolte da Fabrizio Messina tra il volontariato e il lavoro nell’esercizio commerciale del fratello. Il giudice tra l’altro scrive: “Anche se non ha esplicitato alcuna pubblica dichiarazione di dissociazione dalla compagine criminale mafiosa ha fatto volontariato e aiutato il fratello nell’attività di vendita di prodotti ittici”.

La Polizia di Agrigento ha arrestato in carcere, come disposto dalla Procura di Palermo e convalidato dal Tribunale, 5 indagati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravata, nonchè di tortura e sequestro di persona. Si tratta di 5 presunti scafisti giunti a Lampedusa lo scorso 26 dicembre. Loro, 3 bengalesi e 2 sudanesi, sono ritenuti appartenenti a un’organizzazione criminale internazionale impegnata nel traffico di esseri umani, dalle coste libiche fino ai confini nazionali. Dalle indagini è emerso che le vittime della tratta, dopo avere versato nel loro paese d’origine le quote necessarie per il loro trasferimento in Libia, sono state recluse, e spesso sottoposte a violenze, all’interno di centri di accoglienza lager, fino al pagamento di una ulteriore quota per il successivo trasbordo sul territorio nazionale.

Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Giuseppina Ganci, il Tar ha sospeso il provvedimento emesso dalla Prefettura di Agrigento di revoca dell’accoglienza in un Centro per richiedenti asilo di un nucleo familiare di extracomunitari, e ciò a fronte di gravi comportamenti violenti degli stessi all’interno della struttura. L’avvocato Ganci ha eccepito la mancanza di attività istruttoria da parte della Prefettura di Agrigento, e che l’adozione del provvedimento si è basata su una norma che non giustifica nemmeno in casi gravi l’espulsione dalla struttura di accoglienza poiché in contrasto con le normative comunitarie in tema di dignità umana e accoglienza. Da qui la violazione di legge e la sospensione del provvedimento adottato in attesa della pronuncia del merito fissata per il prossimo giugno.

“Avviamo un lavoro itinerante per la Sicilia fatto di incontri, conoscenza e contatto diretto con i territori – dice il presidente della commissione Antonello Cracolici – partiamo da Castelvetrano, a pochi giorni dalla cattura del boss Matteo Messina Denaro, per ribadire la vicinanza delle istituzioni e per comprendere cosa è possibile fare per sostenere il contrasto alla mafia nei luoghi dove questa ha radici più profonde, non solo dal punto di vista amministrativo ma anche sociale e culturale”.

A Licata un uomo di 41 anni è stato denunciato per l’ipotesi di reato di minaccia a pubblico ufficiale allorchè in ospedale, al “San Giacomo d’Altopasso”, si sarebbe scatenato in escandescenze rivolgendo frasi minacciose ad un medico del pronto soccorso. Lui ha accompagnato il padre per accertamenti sanitari, il personale lo ha invitato ad attendere il suo turno, e lui ha iniziato a inveire. Poi si è allontanato ma è stato rintracciato e denunciato.

Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello, per la regia di Luca De Fusco, con Lucia Lavia, andrà in scena mercoledì 01 Febbraio (ore 20,30 ) e giovedì 02 febbraio (ore 17:30).
Un capolavoro della maturità di Pirandello, forse in assoluto il meno frequentato, scelto da un regista come Luca De Fusco che ha invece molto frequentato l’autore siciliano e che decide di portarlo ora in scena con una delle stelle nascenti del panorama attoriale italiano, Lucia Lavia, certamente all’altezza della grande interpretazione che pretende un testo tanto aspro, ostico e misterioso.
Come tu mi vuoi si allontana da ogni connotazione caricaturale dei personaggi per lasciare avanzare atmosfere quasi cinematografiche, da noir anni ’40, e sottolineare la drammatica, solitaria chiusura di tutti i personaggi, a cominciare proprio dall’Ignota, con la sua ricerca sull’identità personale.


In una scenografia ispirata alla galleria degli specchi de La signora di Shangai di Orson Welles, i frammenti del proprio riflesso manderanno alla protagonista l’inquietudine fondamentale del suo personaggio: rivedersi le richiamerà all’incubo di non conoscersi.

Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello durata 1 ora e 40 minuti, atto unico regia Luca De Fusco con Lucia Lavia, Francesco Biscione, Alessandra Costanzo, Bruno Torrisi, Pierluigi Corallo, Alessandro Balletta, Isabella Giacobbe, Paride Cicirello, Alessandra Pacifico, Nicola Costa scene e costumi Marta Crisolini Malatesta luci Gigi Saccomandi produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro della Toscana, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Tradizione e Turismo srl – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
Prevendita online sul sito ufficiale del Teatro Pirandello.

Furti a Sambuca di Sicilia, Aragona e Licata. A Sambuca due moto da cross, del valore di oltre 5 mila euro, sono state rubate da un garage. Si tratta di una Yamaha YZ250 e una Honda CRF 250.
Ad Aragona ignoti hanno forzato un ingresso del supermercato “Ard Discount” in via La Rosa, e hanno rubato un televisore e diversi generi alimentari. E poi hanno scassinato e depredato due registratori di cassa e due distributori automatici di snack. Prima di tutto ciò hanno disattivato il contatore elettrico che alimenta i sistemi di allarme e di video-sorveglianza.
A Licata, al villaggio dei fiori, allo stadio “Saporito”, seconda struttura sportiva cittadina, sono state rubate porte di ferro, attrezzi, panchine, cavi elettrici e finanche i contatori dell’energia elettrica.

Oggi si incardina la Finanziaria in Assemblea Regionale. Obiettivo: l’approvazione entro l’8 febbraio. Gli interventi di Schifani e Falcone.

Oggi lunedì 30 gennaio la Finanziaria della Regione si incardina in Aula dopo l’ok in Commissione Bilancio, dove è stata appesantita di centinaia di emendamenti. E inizia l’iter di valutazione e approvazione verso il traguardo ambito, ovvero la votazione finale entro l’8 febbraio. E l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, saluta così l’avvio dei lavori nel cantiere in Assemblea: “Dopo una lunga e proficua sessione di lavoro in Commissione Bilancio, ha preso forma una legge di Stabilità dal valore complessivo di 16,5 miliardi di euro che si poggia su tre pilastri: la certezza dei conti, il sostegno all’economia e allo sviluppo, l’ascolto di tutte le forze politiche e sociali della Sicilia. Non c’è un solo settore che non sia stato toccato dall’intervento della Regione, a dimostrazione dell’attitudine servente che ispira l’azione di governo della giunta Schifani”.

Poi, più nel dettaglio, Falcone aggiunge: “La manovra garantisce l’equilibrio finanziario della Regione, abbracciando diverse iniziative dal chiaro approccio interventista, tese a favorire la ripresa economica. In primo luogo ricordiamo le misure per potenziare l’azione dell’Irfis e un utilizzo finalmente compiuto dei fondi extraregionali a nostra disposizione per avere ricadute certe nel tessuto produttivo e occupazionale dell’Isola. In un contesto di forte inflazione, la Regione ha voluto mandare un segnale anche al mondo dei dipendenti e del precariato che vede contrarsi il proprio potere d’acquisto. Per i lavoratori forestali, i Pip e i lavoratori Rmi abbiamo formalizzato l’adeguamento Istat e l’aumento dei salari, mentre introdurre le 36 ore settimanali per i lavoratori Asu significa dare dignità a una categoria bistrattata da anni, come da impegno che lo stesso presidente Schifani aveva assunto. Inoltre – conclude Falcone – una spinta decisiva arriva dalla nostra Finanziaria ai Comuni siciliani: alla certezza dei trasferimenti ordinari, di cui anticiperemo a maggio le prime tre trimestralità, affianchiamo la misura straordinaria del Fondo di progettazione da 200 milioni di euro. Le amministrazioni locali potranno così avvalersi di risorse e professionalità aggiuntive per cogliere tutte le opportunità di finanziamento che si prospettano nell’attuale congiuntura”.

E il presidente della Regione, Renato Schifani, rilancia: “Siamo chiamati a coniugare l’esigenza di garantire l’equilibrio dei conti con il dovere di far fronte alle conseguenze di una congiuntura economica e sociale particolarmente difficile a causa degli effetti della pandemia e della guerra. Questo deve richiamare tutti noi a un maggiore senso di responsabilità. Il governo regionale con questa manovra finanziaria sta facendo la propria parte. Ringrazio la Commissione Bilancio per il lavoro svolto e auspico che in Aula, con tutte le forze politiche anche di opposizione, si instauri un clima costruttivo, pur nella differenza naturale di posizioni, che miri all’esclusivo interesse dei siciliani”.

Giuliana Miccichè