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Domani ad Agrigento il gruppo 283 di Amnesty International, la Caritas, Il Circolo Belushi, Legambiente, Libera, i Laici Comboniani con il patrocinio del Comune di Agrigento, dalle 18 alle 20 vi aspettano a Porta di Ponte per organizzare una fiaccolata per ricordare il valore dei diritti per tutti gli esseri umani. Il 10 dicembre di settant’anni fa veniva approvata la Dichiarazione universale dei diritti umani, che indica nel rispetto degli uguali diritti di ogni essere umano il fondamento di un mondo libero, giusto e in pace.

La Dichiarazione stabilisce eguaglianza e dignità di ogni essere umano e pone in capo a ogni stato il dovere centrale di garantire a tutti di godere dei propri diritti inalienabili e della libertà.

A oggi, gli stati firmatari non hanno riconosciuto ai cittadini tutti i diritti che si erano impegnati a promuovere con la dichiarazione.

Nel nostro paese, la negazione nella pratica di questi diritti sta facilitando la diffusione di nuove forme di intolleranza, la solidarietà è vista con sospetto, l’odio per il diverso prevale sullo spirito di fratellanza.

Oggi più che mai è urgente recuperare quei principi di umanità e di convivenza civile che sono alla base della Dichiarazione e che la retorica della paura sta cercando di smantellare.

Le Associazioni aderenti all’iniziativa insieme all’Amministrazione Comunale si incontreranno alle 16:30 nei locali della Biblioteca Comunale, prima della fiaccolata, per un momento di riflessione.

Dopo, più di quindici ore di duro lavoro gli uomini del nucleo operativo dei Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Agrigento non hanno ancora domato le fiamme divampate la scorsa notte presso la sede della “Ekot” ubicato nella zona industriale di Contrada San Benedetto.

La società “Ekot” di proprietà dell’imprenditore empedoclino Giuseppe Gaglio e amministrata da Massimo Lo Iacono, si occupa dello smaltimento dei rifiuti industriali e speciali.

Le fiamme hanno devastato l’area esterna dello stabilimento, distruggendo le balle di materiale plastico ivi depositato, non risultano danni alla struttura.

Le operazioni di spegnimento sono risultate piuttosto impegnative per i VVF, che hanno dovuto, e stanno combattendo con i focolai “covanti” sotto i cumuli di plastica bruciata.

Gli inquirenti hanno già acquisito le immagini di videosorveglianza presenti e quelli limitrofe, al fine di conoscere la causa infiammante. In questo momento non si esclude la matrice dolosa.

Già qualche anno addietro la ditta “Progeo” aveva subìto un incendio di natura dolosa il quale aveva devastato l’intero impianto di stoccaggio di materiale plastico. Oggi la sede della ex “Progeo” è occupata dalla “Ekot”.

Un giovane di Ribera, Sandro Andreatto, 28 anni, è stato arrestato dai carabinieri che lo hanno trovato fuori casa al momento del controllo.

 

Il giovane era sottoposto agli arresti domiiciliari. Andreatto è noto alle forze dell’ordine e ha a proprio carico altre vicende giudiziarie in corso.

Il 28enne era stato rimesso in libertà lo scorso mese di ottobre dalla Corte di Appello di Palermo che lo aveva sottoposto ad obbligo di firma, poi è tornato ai domiciliari in quanto fu trovato in possesso di sostanze stupefacenti.

Sono in due, sulla quarantina e ben vestiti. Sono stati avvistati girare per le abitazioni, soprattutto di anziani che vivono da soli, nel tentativo di raggirarli in qualsiasi modo.

 

A lanciare l’allarme sono gli stessi agenti della Polizia del Commissariato di Canicattì, agli ordini di Cesare Castelli, che hanno raccolto diverse segnalazioni negli ultimi giorni.

I due malviventi si fingono funzionari dell’Inps con l’intenzione di farsi aprire la porta di casa e, con una scusa, entrare dentro e rovistare all’interno dell’abitazione o, ancora peggio, farsi consegnare piccole somme in denaro con la promessa di far aumentare la pensione.

La polizia raccomanda di segnalare in tempo movimenti sospetti e chiamare immediatamente il centralino.

La Polizia Postale ha chiuso due grossi portali che offrivano a pagamento, 29.95 dollari per accedere al mese a 676.525 foto e 9829 video pedopornografici. L’età della bambine tra gli 8 e i 12 anni.

 

L’associazione Meter di Don Fortunato Di Noto, nata nel 1989 per salvare i bambini contro la pedofilia, la pedopornografia e il loro sfruttamento, li aveva scoperti il 6 dicembre 2018 e segnalati all’Amministratore e Responsabile del dominio e come da protocollo alla Polizia Postale e della Comunicazioni di Catania.

 

Il giorno dopo il 7 dicembre, lo stesso amministratore scrive a don Fortunato Di Noto, e per conoscenza alla Polizia Postale Italiana, affermando la veridicità della segnalazione, il riscontro che si tratta di materiale pedopornorgrafico (child porn abuse) e l’immediata chiusura e dismissione dei portali dalla rete web.

 

Da pochi giorni Meter aveva fatto chiudere un portale allocato in Germania con 60 neonate abusate sessualmente, dichiara don Fortunato Di Noto, presidente Meter. Quest’altro intervento, non l’unico che Meter rende noto, continua, non sia considerato come l’ennesima segnalazione e l’ennesimo intervento ma è il risultato del continuo monitoraggio della rete attraverso Osmocop di Meter (Osservatorio Mondiale contro la pedofilia e pedopornografia) e della collaborazione internazionale che l’Associazione ha consolidato con alcuni esponenti e responsabili dei domini (in questo caso con.to) che ringraziamo per la collaborazione per l’intervento immediato. Spesso manca un anello fondamentale: l’individuazione dei soggetti criminali che abusano, producono, diffondono, commercializzano il materiale di sfruttamento sessuale di bambini. Dobbiamo superare una chiara difficoltà: non basta la rimozione, ma è necessario l’ individuazione delle centinaia di migliaia di vittime, rese schiave da questa nuova forma di sfruttamento, molto lucrativo per i pedocriminali.”

Così si è espresso il sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro a proposito della norma che regola l’erogazione di somme ai comuni virtuosi in materia di raccolta differenziata:

“Nonostante abbia votato e appoggiato questo governo regionale – ha spiegato Cuffaro – mi trovo costretto a impugnare una norma approvata in questa legislatura perché a mio parere non rispetta i principi di giustizia e democrazia.

Non è possibile danneggiare sempre i comuni medio-grandi, costretti ad aumentare le tasse ai cittadini e diminuire l’erogazione dei servizi, a vantaggio dei comuni più piccoli, che sono avvantaggiati nel raggiungere certi obiettivi, rispetto ai comuni più grandi che sono costretti a mettere in atto strumenti repressivi con molte più difficoltà e dispendio di energie per raggiungere lo stesso risultato.

Già si era verificato nel passato, è da circa dieci anni che per una scelta scellerata dell’assemblea regionale si è fatto ricadere sui comuni medio-grandi il taglio che la regione ha applicato sui trasferimenti agli enti locali, e questo è diventato ormai prassi comune.  

Comuni al di sotto dei cinque mila abitanti non hanno avuto diminuito il loro budget mentre i comuni più grandi come il mio hanno subito un taglio del 70%.

Ritengo sia vergognoso che all’assemblea regionale siedano sindaci di paesi con meno di 20000 abitanti che approvano leggi a loro vantaggio, visto che esiste l’incompatibilità per i sindaci della città più grandi. Una vergogna di cui nessuno parla e sono rammaricato che l’ANCI non attenzioni questa problematica e non vigili attentamente sulle norme approvate dalla regione.

Un comune di 10000 abitanti deve risolvere problemi dieci volte maggiori rispetto a un comune di 1000 abitanti, e deve garantire servizi di ben altro spessore. Quindi la norma che prevede un contributo base di 32mila euro per tutti e le altre somme erogate col criterio inversamente proporzionale alla consistenza demografica, ritengo che sia palesemente ingiusta e iniqua.

Per farlo comprendere meglio voglio fare un esempio: se Palermo, città con oltre 600mila abitanti, fosse uno dei comuni virtuosi potrebbe ricevere, come premialità, poche migliaia di euro, al contrario di un paese di meno di mille abitanti che attualmente, con questa legge riceve centinaia di migliaia di euro.

Una norma chiaramente illogica e paradossale che intendo impugnare dinanzi al TAR, non per bloccare i contributi, infatti non chiederò la sospensiva, ma perché venga trasmessa alla Corte Costituzionale, venga esaminata e se ne dichiari l’incostituzionalità. Una norma fatta da persone senza scrupoli che sfruttano la loro posizione per approvare leggi a loro favore e non per tutti i siciliani.

ORA BASTA! Ho deciso di impugnare questa norma, e se è necessario ne impugneremo altre al fine di dare una consistenza a ciò che viene sbandierato in tutti i comizi e in tutti i convegni e cioè quello di avere una regione libera da condizionamenti, democratica e giusta nelle emanazioni delle leggi.

Credo sia arrivato il momento di superare gli steccati e spero che altri sindaci si uniscano alla mia protesta in maniera tale da far sentire più forte la nostra voce contro norme e provvedimenti iniqui e ingiusti”. 

L’associazione antimafia e antiracket Libero Futuro – Libero Grassi di Agrigento, presieduta da Gerlando Gibilaro, esprime solidarietà al socio, l’imprenditore di Porto Empedocle, Giuseppe Gaglio, titolare dell’impresa Ekot, nel cui deposito di smaltimento di materiale plastico nella zona industriale in territorio di Aragona, in contrada San Benedetto, è divampato ieri sera un violento incendio. Gibilaro, a nome dell’associazione, afferma: “Esprimiamo sincera solidarietà all’imprenditore Giuseppe Gaglio e nel frattempo rinnoviamo fiducia nelle Forze dell’Ordine e nella Magistratura affinché i responsabili di questo gravissimo atto siano presto assicurati alla Giustizia. Gli imprenditori onesti devono essere incoraggiati nella loro attività economica, che deve essere svolta libera da condizionamenti o ricatti. L’Associazione Libero Futuro Agrigento, che già da alcuni anni sostiene gli imprenditori che si vogliono liberare dal ricatto e dall’oppressione malavitosa, continuerà a stare vicino a Giuseppe Gaglio e non mancherà di costituirsi parte civile nei processi contro i responsabili”.

La signorra M.C. di 52 anni di Palma di Montechiaro è proprietaria di un fabbricato a tre elevazioni realizzato abusivamente nel Comune di Palma di Montechiaro ricadente in zona vincolata. In relazione a tale fabbricato la signora palmese ha presentato domanda di condono al Comune di Palma di Montechiaro nonchè domanda di nulla osta in sanatoria alla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento. La Soprintendenza di Agrigento ha espresso il preavviso di parere favorevole per il rilascio del richiesto nulla osta subordinandolo al pagamento dell’indennità prevista quantificata in oltre ventiseimila euro;l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali ha ingiunto alla signora palmese il pagamento della somma di euro 26.232 quale maggior somma tra il danno arrecato al paesaggio ed il profitto conseguito con la realizzazione delle opere abusive. Stante l’illegittimità del procedimento sanzionatorio la signora palmese ha proposto un ricorso davanti al TAR Sicilia, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airò, contro l’Assessorato Regionale dei Beni culturali per l’annullamento, previa sospensione, del decreto con cui l’Assessorato ha comminato alla ricorrente il pagamento dell’indennità prevista dalla legge per il rilascio del nulla osta in sanatoria nonchè della nota con cui la Soprintendenza ha espresso il parere favorevole ai fini del rilascio del richiesto titolo in sanatoria nella parte in cui ha subordinato detto parere al pagamento dell’indennità prevista. in particolare gli avvocati Rubino e Airò hanno censurato i provvedimenti impugnati sotto il profilo della violazione di legge e dell’eccesso di potere, atteso che il procedimento seguito dall’Amministrazione resistente si pone in contrasto con i più elementari principi di ragionevolezza e di logicità; ed infatti la Soprintendenza si è limitata a trasmettere un preavviso di ammissibilità della domanda di sanatoria, senza esprimere alcun accertamento di compatibilità paesaggistica, con l’astratta possibilità che il privato dopo il pagamento della sanzione debba essere costretto a demolire il proprio immobile. Si è costituito in giudizio l’Assessorato regionale dei beni Culturali ed ambientali, con il patrocinio dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere il rigetto del ricorso, previa reiezione della richiesta cautelare avanzata dai difensori. Il Tar Sicilia,Palermo, Sezione Prima, Presidente il Dr. Calogero Ferlisi, Relatore la Dr.ssa Aurora Lento, ritenendo fondate le censure avanzate dagli avvocati Rubino e Airò, secondo cui solo dopo l’adozione del provvedimento di accertamento della compatibilità paesaggistica può irrogarsi la sanzione pecuniaria,  ha accolto la richiesta di sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti impugnati, condannando l’Assessorato resistente anche al pagamento delle spese giudiziali. pertanto, nelle more del rilascio dell’accertamento della compatibilità paesaggistica la signora palmese non dovrà pagare nessuna sanzione  pecuniaria mentre l’Assessorato resistente dovrà pagare le spese giudiziali afferenti la fase cautelare. 

In occasione del 70° Anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani, lunedì prossimo, 10 dicembre alle ore 18 e 30 ad Agrigento, Porta di Ponte, è stata organizzata una manifestazione-fiaccolata  ” #diritti a testa alta “. Si tratta di un invito, patrocinato dall’Amministrazione Comunale di Agrigento a “scendere in piazza per dire al mondo che stiamo dalla parte dei diritti e delle persone”.  L’evento è organizzato da Amnesty International  e dalla  Caritas. Parteciperanno le Associazioni:  Libera, Legambiente e J.Belushi.