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L’assemblea dei lavoratori convocata dalle sigle sindacali nella tarda mattinata di oggi potrebbe mettere a rischio la buona riuscita della raccolta dell’umido ad Agrigento. Già il 24 gennaio scorso si era manifestata la possibilità di alcuni disagi nella raccolta differenziata per lo stesso motivo, cioè la convocazione di una assemblea dei lavoratori in seguito al mancato pagamento di alcune mensilità.L’intervento dell’assessore all’ecologia Nello Hamel aveva scongiurato ulteriori disagi con l’annuncio di aver dato il via al pagamento degli stipendi.

Evidentemente (ad oggi) questo non è avvenuto e i lavoratori sono in stato di agitazione e, nella tarda mattinata di oggi, si riuniranno in assemblea. A rischio dunque la raccolta dell’umido prevista per oggi, perlomeno in alcune utenze.

“L’impegno per il versamento delle spettanze non è stato mantenuto e, ancora una volta, si assiste al ritardo del pagamento degli stipendi ai lavoratori” scrivono i segretari di Cgil Fp ,Fit Cisl e Uil trasporti.

Visibilmente ubriaco (tasso superiore 4 volte alla media) si mette alla guida e causa un incidente che, fortunatamente, non ha avuto alcuna tragica conseguenza ma soltanto grande spavento, la patente ritirata e la macchina sequestrata.

E’ accaduto sabato notte in viale Cannatello, a San Leone. Un giovane agrigentino, a bordo di una utilitaria, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo si è messo alla guida. Durante il tragitto avrebbe perso il controllo dell’auto finendo per ribaltarsi in mezzo alla strada

Fortuna ha voluto che, proprio in quel momento, non ci fosse alcuna macchina a sopraggiungere. Sul posto gli agenti della sezione “Volanti” della Questura di Agrigento che, dopo aver verificato che non ci fossero feriti, hanno proceduto al test dell’alcool riscontrando valori quattro volte superiore alla norma.

Gli agenti hanno dunque ritirato la patente al giovane e posto sotto sequestro l’automobile che, nell’incidente, ha riportato grossi danni alla carrozzeria.

Circolazione ferroviaria sospesa dalle 8.05 sulla linea Palermo-Agrigento per l’erosione della massicciata, fra Aragona e Agrigento Bassa, provocata dalle abbondanti piogge che stanno interessando la zona.

Ne da’ notizia Rfi.

Attivo un servizio sostitutivo con bus fra le stazioni di Aragona e Agrigento Centrale, in modo da garantire la circolazione ferroviaria anche sulla linea Agrigento-Canicatti’.

I tecnici di Rete ferroviaria italiana sono al lavoro per verificare le condizioni dell’infrastruttura e ripristinare le normali condizioni di circolazione

Le dichiarazioni pesanti usate ieri dall’ On. Miccichè, leader regionale di Forza Italia, contro Matteo Salvini e la Lega, hanno generato in tutta l’opinione pubblica moderata e non, parecchia indignazione. A Gianfranco Miccichè, che paradossalmente continuo a volere bene, essendo memore di quello che egli fu, in termini strategici e politici per la politica siciliana nei primi anni del berlusconismo, non posso non ricordare che  lo studio della storia, quando è fatta bene, farebbe bene anche a lui, che a Mazara del Vallo, ha usato toni che sono oscillati tra il roboante, lo strappalacrime e il ridicolo,  pur di raggiungere il suo obiettivo  è arrivato a citare anche Hitler e gli ariani.

Ma il contesto storico del quale vorrebbe occuparsi Miccichè è totalmente altro.  Il “prima gli italiani” (che è lo stesso che nei loro paesi stanno usando anche gli americani, i polacchi, gli ungheresi, i brasiliani, gli inglesi, gli australiani,  e così via), quando è usato da Matteo Salvini,  vuol dire anche che un popolo, in questo caso il nostro, che non ha risolto i propri grandi problemi, non può lontanamente pensare di affrontare quelli degli altri. Come può chi è senza casa ospitarne un altro? Chi è senza lavoro come può offrirne ad altri? Chi vive in povertà, chi ha pensioni minime, chi non può permettersi gli studi universitari dei figli, come può promettere vivibilità ad altri?

Lo spettacolo dell’accoglienza senza criterio è offerto – solo per citare un esempio vicino a casa nostra – dalla strada che porta da Gela a Catania, dove centinaia di donne nigeriane anche bambine, sono costrette da mafia e bisogni, a prostituirsi e ridursi in schiavitù.

No! Le dottrine criminali e anche stupide di Gunther, Hitler e del “Mein Kampf”, sulle razze  sono un’altra cosa che nulla hanno a che vedere con la politica della Lega.  Quando Miccichè le evoca vuol dire che non vuole affrontare il problema con serietà. Questo,  il popolo di Forza Italia lo ha capito bene e sono certo che, il prossimo 26 Maggio, giorno delle elezioni europee, a lui darà risposta”.

Lo dichiara Alessandro Pagano, Vice Capo Gruppo alla Camera della Lega-Salvini Premier.

Sull’ormai triste ed “infinita” vicenda che ha come vittima la mamma favarese di quattro figli, 27enne, scomparsa il 12 Agosto sono state dette, fin ora, troppe chiacchere o dicerie contornate da depistaggi e tentavi che portano alla perdita di tempo prezioso agli investigatori.

Non si riesce a porre la parola fine a quanto possa essere successo ma il “Giallo di Gessica” continua a stare in prima linea proprio per nuovi e continui accadimenti e rivelazioni.

Un altro frastuono, l’ennesimo, che scuote ancora una volta.

Nuovi particolari a dir poco sconcertanti sono stati rivelati. Il padre di Gessica, Giuseppe Lattuca, dopo l’intervista rilasciata in esclusiva al nostro giornale ha tirato fuori un’altra parola, probabilmente “chiave” dicendo che il corpo della figlia potrebbe essere occultato nel cimitero comunale di Favara, proprio vicino l’abitazione materna della scomparsa.

Alla parola “cimitero” sembra essere legata un’ inaspettata testimonianza che supporta la tesi del Sig. Lattuca. Questa testimonianza indica l’esatta posizione dove sarebbe stato sepolto il cadavere della povera Gessica nel cimitero. L’attendibilità di tale rivelazione è adesso al vaglio degli inquirenti.

Proprio nel cimitero in questione da qualche mese si sta procedendo ad alcune estumulazioni di salme per traslarle nell’ossario per poi ristrutturare i loculi. La testimone sostiene che il corpo di Gessica si trova proprio all’interno di una tomba indicando anche l’esatto loculo dove sarebbe stato “tumulato” il cadavere.

A questa rivelazione, la testimone, ha anche affiancato il sospetto di chi possa essere l’assassino di Gessica.

Molta è la prudenza con la quale gli inquirenti stanno verificando questa nuova rivelazione.

Intanto si aggrava la posizione di Filippo Russotto ex compagno di Gessica. La procura ha rubricato i reati di sfruttamento della prostituzione e di sequestro di persona in quelli ben più gravi di maltrattamenti ed occultamento di cadavere. Gli esami dei Dna effettuati dal reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Messina dopo una serie di sopralluoghi, sequestri e prelievi genetici avevano escluso che Russotto potesse aver avuto parte attiva nell’ aver ferito o ucciso Gessica, perchè alcune tracce ematiche che erano state repertate nel bagno, sono poi risultate appartenere al fratello della scomparsa.

Si attendono, quindi, nuovi risvolti o qualche colpo di scena nei prossimi giorni che potrebbero scolpire la parola fine sulla drammatica scomparsa di Gessica, mettere finalmente un punto fermo per il ritrovamento del cadavere e dare un’identità a chi è il colpevole.

Le forze dell’ordine, a Porto Empedocle, stanno cercando di individuare l’autore, o gli autori, del danneggiamento nei confronti di alcuni esercizi commerciali del paesino marinaro dove, qualcuno ha posto della colla nella serratura nelle saracinesche di questi ultimi.

La domanda a cui cercano di rispondere sia la polizia, che i carabinieri, è questa: si tratta del gesto di un balordo o di un danneggiamento a scopo estorsivo?

Gli investigatori avrebbero già acquisito le immagini dai vari impianti di videosorveglianza delle zone dove è stata compiuto il fatto, e cioè tra i Grandi Lavori e l’Altipiano Lanterna.

Pare che nei filmati, ma si tratta di un’indiscrezione, abbiano immortalato un uomo, che sarebbe stato ripreso da più telecamere, intento a riempire di colla le serratura di una dozzina di esercizi commerciali. Il raid sarebbe stato compiuto in una sola notte.

E proprio questo individuo sono indirizzate le indagini. Si cerca di dare un nome a questa persona. Le indagini sono svolte nel massimo riserbo e a 360 gradi. Ogni pista viene valutata attentamente dalle forze dell’ordine.

Da ieri mattina la nave ONG Sea Watch si trova ad un miglio dalle coste di Siracusa, costantemente sorvegliata dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza che hanno interdetto l’area impedendo a chiunque di accostarsi alla nave e di salire a bordo o scendere per motivi sanitari, in quanto non è stato effettuato nessuno screening a bordo.

La Procura di Catania ha chiesto lo sbarco dei minori extracomunitari a bordo della nave Sea Watch, 13 secondo quanto riferito dall’equipaggio. In un documento inviato ai Ministri dell’Interno e dei Trasporti, Matteo Salvini e Danilo Toninelli, al Presidente del Tribunale per i minorenni di Catania e alla Procura generale etnea, la procuratrice Caterina Ajello rivendica la “tutela” dei bambini. “I diritti riconosciuti dalle convenzioni internazionali e dalla normativa italiana, scrive il magistrato, impongono il divieto di respingimento, di espulsione, riconoscendo invece il diretto ad esser accolti in strutture idonee, ad avere nominato un tutore, ad essere accolti e ad avere un permesso di soggiorno”. Diritti che, sottolinea la procuratrice, “vengono elusi a causa della permanenza a bordo della nave dove sono costretti a situazione di disagio fino a quando la situazione politica internazionale non sarà risolta con grave violazione dei loro diritti”.

Sulla questione della nave Sea Watch continua il secco no dei due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e del Ministro delle Infrastrutture Toninelli.

I tre Ministri sono uniti e concordi nel mantenere i porti italiani chiusi a qualsiasi sbarco chiedendo all’Olanda di farsi carico dei migranti. Bandiera olandese, Ong tedesca. Aprano i porti di Rotterdam o di Amburgo, in Italia posto non ce n’è”, ha ribadito subito il vicepremier Matteo Salvini. “La responsabilità sulla nave è dell’Olanda e che l’equipaggio è soggetto alla sua sovranità. Se può stare in mare e può sfidare l’Italia ogni giorno, è proprio grazie alla bandiera che gli ha fornito il Governo olandese”, ha aggiunto l’altro vicepremier Luigi Di Maio su Fb: “o si prende la responsabilità o ritira la bandiera così la Ong smetterà di disobbedire alla guardia costiera libica. A meno che non stia sventolando illegalmente la bandiera. In tal caso dovremo procedere al sequestro”.

L’Olanda ha fatto sapere che non prenderà in carico i migranti come chiesto dall’Italia: “Finché non ci saranno accordi europei su soluzioni strutturali per i migranti a bordo dei barconi, i Paesi Bassi non prenderanno parte a soluzioni ad hoc“.

Lo stesso Toninelli: “l’Italia non ha mai coordinato i soccorsi, li ha fatti la Sea Watch che come sempre non ha rispettato le leggi del mare perché avrebbe dovuto attendere la Guardia Costiera Libica poiché  il tutto è avvenuto nel mare libico; siccome se ne sono andati, come dice bene il Vicepremier Luigi di Maio, si dirigano verso la Francia, verso Marsiglia. Oppure, continua Toninelli, visto che sulla Sea Watch c’è una bandierina che sventola nazionalità Olandese trovino loro una maniera per prendersi carico dei migranti. Chi da l’autorizzazione ad una nave ONG di andare nel mediterraneo, di intervenire contro la legge del mare quando sei nel mare libico e c’è una convenzione Internazionale sottoscritta da tutta l’Unione Europea, sei obbligato a fare una richiesta alla Guardia Libica affinchè intervenga a salvare quei migranti. Non l’ha fatto e ne devono rispondere.

Conclude il Ministro: “l’accoglienza e l’umanità sono fondamentali ma devono essere prima che ci sia un gommone della morte in mezzo al mare perché questo significa avere una vista miope del problema. I barconi della morte, gestiti dai trafficanti della morte di esseri umani, non devono più partire dalle coste libiche. Per farlo non serve solo intervenire quando c’è un barcone in mare ma serve intervenire sulla terra ferma stabilizzando la Libia, che è stata destabilizzata dalla Francia in accordo con altri Stati Europei. Grazie alla politica di questo Governo e il rispetto della politica dell’Italia, che è il paese che ha salvato ed accolto più vite umane, nel 2018 ci sono stati molti meno sbarchi e morti in mare. Affinchè questo accada, cioè che non ci siano più morti in mare, non dobbiamo più far partire navi dalla Libia, è questa la soluzione al problema”.

Il Governo Italiano dichiara di essere pronto a denunciare l’equipaggio della Sea Watch per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La mano assassina dell’uomo ha colpito ancora a Sciacca, un Comune dell’Agrigentino, dove sono state ritrovati i corpi senza vita di circa 20 gatti, presumibilmente avvelenati. Le carcasse saranno inviate all’istituto di zooprofilassi di Palermo per stabilire se gli animali siano stati avvelenati o meno. Secondo i residenti del quartiere, la strage è stata compiuta da qualcuno che voleva sbarazzarsi degli animali.
Ricordiamo che, lo scorso anno nel mese di Febbraio, nello stesso Comune, ci fu una vera e propria mattanza di cani randagi, uccisi utilizzando delle esche di pollo intrise di un potente veleno che provocarono la morte lenta e dolorosa ai poveri cani.
Nonostante quel macabro episodio, nonostante la generale indignazione di tutti, comprese le istituzioni regionali, nonostante la rabbia delle associazioni animaliste e semplici cittadini che giornalmente si imbattono in situazioni del genere e le cui grida di aiuto rimangono sorde, in Sicilia non è cambiato nulla. La mano della “bestia” umana rimane impunita e libera di uccidere, torturare e seviziare gli animali.
La Sicilia, questa splendida isola culla di cultura, è rimasta secoli indietro rispetto ad altre regioni italiane, in fatto di gestione, organizzazione, cura e rispetto degli animali. Ogni Comune che si rispetti, ha i propri canili strapieni di cani randagi, ed in ogni via, traversa o contrada di tutti gli angoli di questa isola sfilano degnamente flotte di cani incustoditi , abbandonati, spesso ammalati, ma anche maltrattati, seviziati ed uccisi.
Solo le associazioni animaliste e i privati che amano gli animali si occupano di questi poveri randagi, la cui unica colpa è quella di vivere in una terra in cui l’indifferenza umana è una legge universale e l’assenza delle istituzioni regna sovrana.
Questa è la Sicilia…la terra dei randagi visibili a chi li ama, curati e protetti da pochi ma ignorati da tutti.

“Sul futuro della Agrigento – Palermo e della Agrigento – Caltanissetta il silenzio del Ministero delle Infrastrutture è assordante. Il grido di 42 sindaci rimane sostanzialmente inascoltato, mentre mezza Sicilia – territorio, studenti, lavoratori, imprese – di fatto è schiacciata dal superamento di ogni limite di pazienza. Si apprende da contatti informali con il ministero, che il ministro Danilo Toninelli potrebbe programmare per la fine di febbraio o nei primi di marzo una visita ai cantieri, esperienza che sarebbe stata più sensata nel novembre scorso quando è giunto ad Agrigento. Ora dunque la visita si sostanzierebbe  in una sorta di giro turistico nei cantieri chiusi. Un itinerario della memoria. Oltre al danno, la beffa. Scriveremo al Presidente della Repubblica  Sergio Mattarella, perché in Sicilia sia garantito al lavoro, allo studio, alla sicurezza, allo sviluppo. Andremo a Roma, 42 delegazioni, chiederemo che il ministro Toninelli intervenga subito e la protesta andrà avanti ad oltranza affinché la parte sud occidentale della Sicilia recuperi  il collegamento con le principali direttrici regionali”.

Così il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, sulla situazione dei lavori sulle strade statali Agrigento – Palermo e Agrigento – Caltanissetta.