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Deve scontare una pena ai domiciliari, divenuta definitiva, di 14 mesi, Salvatore Sciacchitano, l’agrigentino, di 44 anni, arrestato a Enna, in esecuzione di una ordinanza emessa dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura di Agrigento, in seguito all’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Palermo.

L’uomo con precedenti penali per armi, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, sequestro di persona, tentato omicidio, evasione, era finito l’ultima volta in manette per violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale.

Sciacchitano era stato sottoposto al divieto di soggiorno in due Comuni dell’agrigentino ed era finito col vivere a Enna dove svolgeva attività saltuare.

 

 

Una lite, che si è trasformata in una vera e propria rissa. è stata sedata dagli agenti della sezione Volanti della Questura di Agrigento che sono dovuti intervenire al Villaggio Mosè per placare le ire di due commercianti.

Uno dei due, un trentenne è stato denunciato in stato di libertà, alla procura della Repubblica, per possesso di oggetti atti ad offendere.

Il commerciante, infatti, è stato trovato in possesso di un bastone che avrebbe utilizzato per colpire il rivale.

Sembra che tutto abbia avuto come origine motivi di lavarativi.

 

Si è avvalso della facoltà di non rispondere, nell’interrogatorio di garanzia, Francesco Sabella, 21 anni, di Menfi, arrestato e finito a domiciliari con l’accusa di rapina aggravata.

Secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri della Stazione di Menfi, Sabella sarebbe stato l’autore della rapina compiuta, nel maggio dello scorso anno, ai danni di una assicurazione della cittadina agrigentina dove furono portati via 800 euro.

Il rapinatore entrò in azione col volto travisato da casco e armato di una pistola.

Dopo alcuni giorni dal colpo, sulla statale 624, i Carabinieri nel corso di un controllo ad un’auto, trovarono una pistola a gas, priva del tappo rosso, e un panetto di hashish. L’arma sarebbe stata uguale a quella descritta dai testimoni della rapina all’assicurazione.

 

“Ho seguito sulla stampa e sui media la querelle “San Sebastiano” con sano distacco.

I problemi di una comunità sono altri e queste argomentazioni, francamente, mi sono sembrate scelte politiche per distogliere le attenzioni su altri temi, come dire, più caldi.

Sono rimasto basito, però, nel leggere su un quotidiano locale che né il Sindaco Firetto, né l’Assessore Muglia avessero dato “specifico atto d’indirizzo” alla locale Polizia per la partecipazione alla cerimonia di San Sebastiano che ha avuto luogo a Raffadali. Cerimonia, sia ben chiaro, che non appartiene alla città di Raffadali ma a tutte le Polizie locali e che lo scorso anno è stata celebrata in Agrigento; ovvia la partecipazione sia della mia Amministrazione sia della Polizia locale.

Ancor di più (basito) quando leggo che l’Ass. Muglia ha dichiarato che “l’uso del gonfalone non è stato autorizzato” e che, quindi, la presenza dello stesso è frutto di un equivoco, di un silenzio-assenso quasi (anzi senza quasi) a voler prendere le distanze dalla città da me amministrata.

Voglio ricordare all’Ass. Muglia che agire come Ponzio Pilato non è rispettoso nei confronti dell’Amministrazione Comunale che ha ospitato la manifestazione, e principalmente non è rispettoso nei confronti della Polizia Locale dei comuni agrigentini.

Nelle nostre realtà il ruolo del Corpo della Polizia Municipale è fondamentale per il controllo e la gestione della vita della nostra città, sono il primo presidio di legalità nel territorio e devono affrontare e gestire quotidianamente, oltre ai problemi della sicurezza nelle strade e nelle piazze anche, in una visione più ampia, i rapporti con i cittadini con il suo complesso, e non meritano dalla Politica tali comportamenti.

Vorrei ricordare, ancora, all’Ass. Muglia che, in occasione del “giro d’Italia 2018”, la Sua Amministrazione non ha lesinato fiato nel chiedere, per il mio tramite, sostegno alla Polizia locale di Raffadali per potenziare i servizi di viabilità. Ben 4 ispettori (ossia il 50% della forza) son venuti “a gratis” a dar man forte ai colleghi agrigentini. Guarda caso nessuno si è chiesto quale costo abbia dovuto sostenere la mia Amministrazione in termini di disservizio locale e di spesa.

In un’ottica di fattiva collaborazione tra Enti locali e di coordinamento tra forze di Polizia ritenevo e ritengo istituzionalmente corretto fornire solidarietà e soccorso reciproco.  Spero tanto che l’Amministrazione di Agrigento esca dal suo splendido isolamento e che possa fare da traino alle esigenze dei comuni viciniori iniziando col dare cittadinanza alle loro iniziative.

Concludo per confermare la piena e totale disponibilità “a gratis” della locale Polizia alle esigenze della Città capoluogo.

La prossima volta abbia la città capoluogo la sensibilità di offrir loro almeno il pranzo”.

Gerlando Russotto torna libero per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Il 28enne favarese, tirato in ballo dalle dichiarazioni dell’aspirante collaboratore di giustizia (ed ex cognato) Mario Rizzo, è stato scarcerato. 

Resta ovviamente invariato l’impianto accusatorio nei suoi confronti. Russotto è stato arrestato il 2 agosto scorso dagli agenti della Squadra Mogile di Agrigento, guidata da Giovanni Minardi, in seguito alle dichiarazioni dell’ex cognato Mario Rizzo, 32 anni, che aveva svelato i retroscena in merito al tentato omicidio di un ristoratore empedoclino in Belgio, Saverio Sacco. 

Il Riesame, aveva accolto in parte il ricorso dell’avvocato Salvatore Cusumano, derubricando il reato da tentato omicidio a lesioni. Russotto, però, era rimasto in carcere per un’altra vicenda, nata sempre dalle dichiarazioni di Rizzo. Si tratta del ritrovamento di armi trovate il 29 maggio scorso in un sottotetto del condominio in cui Russotto abita.

 

Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la sezione penale del Tribunale presieduta da Giuseppe Miceli ha emesso la sentenza di primo grado nei confronti di tre imputati nell’ambito dell’inchiesta su presunti illeciti connessi alle attività dell’ente di formazione Ecap di Agrigento. Si tratta dell’ex presidente, l’avvocato Ignazio Valenza, 55 anni, del maresciallo dei Carabinieri, Antonino Arnese, 52 anni, a capo del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Agrigento, che risponde di concorso in corruzione perché Valenza gli avrebbe assunto un familiare in cambio di ispezioni sul lavoro blande, e poi Vincenzo Mangiavillano, 65 anni, maresciallo dei Carabinieri ed ex comandante della Sezione di Polizia giudiziaria alla Procura di Agrigento oggi in pensione, che risponde solo di rivelazione di segreto d’ufficio. Ebbene, i giudici hanno condannato a 2 anni di reclusione ciascuno per corruzione il maresciallo dei Carabinieri Antonio Arnese e l’avvocato Ignazio Valenza. E’ stato assolto Vincenzo Mangiavillano. L’avvocato Valenza è stato assolto dalle altre imputazioni di calunnia, tentata estorsione e peculato attinenti alla gestione dei fondi destinati ai pagamenti degli stipendi del personale.

 

Un soccorritore del 118 libero dal servizio ha salvato la vita a un bimbo che era in preda a una crisi respiratoria. È accaduto all’interno del Centro commerciale ”Città dei Templi” di Villaseta, una frazione di Agrigento, dove il piccolo- tre anni- aveva perso i sensi nei pressi della zona ristorante.

La madre del bimbo ha subito cercato aiuto e tra i presenti c’era Ezio Catalosi, soccorritore della Seus (postazione “Alfa 16” di Porto Empedocle), il quale ha immediatamente eseguito con successo le manovre di primo soccorso.

Il bimbo ha ripreso conoscenza e nel giro di pochi minuti è arrivata sul posto anche un’ambulanza del 118. Catalosi è stato ringraziato con parole commosse dalla mamma del piccolo e ha ricevuto numerosi attestati di stima dai presenti all’interno del centro commerciale.

E sulla vicenda a lieto fine arriva pure un encomio dalla Seus, la Partecipata della Regione che cogestisce il servizio di emergenza-urgenza 118 in Sicilia.

A nome del Cda (composto anche da Pietro Marchetta e Gaetana Pontrelli) il presidente Davide Croce sottolinea: “Ad Ezio Catalosi va il nostro plauso per la grande professionalità che ha dimostrato. Siamo orgogliosi di lui e di tutti gli operatori che a vario titolo prestano servizio nel sistema di emergenza-urgenza in Sicilia, svolgendo quotidianamente il proprio lavoro come una missione, con grande spirito di sacrificio e indubbie competenze”.

Le indagini che all’alba di oggi hanno portato all’arresto del vicesindaco di Erice (Trapani) Angelo Catalano, accusato di corruzione e abuso d’ufficio “hanno permesso di accertare”, come afferma il Gip nel provvedimento, ”una pluralità d’illeciti attuati da Catalano, con spregiudicatezza e disprezzo verso l’amministrazione d’appartenenza, derivante dal fatto che, essendo ormai abituato al potere ed a servirsi del proprio ruolo, ha realizzato interessi personali e privati, ritenendosi al di sopra della legge, tanto da non temere verifiche e controlli”.

In queste condotte illecite, “ricorrendo all’inganno e mettendo in secondo piano il pubblico interesse, in concorso con taluni appartenenti all’amministrazione comunale ericina, nonché alcuni consiglieri comunali, Catalano manipolava imprenditori che, pur di accaparrarsi appalti per conto dell’amministrazione, distoglievano risorse pubbliche per gli interessi personali di Catalano o per quelli di taluni consiglieri comunali vicini allo stesso”.

 

Il Libero Consorzio si dota di un nuovo regolamento da utilizzare per la gestione dei servizi specialistici volti all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità frequentanti le scuole secondarie di 2° grado.

Il Regolamento disciplina l’erogazione del servizio di assistenza scolastica specialistica per l’autonomia e la comunicazione, previsto dall’art. 13 comma 3 della Legge 104/1992 e della normativa vigente in materia, in favore degli studenti disabili, residenti nei Comuni del Libero Consorzio Comunale di Agrigento che frequentano le scuole secondarie di 2° grado.

Il Regolamento approvato dal Commissario Straordinario Girolamo Alberto Di Pisa, su proposta del settore “Solidarietà Sociale, Politiche della Famiglia e Pari Opportunità, Attività Culturali e Sportive”, disciplina, altresì, l’erogazione del servizio igienico-personale, che potrà essere assicurato, eccezionalmente, sempre in favore degli stessi studenti disabili. I destinatari del servizio sono gli studenti, di età non superiore agli anni 24, con disabilità fisica, e/o psichica e/o sensoriale, in possesso della certificazione dello stato di disabilità la cui gravità comporti una significativa limitazione di autonomia in ambito socio-relazionale e di comunicazione tale da richiedere assistenza specifica nella sfera individuale e/o in quella di relazione. Il servizio richiesto e le figure professionali necessarie, inoltre, devono risultare dagli atti di programmazione scolastica ed, in particolare, devono essere previste dal Piano Educativo Individuale.

I servizi previsti nel regolamento vengono assicurati dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento e sono gestiti in maniera indiretta tramite Soggetti Terzi iscritti all’Albo regionale nella Sezione inabili ed accreditato tramite iscrizione nel registro istituito presso l’Ente. Il regolamento approvato prevede all’art. 5 quali sono i requisiti per potersi iscrivere nel registro.

 Il servizio offerto si sviluppa attraverso l’utilizzo di operatori aventi specifiche competenze nel campo dell’handicap, la cui tipologia sarà individuata dalla scuola che richiede l’intervento.