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I componenti della Commissione Sanità al Comune di Agrigento, i consiglieri Giorgia Iacolino, presidente, e poi Mariassunta Di Matteo, Nuccia Palermo, Calogero Alonge e Pierangela Graceffa, intervengono a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della nuova Rete ospedaliera in Sicilia e affermano: “La Regione Siciliana, per il tramite dei Direttori generali, dovrà farsi carico di attivare le procedure concorsuali e di reclutamento del personale medico, infermieristico, tecnico e degli operatori socio-sanitari che servono a potenziare l’offerta sanitaria degli ospedali della provincia, a cominciare da quello di Agrigento. Con la previsione e conferma di Chirurgia plastica, Dermatologia, Reumatologia e Malattie infettive, dovrà essere reclutato il personale richiesto per l’attivazione delle nuove discipline, ampliando il numero delle prestazioni a beneficio della comunità. Fa piacere registrare che alcune nostre significative sollecitazioni siano state ascoltate a livello regionale con la previsione dei citati reparti assistenziali, mentre purtroppo non si può non rilevare il venir meno della qualificazione di struttura complessa per la Riabilitazione e l’Oculistica dell’ospedale di Agrigento. Siamo certi che l’area di emergenza con il Pronto Soccorso e la Rianimazione, ed il necessario potenziamento dei reparti assistenziali già operativi, ed infine l’attivazione dei nuovi reparti, guiderà la Direzione dell’Azienda sanitaria di Agrigento nell’intrapreso percorso di valorizzazione dell’ospedale provinciale di Agrigento”.

L’ex sindaco di Aragona, Salvatore Parello, ha aderito al neo movimento politico, “Pensiero Libero”. Lo stesso Parello afferma: “La difficile stagione politica, che attraversa oggi la nostra nazione, si sta riflettendo, ancora di più, sul territorio siciliano ed in particolare nella provincia agrigentina, che oggi subisce uno spopolamento sempre più crescente con un preoccupante continuo trasferimento altrove dei giovani e di interi nuclei familiari. I fallimenti di tanti Comuni, ed il progressivo fallimento a cui si sta avvicinando la Regione Siciliana, dimostrano come sia necessario un ritorno alla vera “Politica”, quella che mette al centro l’uomo ed i problemi di tutti i giorni. Aderisco al movimento “Pensiero Libero”, posto in essere dall’ex parlamentare europeo onorevole Salvatore Iacolino, con l’obiettivo di formare un gruppo solido, composto da amministratori, imprenditori, professionisti e tanti cittadini, che si assumano la responsabilità, sin dalle prossime elezioni Europee, di fornire un efficace apporto ai processi decisionali che impegnano la Terra di Sicilia”.

Le oltre 100 imprese siciliane creditrici del gruppo Cmc di Ravenna in crisi hanno inviato diffide e istanze di pagamento per oltre 50 milioni di euro all’Anas e ai General contractor del gruppo Cmc aggiudicatari degli appalti della Agrigento-Caltanissetta, della Palermo-Agrigento e della metropolitana di Catania; in vista dell’incontro di mercoledì prossimo con i debitori a Roma ribadiscono che i lavori non potranno riprendere se prima non saranno pagati i crediti pregressi e preannunciano eclatanti azioni di protesta se non avranno risposte e se il governo nazionale continuerà a tenere un atteggiamento distaccato.

“E’ evidente – spiega il Comitato delle imprese creditrici – che il problema è stato provocato dal disinteresse del precedente governo nazionale, e dall’Anas che non ha vigilato fino in fondo sulla corretta gestione della Cmc. Ma adesso al governo, a Palermo e a Roma, ci sono altri, che hanno il dovere di agire per evitare il tracollo di mezza Sicilia. Mentre l’Esecutivo regionale, avendo a cuore gli interessi delle comunità e delle imprese colpite da questa crisi, responsabilmente ha incalzato Anas e Cmc ed è disposto a fare un sacrificio in compartecipazione se avrà l’avallo del governo nazionale, quest’ultimo si avviluppa in tentennamenti e neanche risponde alle nostre richieste di essere ricevuti. E’ come se temesse di essere ‘contaminato’ da comportamenti del passato”.

Così il Comitato lancia un ultimatum al governo nazionale: “Basta perdere tempo, pagateci il pregresso, non cederemo ai ricatti”.

Il riferimento è alla paradossale situazione che si è venuta a creare: “Il ministro Toninelli sostiene di avere sbloccato la situazione grazie all’accordo tra Anas e Cmc che prevede la ripresa dei lavori entro fine mese, ma in realtà non si preoccupa dei soldi per pagare i lavori già fatti: sostiene che la competenza sui debiti della procedura concordataria è del ministero dello Sviluppo economico. Così finisce che nessuno decide niente”.

“Temiamo che alla fine ci sia un colpo di spugna sul passato. Anas non può pagare perché servirebbe una deroga dal governo, diversamente si esporrebbe a gravi rischi e, quindi, minaccia di rescindere i contratti se i lavori non riprenderanno subito. Se ciò avvenisse e la Cmc fallisse, nessuno dei creditori prenderebbe un euro. Cmc dice che per lei i lavori possono riprendere subito, ma per il passato mette sul piatto una cifra irrisoria, sufficiente a saldare solo alcuni fornitori prioritari. Quindi il cerino resta a noi: riaprire i cantieri senza soldi o perdere tutto. Noi non cediamo. L’unica soluzione è che il governo nazionale si occupi anche della Sicilia, dove manca tutto, e non solo del Piemonte, dove si litiga per non fare. E ci aspettiamo che chi sta al governo ci dia un chiaro segnale di ciò che vuole fare, altrimenti l’ira dei 2.500 lavoratori esploderà e noi stessi non avremo più nulla da perdere”.

Un gruppo di odontoiatri ,  titolari di studi e ambulatori odontoiatrici ubicati nella provincia di Agrigento, accreditati con il servizio sanitario regionale, aveva chiesto l’assegnazione di un bugdet, ma l’Asp di Agrigento non ha mai provveduto alla contrattualizzazione. Pertanto, con apposito atto di invito, i detti odontoiatri hanno chiesto all’ASP di Agrigento di essere convocati per la contrattualizzazione; ma tale atto di invito restava privo di riscontro. Successivamente gli stessi odontoiatri, con apposita istanza di accesso, trasmessa all’ASP di Agrigento, chiedevano di estrarre copia della documentazione afferente l’ammontare delle risorse assegnate con decreto assessoriale  all’ASP di Agrigento e dei provvedimenti afferenti l’utilizzazione delle risorse assegnate con il citato decreto assessoriale ; ma anche sulla detta istanza l’ASP rimaneva silente. Pertanto,con apposito ricorso giurisdizionale, patrocinato dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, gli odontoiatri agrigentini adivano il TAR Sicilia per l’annullamento del silenzio serbato dall’ASP sulla richiesto di accesso agli atti ritualmente inoltrata; poichè nella more del giudizio l’ASP rilasciava ai ricorrenti la documentazione richiesta, il TAR Sicilia dichiarava la cessazione della materia del contendere e condannava l’ASP al pagamento delle spese giudiziali. A questo punto gli odontoiatri agrigentini proponevano un secondo ricorso giurisdizionale davanti al TAR Sicilia, sempre con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, per la declaratoria di illegittimità del silenzio inadempimento formatosi sulla richiesta di contrattualizzazione in precedenza avanzata e non riscontrata. Si è costituita in giudizio l’ASP di Agrigento, rappresentata e difesa dall’Avvocato Massimiliano Mangano, eccependo l’inammissibilità del ricorso, non sussistendo asseritamente un obbligo dell’ASP di riscontrare le istanze di contrattualizzazione, essendo stata sempre asseritamente richiesta un’attività materiale e non provvedimentale, nonchè eccependo  la disintegrità del contraddittorio, per omessa notifica del ricorso all’Assessorato Regionale della Salute, nonchè infine l’infondatezza comunque nel merito del ricorso medesimo. Il TAR Sicilia,Palermo,Sezione Prima, Presidente il DR. Calogero Ferlisi, Relatore la Dr.ssa Aurora Lento, condividendo le tesi sostenute dagli Avvocati Rubino e Impiduglia secondo cui l’Assessorato Regionale della Salute è estraneo al giudizio, in quanto la contrattualizzazione della strutture accreditate è di competenza dell’ASP, e sussiste un obbligo di provvedere sull’istanza di contrattualizzazione avanzata dai ricorrenti, ha ritenuto fondato il ricorso, dichiarando l’illegittimità del silenzio serbato dall’ASP di Agrigento sull’istanza avanzata dai ricorrenti, con conseguente obbligo di pronuncia entro trenta giorni, con previsione di nomina di un commissario ad acta per l’ipotesi di ulteriore inadempimento entro il termine assegnato, e con nuova condanna dell’ASP al pagamento delle spese giudiziali. Pertanto, laddove non venga adottato un provvedimento espresso entro trenta giorni, interverrà in via sostitutiva quale commissario ad acta il Dirigente Generale del Dipartimento per la pianificazione strategica dell’Assessorato regionale della Salute, o un suo delegato, mentre l’ASP di Agrigento dovrà pagare le spese giudiziali afferenti due gradi di giudizio. 

Il 10 febbraio di ogni anno ricorre il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe. Questa giornata è stata istituita a seguito di legge del 30 marzo del 2004 e ha lo scopo di commemorare le vittime italiane che tra l’ottobre del 1943 e il maggio del 1947 vennero imprigionate, fucilate e gettate nelle cavità carsiche dell’Istria e della Dalmazia, chiamate appunto foibe, dai partigiani comunisti di Tito. Per anni gli orrori delle foibe e i fatti che hanno portato al loro verificarsi sono stati taciuti. Anche ad Aragona domani, domenica 10 febbraio, in piazza Umberto I°, si terrà alle ore 10 una cerimonia con la deposizione di una corona di alloro sul monumento dedicato al milite ignoto. La manifestazione è organizzata dall’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Giuseppe Pendolino e dal Consiglio comunale, presieduto dal Presidente, Gioacchino Volpe, che invitano tutti i cittadini a partecipare alla cerimonia in memoria delle vittime delle foibe. 

Il 10 febbraio del 2016 il Tribunale di Agrigento ha emesso la sentenza di primo grado, con 8 condanne e 2 assoluzioni, nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Self Service”, su presunte tangenti pagate per lubrificare concessioni e autorizzazioni edilizie al Comune di Agrigento e su altre ipotesi di reato del genere omissivo, soprattutto in materia di controlli urbanistici. Il blitz e gli arresti della Digos risalgono al 29 novembre 2011. Ebbene, adesso, in secondo grado di giudizio, innanzi alla Corte d’Appello di Palermo, il sostituto procuratore generale, Domenico Gozzo, a conclusione della requisitoria ha chiesto la condanna del funzionario dell’ufficio tecnico comunale, Luigi Zicari, 64 anni, a 5 anni di reclusione, poi 1 anno e 6 mesi per l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico comunale Sebastiano Di Francesco, 60 anni, e poi 2 anni ciascuno per gli architetti Pietro Vullo, 47 anni, e Roberto Gallo Afflitto, 47 anni, soci dello stesso studio, e per l’imprenditore Gerlando Tuttolomondo, 79 anni. E poi Rosario Troisi, 59 anni di età, ad 1 anno e 4 mesi, e Calogero Albanese, 57 anni di età, ad 1 anno e 2 mesi, entrambi vigili urbani.

Indagini difficili e scoperte intersecate in un lungo filone di accadimenti che contornano il nome di Gessica.

Questo è ciò che in sei mesi, dalla sua scomparsa, è accaduto. Ma di lei ancora nessuna traccia.

Tanti i rebus da risolvere e molte le domande ancora senza risposta.

Dalla sua scomparsa e dopo tante ricerche senza esito, costituite da scritte sulle mura, da telefonate anonime (con annesse segnalazioni di luoghi e nomi) che non hanno portato alla luce la verità nascosta dietro tante bugie millantate.

Oggi qualcuno ha deciso di parlare!

In questa vicenda non è mai esistito il silenzio. Ma, forse, questo è il tuono più potente.

Adesso una donna, la “supertestimone”, così definita, potrebbe rivelarsi la vera chiave di volta.

Gessica è stata uccisa! È una delle prime esclamazioni che la testimone afferma.  È stata uccisa da una terza persona, che fin ora è stata fuori scena.  Un uomo, già noto alle forze dell’ordine, che sarebbe però protetto dalle influenze di una nota congregazione religiosa.

Un uomo conosciuto anche dalla madre di Gessica, addirittura un lontano parente della famiglia.

La “supertestimone” è un fiume in piena. Le sue rivelazioni non si fermano qui e continua affermando che all’uomo tanto protetto dalla congregazione si aggiungerebbero, al macabro scenario, anche degli esponenti di famiglie malavitose.

Il che, se così fosse, scagionerebbe Filippo Russotto, compagno di Gessica Lattuca, a cui sono stati rubricati i reati di sfruttamento della prostituzione e di sequestro di persona in quelli ben più gravi di maltrattamenti ed occultamento di cadavere.

La “supertestimone” racconta che Gessica era in possesso di un video pornografico e che si fosse recata dal diretto interessato per ricattarlo e che, probabilmente, abbiano avuto una violenta discussione finita poi nel peggiore dei modi. Il tentativo estortivo era atto a sfamare i propri figli.

La “supertestimone” ritiene, inoltre, che la signora Caramanno sia a conoscenza di tutto quello che è successo e che sapeva che la figlia si fosse recata da questa persona.

Le rivelazioni che la donna fa sono tante, eppure si parte dal cimitero vicino casa della madre di Gessica. Li si troverebbe il cadavere della ragazza, in un preciso loculo. Li dove anche il padre di Gessica, pochi giorni dopo la sua scarcerazione, ovvero il 12 gennaio, è stato visto e sentito parlare al cellulare mentre diceva, a chi stava dall’altra parte, di trovarsi al cimitero da Gessica. Cellulare che dopo poco tempo viene smarrito dall’uomo per cause sconosciute!?!

L’uomo, in un’intervista, conferma di essere stato al cimitero ma solo per questioni burocratiche in quanto all’interno del cimitero sono ubicati degli uffici comunali.

Il cimitero, secondo la testimonianza della donna, sarebbe il luogo dove tutto è finito dopo una serie di accadimenti dove Gessica faceva parte di un infangato giro, composto di ricatti a sfondo sessuale, di conoscenze sbagliate e di inganni.

Ribadiamo ancora una volta che le rivelazioni della donna supertestimone sono tutte da verificare, fermo restando che la signora in questione ha una precisa identità. Saranno gli inquirenti a stabilirne la veridicità dei suoi racconti.

 

Agrigento per la prima volta presente con un proprio stand alla prossima Edizione della Borsa Internazionale del Turismo, che si aprirà a Milano dal 10 al 12 febbraio. La BIT è la storica manifestazione, organizzata da Fiera Milano, che porta, dal 1980, nel capoluogo meneghino, operatori turistici da tutto il mondo. L’iniziativa voluta da Confcommercio Agrigento e dal suo presidente Francesco Picarella.

L’obiettivo è favorire l’incremento del flusso turistico inseguendo un trend che negli ultimi anni ha registrato un aumento di presenze nel nostro territorio.

Lo stand, centralissimo, permetterà agli operatori di incontrarsi, promuovere e condividere iniziative.

“Grazie alla partnership con i tour operator Parri Tour, Ibla Tour e Amunì Viaggi che rappresentano buona parte dell’offerta turistica agrigentina, – dice Francesco Picarella – abbiamo messo a punto una serie di pacchetti turistici dedicati alla destinazione Agrigento per poter veicolare l’immagine della nostra provincia come meta turistica di eccellenza della Regione Sicilia.

Tra queste iniziative c’è proprio la partecipazione alla Borsa Internazionale del Turismo, la più importante fiera del settore, a cui, con impegno e notevole sforzo economico, saremo presenti con iniziative di promozione turistica, culturale e gastronomica, a cominciare dallo show cooking e degustazione dell’agnello pasquale favarese organizzato da Eleonora Cavaleri, tutto per valorizzare la nostra proposta.

Organizzato dal Rotary Club Agrigento, in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Agrigento, si è svolto il seminario “Politiche Energetiche Italiane dal dopoguerra ad oggi. Verso la futura energia”. Dopo il saluto del Presidente del Club dott Maurizio Russo e del Presidente dell’Ordine Ing Alberto Avenia, i lavori sono proseguiti con gli interventi degli illustri relatori.
Sono intervenuti l’Ing. Maria Miccichè, segretario dell’ordine e professionista EGE, l’avv. Michele Cimino, amministratore Unico Amat di Palermo, il Prof Pietro Putti, docente presso l’Università delle Marche, presidente e amministratore delegato del Gestore Mercati Energetici, il prof. Rosario Lanzafame, ordinario di Ingegneria delle macchine e dei fluidi presso l’università di Catania, membro del Board della Formula E.
I brillanti ed appassionanti interventi dei relatori, sono stati moderati dal Prof. Giacomo Minio, docente di economia applicata all’Università di Palermo.
Il tema dell’energia è stato sviscerato ed analizzato in dettaglio anche con riguardo alle politiche energetiche della Regione Sicilia. Presenti alla serata anche numerosi imprenditori appositamente invitati dal Club.
Il dott. Lillo Cumbo, assistente del Governatore, ha concluso un’altra importante serata di approfondimento organizzata dal Rotary Club Agrigento a favore della società civile.

I Carabinieri del Nas, il Nucleo antisofisticazioni, insieme ai colleghi di Agrigento e Raffadali, ed anche dell’Ispettorato del Lavoro, hanno imperversato in un supermercato a Raffadali. I militari hanno sequestrato circa 300 chili di carni e alimenti avariati o mal conservati, privi di scadenza e di tracciabilità, contestando violazioni per circa 120mila euro. E poi hanno sospeso l’attività commerciale per superamento della soglia di lavoratori in nero. Più nel dettaglio i Carabinieri hanno contestato il mancato aggiornamento della registrazione sanitaria, la mancata attuazione della procedura di autocontrollo alimentare, l’utilizzo di un sistema di video sorveglianza senza autorizzazione preventiva, la presenza di 6 lavoratori in nero, il superamento dell’orario di lavoro e la mancata fruizione del riposo settimanale, nonché la mancata consegna dei prospetti paga e una retribuzione con metodi di pagamento non tracciabili.