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L’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento ha speso circa 13 milioni di euro per dotarsi di tutti i vaccini necessari per sostenere le annuali campagne di vaccinazione. E ciò per i prossimi tre anni. Dunque, oltre i tradizionali vaccini antinfluenzali, l’Azienda sanitaria agrigentina dispone anche dei vaccini contro l’encefalite da zecca, l’anti-meningococco, l’encefalite giapponese, il vaccino epatitico, l’haemophilus e difterico, la varicella, il trivalente, tra morbillo, parotite e rosolia, e poi febbre gialla e altro. Entro la settimana in corso sarà avviata la campagna antinfluenzale 2018-2019.

La UIL di Agrigento interviene sul rischio idrogeologico in provincia di Agrigento che negli ultimi anni ha segnato delle emergenze continue per l’incolumità pubblica e privata provocando danni e in alcuni casi anche morti per calamità naturali, sollecitando il Governo regionale ad intervenire in maniera organica sui territori.
“Sottolineiamo positivamente che qualche piccolo passo in avanti la provincia di Agrigento comincia a farlo per la messa in sicurezza del territorio, dopo gli interventi programmati sull’ erosione della fascia costiera di Eraclea Minoa prima e adesso dovrebbe essere risolto con i 417 mila euro stanziati dalla rimodulazione dell’ fsc il costone della Scala dei Turchi con la messa in sicurezza della parte rocciosa. Il sito turistico è probabile candidato a diventare patrimonio Unesco, avendo bellezza e rilevanza turistica e paesaggistica che è sotto gli occhi di tutti, almeno così ha garantito il governo e l’Assessore regionale al territorio e ambiente.
La Uil perciò sollecita a tal guisa questo governo a non fermarsi solo a questi interventi sulla fascia costiera e di proseguire con una programmazione mirata e una azione di governo interventistica e risolutiva di altre aree del territorio che presentano fragilità e necessitano interventi immediati.
In particolar modo si deve dare seguito ai Pai (i piani di assetto idrogeologico), che individuano nei comuni le zone r3 e r4 che presuppongono interventi di mitigazione del rischio di incolumità perché aree sostanzialmente fragili ed esposte a rischi di calamità.
Quindi, per trovare le soluzioni, la politica collabori e agisca prontamente: dagli interventi dei fiumi Salso e Verdura per evitare straripamenti, alle zone montane a rischio frane e tutte quelle aree che da un momento all’altro potrebbero avere cedimenti in primis centri storici e abitati vicini a zone a rischio geologico.
La provincia di Agrigento e i comuni necessitano pertanto interventi sostanziali a queste problematiche, dando piena attuazione ai pai e trovando le coperture economiche. Infatti dal Governo regionale all’Assessorato regionale al territorio e ambiente, all’ufficio speciale del dissesto idrogeologico, alla protezione civile e al Ministero delle infrastrutture si deve seguire un piano e un iter con i comuni dove la programmazione e gli interventi delle zone sovraesposte sono prioritarie. Non è plausibile temporeggiare e impastoiarsi in carte che viaggiano a destra e a manca, perché gli interventi sono indispensabili dalle risorse economiche alle procedure: dalla progettazione alla fattibilità,alla realizzazione delle opere che devono essere attuate con tempi certi e duraturi. Il tutto ne va della rinascita e della sicurezza dei cittadini di questa provincia. Lo stesso territorio troppe volte è risultato impreparato dopo piogge o effetti meteorici straordinari che senza manutenzione e interventi diventano pericolosi per gli agrigentini e mettono in crisi economia sociale ed economica e l’incolumità delle persone.”

Ad Agrigento, nella sala conferenze della Camera di Commercio, si è svolto un incontro-dibattito sulla cultura dell’accoglienza turistica. Si tratta di “Welcome in Sicilia”. L’iniziativa è promossa da Legacoop Sicilia Occidentale e Confesercenti Sicilia. Sono intervenuti diversi rappresentanti del settore associativo e della cooperazione turistica, e delle Istituzioni locali e Regionali. Legacoop Sicilia Occidentale e Confesercenti Sicilia intendono proporre alla provincia di Agrigento un modello di ospitalità che esalti le potenzialità del territorio, nel rispetto della natura e delle esigenze di tutte le tipologie di turisti, connettendo infrastrutture, offerta enogastronomica, beni culturali e accoglienza

Ad Agrigento il Sert, il Servizio per le tossicodipendenze, è stato trasferito dalla sede di via Imera, dove i Carabinieri del Nas hanno riscontrato carenze igieniche, alla sede centrale dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, quindi al Viale della Vittoria 321, la cosiddetta “Cittadella della salute”. Nella stessa sede centrale operano anche, oltre il Sert, il Centro salute mentale e il Centro diurno per i servizi socio-assistenziali ai soggetti deboli. Nelle more del trasferimento, ormai in fase di ultimazione, alcuni servizi sono garantiti ancora nella sede di via Imera.

La Scala dei Turchi e la Riserva di Cassibile saranno oggetto a breve di un piano di recupero. Infatti, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nella qualità di Commissario del governo nazionale contro il dissesto idrogeologico, ha annunciato la decisione della Giunta di governo di destinare quasi quattro milioni di euro, provenienti da una rimodulazione del Fondo di sviluppo e coesione, a tre interventi urgenti nelle province di Agrigento, Siracusa e Catania. In particolare, si tratta di lavori, per 417mila euro, da effettuare nel Comune di Realmonte per mettere in sicurezza il costone roccioso che sovrasta la spiaggia di Scala dei Turchi, meta ogni anno di decine di migliaia di turisti. E poi altri 2 milioni di euro sono stati destinati per la Riserva naturale orientata di Cavagrande, che ricade a cavallo di due comuni del Siracusano, Avola e Siracusa, inclusa la frazione di Cassibile. E l’ultimo finanziamento, per 1 milione e 500mila euro, riguarda il consolidamento del costone roccioso a difesa del centro abitato di piazza De Gasperi nel Comune di Vizzini. Tutti gli interventi saranno gestiti dagli uffici del Commissario coordinati dal soggetto attuatore Maurizio Croce.

 

Santino Lo Presti, dirigente scolastico del CPIA di Agrigento, Roberto Navarra, dirigente scolastico dell’ I.C. “San Giovanni Bosco” di Naro e Lillo Cremona, sindaco del Comune di Naro, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per istituire una nuova sezione del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti.

La nuova sezione è operativa nei locali della scuola “San Giovanni Bosco”, con due classi dedicate a quella che una volta veniva chiamata “scuola serale” e che oggi serve per il conseguimento degli attestati di alfabetizzazione e di primo livello, in favore dei lavoratori e comunque di tutte le persone adulte presenti nel territorio che abbisognano degli apprendimenti offerti e della relativa certificazione.

In particolare, possono frequentare i corsi gli adulti italiani e quelli stranieri, immigrati e residenti nel Comune di Naro, nell’ambito di un’ulteriore ed efficace occasione che garantisca la continuità e/o la permanenza della formazione, dell’educazione e dell’istruzione, oltre l’età scolare.

 

DICHIARAZIONE DEL SINDACO:

“Il protocollo d’intesa sottoscritto col CPIA di Agrigento e con l’I.C. “San Giovanni Bosco” consentirà ai cittadini italiani e stranieri, presenti nel territorio comunale (che ne abbiano la necessità) di apprendere la lingua italiana e di seguire il percorso di primo livello, conseguendo anche i relativi attestati rilasciati dal Ministero dell’Istruzione.

In tal modo, viene offerta alla comunità locale un’opportunità formativa finalizzata all’educazione permanente e allo sviluppo di appropriate competenze linguistiche, quali condizioni preliminari di un’adeguata integrazione sociale”.

Sono stati erogati dalla Regione oltre 400mila euro per contrastare il degrado e l’incuria che da anni danneggiano alcuni edifici sacri in provincia di Catania. La Soprintendenza per Beni culturali e ambientali etnea, su disposizione del Presidente della Regione Nello Musumeci e dell’Assessore ai Beni culturali Sebastiano Tusa, ha indetto sei gare di somma urgenza in altrettanti Comuni.

“Da troppo tempo, ha dichiarato il Presidente Musumeci, nonostante fosse noto a tutti lo stato di abbandono delle strutture, non si è fatto nulla. La tutela e la valorizzazione dei beni architettonici e storico-artistici è tra le priorità del mio governo e per questo abbiamo deciso di intervenire con urgenza per mettere quanto meno in sicurezza gli immobili ed evitare ulteriori danni anche ad alcune opere d’arte contenute all’interno”.
L’ intervento finanziato dalla Regione riguarderà alcuni Comuni della provincia etnea per il recupero di volte, dipinti e facciate degli edifici sacri.
In particolare, i lavori riguarderanno il restauro della volta e del tetto nella chiesa della Mercede di Biancavilla, risalente alla seconda metà del ‘600. La struttura, che ospita affreschi del XVIII secolo del pittore Tamo da Brescia, presenta alcune profonde lesioni, distacchi di intonaci esterni e macchie di umidità, all’interno, che interessano anche gli stucchi. Un secondo intervento è quello previsto per il restauro e il ripristino della copertura e il consolidamento della volta nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, patrona di Castel di Judica. Nell’edificio, che si trova fuori dal centro abitato, sull’altopiano di una collina che domina la sottostante valle del fiume Ogliastro, sono avvenuti crolli di ampie porzioni del tetto, per cui la pavimentazione risulta coperta da macerie. Si provvederà anche al rifacimento della copertura, degli intonaci esterni e del consolidamento delle volte della chiesa del Santissimo crocifisso a Mascalucia. La costruzione versa in un generale stato di degrado strutturale, che ha provocato molte lesioni verticali nella muratura portante, oltre a un parziale crollo del tetto con conseguente danneggiamento dell’altare maggiore.

Lavori in vista anche a Castiglione di Sicilia per il restauro della copertura della basilica si San Giacomo e della Madonna della Catena, edificata nel ‘600, ampliata e abbellita, con una monumentale facciata barocca realizzata da Baldassarre Greco, tra la fine del XVII secolo e la metà di quello successivo. Al suo interno sono custodite diverse opere d’arte: un crocifisso ligneo del 700, oltre a molti affreschi, stucchi e statue. Un altro edificio sacro che sarà oggetto di intervento finanziato dalla Regione è la chiesa Santa Maria dell’Aiuto di Trecastagni, risalente al 1648 e meta, ancora oggi, di devoti e pellegrini. Già distrutta dal terremoto del 1693 è stata ricostruita nell’Ottocento. Attualmente risulta danneggiata a seguito dell’incendio appiccato da ignoti a maggio scorso. I lavori riguarderanno alcune porzioni delle volte e la copertura lignea.

L’ultimo intervento prevede la messa in sicurezza ed il restauro delle maggiori criticità del cimitero monumentale di Caltagirone, progettato nell’800 dal locale architetto Gianbattista Nicastro. Il grandioso complesso, in stile gotico-siciliano, è stato realizzato con materiali isolani: la pietra bianca del Ragusano, quella scura e lavica dell’Etna, la terracotta lavorata dai più illustri plastificatori caltagironesi come Enrico Vella, Giuseppe Di Bartolo e Gioacchino Alì. Attualmente, l’intero impianto evidenzia uno stato generale di degrado che necessita di un progetto di recupero molto più ampio per il quale il Comune sta valutando la fonte del finanziamento. Analoghi interventi urgenti, il governo Musumeci ha predisposto per le altre province dell’isola.

 

 

Ad Agrigento, l’impresa Sea, che si occupa del servizio di raccolta differenziata in contrada Maddalusa, risponde ai residenti che venerdì scorso si sono lamentati della mancata raccolta differenziata nei due giorni precedenti. La Sea spiega: “La raccolta parziale dell’umido di mercoledì scorso non è addebitabile agli operatori ecologici. Mercoledì scorso, per motivi logistici legati alla presenza nella zona di alcuni mezzi pesanti che stavano eseguendo dei lavori lungo le strade della zona, abbiamo dovuto invertire il giro, iniziando proprio da Maddalusa, e ritirando ovviamente tutti i mastelli e i sacchetti con l’umido che erano già stati esposti. Evidentemente, alcuni residenti hanno uscito i mastelli dopo le 6 del mattino e gli operatori ecologici non hanno di conseguenza potuto svuotarli. Ricordiamo che ci sono precise disposizioni che fissano nelle 21 della sera precedente l’orario in cui i mastelli possono essere esposti, e le stesse disposizioni fissano il limite alle 6 del mattino. Chi non si attiene a queste disposizioni non può poi lamentarsi se gli operatori ecologici passano e non trovano i mastelli esposti”.