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E’ stato firmato il decreto dall’assessorato regionale agli Enti Locali che, recependo e condividendo l’istruttoria relativa alla procedura di rettifica dei confini tra i Comuni di Agrigento, Favara e Aragona, consente lo svolgimento del referendum al fine di risolvere l’atavica questione degli stessi confini. Il sindaco Lillo Firetto e l’assessore all’Urbanistica, Elisa Virone, hanno accolto con soddisfazione la notizia dell’ok al referendum su cui l’Amministrazione è stata attiva sin dall’inizio del proprio mandato. L’assessore all’Urbanistica, Elisa Virone, commenta: “I nostri uffici saranno subito investiti della necessità di proseguire nelle attività di competenza per dare avvio all’indizione referendaria”. E il sindaco Firetto aggiunge: “I cittadini di Favara potranno finalmente smettere di sentirsi ospiti a casa propria. E’ una questione annosa a cui abbiamo dato una determinante e risolutiva accelerazione, e che oggi riceve una importante conferma a cura dell’Assessorato regionale agli Enti Locali. Non esiteremo a dare pronto seguito”.

Nemmeno il tempo di accantonare le festività natalizie, e l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Giuseppe Galanti, è già al lavoro per organizzare il Carnevale 2019.

Dell’argomento ne parla il vice sindaco, nonché assessore al turismo, Antonio Vincenti, che  così lo illustra:

<<Ripartiamo dal lontano 2014, – sono le sue testuali parole – quando lungo i nostri straordinari corsi sfilavano gli ultimi carri interamente realizzati dai nostri bravi carrist; quattro enormi carri che per 4 giorni hanno divertito grandi e piccini in una atmosfera di festa.

Grandi sacrifici ma tanta passione e voglia di fare, la stessa che oggi ci porta a riprendere questa meravigliosa manifestazione che per oltre 20 anni ha permesso a tantissimi giovani di far esplodere la propria fantasia e applicarla nell’antica arte della cartapesta. Un’attività che ha dato input ad un indotto economico notevole che ha permesso   a tanti operatori economici locali, di introitare anche cifre ragguardevoli grazie alla vendita di colori, costumi, attrezzi e quant’altro occorrente per la riuscita dell’evento cui partecipavano oltre le scuole, anche tante associazioni e quartieri della nostra città.

Da anni – prosegue Vincenti –  mi chiedono di riprendere questa manifestazione che in quegli anni ha  assunto grossi numeri e che ha permesso,  tra l’altro, di vivere le serate musicali, nelle nostre piazze evitando pericolosi spostamenti presso altri centri. Per cui, anche perché sollecitato dai tanti giovani, ho deciso di ripartire con la magia del Carnevale Licatese assicurando loro tutto l’appoggio possibile per agevolarli nella realizzazione del progetto e nella riuscita di questa impresa.

 E allo scopo di passare dall’impegno teorico alla pratica e gettare le reali basi per ridare vita al Carnevale Licatese, invito  tutti quelli che vogliono contribuire, scuole e associazioni comprese, a partecipare all’incontro che si venerdì 11 Gennaio, alle ore 16,00,  presso il Palazzo di Città.

Sono certo che, nonostante i tempi siano piuttosto stretti, saremo in grado di ridare alla nostra città il suo Carnevale>>, è la fiduciosa conclusione dell’assessore allo sport.

Dissequestrato il Castello Colonna di Joppolo Giancaxio nelle disponibilità del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, e del fratello Mirko, entrambi indagati per abusivismo edilizio.

Il provvedimento del Tribunale del Riesame (presidente Wilma Mazzara)  è uscito intorno le ore 17.

E’ durata oltre un’ora e mezza la discussione degli avvocati Angelo Farruggia, nell’interesse del sindaco Firetto, Gaetano ed Enzo Caponnetto e Ninni Reina, che invece assistono il fratello Mirko. Linea difensiva comune che poggia le fondamenta su tutti i pareri e le autorizzazioni rilasciate dal Comune e dalla Soprintendenza di Agrigento e, dunque, considerabili legittime. Inoltre si è ribadito il concetto che il Castello di Joppolo è da considerarsi un bene recuperato completamente dall’incuranza e dall’oblio.

In udienza era presente il pubblico ministero Antonella Pandolfi che dopo aver chiesto un termine per visionare le nuove carte depositate, ha ribadito il suo no al dissequestro.

Il provvedimento di sequestro risale allo scorso 20 dicembre quando il Gip Francesco Provenzano – su richiesta del procuratore aggiunto Salvatore Vella ed il sostituto Antonella Pandolfi – firmò il sequestro del Castello Colonna di Joppolo Giancaxio, nella disponibilità del Sindaco di Agrigento Calogero Firetto e del fratello Mirko. Misura che è stata eseguito dai carabinieri della locale stazione unitamente ad agenti della Polizia Giudiziaria.

Oggi nel corso dell’udienza gli avvocati della difesa oltre a produrre tutti i permessi rilasciati dalle competenti autorità hanno anche prodotto documentazione fotografica del castello a partire dall’800 ad oggi per dimostrare come un rudere lasciato all’oblio sia diventato, grazie all’intervento della famiglia Firetto, bene tutelato offerto alla fruibilità della gente. Non solo: è stato anche documentato come, a seguito del provvedimento di sequestro del dicembre scorso l’attività del castello è stata fortemente penalizzata dalle disdette: infatti, per il 2019 erano stati prenotati 108 banchetti nuziali, 54 dei quali sono stati disdetti. Per non dire delle 60 famiglie che hanno trepidato per il rischio della perdita del posto di lavoro.

Questo il commento del sindaco Firetto: “La giustizia fa il suo corso.Vicenda assai amara. Il collegio difensivo ha mandato di svolgere ogni utile iniziativa che consenta di giungere in tempi necessariamente rapidi, i più rapidi possibili, al chiarimento assoluto e definitivo”.

Questa la nota diffusa stasera dall’avvocato Angelo Farruggia: Annullato il decreto di sequestro preventivo del castello di Ioppolo Giancaxio della famiglia Firetto denominato Palazzo Colonna, meglio “residenza della famiglia colonna Duchi di Cesarò.

Il Tribunale di Agrigento, in sede di riesame, presieduto da Wilma Mazzara, ha annullato il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, con il quale il 20 dicembre erano stati apposti i sigilli alla nota struttura monumentale.

Alla base del sequestro l’accusa di avere realizzato opere non conformi alla normativa urbanistica ed edilizia con conseguente pregiudizio per un bene  dichiarato, con apposito decreto assessoriale, di interesse storico e culturale.

La notizia del sequestro, nell’arco di soli cinque giorni, aveva comportato una pioggia di disdette di banchetti nuziali prenotati per tutto il 2019, con notevoli danni economici e disagi per tutti coloro i quali a pochi giorni dalla nozze hanno dovuto rinunciare all’elegante struttura e riparare su altre.

Durante la discussione, durata circa due ore, il collegio difensivo, composto dagli avvocati Angelo Farruggia, per il sindaco Calogero Firetto, Gaetano e Vincenzo Caponnetto e avvocato Ninni Reina per il fratello Mirko,  ha sostenuto l’illegittimità del sequestro e la piena conformità delle opere alla legislazione urbanistica e paesaggistica. Ha altresì evidenziato  che la struttura aveva ottenuto tutte le autorizzazioni e i pareri da parte dei competenti organi amministrativi, e che con le opere realizzate il bene monumentale, ridotto un rudere, era stato salvato dall’oblio e restituito alla paese di Joppolo Giancaxio.

Il Tribunale, all’esito della camera di consiglio, ha annullato il sequestro. Si attendono adesso le motivazioni.

Nel porre le scuse per i disagi che sono derivati agli utenti della struttura, così commenta la famiglia Firetto e il sindaco: “Grande amarezza per quanto accaduto, con serenità abbiamo atteso gli sviluppi conservando il rispetto e la fiducia per l’autorità giudiziaria, anche inquirente. Ai nostri legali, in cui riponiamo la massima fiducia, il mandato di adoperarsi perchè la vicenda giunga presto al suo epilogo definitivo”.

 Insomma, la vicenda adesso si fa ancor più difficile e non mancherà di riservare sorprese a breve scadenza.

Il Tribunale del Riesame di Agrigento dissequestra il castello “Colonna” a Joppolo Giancaxio dei fratelli Firetto. La difesa smonta i presunti edilizi.

La sezione del Tribunale del Riesame di Agrigento, presieduta da Wilma Mazzara, ha disposto il dissequestro del Castello “Colonna” a Joppolo Giancaxio, adibito a struttura ricettiva, di intrattenimento e ristorazione, gestita dalla società del sindaco di Agrigento Calogero Firetto e del fratello Mirko, sequestrato lo scorso 20 dicembre dai Carabinieri su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, e su richiesta della sostituto procuratore, Antonella Pandolfi, e del procuratore aggiunto, Salvatore Vella, per presunti abusi edilizi. I difensori dei fratelli Firetto, gli avvocati Angelo Farruggia, Gaetano Caponnetto e Antonino Reina hanno eccepito la regolarità delle concessioni edilizie in questione, e che le opere oggetto delle concessioni, essendo peraltro migliorative rispetto al bene alquanto risalente nel tempo, sono lecite.

A seguito dell’annullamento del decreto di sequestro preventivo, e del conseguente dissequestro del castello o palazzo “Colonna” a Joppolo Giancaxio, storicamente “la residenza della famiglia Colonna duchi di Cesarò”, interviene l’avvocato Angelo Farruggia, difensore del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, che commenta: “La notizia del sequestro, nell’arco di soli 5 giorni, ha comportato una pioggia di disdette di banchetti nuziali prenotati per tutto il 2019, con notevoli danni economici e disagi per tutti coloro i quali a pochi giorni dalle nozze hanno dovuto rinunciare all’elegante struttura e riparare su altre. Abbiamo sostenuto l’illegittimità del sequestro e la piena conformità delle opere alla legislazione urbanistica e paesaggistica. La struttura ha ottenuto tutte le autorizzazioni e i pareri da parte dei competenti organi amministrativi, e che, con le opere realizzate, il bene monumentale, ridotto ad un rudere, era stato salvato dall’oblio e restituito al paese di Joppolo Giancaxio”. E la famiglia Firetto e il sindaco aggiungono: “Nel porre le scuse per i disagi che sono derivati agli utenti della struttura, esprimiamo grande amarezza per quanto accaduto. Con serenità abbiamo atteso gli sviluppi conservando il rispetto e la fiducia per l’autorità giudiziaria, anche inquirente. Ai nostri legali, in cui riponiamo la massima fiducia, il mandato di adoperarsi affinchè la vicenda giunga presto al suo epilogo definitivo”.

Quel giorno mi è cambiata radicalmente la vita”. E’ iniziato così il drammatico racconto del  50enne funzionario Asp picchiato selvaggiamente lo scoro aprile da un empedoclino di 32 anni – Calogero Condello – e che gli ha provocato la frattura del cranio ed una emorragia cerebrale con prognosi di 3 mesi.

La vittima della barbara aggressione ha ricostruito ieri mattina in aula davanti al presidente della seconda sezione penale Alfonso Malato i momenti di quel 9 aprile dello scorso anno: “Dopo quell’incidente ho sempre ricorrenti mal di testa, sento urla, la mia vita è cambiata”.

Dichiarazioni spontanee anche dell’imputato Calogero Condello, accusato di lesioni personali gravissime. Il 32enne si era intrufolato all’interno della cittadella sanitaria di Agrigento raggiungendo il 50enne che in quel momento svolgeva le funzioni di segretario della commissione invalidi e colpendolo con una testata e con diversi colpi alla testa fino a farlo svenire. Subito dopo si sarebbe dileguato presentandosi poco dopo al Commissariato Frontiera di Porto Empedocle dove è stato denunciato e arrestato.

“Sono stato fatto uscire dal 50enne afferrato per una mano e da quel momento non ci ho visto più. Mi sono sentito solo e maltrattato”. Si torna in aula il 2 aprile.

A poche ore della notifica ai familiari del padrino corleonese, da parte dello Stato, di una cartella esattoriale di circa 2 milioni di euro per le spese sostenute per il mantenimento in carcere del capomafia Totò Riina da Parigi con un post social, Lucia, 39 anni ultimogenita del boss mafioso, morto il 17 novembre 2017 in carcere, annuncia la sua “vita nuova”.

Con il marito Vincenzo Bellomo e la figlia di due anni si sono trasferiti a Ville Lumière dove ha aperto un ristorante battezzato “Corleone by Lucia Riina”.

Il locale garantisce “autentica cucina siciliana-italiana da esporre in un ambiente elegante e accogliente” e si trova in una stradina vicino all’Arc de Triomphe, precisamente in Rue Daru.

Nel prospetto esterno in legno e vetro, travalicata da una tenda verde, spicca il nome e la firma di Lucia Riina utilizzata anche nei suoi quadri e poi, ad alta visibilità, si vede uno stendardo con lo stemma di Corleone: un leone rampante che stringe un cuore.

Si mostra un aspetto del locale molto elegante con tavolini di marmo bianchi e luci soffuse, divanetti e sedie in legno rivestite di verde per richiamare lo stendardo.

E’ la figlia più piccola dei figli del “padrino mafioso” corleonese, quella che venne a conoscenza di chi fosse suo padre, nel 1993, solo dopo il suo arresto.

A Corleone si sentiva emarginata e da tempo voleva andare via. Nel 2008 convolò a nozze con l’attuale marito che faceva il rappresentante di prodotti vinicoli e alimentari ma, Vincenzo Bellomo, adesso 44enne, sembra essere il sospettato “Vincenzo Belluomo” citato in uno dei “pizzini” che fu ritrovato nel covo di Montagna dei Cavalli, dove fu arrestato Bernardo Provenzano.

Multa di mille euro e maxi sequestro di 2500kg tra frutta e verdura. Gli agenti della Polizia Locale del Comune di Agrigento, coadiuvati dai Carabinieri, hanno sanzionato un venditore ambulante che da tempo staziona davanti a Piazzale Rosselli, in pieno centro di Agrigento.

Le forze dell’ordine contestano al fruttivendolo la mancata osservanza delle norme in materia di conservazione e vendita del cibo.

Domani pomeriggio, 10 gennaio, il cardinale Francesco Montenegro, accompagnato dal sindaco Lillo Firetto, visiterà la mostra “Le grida silenziose” dell’artista “Giko”, patrocinata dal Comune e incentrata sulle tragedie in mare dei migranti, allestita presso la “Sala Bodart” del Collegio dei Padri Filippini di via Atenea. 

“Verità e inganno nel mondo dell’informazione”  è questo il tema di un service organizzato dal Lions Club Sciacca Host Terme presso il Liceo Scientifico “E. Fermi” nell’ambito del Progetto “Verità, post-verità, fake news”, il prossimo venerdì 11 gennaio 2019 alle 11.

Dopo il saluto della Dirigente Scolastica, professoressa Giuseppa Diliberto, sarà la Presidente del Lions  Sciacca Host, professoressa Margherita Sciortino, ad introdurre i lavori che rientrano nell’attività di service sul territorio dell’anno sociale in corso.

Relatori,  il professor Francesco Pira, sociologo, giornalista, saggista e docente di comunicazione e giornalismo e coordinatore didattico del Master in “Manager della Comunicazione Pubblica” all’Università di Messina e di comunicazione pubblica e d’impresa allo IUSVE (Università Salesiana di Venezia), co-autore con Andrea Altinier del libro GIORNALISMI (Libreria Universitaria Edizioni) che affronta il tema delle fake news e della misinformation; e i giornalisti dottoressa Giovanna Venezia,  di Risoluto.it e il dottor Massimo D’Antoni,  di Tele Monte Kronio. A moderare l’incontro a cui parteciperanno gli studenti il giornalista dottor Giuseppe Recca, di Tele Radio Sciacca e de “La Sicilia”.  Il tema delle fake news che è di grandissima attualità. Un pericolo quotidiano per tutti noi. E per questo è importantissimo lavorare già a scuola con gli studenti per abituarli a saper riconoscere le notizie vere da quelle false. Il Lions Club Sciacca Host e il Liceo Fermi hanno per questo motivo pensato di organizzare questo momento di riflessione con coloro che studiano l’evoluzione della comunicazione e con chi quotidianamente deve narrare i fatti di cronaca.

L’amministrazione comunale rende noto che giovedì 10 gennaio alle ore 16.30, presso la biblioteca comunale “Franco La Rocca”, sarà discusso il libro di Andrea Camilleri “Lettera a Matilda”.

Pubblicato da Bompiani, Camilleri scrive questa lettera alla pro nipotina Matilda e ripercorre i momenti secondo il ruolo che hanno avuto nel rendere lo scrittore e l’uomo conosciuto da tutti.

Tra i momenti, uno spettacolo teatrale alla presenza del gerarca Pavolini, la strage di mafia a Porto Empedocle, una lezione di regia all’Accademia “Silvio D’Amico” e le parole di un vecchio attore dopo le prove e l’incontro con la moglie Rosetta e quello con Elvira Sellerio.

Le pagine del libro ripercorrono la storia italiana del Novecento e ogni episodio è un modo per parlare di ciò che rende l’esistenza degna di essere vissuta: le radici, l’amore, gli amici, la politica e la letteratura.