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L’incendio di uno scooter Yamaha si è verificato nella notte tra sabato e domenica in Discesa Mirate, una stradina nelle vicinanze dello Stadio Esseneto, nel quartiere del “Campo”.

Le fiamme hanno svegliato tutto il rione. Immediata la chiamata al centralino dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Agrigento che, in poco tempo, si sono portati sul posto seguiti da una pattuglia di carabinieri.

Sembrano esserci pochi dubbi sulla natura doloso dell’incendio: sarebbero state infatti ritrovate tracce di liquido infiammabile sulla carrozzerie dello scooter che, comunque, è andato completamente bruciato.

Lo scooter apparteneva ad un disoccupato di Agrigento di 30 anni.

poliziotti della sezione Volanti della Questura di Agrigento hanno denunciato un 17enne di Agrigento “pizzicato”, al termine di un’attività investigativa, in possesso di un coltellaccio usato probabilmente per danneggiare alcune auto, almeno sei, parcheggiate in piazza Vittorio Emanuele, nel cuore di Agrigento. 

Negli ultimi giorni, infatti, diversi proprietari di auto si sono presentati in Questura denunciando il danneggiamento dei propri mezzi. Tutti parcheggiati in piazza Vittorio Emanuele. Gli agenti hanno deciso di vederci chiaro così si sono appostati nelle zone adiacenti alla piazza per risalire all’autore di questi raid vandalici. 
 

Poco dopo è stato notato giungere sul posto un ragazzo di 17 anni che, fermato e perquisito, è stato trovato in possesso di un coltello usato probabilmente per i danneggiamenti. Il minore non è stato in grado di fornire spiegazioni circa l’arma bianca ed è stato denunciato. 

– Fonte Grandangolo

Su invito dell’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro, promosso dall’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della Curia arcivescovile di Agrigento si sono riuniti questa mattina in vescovado i sindaci della Provincia e i rappresentanti delle forze sociali e delle associazioni di categoria, alla presenza del Prefetto di  Agrigento, Dario Caputo, che ha seguito i lavori.

Tutti i partecipanti all’incontro, numerosi i sindaci della provincia presenti, hanno convenuto sulla necessità di creare una cabina di regia che permetta di individuare i principali problemi che affliggono il territorio individuando le soluzioni attraverso una strategia condivisa che consenta il rilancio del nostro territorio, facendo sinergia, mettendo insieme le varie potenzialità e competenze,  affinché insieme si possano mettere a valore le potenzialità della provincia nell’ambito di un processo di crescita equilibrato e sostenibile.

L’auspicio manifestato da tutte le parti è stato quello di trovare un metodo di lavoro che consenta di fare rete e di evitare che occasioni come quella odierna rimangano senza seguito e si limitino a momenti di pura sollecitazione emotiva.

Da parte dei sindaci, in particolare, è stato rivolto un accorato appello alle istituzioni locali, in primis alla Prefettura, affinché non vengano lasciati soli davanti alle varie emergenze che si trovano quotidianamente ad affrontare a fronte di risorse economiche limitatissime.

Il confronto si è svolto in una clima di sereno e fruttuoso e si è concluso dandosi appuntamento al prossimo 6 aprile in Prefettura per discutere sulle dinamiche relative alla questione dei rifiuti in provincia.

Gli agenti della sezione Volanti, agli ordini del dirigente Francesco Sammartino, hanno arrestato un 17enne originario del Gambia colto in flagranza mentre stava cedendo alcune dosi di hashish ad un agrigentino in via Pirandello, nel centro di Agrigento.

L’arresto del minore è avvenuto al culmine di un inseguimento per le strade. Gli agenti, alla fine, hanno avuto la meglio riuscendolo ad identificare e arrestare. Si tratta di un 17enne ospite in una comunità di Palma di Montechiaro.

Essendo minorenne è stato denunciato presso il Tribunale dei Minori e, attualmente, si trova detenuto al carcere Malaspina di Palermo. Nella stessa occasione gli agenti hanno anche segnalato alla Prefettura, come assuntore, l’agrigentino che stava comprando l’hashish.

Nella stessa attività di controllo dei luoghi della movida del centro città, i poliziotti hanno denunciato, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, un adolescente trovato in possesso di un coltello.

E’ stata decisa la proroga di una settimana per la consegna mastelli per la raccolta differenziata che prenderà ufficialmente il via nelle prossime settimane a Canicattì. A deciderlo, sono stati i responsabili delle imprese dell’Ati che hanno in appalto il nuovo servizio, per dare la possibilità, a quanti non abbiano potuto ancora fare, di recarsi negli uffici all’interno del centro culturale San Domenico, per ritirare tutto il materiale necessario per l’avvio del porta a porta. Oltre ai mastelli infatti, agli utenti viene consegnato il kit-guida per avviarli alla differenziata con i giorni di conferimento e le tipologie di rifiuti da differenziare. Intanto, i cittadini che hanno già ritirato il materiale informaivo, possono già cominciare a prendere visione anche del calendario di conferimento per le utenze domestiche che prevede il lunedì, il mercoledì e il sabato l’organico, composto, fra l’altro, da scarti di cucina, avanti di cibo e frutta, fondi di caffè, cialde non plastificate, filtri da the, piccole potature di fiori. Il martedì e il venerdì saranno raccolti i mastelli gialli per plastica e metalli compreso l’alluminio mentre la carta e il cartone nel mastello blu, saranno raccolti il mercoledì. Per il vetro nel mastello verde scuro il giorno fissato è il sabato mentre per il secco residuo o indifferenziato, i cittadini potranno esporre il mastello grigio il giovedì. Discorso a parte per i pannolini per la cui raccolta sono stati fissati 4 giorni che sono il lunedì, il martedì il giovedì ed il venerdì. In questo specifico caso, si dovrà fare un’apposita richiesta al Comune o agli uffici dove si ritira il materiale per il porta a porta in modo da avere un preciso indirizzo e precise disposizioni per questo genere di rifiuto.  Per il ritiro gratuito dei mastelli e di tutto il materiale informativo, sarà necessario avere con se la tessera sanitaria dell’intestatario della Tari anche in caso di delega. 

La prossima settimana a Palazzo Chigi dovrebbe essere compiuto l’ultimo passo verso la riapertura dei cantieri della Agrigento-Palermo e della Agrigento-Caltanissetta. La ripresa dei lavori  dovrà significare superare in tempi ragionevoli i disagi,  dire al più presto addio a deviazioni e semafori  e infine consegnare al nostro territorio due opere per lungo tempo attese, sperate, tra tanti patimenti. Legittima l’esasperazione di residenti, lavoratori, studenti, imprese. Vibrante la protesta che i sindaci ad Agrigento hanno voluto esprimere con un documento il 19 gennaio con cui si chiedevano soluzioni immediate. I lavori della Agrigento Palermo hanno avuto inizio nel 2013, sei anni fa, e dovevano concludersi entro il 2016, dopo tre anni. Il progetto preliminare di ammodernamento risale a 18 anni fa, il finanziamento è del 2005. Non più felice è stato l’iter del raddoppio della ex strada a scorrimento veloce Agrigento-Caltanissetta. Un progetto esecutivo approvato nel 2008. La consegna dei lavori è avvenuta nel 2009. Dieci anni fa, ovvero undici  anni dopo la convenzione stipulata con Anas per la progettazione. Sono trascorsi da allora 21 anni.  l lavori, per contratto, si sarebbero dovuti concludere nell’estate del 2012. 

I vertici politici del tempo, presenti all’inaugurazione, esultavano  sostenendo che Agrigento sarebbe uscita dalla marginalità geografica. È trascorso un ventennio e siamo ancora in attesa di infrastrutture essenziali per uscire da una marginalità che è anche sociale ed economica e non solo geografica.
Dopo la protesta corale dei sindaci siamo a una svolta. Che sia la volta buona!

Si torna in aula – davanti al collegio presieduto da Wilma Angela Mazara – per il processo a carico di cinque medici, in servizio all’ospedale San Giovanni di Dio nel 2013, accusati di omicidio colposo.

Si tratta del primario del reparto di Nefrologia Antonio Granata, Rosalia Scarfia, Monica Insalaco, Vittoria De Sanctis, Mario Moscato.

In aula il racconto del perito della parte civile, il medico bolognese Vergari.

I cinque sono accusati di omicidio colposo per la morte di Giuseppina Scicolone, catanese di nascita ma agrigentina d’adozione, deceduta all’età di 53 anni. La donna soffriva di una patologia rara ed era arrivata al San Giovanni di Dio per alcuni problemi respiratori.

Dopo due giorni dall’uscita dall’ospedale, però, la donna fu colpita da un malore tanto da essere di nuovo portata presso il nosocomio agrigentino dove, nel corso della notte dell’8 aprile, morì.

Sulla vicenda, interviene con una nota per conto dei familiari della sig.ra Giuseppina Scicolone deceduta il 10/04/2013, l’avvocato Francesco De Lorenzo che afferma:  “siamo costretti a chiedere un nuovo diritto di replica in seguito alle notizie false che continuano a trapelare sui quotidiani con riferimento al processo penale pendente davanti al Tribunale di Agrigento, chiamato ad accertare la responsabilità dei medici del Presidio ospedaliero agrigentino, accusati del decesso della paziente.

E’ infatti falso che il consulente delle parti civili, il professore Vergari, ha dichiarato che la Signora Giuseppina Scicolone fosse affetta da una patologia rara e difficilmente diagnosticabile, al contrario ha confermato che la stessa è deceduta per una semplice broncopolmonite.

Il consulente ha poi chiarito al Giudice che la sintomatologia accusata dalla paziente non è stata minimamente presa in considerazione dai medici che non hanno così provveduto a porre in essere le dovute cure adatte al caso, dimettendo la paziente per ben due volte con un quadro clinico sfavorevole.

E’ falso quindi che la signora Scicolone chiedeva di essere dimessa e tutto ciò ha trovato dimostrazione nelle dichiarazioni rese dalla teste sentita ieri in aula che ha confermato come la signora non volesse uscire dall’ospedale perché stava male, ed il dr. Antonio Granata le rispondeva che doveva lasciare spazio a malati veri …tanto che la paziente da lì a pochi giorni andava incontro alla morte”.

013, accusati di omicidio colposo.Si tratta del primario del reparto di Nefrologia Antonio Granata, Rosalia Scarfia, Monica Insalaco, Vittoria De Sanctis, Mario Moscato.

In aula il racconto del perito della parte civile, il medico bolognese Vigneri che ha evidenziato come la donna fosse affetta d una rara patologia difficilmente diagnosticabile. 

I cinque sono accusati di omicidio colposo per la morte di una donna, Giuseppina Scicolone, catanese di nascita ma agrigentina d’adozione, deceduta all’età di 53 anni. La donna soffriva di una patologia rara ed era arrivata al San Giovanni di Dio per alcuni problemi respiratori. Dopo il ricovero e le cure la Scicolone aveva chiesto ed ottenuto, visto la normalizzazione del proprio quadro clinico, di essere dimessa.

Sembra che i medici abbiano raccomandato alla donna di seguire il ricovero in day-hospital per essere monitorata. Dopo due giorni dall’uscita dall’ospedale, però, la donna fu colpita da un malore tanto da essere di nuovo portata presso il nosocomio agrigentino dove, nel corso della notte dell’8 aprile, morì.

E’ di un imprenditore denunciato e un lavoratore trovato a lavorare “in nero”, oltre che a multe per diverse migliaia di euro, il bilancio di una serie di controlli effettuati ai Carabinieri delle Compagnie di Agrigento e Sciacca, collaborati dai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro del Villaggio Mosè.

Nel mirino sono finiti diversi cantieri dell’agrigentino. In particolare a Sciacca il titolare di una impresa è stato deferito all’autorità giudiziaria per un ponteggio non a norma.

Una ditta di Montaperto ha presentato, ai controlli, irregolarità tali da far scattare un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, nello specifico, infatti, in un cantiere è stato trovato un lavoratore in “nero”.

Infine, nel corso delle attività, i Militari hanno elevato sanzioni amministrative per oltre 15 mila euro, e ammende per 2.500 euro.

Vanno nella loro dimora di Zingarello, allarmati per i furti dei giorni scorsi, e trovano i ladri.

E’ quanto accaduto ad una coppia di coniugi agrigentini che sono riusciti in tal modo a sventare un furto nella villetta di loro proprietà.

I due, arrivati presso la loro dimora estiva, hanno visto all’interno del giardino della stessa due ladri, che vistosi scoperti, si sono dileguati a bordo di uno scooter.

Sul poosto, dopo l’allarme lanciato, sono giunti i Carabinieri che hanno avviato le indagini.

Ad Agrigento, i poliziotti della squadra Volanti della Questura, stanno indagando su un episodio di danneggiamento in danno di un uomo di Villaseta.

A sporgere denuncia un residente che ha dichiarato di aver trovato devastati i recipienti dell’acqua di sua proprietà, pare poche ore dopo aver avuto una furiosa lite con un vicino di casa.

La posizione di quest’ultimo è al vaglio degli investigatori.