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Dopo la grande manifestazione nazionale unitaria di Roma la CGIL Agrigentina “riparte” dal Territorio.

Mercoledì 20 Febbraio la CGIL “inaugura” le nuove sedi di Canicattì in Via regina elena 28 (ore18)  e Porto Empedocle in Via Milano 5/A (ore 16). Interverranno i responsabili regionali del nostro Patronato e dei Servizi Fiscali Salvatore TRIPI e Vito CIULLA, il Segretario Generale della CGIL Sicilia Michele PAGLIARO e Dario BONI della Presidenza Nazionale dell’INCA CGIL. A Canicattì è previsto anche l’intervento del Prof. Salvatore VAIANA, autore, tra l’altro, di una “storia della CdL di Canicattì”.

“Si tratta di 2 realtà molto importanti e significative in cui vogliamo rafforzare la nostra presenza. Occorre ripartire – dice Massimo Raso – dai bisogni dei cittadini per costruire il futuro del sindacato.

I problemi dei lavoratori e le loro necessità sono sempre stati la nostra bussola ma la modalità di svolgimento di questa tutela è cambiata e noi, la CGIL, dobbiamo essere in grado di dare una  soluzione moderna ai problemi quotidiani.

Di Patronati e CAF ve ne sono tanti e non tutti pienamente corretti, Noi siamo un’altra cosa, siamo il Sindacato e, insieme alla tutela individuale dobbiamo lavorare per le tutele collettive.

Avere questa  dimensione collettiva oggi significa qualcosa di diverso di quando negli anni 70 o 80 pensavamo al valore sociale del lavoro. Erano anche tempi in cui si davano molte cose per scontato. Oggi è diverso. La crisi, che ormai va avanti da 10 anni,  ha scoperto la dimensione di disagio del singolo, che di fronte alle difficoltà economiche individuali non ha la forza di andare avanti e non sa come affrontare il futuro. Il sindacato del futuro parte anche dalla conoscenza: al lavoratore ed al  pensionato dobbiamo far  capire meglio il nostro ruolo”.

 

Il Dott. Alberto Firenze di 49 anni aveva ricevuto un giudizio di inidoneità in relazione all’inserimento nell’elenco dei soggetti idonei alla nomina a direttore sanitario delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale. Con articolate controdeduzioni il Dott. Firenze aveva dimostrato il possesso di un’esperienza dirigenziale ben superiore ai cinque anni prescritti ma l’Assessorato regionale della Salute confermava la sua esclusione. Allora il Dott. Firenze, non condividendo l’operato dell’Assessorato, proponeva un ricorso giurisdizionale, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, per l’annullamento, previa sospensione, del provvedimento di esclusione sopra precisato, nonchè chiedendo l’ammissione con riserva nell’elenco di cui sopra. In particolare gli avvocati Rubino e Impiduglia hanno richiamato la precedente ordinanza cautelare resa dal CGA in analogo giudizio proposto dal Dr. Giuseppe Modica De Mohac avverso la sua esclusione dall’elenco dei direttori amministrativi, laddove il CGA in situazione perfettamente sovrapponibile aveva accolto la richiesta cautelare di iscrizione con riserva del ricorrente, condividendo le tesi dei detti difensori. Si è costituito in giudizio l’Assessorato Regionale della Salute, con il patrocinio dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere il rigetto del ricorso, previa reiezione della richiesta cautelare. Il TAR Sicilia, Palermo, Sezione Prima, condividendo le tesi difensive degli Avvocati Rubino e Impiduglia, ha accolto la richiesta cautelare avanzata disponendo l’iscrizione con riserva del ricorrente nell’elenco dei soggetti idonei alla nomina a direttore sanitario delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale. Pertanto, per effetto del provvedimento cautelare reso dal TAR, il Dott. Alberto Firenze potrà essere nominato Direttore Sanitario nelle Aziende del Servizio Sanitario Regionale. 

“Insieme per una comunità solidale e contro ogni forma di violenza”. E’ il titolo di un incontro dibattito sulla violenza contro le donne, dalla consapevolezza alla prevenzione, all’azione efficace: un impegno che coinvolge tutti. L’ evento si svolgerà venerdì 22 febbraio, alle ore 17, alla biblioteca comunale di Aragona, in piazza Umberto I° ed è organizzato dall’amministrazione comunale di Aragona, e precisamente dall’assessorato Politiche sociali e Pari opportunità. All’incontro partecipano il Rotary Aragona Colli Sicani, il Centro Aiuto alla Vita e il  Centro antiviolenza “Telefono Aiuto”. Durante il dibattito sarà presentato il libro “Solo una vita” di Mariuccia La Manna e sarà possibile apporre una firma per dire “no” alla violenza. Numerosi gli interventi in scaletta. L’assessore alle Politiche sociali e Pari opportunità del comune di Aragona, Stefania Di Giacomo, afferma: “Credo che titolo migliore da dare a questa iniziativa non si potesse scegliere. Sentiamo parlare, purtroppo, sempre più spesso di violenze sulle donne che per anni rimangono nel più totale silenzio a causa della paura. Uscire dal buio vuol dire sfuggire a tutto ciò che la violenza rappresenta. Le donne che subiscono abusi, che siano essi di natura fisica o psicologica, hanno delle conseguenze a volte ingestibili che, inevitabilmente, influenzano tutto il corso della loro vita, a partire dalle relazioni affettive. Affrontare insieme questa tematica, è il miglior modo per abbattere quel muro di omertà che si erige a causa delle violenze subite. Il mio pensiero oggi va a tutte quelle donne che hanno avuto la forza di rialzarsi, il coraggio di andare avanti nonostante tutto. La donna è speciale per questo, non si arrende, non si abbatte e trascina con sé anche chi le sta intorno. Ed il loro coraggio ha permesso che finalmente uscissero allo scoperto tanti soprusi, ingiustizie e violenze che prima restavano celate. Coperte da un inspiegabile senso di colpa, alimentato dal pensare di esserselo cercato, meritato o peggio ancora di esserselo voluto. Questo incontro – conclude l’assessore Di Giacomo –  nasce dall’esigenza di educare e sensibilizzare sul doloroso tema della violenza di genere, la cui tangibile crescita pone seri interrogativi sulle cause, da ricondurli anche ad una crisi di valori morali ed educativi, che sta determinando un venir meno del rispetto e della dignità sociale e una forma di emergenza sociale”. 

Nell’ambito della Finanziaria Regionale è stata approvata la norma, proposta dal Movimento 5 Stelle, sui pagamenti ai professionisti: i Comuni non potranno rilasciare titoli edilizi e concessioni in materia se il committente non dimostrerà con autocertificazione il pagamento degli onorari ai professionisti: architetti, ingegneri e geometri. In proposito interviene il presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, Alfonso Cimino, che afferma: “Con questo emendamento la certezza dei pagamenti diventa legge e questo è il secondo ottimo risultato storico della Consulta degli Ordini degli Architetti siciliani, dopo l’approvazione dei bandi tipo. Siamo estremamente soddisfatti poiché la Sicilia si è dotata di uno strumento che mi piace definire di civiltà, secondo il quale i professionisti hanno certezza del proprio lavoro. Noi, come Ordine professionale, già nel luglio 2017 e nell’ottobre 2018, abbiamo richiesto con forza l’approvazione di questo emendamento sulla certezza dei pagamenti ai professionisti”.

Due ulteriori giorni di sciopero e nessuna precettazione per gli operatori ecologici di Porto Empedocle dove lo spettro dell’emergenza igienico sanitaria è ormai alle porte con centro e periferie ridotte a delle pattumiere dove tutti scaricano di tutto. Anche oggi, i netturbini della Realmarina, ormai alle corde per i ritardi di mesi e mesi dei loro stipendi, non sono tornati al lavoro in segno di protesta con la conseguenza che la città è ormai una sorta di discarica a cielo aperto dove i cittadini, disattendendo del tutto l’ordinanza del sindaco Carmina che vieta il conferimento dei rifiuti fino al termine dell’agitazione, approfitta per liberarsi di ogni genere di rifiuto compresi materassi ed elettrodomestici. Intanto, stamattina, la Fit Cisl ha scritto al prefetto Dario Caputo e alle imprese Realmarina per comunicare di avere indetto due giorni di sciopero per il 26 e 27 febbraio ma soprattutto per chiedere un incontro urgente con la prefettura che, al momento, non ha avviato alcuna procedura per la precettazione degli operai che di lavorare ancora senza essere pagati non vogliono saperne. Il sindaco ieri aveva manifestato l’idea di chiedere ad altre imprese di effettuare il lavoro che gli operai si rifiutano al momento di fare ma da più parti viene fatto notare che se non ci sono i soldi per le imprese vincitrici dell’appalto, come si pensa di poter pagare altre ditte che dovrebbero lavorare, come si dice in questi casi, sulla fiducia. Insomma una vertenza sempre più complicata della quale non si vede soluzione imminente all’orizzonte. Non risulta infatti che ci siano importanti somme di denaro in arrivo nelle casse del Comune in modo da dare alle imprese della Realmarina quanto spetta loro per servizi già resi e potere conseguenzialmente pagare gli operai stremati da un ritardo di diverse mensilità di stipendi.

E’ accusata di aver rapinato un uomo di Favara di 56 anni nei pressi di piazzale Rosselli, in pieno centro ad Agrigento, colpendolo con un pugno e sottraendogli (con l’ausilio del fidanzato) un marsupio con pochi spiccioli. Sinziana Maria Cutitaru, però, si è data alla latitanza approfittando degli arresti domiciliari facendo perdere ogni traccia. 

Chiamata e subito rinviata l’udienza di ieri: il presidente della prima sezione penale Alfonso Malato è incompatibile con il procedimento in quanto – in qualità di Gup – aveva già condannato a 3 anni di reclusione l’altro protagonista della rapina, il fidanzato della 21enne, tale Elvis Betean. Quest’ultimo, agrigentino di origini rumene, ha già due condanne alle spalle e, pochi giorni fa, è stato rinviato a giudizio con le accuse di  maltrattamenti nei confronti di un compagno di cella. 

La vittima della rapina violenta, rappresentata dall’avvocato Salvatore Cusumano, si è costituita parte civile nel processo. Si torna in aula il 28 marzo

Cinque uomini, tutti licatesi, sono stati gli artefici ieri sera di un vero e proprio “street fight” nei pressi di un condominio in contrada Bugiades, sotto gli occhi allibiti e terrorizzati di alcuni passanti.

I Carabinieri della Compagnia di Licata, allertati da una chiamata al 112, con cui veniva segnalata la brutale lite in atto, sono immediatamente accorsi sul posto, proprio mentre i cinque uomini si stavano azzuffando, utilizzando anche un badile ed una grossa spranga di ferro.

Non è stato facile per i militari bloccare subito i contendenti ma, dopo qualche minuto, l’arrivo di ulteriori rinforzi ha consentito di separare definitivamente le parti e di riportare la calma.

La violenta rissa sarebbe scaturita da una discussione di cui non sono ancora chiari i motivi, probabilmente legati a questioni di vicinato.

I cinque individui, a seguito della brutale lite, hanno riportato lesioni di vario genere e sono stati accompagnati al locale ospedale per le cure del caso ma, fortunatamente, nessuno di loro è in pericolo di vita. Ultimate le procedure di identificazione, i Carabinieri hanno stretto le manette ai polsi dei cinque uomini, con l’accusa di rissa aggravata, sequestrando il piccone e la spranga di ferro.

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, gli autori della rissa sono stati tutti ristretti agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.

 

Rifiuti interrati dove doveva sorgere un vigneto. E’ stato scoperto dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, in sinergia con i militari del Centro Anticrimine Natura.Il blitz e’ scattato a Canicatti’, con il sequestro di un’area estesa circa 20 mila metri quadrati, precedentemente adibita a cava di calcare.

 

I militari dell’Arma hanno accertato che quella che doveva essere un’operazione di recupero ambientale, era invece un vero e proprio illecito ambientale. Infatti, il concime naturale, il compost originato dalla frazione umida dei rifiuti organici, doveva essere utilizzato per colmare il vuoto della ex cava di calcare, dove si sarebbe dovuto successivamente impiantare un vigneto. Nel terreno della ex cava di contrada Cazzola, niente compost bensi’ rifiuti solidi urbani indifferenziati: lattine, bottiglie di plastica, bidoni, ceramiche, laterizi, paraurti di automobili e persino ornamenti funerari di marmo.

L’Arpa ha prelevato campioni di acqua per verificarne le caratteristiche chimico-fisiche. Sotto sequestro anche le macchine che stavano effettuando le operazioni di interramento dei rifiuti. Denunciato l’operatore che stava manovrando una ruspa e due amministratori della ditta.

Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero, Chiara Bisso, hanno chiesto il rinvio a giudizio del sindaco di Naro, Calogero Cremona, per le accuse di peculato e abuso di ufficio.

 La prima imputazione scaturisce dall’avere ordinato a un operaio, che lavorava nel servizio di nettezza urbana, di rimuovere il fango che si era accumulato, in seguito a un nubifragio, nella strada privata che porta alla sua casa di campagna. L’abuso di ufficio e’ contestato perche’ il sindaco avrebbe fatto riparare a spese del Comune la ruota del bobcat, di proprieta’ dell’ente, che si era rotta durante le operazioni di bonifica nella sua proprieta’.

La circostanza e’ stata scoperta dagli inquirenti nell’ambito dell’indagine che ha portato, lo scorso dicembre, all’arresto dell’assessore Francesco Linisicchia, accusato di avere fatto pressioni indebite per costringere un imprenditore a stipulare un contratto di vigilanza per una societa’ nella quale egli stesso lavorava come responsabile di zona.

Il processo e’ stato chiesto pure per l’operaio Antonino Cristi, 48 anni, accusato solo di peculato. L’udienza preliminare e’ in programma il 2 aprile davanti al giudice Stefano Zammuto.