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Adesso tutti conoscono la situazione del comune di Porto Empedocle, adesso tutto e chiaro a tutti ma allo stesso tempo c’è chi strumentalizza….

Lo “Stato” non deve/dovrebbe scortare compattatori e netturbini, mostrando i muscoli a chi oggi è vittima suo malgrado ed ha avuto magari una comprensibile – non giustificabile – reazione di rabbia.

Lo Stato dovrebbe semmai garantire giustizia in tempi rapidi, e accertare le eventuali responsabilità di chi è chiamato ad amministrare una comunità ed eventualmente procedere alla sua condanna soprattutto se oggi sta amministrando un’altra comunità ben più grande nonostante sul suo capo penda un’indagine penale per delitti contro la pubblica amministrazione. Sarebbe opportuno a tal proposito, che S.E. Il Prefetto che rappresenta lo Stato in sede decentrata, si facesse carico del problema, la Procura di Agrigento invece si potrebbe affrettare per una volta a portare a termine l’iter giudico che potrebbe vedere imputato sindaco e ben altre 8 persone, in modo da accertare la verità giudiziaria ed eventualmente scongiurare danni ad altre collettività come potrebbe accadere alla Nostra Agrigento.

Non c’è pace per Porto Empedocle. La raccolta dei rifiuti ripresa questa mattina poco dopo le 8, si è nuovamente fermata, si spera momentaneamente. Gli operatori ecologici e le organizzazioni sindacali infatti, sono stati informati che gli uffici comunali non sarebbero in grado di sbloccare i 150 mila euro promessi ieri sera al termine del vertice ufficiale presieduto dal Prefetto Dario Caputo, impegno che aveva consentito la ripresa del servizio. Al momento, sindacati e lavoratori si trovano al Comune per capire cosa stia realmente succedendo. L’accordo che ha permesso di sbloccare la vicenda, consiste nel pagamento da parte del Comune alle aziende di 150mila euro, aziende che a loro volta con queste somme pagheranno ai lavoratori uno stipendio arretrato e la Tredicesima 2018. (notizia in aggiornamento)

Il Vicepresidente dell’Ars,Roberto Di Mauro,ha rimarcato in aula la grave minaccia dell’autonomia differenziata che chiedono le regioni:la Lombardia,il Veneto e l’Emilia e che potrebbe aprire un varco pericoloso per la coesione sociale e per i siciliani in primis e il mezzogiorno in secundis.

“Un percorso che va fermato,un percorso che dopo lo sfascio dei partiti nazionali della prima repubblica,se attuato,porterebbe un vortice incolmabile per il Paese determinando delle regioni ricche e regioni alla fame,venendo meno i principi solidaristici e di servizi essenziali che già oggi nel sud e in Sicilia mancano.Per quanto concerne Nord-Sud la perequazione economica,infrastrutturale e geografica,che è un gap esistente dall’Unità d’Italia a oggi,non si è mai colmata.

Da un lato lo Stato Centrale non ha mai concesso come previsto dall’art. 116 della Costituzione,la piena applicazione e attuazione dello Statuto Siciliano,pensato dai legislatori ancor prima della bibbia laica,dall’altro,se questo decreto dovesse andare avanti,troverebbe un Parlamento solo a ratificare il volere delle regioni ricche,che sulla base delle entrate tributarie e di nuove funzioni e competenze di fatto porterebbe a una secessione economica.Il Veneto, per esempio,avrebbe trasferite ben 23 materie e con questo processo tratterrebbe a sè dal residuo fiscale i 9/10 delle risorse finanziarie,creando di fatto delle macroregioni opulente e sganciate con lo Stato centrale.Un percorso che creerebbe cittadini di serie A e altri di serie Z.E alcuni ministeri senza potestà come i beni culturali e altri non sarebbero altro che un museo delle cere.

Questo trasferimento di materia da Roma alla periferie che incide pesantemente e con guadagni potenziali di svariati miliardi,anche perché le entrate tributarie,l’Irpef e le addizionali in queste regioni sono molto più alte che al Sud,sia per la ricchezza prodotta,sia per il reddito pro-capite,impoverisce ancora di più il cittadino siciliano.

E finendo il principio perequativo dai costi storici ai costi standard, ritroveremmo i siciliani come una regione indebitata e slegata con i processi produttivi,sociali e di sviluppo e di coesione nazionale,vedi sanità,scuola,trasporti.

Non dimenticando che la Sicilia,per scelte a dir poco opinabili da parte del governo centrale dal 2012/2020 per il risanamento della finanza pubblica e del pareggio di bilancio,sta pagando a Roma 9 miliardi,di cui 7 già restituiti sulla base del reddito pro-capite e non sulla base della popolazione residente.Per cui si può facilmente intuire che un’ulteriore differenziazione con le regioni ricche sarebbe la pietra tombale per i nostri corregionali.Queste somme invece si potevano utilizzare per ripianare il debito strutturale della regione,che di fatto con queste scelte illogiche ha penalizzato i servizi,lo sviluppo e l’economia della regione più estesa d’Italia.

Qui il tema è un altro, il federalismo fiscale con la legge 42/09 non ha trovato risposta negli urgenti problemi di perequazione infrastrutturale e sociale nei confronti della Sicilia regione autonomista,se l’Unione Europea con i fondi regionali anche nel sessennio 2021/2027 sottolinea che la nostra regione è obiettivo 1,quindi nell’area svantaggiata e di coesione,mantenendo le risorse che ci spettano,il vulnus è ancora aperto,non differenziato.Proprio perché abbiamo problemi oggettivi quali l’insularità,i maggiori costi ad esportare le merci,strade e autostrade ancora indietro con i tempi e per questo si stanno facendo battaglie per la continuità territoriale,per cui non si può avallare un viatico che porta allo sgretolamento della pace sociale e politica dopo quello che hanno fatto per i siciliani in primis i costituenti delegando l’autonomia alla nostra isola.

Per questo l’autonomia differenziata va fermata subito e stranisce che il Movimento 5 stelle che ha preso una barca di voti al sud,potrebbe avallare questo disegno che è criminogeno per i cittadini del mezzogiorno che rivendicano risorse e uno Stato più presente nel controllo e nei ritardi delle opere,che da troppo tempo hanno visto il Sud come granaio elettorale,senza mai dare attuazione ai proclami o alle tematiche che sono scemate dopo la campagna elettorale.

Per questo da parlamentare popolare e autonomista estenderò questa battaglia che mina le prerogative costituzionali nelle piazze per spiegare ai siciliani che i nostri diritti non possono essere scippati in nome di accentramento di poteri e risorse che tagliano il cuore dei siciliani.”

Nelle scorse ore, come Rivoluzione Animalista, abbiamo depositato un esposto in Procura in merito alla morte dei diciassette gattini, rinvenuti a fine gennaio in un cortile interno di via Cappuccini, nel Comune di Sciacca, in provincia di Agrigento. Un episodio terribile, disumano, e purtroppo non nuovo nella cittadina siciliana, visto e considerato che solo un anno fa una quarantina di cani morirono per esche avvelenate in contrada Muciare. Auspichiamo, dunque, sia fatta concreta chiarezza su questa strage di micetti e siano immediatamente rintracciati i responsabili (o il responsabile) dell’accaduto, applicando le pene previste dalla normativa in tempi sicuri e veloci. Troppe volte, infatti, fatti di questo genere sono rimasti senza un colpevole e, in un paese civile, come l’Italia questo non è certamente più ammissibile. Aspettiamo risposte dagli organi inquirenti ma anche dal sindaco di Sciacca, finora piuttosto silente sulla questione”.

Si apre uno spiraglio nella vertenza-rifiuti al comune di Porto Empedocle. La Fit – Cisl ha infatti comunicato ufficialmente di avere revocato lo sciopero indetto per il 26 e 27 febbraio prossimi auspicando, si legge nella comunicazione, un confronto propositivo fra le parti che possa portare alla risoluzione della vertenza attualmente in corso. Un confronto che potrebbe svolgersi già nelle prossime ore, mettendo un punto ad una situazione di grande disagio che sta coinvolgendo la collettività empedoclina. Intanto oggi, la ditta Safonte Trasporti di Canicattì, non si è neanche recata a Porto Empedocle per effettuare alcun servizio e gli operatori ecologici della Realmarina, senza stipendio da mesi e mesi, hanno continuato a svolgere i loro servizi essenziali, come hanno fatto dal primo giorno dello sciopero ad oltranza, e le loro assemblee in maniera pacifica e senza alcuna tensione. Intanto, proprio le tensioni registratesi ieri mattina quando gli operatori ecologici in lotta per i loro diritti si sono visti arrivare i “colleghi” di Canicattì, potrebbero avere uno strascico giudiziario. I lavoratori infatti smentiscono di avere aggredito qualcuno e stanno valutando azioni legali contro chiunque, organi di stampa e singoli soggetti, abbia fatto emergere che ci sia stata violenza fisica durante la mattinata di ieri. Al momento infatti, non risulta che nessuno dei presunti aggrediti abbia presentato denuncia agli organi competenti.

 

Dal 1 Marzo prenderà vita la 74° Festa del Mandorlo in Fiore. Per tale occasione oggi al Palazzo dei Filippini è stato presentato dal sindaco di Agrigento Lillo Firetto, l’assessore comunale Gabriella Battaglia e il responsabile unico del procedimento del Mandorlo in Fiore Carmelo Bennardo, il piano di viabilità che si attuerà nei giorni in cui si svolgerà la manifestazione.

Saranno organizzate delle navette per consentire a chi arriva da fuori di raggiungere i posti.

Domenica, 10 Marzo, la sfilata finale si svilupperà diversamente rispetto al tradizionale itinerario e lo spettacolo conclusivo al Tempio della Concordia sarà a numero chiuso, massimo 10mila posti.

La maison Dolce & Gabbana ha scelto Palma di Montechiaro, nell’ agrigentino, per esporre le creazioni esclusive dei due stilisti che rievocheranno la storia e lo stile della cittadina della famiglia Tomasi di Lampedusa e de “Il Gattopardo”.

Il Comune, con in testa il sindaco Stefano Castellino, ha aderito all’evento, che si terra’ il prossimo 4 luglio, proposto dalla “Feelrouge Worldwide Shows srl”, incaricata da Dolce & Gabbana, e ha gia’ concesso il patrocinio gratuito. Gli stilisti organizzeranno una festa nei cortili, nei chiostri e nelle strade.

Ci saranno stendardi ai balconi, fiori e la banda di paese in giro per le vie. A Palma dovrebbero arrivare almeno 300 ospiti provenienti da tutto il mondo e 50 giornalisti di testate internazionali. L’evento si terra’ al palazzo Ducale e coinvolgera’ anche la chiesa Madre e il monastero del Santissimo Rosario. 

Avrebbe maltrattato gli alunni della scuola dell’infanzia in cui lavora. Per questo i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, insieme ai colleghi della stazione di Milena, hanno arrestato un’insegnante di 60 anni.

La donna, in servizio nella scuola dell’infanzia “G. Rodari”, è stata posta ai domiciliari su provvedimento del gip nisseno, che ha agito su richiesta della Procura di Caltanissetta.

Le indagini dei carabinieri erano scattate a seguito delle segnalazioni da parte dei genitori dei bambini, relative a ripetuti episodi di maltrattamento a carico di una classe di alunni, dai 3 ai 5 anni di età. Maltrattamenti che sarebbero stati confermati dalla telecamera nascosta dagli investigatori all’interno dell’aula.

In particolare, la maestra avrebbe urlato e mantenunto atteggiamenti minacciosi nei confronti dei piccoli, sottoponendoli anche a percosse e punizioni tali da creare un clima di terrore all’interno della classe.

Sei mesi di reclusione. E’ questa la sentenza del gup del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, a carico di Vanessa Li Calzi, 23 anni, di Campobello di Licata , accusata di omicidio colposo della figlioletta di tre anni.

La piccola Grace Gattabuia rimase schiacciata da un televisore molto grande e ingombrante, di vecchio tipo col tubo catodico, dopo aver tentato di accenderlo. La tragedia avvenne il 29 dicembre del 2016. La bimba, secondo il pm Alessandra Russo che aveva chiesto la condanna a una pena leggermente inferiore: 5 mesi e 10 giorni di reclusione, non sarebbe stata controllata dalla madre che si trovava in un’altra stanza e si sarebbe accorta di quello che era successo solo dopo avere sentito il frastuono provocato dalla cadute del televisore.

Un giovane di appena 15 anni è stato fermato dagli agenti della polizia stradale di Agrigento, impegnati in un servizio di controllo lungo la strada che collega la Città dei Templi a Raffadali.

Qui è stato fermato il ragazzo, alla guida di uno scooter, che è stato trovato sotto l’effetto di sostanze stupefacenti ed in possesso di alcuni grammi di hashish.

Per questo motivo il giovane, uno studente originario di Raffadali, è stato denunciato, in stato di libertà, alla Procura presso il Tribunale per i Minori di Palermo, per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti.