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La Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio dell’ex direttore generale dell’ospedale Garibaldi, Giorgio Santonocito. Oggetto dell’imputazione è un incarico da 40 mila euro conferito nel 2015 e prorogato nel 2016 come medico esterno alla dottoressa, ed ex assessore allo sport della giunta del sindaco Bianco, Valentina Scialfa, che non è indagata. Il Codacons, rappresentato dall’avvocato Carmelo Sardella, che in proposito ha presentato un esposto alla Procura e una segnalazione all’Anac anti-corruzione, è parte lesa nel procedimento. L’udienza preliminare è in calendario il prossimo 13 febbraio innanzi alla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catania, Maria Ivana Cardillo. Per la proroga dell’incarico sono imputati anche l’allora direttore amministrativo Giovanni Annino, l’allora direttore sanitario Anna Rita Mattaliano, e l’allora dirigente del settore Affari generali Gaetana Bonanno.

Maxi controllo dei carabinieri – lungo le principali vie di comunicazione tra Licata, Palma di Montechiaro, Ravanusa e Camastra – dove sono stati predisposti numerosi posti di blocco al fine di intensificare le attività di prevenzione e contrasto alla criminalità.

 
 

Ravanusa. I Carabinieri della locale Stazione hanno imposto l’alt ad un 39 enne del luogo, che si trovava alla guida di una Audi A-3. L’uomo, in un primo tempo, si è dato alla fuga scappando a forte velocità. Ne è scaturito subito un concitato inseguimento per le vie del paese, al termine del quale il fuggitivo è stato raggiunto e bloccato. Dopo aver verificato i suoi documenti d’identità, l’uomo ha improvvisamente iniziato a strattonare i militari, che si sono visti costretti ad ammanettarlo per “resistenza a pubblico ufficiale”, accompagnandolo subito dopo in carcere.

Sempre a Ravanusa, nel corso di un controllo di identificazione, è stato fermato un bracciante agricolo del luogo, 38 enne. Nei suoi confronti, è risultato pendere un provvedimento di cattura emesso dalla Corte d’Appello di Milano, dovendo scontare un anno e 10 mesi di reclusione per “associazione per delinquere ed altro”. Dopo aver stretto le manette ai suoi polsi, i Carabinieri lo hanno accompagnato in carcere.

Durante i controlli svolti a Licata , è incappato ad un posto di blocco un marocchino 34 enne, risultato destinatario di un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di La Spezia, per il quale deve scontare tre mesi di reclusione per il reato di “Lesioni”. L’individuo è stato subito ammanettato e trasferito in carcere.

A Camastra, è stato invece fermato un 56 enne, canicattinese, nei cui confronti pendeva un ordinanza applicativa degli “Arresti domiciliari” emessa dal Tribunale di Agrigento per “Maltrattamenti contro familiari. L’uomo in questione è stato dunque arrestato ed accompagnato presso la sua abitazione.

A Palma di Montechiaro nel corso delle attività di pattugliamento, i Carabinieri della locale Stazione hanno sorpreso a spasso un 50 enne del posto, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, arrestandolo in flagranza per “Evasione”. L’uomo si è giustificato dicendo che aveva bisogno di fare due passi ed è stato subito riaccompagnato presso il suo domicilio.

Nell’ambito dell’annuale  conferenza  promossa  dall’Istituto  Mediterraneo  di  Studi  Internazionali ( IMESI) di Palermo dal tema “ Mafia e diritti umani. Il ruolo della donna nella mafia ieri, oggi e domani”, svoltasi presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Palermo e che ha visto la partecipazione quali relatori dei professori Giuseppe Di Chiara ( Procedura Penale), Aldo Schiavello ( Filosofia del Diritto), Rosario Fiore ( Diritto Internazionale), Antonio Sinesio ( Diritto Pubblico Comparato) e dei magistrati Dott.ssa Federica La Chioma, Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo, Dott. Leonardo Agueci, già Procuratore Aggiunto della DDA di Palermo, Dott.ssa Annamaria Picozzi, Procuratore Aggiunto della DDA di Palermo e Dott.ssa Lia Sava, Procuratore Generale di Caltanissetta, moderati dalla giornalista Elvira Terranova, il Liceo Leonardo, superando gli altri Licei concorrenti che hanno aderito all’iniziativa, si è aggiudicato il prestigioso ed ambito Premio Internazionale “ Mediterraneo senza mafie”, promosso da IMESI con il patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo e dell’ERSU, per avere realizzato il migliore video sul tema oggetto della conferenza.

Grande soddisfazione viene espressa, al riguardo, dalla dirigente dott.ssa Vincenza Ierna, la quale ha voluto ringraziare per l’impegno profuso tutti i ragazzi della IV ASA e nello specifico gli studenti che si sono distinti maggiormente nella realizzazione del video medesimo, particolarmente apprezzato dall’uditorio presente alla Conferenza: Valeria Bonaccolta, Roberto Failla, Gaetano Turturici, Elena Fazzi, Giuseppe Mongiovì, coordinati da Flavio Neri e Daniele Morgante, e sotto la regia  della professoressa Rosa Maria Fallea.

Sette anni di reclusione. Questa è la pena chiesta dall’accusa nei confronti di un uomo di 71 anni, di Licata, accusato di violenza sessuale nei confronti di due ragazze figlie di alcuni vicini di casa.

L’anziano è accusato, più precisamente, di violenza sessuale aggravata dal fatto di averla compiuta ai danni di una minore di 14 anni e su una disabile.

I fatti sarebbero avvenuti fra il 2004 e il 2006. Il 71enne venne arrestato e posto ai domiciliari. I presunti abusi furono svelati dalla regazzine, all’epoca, di 14 e 12 anni, alla mamma.

Ad Agrigento è mancata all’affetto dei suoi cari la madre del dottor Giuseppe Gramaglia, medico pediatra, primario di “Pediatria” all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento. I funerali saranno celebrati domani, venerdì 7 dicembre, ad Agrigento, nella chiesa Itria – Sant’Alfonso, alle ore 15:30.
All’amico Peppe Gramaglia, ed alle famiglie Gramaglia – Milioto, le condoglianze da parte dello staff di Sicilia24h.

Una volante della Polizia di Stato di Agrigento è rimasta coinvolta in un incidente autonomo la scorsa notte nel centro della Città dei Templi, proprio di fronte la Questura.

La causa del sinistro – che fortunatamente non ha avuto gravi conseguenze – è da ricercare probabilmente nell’asfalto reso viscido della copiosa pioggia che la scorsa notte si è abbattuta su Agrigento.

La Uil di Agrigento interviene con Gero Acquisto e Nino Stella, sul tema del servizio di igiene ambientale nella città di Canicattì, con i soliti problemi che subiscono i lavoratori del cantiere, che ad oggi non hanno percepito gli stipendi di ottobre e novembre e finora non c’è alcuno sblocco concreto per i pagamenti.

“Lo stato di agitazione continua – dicono i due sindacalisti – fino a quando non si avranno rassicurazioni concrete per il pagamento degli arretrati agli operatori ecologici dell’Ati Sea-Iseda-Ecoin.

Lo sciopero di giorno 3 dicembre, che ha visto la partecipazione di tutti i lavoratori del comparto, non ha visto finora delle risposte sul pagamento degli stipendi da parte dell’amministrazione. A questi problemi ancora insoluti si aggiungono dei precedenti per i lavoratori a livello economico con Dedalo Ambiente e la Srr vedi il Tfr: mancata busta paga di chiusura e il premio produttività (cifre non di poco conto). Finora abbiamo assistito a una superficialità da parte dell’amministrazione comunale a far rientrare il problema e quindi a garantire la serenità economica ai lavoratori; altro che rintanarsi sui 60 giorni contrattuali, perché con i lavoratori non si può fare melina.

La Uil a questo punto chiede un incontro urgente con l’amministrazione comunale e l’Ati, cioè le ditte che hanno in appalto il servizio, per dirimere ogni discussione fumosa e trovando finalmente i fondi per pagare immediatamente i lavoratori. Proprio a ridosso di Natale, i lavoratori non possono ulteriormente attendere perché hanno bisogno il normale e naturale corrispettivo degli stipendi pagati come qualsiasi altro lavoratore canicattinese. Fra una settimana chiude la tesoreria comunale e per questo noi proseguiamo assieme ai lavoratori lo stato di agitazione per addivenire alla soluzione richiesta. Non permetteremo che, ancora una volta come da refrain, i lavoratori siano l’anello debole del sistema e subire questi ritardi. Scaricare eventuali disservizi sui lavoratori fa comodo al sistema e invece poi non si riescono ad onorare gli impegni assunti e sottoscritti tra le parti (che sono a garanzia di tutti e poi vengono maldestramente reinterpretati), incuranti del danno che si fanno ai lavoratori.”

Passaggio delle consegne nel pomeriggio di oggi, giovedì 6 dicembre, al vertice dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento fra il commissario uscente, Gervasio Venuti, ed il direttore sanitario, Silvio Lo Bosco. Su disposizione dell’Assessorato regionale alla Salute della Regione siciliana, nelle more dell’imminente definizione del procedimento di nomina del nuovo manager, viene affidato dunque all’esperienza del professor Lo Bosco il compito di guidare le sanità agrigentina nel prossimo periodo. Il provvedimento assessoriale, redatto nell’intento di garantire la continuità dell’azione amministrativa dell’Asp di Agrigento, stabilisce che, ai sensi del combinato disposto dell’art.3 comma 6 del D. Lgs 502/92 e dell’art.20 comma 2 della L.R. 5/09, le funzioni di direttore generale dell’Azienda verranno svolte, ipso iure, dal professor Lo Bosco con effetto immediato. Al termine delle operazioni di rito il neodirettore ha formalmente assunto il nuovo mandato in sostituzione dell’ingegner Gervasio Venuti che ha retto l’Azienda dallo scorso mese di agosto 2017 e che, come noto, andrà a gestire la società “Girgenti Acque” s.p.a.

Il Libero Consorzio Comunale, che per altro opera in provincia di Agrigento come Stazione Unica Appaltante, si conferma all’avanguardia nella gestione delle procedure telematiche anche in materia di appalti pubblici.

Dal mese di dicembre, infatti, il settore “Attività Negoziali” dell’Ente, tra i primissimi in Sicilia, ha attivato la piattaforma digitale per l’approvazione dei bandi di gara in forma telematica. Questa trasformazione è stata introdotta nel secondo comma dell’art. 40 del Codice degli appalti. Consente alle imprese di partecipare alle gare bandite dall’Ente inviando tutta la documentazione in via telematica. Niente più plichi di documenti da spedire per le imprese, con un notevole risparmio economico, di materiale cartaceo e tempi di consegna immediati. 

Per partecipare ai nuovi bandi le imprese si dovranno collegare telematicamente attraverso il portale Gare e Appalti che si trova nella home page del sito www.provincia.agrigento.it.

Un mutamento epocale nel processo di modernizzazione delle procedure di gara che segue gli indirizzi delineati dal Codice dell’amministrazione digitale.

Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, in questi anni, ha maturato una notevole esperienza nel settore delle Gare ed appalti. Nel 2015 ha istituito il servizio “Centrale di Committenza per i Comuni”, operando come Stazione unica Appaltante, attraverso la stipula di apposite convenzioni con i comuni della provincia.

L’Ente, attraverso la Centrale di Committenza, oltre allo svolgimento delle gare, partecipa all’attività preparatoria di cooperazione con i Comuni fornendo la propria consulenza sulle procedure di gara per la scelta del contraente e collabora con i funzionari del Comune nella redazione dei bandi di gara.

I Carabinieri della Compagnia di Agrigento, al termine di un’attività informativa e di osservazione, dopo aver notato strani movimenti in zona, ritenuti sospetti, hanno fatto scattare un blitz all’interno di una struttura ricettiva, B&b “Le scalette“, ubicata in via Iacono, nel centro storico, all’interno della quale, in una camera, i militari hanno trovato 4 chili di hashish confezionati in panetti, un coltello intriso di hashish ed un bilancino di precisione.

Al termine degli accertamenti, dunque, sono scattate le manette ai polsi di tre giovani agrigentini, un 26 enne, Andrea Gueli, titolare del B&b “Le scalette”; un 20 enne  Amedeo Alex Ricci ed una ragazza D. G., 17 enne, nei confronti dei quali si è accertato che avevano tale sostanza stupefacente nella loro disponibilità.

Inoltre, nel corso di una perquisizione effettuata all’interno dell’abitazione di uno dei tre giovani, i militari hanno trovato anche un panetto di marijuana del peso di un etto.

Si stima che la sostanza stupefacente rinvenuta, se rivenduta al dettaglio, avrebbe potuto fruttare alcune migliaia di euro.